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Agricoltura - Parlamento Europeo 
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Ciocca, Lega: Ue vuole avvelenarci con l’invasione del riso asiatico pieno di pesticidi





Bruxelles, 19 luglio 2023 – "Assurdo che questa Unione Europea prima vieti l’uso di sostanze e pesticidi potenzialmente dannosi in Ue ai nostri agricoltori, poi permetta di importare nei nostri Paesi riso contaminato, come quello cambogiano, ricco di triciclazolo, sostanza cancerogena vietata in Ue, chiedendo nuovamente di alzarne il limite. Prima parla di ripristinare la natura, poi avalla pratiche scorrette per l’ambiente e la salute di tutti noi. Invece di porre un limite al riso asiatico, prodotto non solo con sostanze nocive e vietate dalla stessa Ue, ma attraverso l’uso di manodopera che vede l’impiego di lavoratori di giovanissima età, costretti a lavorare in condizioni pessime, questa Unione Europea continua con politiche folli e dannose, nonostante la contrarietà di enti regolatori e l’assenza di una maggioranza. Oggi se ne discuterà nuovamente in commissione agricoltura: l’appello è di evitare, ancora una volta, questa eurofollia utile solo alla distruzione della nostra filiera agroalimentare e del nostro made in Italy, vera ricchezza e patrimonio in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare a livello mondiale. Se la proposta di Bruxelles è quella di alzare i limiti per il triciclazolo, bandito nell’Ue ma usato dai principali produttori come India, Vietnam e Cambogia allora troverà ancora una volta la nostra ferma opposizione. Non è pensabile che in Italia si registrino aumenti di oltre l’86% di riso asiatico quando dovremmo piuttosto tutelare ed incentivare il nostro riso Lombardo ed italiano. Basta a quest’Ue delle contraddizioni".



Con queste parole in una nota , l'eurodeputato europeo della Lega, Angelo Ciocca, a margine della discussione quest'oggi al Parlamento europeo sull'innalzamento dei limiti di triciclazolo nel riso.

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19/07/2023, 15:30
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Panza (Lega): Nuovo passo verso l’azzeramento delle disparità tra territori, bene il nuovo provvedimento del ministro Calderoli per la valorizzazione delle aree realmente montane

ROMA-26-07-2023- L'approvazione odierna della Conferenza Unificata per il nuovo piano di distribuzione del Fondo per lo sviluppo delle zone montane italiane FOSMIT, rappresenta un significativo passo avanti per ridurre i divari esistenti tra i Comuni montani e il resto del Paese, un progetto promosso dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie della Lega, Roberto Calderoli, che i territori chiedevano da tempo – dichiara l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza -.

Le risorse economiche messe a disposizione verranno di fatto raddoppiate e sono previsti fondi specifici anche per le aree disagiate, interne e a rischio spopolamento, al fine di garantire servizi adeguati a tutti i cittadini, indipendentemente dal fatto che vivano in montagna, in città o in altre zone del Paese. Si tratta di un provvedimento di grande importanza e atteso dalle comunità delle Terre Alte, finalizzato alla valorizzazione delle vere aree montane – conclude l’eurodeputato Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega e Consigliere per la Montagna del Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli.



Così in una nota l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza.

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27/07/2023, 15:02
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Panza (Lega) - Giù le mani dalla casa: al via la petizione dell’europarlamentare Panza per bloccare la Direttiva “Casa Green”.



01-8-2023 – Al via la raccolta firme organizzata dall’eurodeputato Alessandro Panza per presentare una petizione al Parlamento Europeo che vada a bloccare la cosiddetta Direttiva “Casa Green”:



“L’Europa ha deciso di correre, con il paraocchi, verso la neutralità climatica – dichiara l’eurodeputato della Lega Alessandro Panza - ; per perseguire gli obiettivi di abbattimento di CO2 entro il 2030 il Parlamento Europeo ha approvato il testo della Direttiva sulla prestazione energetica nell’Edilizia (EPBD: Energy Performance of Buildings Directive) e si stima che in Italia dovrà essere recepita fra il 2025 e il 2026. Dal 1990 al 2020 le emissioni di CO2 dell’Unione europea si sono ridotte di circa il 20%, ora si vuole triplicare il risultato in poco meno di un terzo del tempo disponibile.

Se pensiamo che il 70.8% delle famiglie italiane è proprietaria della casa in cui vive, la cosiddetta direttiva “Casa green” rischia di trasformarsi in una tassa patrimoniale che andrà a colpire in particolar modo le famiglie meno agiate, obbligandole a indebitarsi per sostenere i costi degli interventi, o, in alternativa, subire la svalutazione del frutto dei loro risparmi, perché la sua entrata in vigore causerà una svalutazione immediata degli immobili con le prestazioni energetiche inferiori, che viene calcolata fino al 40% del valore dell’immobile.



Secondo uno studio Istat-Enea in Italia esistono circa 12.5 milioni di edifici e il 61% di essi rientra nelle ultime due classi energetiche (Classe F: 3.157.942 edifici = 25.3% / Classe G: 4.464.582 = edifici = 35.7%) che risultano quindi non adeguati alla normativa, numeri che evidenziano l'inattuabilità fisica di intervenire nel periodo di tempo prestabilito dalla Commissione Europea. Senza considerare che secondo l’Associazione Nazionale dei Costruttori allo stato attuale non è possibile rispettare i tempi imposti dall’UE per la ristrutturazione degli edifici, anche solo per la mancanza di personale e materiale nel comparto edilizio.

Per concludere – sottolinea Panza - nella direttiva si parla di incentivi finanziari, ma non si specifica né l’ammontare né dove verranno reperiti, ed è verosimile che la Commissione intenda dotarsi di nuove risorse proprie che si tradurranno in nuove tasse per i cittadini per pagare questo suo progetto.



La petizione che invito tutti a sottoscrivere chiede al Parlamento Europeo che la Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, la cosiddetta “Casa Green”, venga applicata solo sugli edifici di nuova costruzione e che si sospenda la sua introduzione per gli edifici già esistenti, per preservare le caratteristiche uniche del patrimonio immobiliare italiano e offrire al Paese una maggiore flessibilità, consentendo di perseguire gli obiettivi di risparmio energetico in modo adatto alle specifiche abitative del territorio. Inoltre, la petizione chiede che la “Casa Green” entri in vigore solo dopo aver definito le risorse disponibili per i cittadini e aver specificato le fonti di finanziamento.



Mi rivolgo a tutti i cittadini affinché facciano sentire la propria voce contro quella che è una vera e propria eurofollia. Dover apportare migliorie alla propria abitazione non corrisponde automaticamente alla possibilità economica di poterlo fare e questa normativa impone delle spese importanti e impreviste in tempi brevi per moltissimi cittadini, in un perdurante periodo di crisi economica.

Ognuno può far sentire la propria voce aggiungendo la propria firma per contribuire e supportare questa battaglia, dando forza a queste istanze di cui mi farò portavoce al Parlamento Europeo" – conclude Panza.



Così in una nota l'europarlamentare della Lega Alessandro Panza.

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01/08/2023, 9:06
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“Riconsiderare la protezione del lupo. Dorfmann: “Dalla Commissione passo nella giusta direzione”




Da mesi l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann esorta gli stati membri a sviluppare i propri piani di gestione per controllare la popolazione di lupi. Ora anche la Commissione europea prende posizione a favore di questo approccio e incoraggia i governi nazionali a sfruttare le opportunità offerte dal quadro giuridico esistente. Inoltre, l’esecutivo di Bruxelles ha aperto una consultazione pubblica e invita le comunità locali e tutte le parti interessate a presentare dati aggiornati sulla popolazione di lupi e sui suoi impatti. L’obiettivo è rivalutare lo status del lupo come specie protetta.

“Il fatto che finalmente la Commissione europea abbandoni posizioni ormai superate e si concentri sugli sviluppi attuali, è di per sé una notizia estremamente positiva”, dichiara Dorfmann. La svolta della Commissione è anche il segnale che la pressione, del Parlamento europeo ma non solo, sta funzionando. Gli eurodeputati avevano infatti chiesto a larga maggioranza di riesaminare il problema dei lupi. “Anche il governo italiano comincia a sentire tale pressione. Questa è un’opportunità per le regioni alpine di prendere in mano la situazione e ridurre a un livello tollerabile la minaccia esistenziale che i lupi rappresentano per le loro comunità”.

Oggi Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha riconosciuto pubblicamente che l’aumento dei lupi in alcuni territori europei è una minaccia non solo per gli animali da allevamento, ma potenzialmente anche per le persone. Ha quindi incoraggiato gli stati membri a prendere - dove necessario - contromisure. “Le norme europee garantiscono gli spazi di manovra necessari”, sostiene von der Leyen, che oggi ha annunciato anche la volontà di raccogliere nuovi dati sulla popolazione di lupi.

“Questa indagine mostrerà senza dubbio che il numero di lupi in Europa è aumentato in modo imponente e che il loro status di protezione deve essere riconsiderato in molte regioni”, è l’opinione dell’europarlamentare sudtirolese. Se lo status di protezione viene modificato, è necessario adeguare il quadro giuridico, aggiunge Dorfmann. “Ciò significa, come già annunciato dalla Commissione oggi, maggiore flessibilità nella gestione dei grandi carnivori”.

Secondo Dorfmann, per cominciare ad agire non è necessario attendere i risultati della nuova indagine: “Essa non impatta sulla possibilità degli stati membri di elaborare i propri piani di gestione e di farli approvare da Bruxelles. Bisogna perciò procedere il più rapidamente possibile”.

Se lo status di protezione del lupo verrà successivamente modificato, ciò offrirà ulteriori opportunità per trovare una soluzione a lungo termine e sostenibile. “Nel frattempo, i nostri piani di gestione potrebbero già essere efficaci”, conclude l’europarlamentare sudtirolese.

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04/09/2023, 20:55
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Lupo, specie protetta. Dorfmann: “È ora di cambiare la direttiva europea”

Dopo che la scorsa settimana Ursula von der Leyen ha aperto alla possibilità di rivedere lo status di specie protetta del lupo, oggi, 13 settembre, il Parlamento europeo ha dibattuto sulla gestione di questo grande carnivoro con la Commissaria Mairead McGuinness. Prendendo la parola in plenaria, l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann ha chiesto che venga modificata la direttiva europea in materia. “Lo status di protezione del lupo va declassato. È ora di dare agli stati membri e alle regioni più margine di manovra nella gestione di questo carnivoro”, così Dorfmann.

Da anni l’europarlamentare sudtirolese lavora per allentare le rigide norme a protezione dei lupi in Europa. “Le regole in vigore servivano quando il lupo era minacciato di estinzione. Ma oggi la situazione è cambiata. In molte regioni europee, la popolazione di lupi è talmente aumentata che oggi rappresenta un problema per l’uomo e gli animali”, ha dichiarato Dorfmann. A essere minacciata “dai lupi e dai lupi ibridi” è soprattutto l’agricoltura di montagna, ha fatto notare Dorfmann alla Commissaria.

Proprio perché si occupa da anni della questione del lupo, l’europarlamentare sudtirolese ha avuto oggi il diritto di prendere la parola per primo in plenaria. Nel suo intervento, Dorfmann ha ricordato la volontà di von der Leyen di effettuare una nuova indagine sulla popolazione di lupi in Europa, precondizione per modificare lo status di protezione. “Le dichiarazioni della presidente della Commissione europea sono la prova che il nostro lavoro d’informazione e sensibilizzazione sta producendo risultati e che il dibattito comincia a sbloccarsi”, ha affermato Dorfmann.

Tale dinamica non deve ora subire rallentamenti, ed è per questo che Dorfmann ha invitato il Commissario per l’Ambiente a mettere in atto senza indugi la richiesta di von der Leyen. “Il processo di raccolta di dati sulla popolazione dei lupi deve essere solo un primo passo. Esso dimostrerà che il lupo non è più in pericolo in molte aree d’Europa e che lo status di specie protetta deve essere rivalutato al ribasso”. La Commissione deve ora lavorare per concretizzare questo impegno e spingere per una modifica della direttiva europea, ha sostenuto oggi Dorfmann nel suo appello.

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13/09/2023, 15:46
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Un nuovo Patto per gli agricoltori europei. Dorfmann: “Una nuova visione per la nostra agricoltura”



L’Europa non può permettersi di relegare l’agricoltura ai margini della sua azione e delegare la produzione alimentare ai paesi esterni all’Unione. È questo l’appello deciso e unanime formulato oggi da vari ministri dell’Agricoltura e rappresentanti dell’Ue riuniti a Bruxelles per una conferenza di alto livello sul tema. “Abbiamo voluto mettere in evidenza la grande pressione a cui è sottoposto il settore agricolo e, al contempo, ribadire l’importanza cruciale di un approvvigionamento di alimenti interno all’Unione”, dichiara l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, che è stato il promotore di questa conferenza organizzata dal Partito Popolare Europeo. “Abbiamo gettato le basi di una nuova visione per l’agricoltura europea”, così Dorfmann.

A Bruxelles erano oggi riuniti 600 partecipanti provenienti da tutta Europa, relatori del mondo accademico, politico e agricolo, nonché ben cinque ministri dell’Agricoltura europei, tra cui l’austriaco Norbert Totschnig. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è intervenuta con un video messaggio. I principali attori della politica agricola europea hanno dunque risposto all’appello del Partito Popolare Europeo per un “New Farmers’ Deal”, un “nuovo Patto per gli agricoltori europei”.

Herbert Dorfmann, promotore e coordinatore della conferenza, delinea il contesto che rende necessaria tale iniziativa: “L’agricoltura e gli agricoltori rischiano di restare schiacciati tra esigenze ecologiche e pressione economica”. Da qualche tempo, infatti, il sistema agricolo non solo deve garantire la produzione sicura di alimenti di qualità, ma si sforza anche di soddisfare un numero crescente di altre richieste da parte della società. “L’importanza strategica dell’agricoltura è stata riscoperta solo dopo la pandemia e, soprattutto, dopo l’aggressione russa contro l’Ucraina”, continua Dorfmann.

L’europarlamentare sudtirolese ha sottolineato oggi che per l’Unione europea è di fondamentale importanza essere in grado di provvedere all’alimentazione dei propri cittadini, senza dover fare ricorso a fornitori di altri paesi, “che, tra l’altro, adottano standard più bassi rispetto ai nostri agricoltori”, precisa Dorfmann. Parlando delle sfide poste dalla transizione ecologica, l’europarlamentare afferma che “la sostenibilità va vista nel suo insieme: vanno considerati tutti i suoi aspetti, da quelli ambientali a quelli economici, fino a quelli sociali”.

La dimensione sociale della sostenibilità riveste un ruolo cruciale per le aree rurali. “Senza una agricoltura che funziona, le realtà rurali sono condannate al decadimento”, avverte Dorfmann, ricordando che il Partito Popolare Europeo è la forza politica predominante nella maggior parte delle zone rurali europee. “Anche per questo per noi oggi era importante chiarire la nostra posizione e presentarla a un pubblico di decisori influenti”, spiega Dorfmann.

A più riprese è stato oggi ribadito l’eccezionale potenziale del settore agroalimentare europeo. “Non sfruttarlo appieno, sarebbe semplicemente irresponsabile - dichiara Dorfmann – poiché ci lasceremmo sfuggire una delle nostre risorse più importanti, affidando la nostra sicurezza alimentare ad altri”.

Guardando al futuro, è essenziale dare agli agricoltori una quota maggiore nella catena del valore. “Essi devono essere remunerati in maniera equa per la loro produzione. Non è giusto che i consumatori paghino un prezzo relativamente alto e che la maggior parte di esso vada alle grandi catene di distribuzione, mentre gli agricoltori devono accontentarsi delle briciole”, denuncia Dorfmann.

Se messa nelle giuste condizioni, l’agricoltura in Europa ha i mezzi per progredire negli anni a venire. È stato questo il messaggio finale dell’evento odierno. "È particolarmente importante ribadirlo, tenuto conto dell’invecchiamento della popolazione attiva nel settore agricolo. Con la nostra visione per un’agricoltura europea competitiva, prospera e sostenibile in tutti i suoi aspetti, vogliamo dare coraggio e speranza ai giovani che lavorano in questo settore", conclude Dorfmann.

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19/09/2023, 16:38
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Frodi nella PAC. Dorfmann: “La giustizia applichi le norme europee”



“Finalmente i tribunali s’interessano agli abusi nell’affitto di pascoli e alpeggi. Sono anni che attiro l’attenzione sulla questione”, così l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann ha accolto la decisione della magistratura italiana di indagare un’ampia rete di persone e di organizzazioni sospettate di aver frodato i sussidi della politica agricola comune europea.



Per Dorfmann, il fatto che imprenditori, prevalentemente del nord, affittino i pascoli, anche quelli alpini, con il semplice scopo di ricavare denaro dai fondi agricoli dell’Unione europea, non è una novità. “Questa pratica è nota da tempo e da anni a Bruxelles sosteniamo che non può essere tollerata, anche perché essa minaccia la credibilità dell’intera politica agricola comune europea”, denuncia l’europarlamentare sudtirolese.

“La politica si è già espressa contro queste pratiche sleali, è ora che autorità investigative e tribunali intervengano per applicare le leggi in vigore” aggiunge Dorfmann, che ricorda come, all’inizio dell’attuale mandato del Parlamento europeo, in occasione della riforma della politica comune, abbia contribuito all’introduzione di misure per porre fine a questa truffa. “L’obiettivo è stato raggiunto”, sostiene l’europarlamentare.

Oggi la maggior parte dei contributi va direttamente agli allevatori che fanno pascolare il loro bestiame sugli alpeggi. Solo una piccola parte di essi va ai gestori – cioè ai proprietari o agli affittuari – delle malghe e dei pascoli. “Questo cambiamento delle regole europee rende le truffe relative all’affitto dei pascoli, sia in pianura sia da noi in montagna, decisamente meno redditizie”, spiega Dorfmann, il quale si augura che ora i colpevoli siano chiamati a rispondere delle proprie azioni. “In tal modo, i tribunali non solo garantiranno il rispetto della legge, ma faranno in modo che i contributi agricoli europei vadano effettivamente a coloro per i quali sono concepiti: i veri agricoltori”, conclude l’europarlamentare.

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26/09/2023, 17:32
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Ricorso del governo contro i divieti per i tir. Dorfmann: “Senza limitazioni, l’A22 collassa”



L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann prende posizione contro il ricorso del governo italiano di fronte alla Corte di giustizia dell’Unione europea, con cui Roma chiede la fine delle limitazioni al transito dei mezzi pesanti sul versante nordtirolese dell’autostrada del Brennero. “Questa causa non solo rischia di danneggiare la popolazione che vive lungo l’asse del Brennero, ma fa anche i conti senza l’oste.”, sostiene Dorfmann, “L’oste in questione è la capacità di traffico dell’autostrada, già sovraffollata”.

Se infatti la causa del governo italiano andasse a buon fine, la fine delle restrizioni sul versante autostradale in Tirolo comporterebbe un incremento del traffico anche lungo il tratto sudtirolese dell’autostrada del Brennero. “Le conseguenze in termini di disagi per la popolazione, soprattutto per chi vive in Valle Isarco, già sotto pressione, sono facili da immaginare”, continua l’europarlamentare. L’infrastruttura autostradale stessa non sarebbe in grado di sopportare l’aumento del traffico. “Basta vedere la situazione delle ultime settimane, con code di camion lunghe chilometri, per capire che, se passasse la causa del governo italiano, per l’Autobrennero significherebbe il collasso”.

Secondo Dorfmann, questa situazione non viene vista – o non vuole essere vista – anche in Sudtirolo. “Mi sorprende che pure nella nostra provincia alcuni continuino a credere che l’apertura totale dell’Autobrennero al traffico sia nell’interesse dell’economia sudtirolese, quando invece è esattamente il contrario. - argomenta Dorfmann – Se apriamo ancora di più al traffico di transito, la circolazione sull’autostrada si bloccherà e una delle principali vittime saranno la nostra economia e in particolare il settore turistico”.

Da un camion che viaggia da Verona a Monaco di Baviera, oltre agli introiti del pedaggio, l’Alto Adige ottiene solo rumore e inquinamento. L’autostrada del Brennero, tuttavia, è un asse di trasporto essenziale per l’economia locale, che consente ai turisti di venire nella nostra provincia e alle merci di essere importate ed esportate, ma questo è possibile solo se la circolazione si mantiene scorrevole. “Mi attendo quindi che la nostra economia si impegni di più per mettere l’autostrada del Brennero al servizio dei cittadini della nostra terra, invece che a disposizione degli altri senza alcun limite”, afferma a questo proposito Dorfmann.

Per fare ciò è necessaria una politica dei trasporti coesa da Monaco a Verona, che tenga conto delle preoccupazioni della popolazione locale e dell’economia della nostra regione. “Ciò significa considerare la regione alpina nel suo complesso e anche cercare di spostare il traffico transalpino su altri assi, ad esempio attraverso la Svizzera – continua l’europarlamentare sudtirolese – questo almeno fino a quando non entrerà in funzione il tunnel di base del Brennero”.

Il Ministro delle infrastrutture Matteo Salvini non ha quindi nulla da guadagnare dalla causa che ha intentato davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. “L’Italia ha già molto da fare in questo settore, a partire dalla proroga della concessione dell’Autobrennero, scaduta da oltre dieci anni. - fa notare Dorfmann – Si tratta di un obiettivo fondamentale, decisamente più urgente che citare in giudizio i paesi vicini o fare di tutto per far collassare definitivamente l’autostrada e con essa le realtà abitative e economiche lungo la sua tratta”.

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17/10/2023, 17:06
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L’innovazione made in Südtirol al Congresso dei Giovani Agricoltori del PPE



300 partecipanti in sala e altri 100 connessi online: si è svolto oggi a Bruxelles il Congresso dei Giovani Agricoltori del Partito Popolare Europeo (PPE). Si tratta di uno dei più grandi eventi di networking per i giovani agricoltori in Europa. “Come per gli altri settori, anche in agricoltura è importante promuovere lo scambio al di là delle frontiere di nuove idee e approcci”, commenta l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, che anche quest’anno ha particolarmente apprezzato il potenziale innovativo dei partecipanti.

Dorfmann è uno dei co-organizzatori dell’evento e uno dei 26 europarlamentari cosiddetti “ambasciatori”, che sostengono il Congresso e i progetti a esso associati. Quest'anno il Sudtirolo (e l’Italia) hanno contribuito con il progetto “Naturamon”, del frutticoltore Andreas Pichler. Il suo è uno dei 13 progetti, provenienti da altrettanti stati membri, che si sono candidati al premio del PPE per i giovani agricoltori.

“Naturamon” utilizza un modello di riconoscimento delle immagini che, dopo il caricamento di un video, fornisce una mappa panoramica con dati specifici per ogni albero, consentendo così di adottare misure più mirate per il trattamento dei meli. “Questo progetto è un esempio straordinario di come le nuove tecnologie possano aiutarci ad aumentare ulteriormente l’efficienza e la sostenibilità dell’agricoltura, senza mettere a rischio la sicurezza alimentare”, ha dichiarato Dorfmann a margine del Congresso dei Giovani Agricoltori, evidenziando che “sono spesso i giovani agricoltori a intraprendere la strada della modernizzazione”.

Il progetto “Naturamon” dimostra chiaramente che i giovani agricoltori non sono solo custodi della tradizione, ma anche promotori dell’innovazione. Questo è anche il motto dell'edizione di quest’anno dell’evento organizzato dal PPE, che, giunto alla sua nona edizione, è diventato un appuntamento fisso nel calendario dei giovani agricoltori in Europa. “Per noi è importante che il Congresso raggiunga il maggior numero possibile di persone e che qui vengano presentate tecnologie d’avanguardia, come quelle di quest’anno”, afferma Dorfmann. In questo senso, anche chi non è riuscito a viaggiare a Bruxelles, ha potuto seguire i lavori attraverso la diretta streaming sui social e anche fare domande attraverso un’apposita applicazione. “Questo permette uno scambio a tutti i livelli: tra i partecipanti in sala, ma anche con chi segue da casa”, conclude Dorfmann.

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Riforma del geoblocking.

Dorfmann: “Così tuteliamo le minoranze linguistiche”



Il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di rivedere le norme sul geoblocking. Questa tecnologia limita l’accesso a determinati contenuti mediatici - come film e altre trasmissioni televisive - e piattaforme online in base alla posizione geografica dell’utente. “L’accesso a questo tipo di contenuti è disciplinato dal diritto d’autore, che è definito in base ai confini nazionali. Ciò va a svantaggio delle minoranze linguistiche”, afferma l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann. Su sua iniziativa, il Parlamento chiede una soluzione in materia.

La Commissione europea aveva già adottato nel 2018 un primo regolamento sul geoblocking, finalizzato non solo a creare certezza giuridica, ma anche a prevenire la discriminazione dei cittadini europei. “Il problema è che finora il regolamento ha escluso dalla sua applicazione i contenuti audiovisivi”, spiega Dorfmann. Di conseguenza, i cittadini europei hanno accesso in media a solo il 14 per cento di tutti i contenuti, con un massimo del 43 per cento in Germania e un minimo dell’1,3 per cento in Grecia.

Al fine di consentire a ogni cittadino, indipendentemente dal luogo di residenza o domicilio, di accedere a tutti i contenuti audiovisivi nell’Unione, il Parlamento europeo chiede di riconsiderare l’esenzione dall’applicazione del regolamento sul geoblocking per le trasmissioni televisive. Da tempo Dorfmann denuncia una situazione discriminatoria per le minoranze linguistiche, “alle quali è negata la fruizione di film o eventi sportivi nella loro lingua madre”.

Per l’europarlamentare sudtirolese, la risoluzione adottata oggi è quindi “un grande successo”, in quanto, su sua iniziativa, richiede alla Commissione europea di proporre soluzioni concrete su come garantire ai cittadini delle regioni di confine o alle minoranze linguistiche un accesso legale e transfrontaliero ai contenuti audiovisivi. “In questo modo, nella riforma del regolamento sul geoblocking, la Commissione europea dovrà tenere conto anche della nostra situazione specifica”, conclude Dorfmann.

Ute Schweigkofler

Parlamentarische Assistentin von MdEP Herbert Dorfmann

Assistente parlamentare del MEP Herbert Dorfmann

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13/12/2023, 19:29
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