DORFMANN-DE CASTRO: SVENTATA MANOVRA GRUPPO VERDI UE PER RITARDARE MISURE TRANSITORIE PAC
E disinnescato tentativo di livellare i pagamenti diretti Ue a danno dei produttori italiani
BRUXELLES, 15 MAGGIO 2020 - “Con il voto contrario dell’Assemblea del Parlamento europeo, abbiamo sventato il tentativo di alcuni deputati, guidati dal Gruppo dei Verdi, di stoppare l'avvio dei negoziati sul regolamento transitorio della Pac che proroga fino al 31 dicembre 2022 i finanziamenti attuali e rafforza gli strumenti per contrastare rischi aziendali e crisi di mercato, come quella generata dall'emergenza coronavirus”. “In questo modo - annunciano oggi Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordinatori S&D e PPE alla commissione agricoltura del Parlamento europeo - già la prossima settimana potranno partire i 'triloghi' tra le istituzioni europee, sulla base del testo approvato all'unanimità dalla ComAGri, per un accordo definitivo entro la scadenza della presidenza di turno croata dell'Ue, il 30 giugno prossimo”.
“Se l'offensiva degli eurodeputati Verdi di richiedere un voto in plenaria fosse riuscita - spiegano gli eurodeputati - non solo rischiavamo di pregiudicare il lavoro fatto per mantenere gli attuali livelli di finanziamento all'agricoltura e evitare tagli inaccettabili, ma anche l'estensione della programmazione dei programmi per lo sviluppo rurale, delle misure pluriennali come per l'agricoltura biologica, della durata dei diritti d'impianto”.
“Ci rammarica il fatto - proseguono Dorfmann e De Castro - che il Gruppo dei Verdi era intenzionato a sottoporre all'Assemblea un emendamento per livellare i pagamenti diretti Ue agli agricoltori tra i vari Stati membri, la cosiddetta convergenza esterna su cui c'era già un voto contrario della ComAgri. Un intervento in questo senso avrebbe significato perdite di reddito rilevanti per gli agricoltori italiani e non solo, senza tener conto delle situazione socio-economiche molto diverse che sussistono tra i vari Stati membri: ad esempio, i costi di produzione e il differenziale tra reddito medio nazionale e reddito agricolo in Italia o in Francia sono certamente superiori a quelli dei Partner dell'Est Europa”
“Con il voto di oggi - concludono Dorfmann e De Castro - abbiamo fatto un altro passo verso l’estensione della Pac attuale, garantendo certezza giuridica ai nostri agricoltori, in un momento tanto drammatico come quello attuale”.
Farm to Fork. Dorfmann: “Serve una valutazione d’impatto”
“La Commissione europea sbaglia ad accelerare sulla strategia Farm to Fork in un momento in cui gli agricoltori europei guardano con crescente incertezza al loro futuro”, con queste parole l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, coordinatore del Partito popolare europeo in commissione agricoltura, ha commentato la decisione della Commissione europea di presentare oggi la strategia Farm to Fork.
Questa strategia, nota anche come “Dal produttore al consumatore” è parte del Green Deal, il piano della Commissione per rendere l’economia europea più sostenibile.
Già nelle scorse settimane, di fronte alla pandemia da Covid-19 e alle sue conseguenze negative per i settori produttivi, il gruppo del Partito popolare europeo e l’intera commissione agricoltura avevano chiesto alla Commissione di posticipare il lancio della Farm to Fork.
“Il minimo che ora la Commissione può fare è avviare una valutazione d’impatto seria, in grado di quantificare adeguatamente gli effetti economici della nuova strategia. – dichiara Dorfmann – In Europa esistono differenze importanti nel modo di fare agricoltura e molti contadini lavorano già in maniera rispettosa dell’ambiente. Quando la Commissione formulerà la sua proposta legislativa, dovrà tenere bene a mente che in agricoltura non può esistere un approccio unico per tutti. La sua proposta dovrà quindi essere ponderata e finalizzata innanzitutto a migliorare l’approvvigionamento alimentare nel continente”.
CIOCCA (LEGA): LA COMMISSIONE PROPONE ALTRE REGOLE E COSTI A CARICO DEGLI AGRICOLTORI
“Neanche l’insieme delle richieste di aiuto formulate dai cittadini italiani danneggiati economicamente da questa pandemia è bastato a bloccare la Commissione europea dal pubblicare la sua strategia Farm to Fork (dal campo alla tavola). Peccato - spiega l’eurodeputato - che questo piano sia stato redatto prima dell’attuale emergenza, senza quindi tenere in conto non soltanto di tutti gli sforzi che l’intero comparto agricolo sta già compiendo, ma senza nemmeno effettuare preliminarmente una valutazione d'impatto di queste azioni."
Con queste parole l’Eurodeputato leghista, Angelo Ciocca, commenta la nuova strategia di produzione agroalimentare “green”, divulgata dalla Commissione europea.
"È L’ennesima strategia pericolosa, che penalizza il nostro sistema agroalimentare: altre regole, altra burocrazia, altri costi per imporre norme ferree alla filiera europea. Il tutto mentre i prodotti dei partner extra UE - che non soddisfano minimamente gli elevati standard europei - continuano ad essere importati liberamente attraverso accordi di libero scambio. In un momento in cui le preoccupazioni sono già tante, si aggiungono quelle inutili di questa Commissione, che è bene ricordare, stanzierà soltanto poco più di 88 milioni di euro per il primo settore per le conseguenze da Covid-19.
La volontà di introdurre entro il 2022 un’etichetta nutrizionale obbligatoria, potrebbe essere l’unico aspetto favorevole di questa proposta; sempre che poi non venga accettata l’etichetta Nutriscore proposta dalla Francia, che come sappiamo penalizzerebbe fortemente tutti i prodotti Made in Italy”.
Dorfmann:“Il turismo si rilancia con misure europee”
La pandemia di coronavirus ha colpito duramente il settore turistico, in tutta Europa e in Sudtirolo. Per questo, oggi il Parlamento europeo vota due risoluzioni in cui invita la Commissione europea e il Consiglio dell’Unione europea a sostenere il turismo, al fine di rafforzare la solidarietà e il coordinamento nel settore e di proteggere al contempo lavoratori stagionali e pendolari.
Tra i settori più colpiti dal Covid-19 ci sono il turismo, i viaggi e la cultura. Da solo, il turismo europeo offre lavoro a 22,6 milioni di persone, che contribuiscono al 9,5 per cento del prodotto interno lordo. Tuttavia, sono 6,4 milioni i posti di lavoro minacciati in seguito alla pandemia. Già il 13 maggio, la Commissione europea aveva presentato le sue linee guida per la riapertura del settore. Ora il Parlamento europeo chiede norme dettagliate che definiscano misure igieniche comuni e protocolli da seguire. L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann afferma in proposto: “L’obiettivo è garantire un approccio comune e la sicurezza di tutti i turisti e lavoratori del settore”. Contemporaneamente, l’industria del turismo e dei viaggi deve essere sostenuta nel breve ma anche nel lungo termine e la graduale revoca delle restrizioni nazionali e transfrontaliere non dovrebbe comportare discriminazioni verso uno o l’altro stato. Su quest’ultimo punto, Dorfmann spiega: “Noi ci opponiamo chiaramente agli accordi tra i singoli paesi, come, ad esempio, nel caso dei cosiddetti corridoi turistici”. L’europarlamentare sudtirolese aggiunge che è necessario avere criteri comuni quando si rimuovono o si introducono delle restrizioni di viaggio. Serve una soglia di sicurezza che si basi su conoscenza scientifiche e dati affidabili e uniformi. Inoltre, secondo una delle proposte odierne di risoluzione, vanno redatti al più presto dei piani per prepararsi a un’eventuale seconda ondata di pandemia.
La seconda proposta di risoluzione votata oggi riguarda invece i lavoratori stagionali e i pendolari transfrontalieri. “La crisi ha mostrato tutta l’importanza dei lavoratori stagionali nei campi del turismo, dell’agricoltura e della cura della persona”. Attualmente, diciassette milioni di cittadini europei vivono e lavorano in uno stato membro diverso da quello della loro nazionalità; un milione e mezzo di persone sono pendolari transfrontalieri. Queste due categorie sono state particolarmente colpite dalla chiusura delle frontiere e, più in generale, da restrizioni e controlli temporanei. “Lavoratori stagionali e pendolari devono poter esercitare il loro diritto alla libertà di circolazione”, continua Dorfmann. Ogni cittadino europeo ha infatti diritto a lavorare in un altro stato membro. Inoltre, la salute di pendolari e lavoratori stagionali va tutelata con tutta una serie di misure, che includono alloggi adeguati, possibilità di tornate a casa laddove vi sia la necessità, accesso a test e ad altri mezzi per proteggersi dal virus.
“In Europa le cose potrebbero andare sicuramente meglio. I focolai di Covid-19 nei mattatoi tedeschi sono la prova che anche in un’economia sviluppata come la Germania, in alcuni luoghi si vive in condizioni che non hanno nulla a che vedere con il rispetto del lavoro e della dignità umana”, conclude Dorfmann.
DORFMANN E DE CASTRO: Coronavirus, mantenute le promesse per ortofrutta e vino.
Coordinatori PPE e S&D esprimo soddisfazione per le ulteriori misure che la Commissione europea ha messo in campo a favore dei settori.
BRUXELLES, 6 LUGLIO 2020 - “Dopo mesi di trattative inter-istituzionali, finalmente la Commissione europea ha pubblicato le nuove misure eccezionali da destinare a favore dei settori dell’ortofrutta e vino, messi in ginocchio dapprima dalla politica commerciale adottata del Presidente USA Trump, e poi dalla crisi legata al COVID 19”, così Herbert Dorfmann e Paolo De Castro, coordinatori per i Gruppi PPE e S&D in Commissione agricoltura del Parlamento europeo, alla luce del nuovo pacchetto di misure presentato dal Commissario alla PAC , il polacco Janusz Wojciechowski.
“Con questo provvedimento verranno concesse ulteriori flessibilità al settore ortofrutticolo, con un aumento dei tassi di cofinanziamento UE fino al 70 per cento, per i programmi operativi di cooperative e organizzazioni di produttori. Per quanto riguarda il settore del vino - proseguono Dorfmann e De Castro - le disposizioni consentiranno il pagamento di anticipi del 100% delle spese sostenute, per i produttori che hanno deciso di effettuare distillazione e stoccaggio privato a seguito della pandemia”.
“Questi aiuti - sottolineano i due europarlamentari - non dovranno rispettare le norme sugli aiuti di Stato. In più, viene aumentato il cofinanziamento dell'Unione per le misure di promozione sui mercati terzi, di investimento, di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, della vendemmia verde e delle assicurazioni sul raccolto”.
Per De Castro e Dorfmann “si tratta di una vittoria del gioco di squadra: la nostra fermezza ha permesso al Parlamento europeo di fare proprie le richieste che i produttori italiani hanno avanzato a gran voce nei mesi scorsi, e costretto la Commissione ad agire per sostenere i settori produttivi più impattati dalle conseguenze della crisi”. “Ortofrutta e vino resteranno osservati speciali - affermano Dorfmann e De Castro -, per questo abbiamo invitato il Commissario a riferire di fronte alla Commissione agricoltura entro la fine di settembre, per fare un punto sulla situazione e valutare la necessità di nuove misure”.
Nonostante la forte opposizione, soprattutto da parte dei paesi dell’Est Europa, oggi il Parlamento europeo ha finalmente approvato un’importante riforma nel settore del trasporto su strada, per migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti ed eliminare la distorsione della concorrenza.
Tra le novità: i conducenti dei tir non potranno più trascorrere i tempi di riposo previsti dalla legge sul loro veicolo, i percorsi di viaggio dovranno consentirgli di ritornare a casa con regolarità e, per i soggiorni all’estero di lunga durata, i conducenti saranno soggetti alle disposizioni di diritto sociale del paese in cui si trovano. Inoltre, il tachigrafo digitale diventerà obbligatorio.
L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann si dice soddisfatto di questa riforma, che punta a eliminare le distorsioni della concorrenza nel settore e a migliorare così le condizioni di lavoro e di riposo dei conducenti.
L’adozione della legge non è stata semplice: Germania, Francia e i paesi del Benelux chiedevano linee guida rigide per limitare la concorrenza delle società di spedizioni dell’Europa orientale. Di tutta risposta, gli stati membri dell’Est hanno accusato i loro vicini occidentali di protezionismo, al punto che, in aprile, alcuni di loro hanno tentato, senza successo, di rovesciare la riforma utilizzando come giustificazione la crisi sanitaria.
Il voto di oggi in Parlamento regola, sotto vari aspetti, il fenomeno del cabotaggio, ovvero l’attività di una società di trasporti straniera che effettua la totalità della sua attività di consegna in un altro paese.
“In futuro gli autisti dei camion dovrebbero poter trascorrere più tempo a casa. – spiega Dorfmann – Nell’organizzare i loro piani di lavoro, le società di spedizione devono garantire ai conducenti che trasportano merci in Europa la possibilità di tornare a casa a intervalli regolari, idealmente ogni tre o quattro settimane. Inoltre, il periodo di riposto settimanale garantito dalla legge non può più essere trascorso nella cabina del camion. Se i conducenti non sono nella condizione di tornare a casa per dormire, le aziende devono pagare per il soggiorno in hotel”. Resta in vigore la regola attuale, in base alla quale ogni due settimane può essere preso un periodo di riposo settimanale ridotto.
Al fine di garantire il rispetto della nuova normativa, i viaggi transfrontalieri verranno registrati mediante un tachigrafo. In questo modo il cabotaggio, che è consentito solo temporaneamente, non potrà essere applicato in maniera sistematica: un veicolo straniero dovrà attendere quattro giorni prima di effettuare una seconda consegna nel paese in cui si trova. In aggiunta, i camion dovranno ritornare al centro operativo dell’azienda ogni otto settimane.
La nuova normativa europea include anche i veicoli commerciali leggeri sopra le 2,5 tonnellate e, in questo modo, impedisce la distorsione della concorrenza tradizionalmente causata dai piccoli mezzi dell’Est, perché gli assoggetta alle norme generali del trasporto su strada. In altre parole, le stesse condizioni si applicheranno a tutti, indipendentemente dal fatto che le merci siano trasportate in un camion o in un piccolo furgone.
“È giusto che questi furgoni debbano ora rispettare le stesse regole valide per i camion di grandi dimensioni, come, ad esempio, il rispetto dei tempi di guida e di riposo, l’utilizzo di un tachimetro digitale e il divieto per i conducenti di trascorrere il loro regolare riposo settimanale nel veicolo”, sostiene Dormann. Tuttavia, le nuove regole non si applicano ai piccoli camion di artigiani che vengono utilizzati per trasportare materiali, attrezzature o macchine entro un raggio di cento chilometri dalla sede dell’azienda.
Le nuove norme entreranno in vigore dopo alcune settimane dalla loro pubblicazione sulla gazzetta ufficiale dell’Ue. Per le direttive sul cabotaggio, ci sarà un periodo di transizione di diciotto mesi.
Recovery Fund. Dorfmann : «Un accordo in chiaroscuro»
«Il summit di quattro giorni dei capi di stato e di governo europei a Bruxelles la dice purtroppo lunga sulla situazione attuale dell’Unione europea», dichiara l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann. «Gli interessi nazionali vengono sempre più spesso messi davanti agli interessi comuni e, per alcuni capi di governo, la propria rielezione conta più di riuscire a trovare una buona soluzione a livello europeo», continua Dorfmann.
Tuttavia, l’accordo su un bilancio comune è comunque un importante progresso per l’Unione europea. Nonostante il fondo per la ricostruzione «Next Generation EU» sia stato nettamente ridotto, la sua adozione è comunque un importante segno della solidarietà tra gli stati membri. Da un punto di vista sudtirolese, l’accordo porta con sé luci e ombre. Il bilancio per le politiche agricole subirà dei tagli, ma non per quanto riguarda lo sviluppo rurale, così importante per la nostra regione. Lo stesso vale per il finanziamento della rete transeuropea di trasporti (TEN-T) – di cui beneficiano anche le nostre infrastrutture, mentre invece deludono i tagli legati al programma INTERREG. In questo modo la collaborazione transfrontaliera diventerà più difficile. «Purtroppo alcuni stati membri vogliono spendere da soli, senza essere sottoposti a controlli, le risorse che provengono da Bruxelles», lamenta Dorfmann.
Il Parlamento europeo deve ancora votare la proposta odierna. «Non sarà una formalità. In Parlamento l’entusiasmo su questo accordo è molto contenuto». Nei prossimi giorni è attesa una sessione straordinaria per adottare l’accordo.
CIOCCA, LEGA: “Dopo gli insetti l'Europa vuole farci mangiare hamburger di carne finta".
“Con il voto di martedì ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo europeo di danneggiare un settore produttivo, questa volta quello delle carni. Non permetteremo che venga messa in discussione la salute dei cittadini e il lavoro di milioni di agricoltori e lavoratori del settore zootecnico italiano ed europeo. Per aumentare le proprie vendite e attrarre i consumatori infatti la lobby della carne chimica approfitta di una falla nel sistema chiamando “hamburger o salsicce” prodotti che al loro interno non hanno neanche una minima parte di carne, ma la maggior parte di essi sono creati in laboratorio e contengono alimenti sintetici. Le potenti multinazionali cercano così di ingannare i consumatori creando confusione e facendo credere che questi finti hamburger abbiano lo stesso apporto nutritivo di uno vero. Basta penalizzare le nostre eccellenze, l’Europa deve premiare l’Italia invece di continuare a danneggiarla con etichette false o a semaforo come il Nutriscore.”
È questo il commento dell’eurodeputato Angelo Ciocca in vista della conferma del voto di domani sull’emendamento 165 del Regolamento OCM 1308/2013 recante “organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli”.
Dorfmann: «Nuova PAC, buona notizia per il Sudtirolo»
Da martedì il Parlamento europeo discute uno dei capitoli più importanti del bilancio europeo, la politica agricola comune (PAC). Oggi, venerdì 24 ottobre, si tiene il voto finale. L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, coordinatore del Partito popolare europeo in commissione agricoltura, è uno degli architetti centrali della riforma. Gli elementi chiave della riforma sono: la possibilità per gli stati membri e le regioni di definire autonomamente i propri obiettivi, l’accento sulla sostenibilità e un maggiore sostegno per le aziende agricole di piccole dimensioni. Inoltre, i pagamenti unici saranno equiparati a livello nazionale. La politica agricola comune costituisce il 34,5 per cento dell’attuale bilancio europeo e gode di un bilancio complessivo di 58,12 miliardi di euro.
« La PAC è una delle politiche più importanti dell’UE », ha premesso Dorfmann nel suo intervento in plenaria, in occasione del dibattito sulla riforma. Ci sono voluti due anni per arrivare al voto odierno.
La nuova PAC presterà maggiore attenzione al concetto di sussidiarietà: gli stati membri e le regioni avranno più margine di manovra per fissare i loro obiettivi e decidere come attuarli.
La PAC è una delle politiche più vecchie dell’Unione e, anche per questo, in campo agricolo l’UE svolge un ruolo più importante che in altri settori. La necessità di una politica agricola comune era iscritta già nel trattato di Roma del 1957. Nel 1962, l’Unione cominciò a intervenire in questo campo. All’inizio, due erano gli obiettivi principali: il sostegno agli agricoltori e la sicurezza alimentare. « Gli ultimi mesi ci hanno portato ad apprezzare di nuovo il valore della sicurezza alimentare. - commenta Dorfmann - Il Covid ha ricordato alla gente quanto è importante contare sulla disponibilità di alimenti di buona qualità. In questo senso, in Europa non dipendiamo dalle importazioni. Mentre siamo dovuti andare a cercare mascherine e medicinali sui mercati di tutto il mondo, questo problema non si è posto per quanto riguarda l’approvvigionamento alimentare. Per questo è importante che la PAC sostenga al contempo lo sviluppo sostenibile della aziende agricole e la sicurezza alimentare ».
« La proposta di riforma votata oggi contiene novità importanti per il Sudtirolo », continua Dorfmann. Aumenta il livello di protezione dell’agricoltura di montagna e gli agricoltori della nostra regione dovrebbero ricevere pagamenti diretti più alti. I giovani agricoltori beneficeranno di più aiuti e ci sarà una rinnovata attenzione allo sviluppo di tecnologie e investimenti. I testi di svariate centinaia di pagine votati oggi stabiliscono, ad esempio, come verranno distribuiti i pagamenti accoppiati e quelli legati alla tutela dell’ambiente o come verrà definito il programma LEADER. Il Parlamento ha deciso di destinare un terzo del bilancio, equivalente circa a venti miliardi, a progetti nel campo della sostenibilità.
Per ricevere i contributi, gli agricoltori dovranno quindi mettere in atto una serie di azioni a favore del clima e dell’ambiente. « Questo va a vantaggio del Sudtirolo. - argomenta Dorfmann, perché le nostre aziende sono molto più coinvolte nella tutela della biodiversità rispetto a quelle che si trovano, ad esempio, sulle grandi superfici di pianura ».
« Affinché gli agricoltori facciano propri gli impegni ambientali, questi devono essere sostenibili e ragionevoli. - continua Dorfmann - Già in occasione degli scorsi programmi agroambientali gli agricoltori sudtirolesi hanno dimostrato di saper centrare l’obiettivo quando sostenuti con adeguate risorse ».
La convergenza interna dei pagamenti unici era uno degli obiettivi principali di Herbert Dorfmann. Questa settimana è stato approvato un suo emendamento che va in questa direzione. Questo prevede che gli stati membri equiparino i pagamenti diretti sul territorio nazionale. È soprattutto una questione di giustizia nella redistribuzione, sostiene Dorfmann. Non ha alcun senso che un’azienda in pianura padana prenda più contributi di un’azienda di montagna, come le nostre.
« Con questa modifica verrà meno anche la pratica, giustamente criticata, dell’affitto dei pascoli alpini ad agricoltori del nord Italia. Nel momento in cui il proprietario riceve lui stesso il sussidio, non sarà più interessato ad affittare le sue terre », sottolinea Dorfmann.
« Per il Sudtirolo è importante che la nuova PAC protegga ancora più di prima le aziende agricole familiari di montagna. Va frenata l’industrializzazione dell’agricoltura. Ciò include anche la ridistribuzione del 12 per cento dei pagamenti per azienda agricola dalle aziende più grandi a quelle più piccole », spiega Dorfmann.
Dorfmann conclude dicendo che con questa riforma viene garantito il sostegno della PAC per gli anni a venire. « Questo dà ai nostri agricoltori la possibilità di pianificare con tranquilla loro attività ». Nelle prossime settimane si terrà il trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Poi stati e regioni saranno chiamati a elaborare i loro piani di sviluppo rurale. Le nuove regole entreranno in vigore nel 2023 e varranno fino al 2027.
chiedo cortesemente di pubblicare il comunicato stampa sottostante dell’europarlamentare Herbert Dorfmann:
RIFORMA PAC, DE CASTRO - DORFMANN: PASSI IN AVANTI VERSO AGRICOLTURA PIÙ COMPETITIVA E RESILIENTE
L'Assemblea del Parlamento europeo approva posizione su futura Politica agricola comune
BRUXELLES, 23 ottobre 2020. "Con il voto di oggi, l'Europarlamento lancia un segnale ai nostri agricoltori: l'Europa è al vostro fianco nella transizione verso sistemi produttivi sempre più sostenibili e redditizi" lo annunciano Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordinatori S&D e PPE alla Commissione agricoltura al Parlamento europeo. "L'equilibrio trovato nel compromesso raggiunto dopo mesi di negoziazioni garantirà sostegno e sicurezza ai nostri agricoltori per il prossimo decennio, con una nuova PAC più sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto economico e sociale".
"La politica agricola comune aveva bisogno di un cambiamento – continuano i due eurodeputati – per accompagnare i nostri agricoltori a fare un ulteriore salto di qualità nell’erogazione di servizi ambientali a beneficio dell’intera collettività: abbiamo insistito per ottenere un budget minimo più elevato per i nuovi eco-schemi, la misura che dovrà guidare verso pratiche produttive ancora più sostenibili. Per quanto riguarda lo Sviluppo Rurale, abbiamo invece innalzato al 35% le spese per le misure ambientali, quali agricoltura biologica". Per De Castro e Dorfmann, l'Unione infatti "ha la responsabilità di fornire prodotti alimentari salubri e di altissima a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro potere d'acquisto. Non accetteremo mai che i prodotti europei diventino riservati a un’élite di consumatori, come invece vorrebbero altri."
Dorfmann e De Castro sottolineano come la dimensione economica della PAC non sia stata messa in discussione: "l'obiettivo della PAC è quello di migliorare la produttività e sostenere il reddito degli agricoltori. Per questo, abbiamo lottato per un'agricoltura più forte e competitiva, salvaguardando le misure economiche del primo pilastro quali i pagamenti diretti e accoppiati alle nostre produzioni strategiche, i pagamenti redistributivi per i piccoli agricoltori, o i finanziamenti per l’attività dei giovani agricoltori".
"Non potevamo poi accettare l'esautorazione delle nostre Regioni nella prossima PAC" sostengono i due parlamentari italiani "per questo siamo riusciti a salvaguardare il loro ruolo cruciale, certi che solo tramite il loro pieno coinvolgimento possiamo rispondere ai bisogni dei nostri agricoltori e delle nostre aree rurali. Serviva poi un'armonizzazione dei livelli di pagamento all'interno degli Stati membri, obiettivo che abbiamo raggiunto non senza difficoltà".
"Il Parlamento europeo ora ha parlato" concludono De Castro e Dorfmann, "ora siamo pronti a difendere le nostre ambiziose posizioni nei negoziati con Commissione europea e Consiglio dei Ministri agricoli, per una politica che è stata il cemento della costruzione dell’Europa, e che oggi assume un valore straordinariamente strategico per il nostro futuro."