Agricoltura. Corrao (Green-EFA): Taglio PSR per la Sicilia è inaccettabile. Patuanelli è ministro grazie ai voti del SUD
Palermo 13 maggio 2021 - “Il fatto che il ministero per l'agricoltura decida rimodulare i criteri per l'assegnazione dei fondi per il comparto tagliando soldi alle regioni del Mezzogiorno è un problema politico non di poco conto. Il ministro Patuanelli dovrebbe ricordare che è in quella posizione perché i cittadini siciliani gli hanno dato un mandato votando il partito che lui rappresenta. Il Governo di cui Patuanelli fa parte non può continuare a fare dichiarazioni in cui si dice di investire al SUD e poi alla prova dei fatti si da il minimo indispensabile o addirittura si sottraggono risorse già programmate come nel caso del PSR”. A dichiararlo è l’europarlamentare del gruppo Green-EFA Ignazio Corrao intervenuto nel corso dell'audizione congiunta del ministro per le politiche agricole Stefano Patuanelli nell’ambito delle commissioni attività produttive e UE all’Ars. “Le scelte politiche del governo Draghi di cui Patuanelli è un illustre esponente - sottolinea Corrao - danneggiano le imprese del Sud. Qualsiasi fondo UE, a partire dalla PAC, passando per i fondi strutturali, è destinato a colmare le differenze strutturali tra le regioni. Se la Sicilia riceve di più, non è perchè sia avvantaggiata, ma anzi perché ha delle carenze più profonde rispetto alle altre regioni che negli anni hanno avuto più investimenti. Con la rimodulazione del PSR e secondo un rapido calcolo, una flessione di circa 40 milioni per le imprese del sud, il Ministero colpisce un settore che lentamente sta cercando di salvarsi e di sopravvivere nonostante il divario che avvantaggia le regioni del Nord, che negli anni ha ricevuto nettamente di più, come dimostrano i finanziamenti del primo pilastro. Stessa cosa per il recovery. Quella del il 40% per il Mezzogiorno comunicata come una vittoria per il Mezzogiorno ovviamente non basta. La proporzione più corretta sarebbe quella del 60-70%. Solo con questi numeri si può parlare di investimenti per il sud. Ai siciliani non servono parole al vento e promesse di compensazioni” - conclude Corrao.
L’idrogeno occupa un posto importante nel Green Deal europeo, la strategia dell’UE per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Lo ha ribadito oggi il Parlamento europeo, approvando un’apposita strategia a riguardo. L’europarlamentare Herbert Dorfmann ha commentato così il voto: “L’idrogeno è un elemento importante per accelerare la decarbonizzazione dell’industria, del traffico, della produzione energetica e della climatizzazione degli edifici in Europa".
L’idrogeno è un gas che si ottiene dall’acqua con l’aiuto dell’elettricità. "A lungo termine, è certamente necessario che l’idrogeno sia prodotto con energia sostenibile, come quella idroelettrica. Ma, dato che si tratta di una tecnologia di transizione, deve essere ancora possibile produrlo anche impiegando il gas naturale. Questo processo consente infatti d'immagazzinare CO2 e, quindi, di essere neutrali dal punto di vista climatico”, spiega Dorfmann.
“L'idrogeno è molto interessante per il settore dei trasporti e, più nel dettaglio, per tutte le aree di applicazione in cui l’elettrificazione è più difficile, come, ad esempio, gli autobus nel trasporto pubblico locale, i camion o alcune parti della rete ferroviaria”, afferma Dorfmann, il quale sottolinea che il Sudtirolo è attivo da anni nel settore dell’idrogeno e che il rapporto votato oggi dal Parlamento europeo mostra come la scelta d'investire in questa tecnologia del futuro è stata e resta una buona decisione.
Herbert Dorfmann sottolinea che l’idrogeno è particolarmente efficiente nei settori difficili da decarbonizzare, come la produzione di acciaio e cemento, ma anche il traffico aereo. “Si tratta quindi una soluzione importante per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere l’obbiettivo europeo della neutralità climatica”, conclude l'europarlamentare sudtirolese.
Dorfmann nella plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa
L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann ha ottenuto uno degli ambiti seggi nella plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa.
“È un onore sedere nella plenaria della Conferenza e poter contribuire così a questo importante dibattito sul futuro dell’Unione. Innanzitutto, in quanto rappresentante di una minoranza linguistica, sarà per me importante sostenere in questo processo le istanze e gli interessi delle minoranze. – spiega Dorfmann – Sono sicuro che la Conferenza sul futuro dell’Europa darà un contributo importante allo sviluppo dell’Unione europea. Ce n’è un forte bisogno, soprattutto dopo le crisi degli ultimi anni”.
La plenaria della Conferenza è composta da un totale di 433 membri. 108 di essi sono membri del Parlamento europeo, 28 rappresentano il gruppo PPE (Partito Popolare Europeo). Herbert Dorfmann, europarlamentare dell’Svp, è l’unico rappresentante italiano del PPE nella plenaria della Conferenza.
La Conferenza sul futuro dell’Europa è stata aperta il 9 maggio di quest’anno. Nei prossimi mesi, i cittadini europei potranno partecipare a una serie di dibattiti e intervenire attraverso un’apposita piattaforma, per dire la loro riguardo all’Unione europea e ai cambiamenti che ritengono necessari.
La sessione plenaria della Conferenza valuterà poi questi input e identificare una strategia per lo sviluppo dell’Unione europea negli anni a venire.
Inizia oggi a Bruxelles la fase finale dei negoziati sulla nuova politica agricola comune (PAC), che vedono al tavolo Parlamento europeo, Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e Commissione europea.
L’eurodeputato sudtirolese Herbert Dorfmann prenderà parte alle discussioni con i ministri dell’Agricoltura, in quanto rappresentante del Partito popolare europeo.
“Le trattative toccano temi fondamentali, anche per l’agricoltura della nostra regione. Per me è soprattutto importante che si raggiunga una distribuzione più equa dei fondi agricoli. Ciò vuol dire che le aziende agricole di piccole e medie dimensioni devono essere prese in maggiore considerazione. Inoltre, è importante dare più sostegno alle zone svantaggiate e premiare gli agricoltori che vivono del proprio mestiere e non sono solo proprietari di terreni agricoli”, afferma Dorfmann.
I negoziati dovrebbero durare fino a domani, mercoledì, ma potrebbero eventualmente protrarsi fino a giovedì.
Sono in stallo i negoziati sui 386,6 miliardi della nuova politica agricola comune (PAC). Il dibattito tra Parlamento europeo e ministri dell’Agricoltura degli stati membri va avanti da martedì.
“I ministri dell’Agricoltura non hanno voluto trovare un accordo con il Parlamento europeo, soprattutto per quanto riguarda le nostre richieste riguardo a una maggiore sostenibilità”, dichiara l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, che ha partecipato ai negoziati in quanto responsabile del Partito Popolare Europeo sulle questioni agricole.
“Gli stati membri hanno cercato di ostacolare un’altra delle nostre principali richieste, ovvero la redistribuzione dei fondi dalle grandi aziende a quelle piccole e medie. Soprattutto, il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura non è sembrato disposto a mettere fine ai privilegi dei proprietari di grandi terreni agricoli, uno dei punti sui quali la delegazione parlamentare ha invece più insistito. Con queste premesse, per noi deputati era impossibile chiudere l’accordo. Dato che il Consiglio, per il momento almeno, non mostra alcuna disponibilità al compromesso, il risultato dei negoziati resta aperto”, sostiene Dorfmann, che aggiunge: “Da un lato, bisogna tenere conto dell’epoca in cui viviamo e definire le regole della PAC in modo che ogni agricoltore che fa attenzione all’ambiente e, in questo modo, produce alimenti di alta qualità, riceva i fondi europei necessari. Dall’altro lato, invece, è urgente mettere fine alle rendite ingiustificate! Dato che vari ministri dell’Agricoltura non sembrano di questo avviso, forse è meglio che non sia stato raggiunto alcun compromesso”.
Certificato verde Covid-19. Via libera del Parlamento europeo
Vaccinato, con test dal risultato negativo o guarito dal Covid-19. Questo sarà riportato sul certificato verde digitale europeo (green pass), il quale entrerà in vigore in tutta l'Unione a partire dal 1° luglio. Il Parlamento europeo ha votato oggi sull'attuazione di questo dispositivo. Tutti gli stati con un'incidenza inferiore a 75, a partire da luglio saranno classificati come "zona verde". I loro abitanti potranno muoversi liberamente grazie al "green pass". Non ci sarà più alcun obbligo di quarantena o di test aggiuntivo. L'europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann è soddisfatto: "Il certificato verde ripristina la maggior parte della libertà di circolazione in Europa e riporta un po' di normalità".
La situazione epidemiologica sta migliorando in tutta l'Unione europea e le campagne di vaccinazione procedono più rapidamente del previsto. Da metà maggio, ventidue paesi hanno testato con successo il cosiddetto sistema "Gateway UE", con il quale verrà rilasciato il "green pass". Nove stati membri hanno già aderito e rilasciato i primi certificati. Altri, invece, introdurranno il certificato digitale Covid-19 solo quando tutte le funzioni saranno state introdotte a livello nazionale. Nei prossimi giorni si aggiungeranno sempre più paesi, compresa l'Italia, che è ancora in fase di sperimentazione.
"Il green pass, insieme alla rinnovata libertà di viaggiare, è una buona e importante notizia per molte persone in Europa", sottolinea Herbert Dorfmann, riferendosi, tra l'altro, a pendolari, famiglie nelle regioni frontaliere e operatori nel settore del turismo. A partire dal 1° luglio, gli stati membri potranno richiedere un periodo di quarantena aggiuntivo o l'obbligo di test PCR o antigentico solo per i viaggiatori provenienti da territori classificati con il colore rosso. Una zona passerà da verde ad arancione quando l'incidenza a sette giorni per 100mila abitanti sarà compresa tra 75 e 150. Un “freno di emergenza” entrerà in vigore se la situazione epidemiologica peggiorerà rapidamente o se sarà segnalata un'elevata prevalenza di varianti pericolose.
L'europarlamentare europeo Herbert Dorfmann resta fiducioso: "Con le cifre attuali, si può presumere che la stragrande maggioranza delle zone rimarrà 'verde' e al di sotto del tasso di incidenza di 75". Tali destinazioni potranno essere raggiunte senza ostacoli con il certificato verde. Questo sarà disponibile gratuitamente per tutte le persone vaccinate, risultate negative o guarite dal Covid-19.
Nuova PAC in dirittura d’arrivo. Dorfmann: “La politica agricola europea sarà più equa”
Trovare un accordo non è certo stato facile: ci sono voluti ben tre anni di discussioni e negoziati per raggiungere un’intesa sulla nuova politica agricola comune (PAC), che va fino al 2027. Ieri notte, finalmente, Parlamento europeo, Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e Commissione europea hanno stabilito in maniera definitiva i punti centrali della riforma.
I fondi complessivi destinati all’agricoltura europea nei prossimi anni, fino al 2027, saranno 386,6 miliardi di euro. Si tratta del 33 per cento dell’intero bilancio dell’Unione europea. Secondo l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, la nuova PAC rappresenta una grande opportunità per il nostro territorio. Durante la passata programmazione, Bruxelles ha infatti destinato ogni anno al Sudtirolo più di 150 milioni di euro, che hanno rappresentato un aiuto decisivo per molte aziende agricole.
I negoziati continueranno anche nella giornata di oggi, anche se dopo ieri notte la strada per un accordo definitivo sembra ormai spianata.
Da giovedì il team negoziale del Parlamento europeo, di cui anche Herbert Dorfmann fa parte in quanto responsabile per l’agricoltura del Partito Popolare Europeo, era riunito insieme ai rappresentanti della Commissione e ai ministri dell’Agricoltura.
“S’è discusso anche di cose importanti per l’agricoltura dei nostri territori. - racconta Herbert Dorfmann - Fin dall’inizio del dibattito sulla nuova riforma, ho sostenuto l’importanza di una distribuzione più equa dei fondi agricoli. Le aziende di piccole e medie dimensioni meritano più attenzione”. Così è stato. Le aziende più grandi riceveranno il 10 per cento di fondi in meno, che sarà distribuito a quelle più piccole. Inoltre, ora che la PAC è stata adottata, è importante sostenere di più le zone svantaggiate e assicurarsi che le risorse a disposizione vadano soprattutto a coloro che fanno dell’agricoltura il loro mestiere.
“La nuova riforma fa più attenzione all’ambiente e questa è un’opportunità per il nostro territorio”, continua Dorfmann. I nostri contadini sanno già cosa vuol dire produrre in maniera sostenibile. “La grande percentuale di prati permanenti, la produzione integrata e l’incremento del biologico nelle colture intensive sono buoni prerequisiti per affrontare le nuove sfide”, sostiene l’europarlamentare sudtirolese.
Per la prima volta, poi, la PAC ha una dimensione sociale. “Ci vuole un equilibrio tra sostenibilità ecologica, economica e sociale. Questa riforma è un importante passo avanti verso un tale obiettivo”, dice Dorfmann. Un’azienda agricola deve essere infatti innanzitutto economicamente sostenibile. Per questo i giovani agricoltori e le aziende a conduzione familiare riceveranno maggiori aiuti. “La competitività dell’agricoltura europea non deve essere messa in discussione dalla nuove esigenze”, argomenta Dorfmann.
Perciò, se da un lato si chiede agli agricoltori di fare di più, dall’altro va dato loro di più, per sostenerli in questo sforzo aggiuntivo. In tal senso, “i consumatori dovranno abituarsi al fatto che maggiori richieste in termini di qualità dei prodotti comporteranno un prezzo coerente al lavoro fatto per coltivarli”, spiega Dorfmann.
Inoltre, negli anni a venire la questione della transizione verso un’agricoltura digitalizzata, forte delle nuove tecnologie, occuperà sempre più spazio. Con la nuova PAC, poi, i pagamenti diretti fino al 2027 saranno equiparati a livello nazionale e i sistemi assicurativi migliorati. Dorfmann conclude dicendo che la riforma garantirà anche il ruolo delle regioni nel processo decisionale.
Alcuni dettagli tecnici restano ancora da chiarire, mentre il Parlamento europeo deve ancora approvare l’accordo con un voto in plenaria. Le nuove regole entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2023.
L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann è uno dei fondatori del nuovo gruppo di lavoro dedicato al tema "grandi predatori" e, in particolare, al lupo. Esso riunisce deputati di sensibilità politiche differenti e ha l’obiettivo di riportare il problema al centro del dibattito nelle istituzioni europee.
“Lo scopo è riconsiderare la situazione dei grandi carnivori nell’Ue e lavorare con stati membri e Commissione europea per raggiungere finalmente una soluzione accettabile. Noi chiediamo maggiore margine di manovra e sostegno nell’elaborazione dei piani di gestione del lupo. Il forte aumento della popolazione del lupo rimette infatti in discussione il livello di protezione che è stato finora accordato a questa specie dall’allegato 4 della direttiva Habitat”, spiega Herbert Dorfmann, che sottolinea: “Io sono chiaramente contro la prospettiva che, in futuro, risorse della politica agricola comuna, destinate agli agricoltori, vadano a finanziare la costruzione di misure protettive contro i lupi”.
Negli ultimi anni, i grandi predatori sono aumentati considerevolmente in Europa, grazie a un ambiente più accogliente e, soprattutto, a causa del grande livello di protezione di cui godono. In seguito a questa crescita stabile e ai problemi che essa comporta, soprattutto per i nostri contadini, va rivisto urgentemente l’impianto che regola la politica europea sui grandi carnivori.
In questo contesto, martedì s’è tenuta la prima seduta del gruppo di lavoro dedicato a questo tema, che al momento riunisce ventiquattro europarlamentari provenienti da tutto il continente.
“Con la nuova iniziativa puntiamo a fare in modo che la questione dei grandi carnivori non venga più passata sotto silenzio, come attualmente invece avviene nella Commissione europea”, conclude Herbert Dorfmann