Switch to full style
News e comunicati stampa dal mondo agricolo
Rispondi al messaggio

Re: Accademia Italiana della vite e del vino

18/03/2025, 15:40

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino inaugura

il 76° anno accademico ad Alba (Cn) il 28 e 29 marzo

Angelo Gaja interviene sulle attuali sfide del vino italiano

Due giorni in Piemonte per l’inaugurazione del nuovo anno dell’Accademia. Si parte il 28 marzo con la consegna dei diplomi ai nuovi accademici e una inedita prolusione di Angelo Gaja. Poi sabato 29 una mattinata di studio e confronto sul tema dell’Intelligenza Artificiale applicata alla viticoltura e all’enologia



Riparte ufficialmente l’attività 2025 dell’Accademia della Vite e del Vino che il 28 marzo, nella Sala Convegni Ampelion del Centro di Ricerca Interdipartimentale “Viticoltura e vino” (CONViVi) dell’Università di Torino ad Alba (Corso Enotria 2/C), inaugura il settantaseiesimo Anno Accademico. Un appuntamento di rilievo per il settore e non solo dato che oggi l’Accademia rappresenta il più importante sodalizio italiano dedicato alla vitivinicoltura, con al suo attivo circa 600 accademici tra studiosi, imprenditori e divulgatori del settore. Per farlo è stata organizzata una due giorni ad Alba (Cn) con la partecipazione di numerosi esperti, accademici e opinion leader con approfondimenti sulle attuali sfide del vino italiano. “Come sempre vogliamo che questo importante momento per l’Accademia coincida con un confronto aperto sull’attualità del settore con la partecipazione degli attori e dei protagonisti della filiera – spiega il Presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Rosario Di Lorenzo – questa di Alba sarà una tornata ricca di contenuti e di spunti per tutti gli accademici e per i nuovi arrivati che investiremo proprio nella prima giornata di lavoro”.



La prolusione di Angelo Gaja, i nuovi accademici e una giornata di confronto. Il programma prenderà il via nel pomeriggio di venerdì 28 marzo, con l’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico che sarà sottolineata dall’ingresso di accademici, circa 60 tra onorari, ordinari, corrispondenti e corrispondenti stranieri e una prolusione di uno dei produttori di vino italiani più famosi nel mondo, Angelo Gaja. Il tema dell’intervento di Gaja sarà “Il cammino del vino italiano” e spazierà sulle principali sfide che attendo il comparto, tra crisi dei mercati, nuovi consumatori e la scelta dei dealcolati. La seconda giornata, il 29 marzo, partirà alle ore 9 e vedrà numerosi seminari sul tema de “L’intelligenza artificiale al servizio della viticoltura e dell’enologia”. Si alterneranno numerosi esperti del settore, animati e moderati dal direttore del Corriere Vinicolo, Giulio Somma. L’evento è patrocinato dall’Università di Torino (CONViVi), dal CREA, dall’Accademia di Agricoltura di Torino, Ugivi, Assoenologi, Confindustria Cuneo e Associazione nazionale Le Donne del Vino, delegazione Piemonte.



L’Accademia Italiana della Vite e del Vino tra i propri membri annovera docenti universitari, il meglio dei ricercatori italiani in campo vitivinicolo, i titolari delle maggiori imprese del settore e gran parte di coloro che, sotto diversi aspetti, contribuiscono alla comunicazione e alla esaltazione nell'ambito sociale, artistico e letterario delle denominazioni e dei vini di alta qualità. L’Accademia è collegata al Ministero dei Beni Culturali ed al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Foreste.

Re: Accademia Italiana della vite e del vino

26/03/2025, 20:15

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino inaugura

il 76° anno accademico ad Alba (Cn) il 28 e 29 marzo

Angelo Gaja interviene sulle attuali sfide del vino italiano

Due giorni in Piemonte per l’inaugurazione del nuovo anno dell’Accademia. Si parte il 28 marzo con la consegna dei diplomi ai nuovi accademici e una inedita prolusione di Angelo Gaja. Poi sabato 29 una mattinata di studio e confronto sul tema dell’Intelligenza Artificiale applicata alla viticoltura e all’enologia



Riparte ufficialmente l’attività 2025 dell’Accademia della Vite e del Vino che il 28 marzo, nella Sala Convegni Ampelion del Centro di Ricerca Interdipartimentale “Viticoltura e vino” (CONViVi) dell’Università di Torino ad Alba (Corso Enotria 2/C), inaugura il settantaseiesimo Anno Accademico. Un appuntamento di rilievo per il settore e non solo dato che oggi l’Accademia rappresenta il più importante sodalizio italiano dedicato alla vitivinicoltura, con al suo attivo circa 600 accademici tra studiosi, imprenditori e divulgatori del settore. Per farlo è stata organizzata una due giorni ad Alba (Cn) con la partecipazione di numerosi esperti, accademici e opinion leader con approfondimenti sulle attuali sfide del vino italiano. “Come sempre vogliamo che questo importante momento per l’Accademia coincida con un confronto aperto sull’attualità del settore con la partecipazione degli attori e dei protagonisti della filiera – spiega il Presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Rosario Di Lorenzo – questa di Alba sarà una tornata ricca di contenuti e di spunti per tutti gli accademici e per i nuovi arrivati che investiremo proprio nella prima giornata di lavoro”.



La prolusione di Angelo Gaja, i nuovi accademici e una giornata di confronto. Il programma prenderà il via nel pomeriggio di venerdì 28 marzo, con l’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico che sarà sottolineata dall’ingresso di accademici, circa 60 tra onorari, ordinari, corrispondenti e corrispondenti stranieri e una prolusione di uno dei produttori di vino italiani più famosi nel mondo, Angelo Gaja. Il tema dell’intervento di Gaja sarà “Il cammino del vino italiano” e spazierà sulle principali sfide che attendo il comparto, tra crisi dei mercati, nuovi consumatori e la scelta dei dealcolati. La seconda giornata, il 29 marzo, partirà alle ore 9 e vedrà numerosi seminari sul tema de “L’intelligenza artificiale al servizio della viticoltura e dell’enologia”. Si alterneranno numerosi esperti del settore, animati e moderati dal direttore del Corriere Vinicolo, Giulio Somma. L’evento è patrocinato dall’Università di Torino (CONViVi), dal CREA, dall’Accademia di Agricoltura di Torino, Ugivi, Assoenologi, Confindustria Cuneo e Associazione nazionale Le Donne del Vino, delegazione Piemonte.



L’Accademia Italiana della Vite e del Vino tra i propri membri annovera docenti universitari, il meglio dei ricercatori italiani in campo vitivinicolo, i titolari delle maggiori imprese del settore e gran parte di coloro che, sotto diversi aspetti, contribuiscono alla comunicazione e alla esaltazione nell'ambito sociale, artistico e letterario delle denominazioni e dei vini di alta qualità. L’Accademia è collegata al Ministero dei Beni Culturali ed al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Foreste.

Re: Accademia Italiana della vite e del vino

35 minuti fa

Convivere con i cambiamenti, ma senza vitigni resistenti nelle denominazioni. Cambiare come si comunica il vino

Al via l’anno dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino

Il futuro prossimo del vino nella prolusione di Angelo Gaja durante all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Rosario Di Lorenzo (presidente Aivv): «Sono emersi diversi spunti e linee su cui riflettere che rappresenteranno argomenti che l'Accademia affronterà nelle prossime tornate».

Oscar Farinetti, Angelo Gaja, Ferdinando Frescobaldi, Emilio Pedron e Luca Rigotti accademici onorari



Affrontare e convivere con il cambiamento climatico, utilizzare i vitigni resistenti soltanto per i vini generici, cambiare il modo di comunicare il vino. Sono tre dei temi della prolusione con la quale Angelo Gaja ha aperto ad Alba (Cn) l’anno accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino (Aivv) che si è svolto nella Sala Convegni Ampelion del Centro di Ricerca Interdipartimentale “Viticoltura e vino” (CONViVi) dell’Università di Torino ad Alba diretto dall’Accademico Luca Rolle. “Una nuova annata che si apre nel segno della ricerca e dell’innovazione nel campo della viticoltura – ha introdotto i lavori il Presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Rosario Di Lorenzo – siamo orgogliosi di inaugurare l’anno accademico in una sede universitaria in questo senso e in uno dei territori del vino simbolo nel mondo”.

Imparare a convivere con i cambiamenti. «Con il cambiamento climatico, che preoccupa per la salute del vigneto, c’è da imparare a conviverci. I patogeni, sempre più aggressivi, non li puoi far fuori tutti e allora diventa importante la capacità di adattamento (nel vigneto, in cantina, sul mercato), di introdurre nuove scelte e non pensare che quella sia la scelta definitiva», ha detto Angelo Gaja, produttore piemontese di vino, anche lui accademico. Tra le scelte possibili da fare quella di «piazzare i vigneti in altitudine ma senza estirpare o spostare altrove i boschi che vanno lasciati dove si trovano».

Sì ai vitigni resistenti ma non nelle doc. Per quanto riguarda i nuovi cloni, «c’è troppo da aspettare ancora e non c’è tempo. Quindi occorre proteggere i vecchi vigneti, quelli che danno la qualità». E a proposito di nuovi cloni, Gaja è categorico. «I vitigni resistenti è bene che siano piantati, ma non devono entrare nelle doc. Abbiamo lavorato per valorizzare le denominazioni con le loro diversità, tipicità e caratteristiche, con i resistenti che vengono prodotti ovunque, sarebbe una gravissima omologazione, un inquinamento delle doc», spiega Gaja.

Sull’alcol cambiare comunicazione, bene i dealcolati. E Gaja ha anche evidenziato come il mondo del vino debba cambiare approccio nel comunicare. «L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oss) ha detto che l’alcol è veleno in qualsiasi quantità, non solo se ne abusa. E noi siamo fermi, non abbiamo introdotto novità. Dobbiamo renderci conto che combattere contro la ricerca è una battaglia persa e allora dobbiamo rimodulare il nostro messaggio: bere con misura, se sai bere superi i rischi che comporta, consapevoli che tutti gli abusi fanno male e che l’alcol crea dipendenza». In quest’ottica di alcol e salute, Gaja ha aperto ai vini dealcolati. «Ero partito contro, mi sembravano un errore. Adesso non sono contrario, la ricerca metterà meglio a punto il modo di produrli».

Tra i temi quelli di mercato e di valore con la necessità di intervenire ancor di più sulla qualità per «far crescere la bottiglia, dobbiamo lavorare per passare da 2 a 12 euro anche se calano i consumi».

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, Gaja sostiene che «stimolerà la creatività e abbiamo bisogno di creatività. Ci sarà il naso artificiale per la misura dell’acidità, del tannino, della concentrazione. Ma non dell’eleganza. Per quella ci vorrà sempre l’uomo».

Vino e intelligenza artificiale. Il tema dell’IA è sto ripreso anche durante la seconda giornata. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la società e i modelli produttivi. E anche il mondo del vino è coinvolto da questa innovazione. Tecniche di IA e di machine learning trovano spazio per le misure o analisi specifiche con la finalità di controllare lo stato chimico-fisico del vino come valutare la presenza di off-flavour, il livello di solfiti (SO2) o la filtrabilità e aiutano l’enologo nelle decisioni. L’IA è in grado di esaminare una enorme quantità di dati in brevissimo tempo, questa mole di analisi trattate permette la costruzione di modelli sempre più robusti aumentando quindi la capacità di predire l’evoluzione di fenomeni chimici o biochimici anche in una matrice complessa quale il vino. Per questo viene applicata per predire la qualità, salubrità o per l’autenticazione.

La due giorni di Alba si è aperta con i riconoscimenti degli accademici. Quello di onorario è stato assegnato anche a Oscar Farinetti patron di Eataly, poi ad Angelo Gaja, Ferdinando Frescobaldi, Emilio Pedron e Luca Rigotti. In tutto 48 nuovi accademici hanno fatto ingresso nell’Accademia.

«I nuovi Accademici - ha detto il presidente dell'accademia Rosario Di Lorenzo - debbono rappresentare nuova linfa. Ringrazio chi è presente e mi congratulo con i nuovi accademici. Ma soprattutto voglio dire grazie a Angelo Gaja. Dalla sua prolusione sono emersi diversi spunti e linee su cui riflettere che rappresenteranno stimoli e argomenti che l'Accademia affronterà nelle prossime tornate».
Rispondi al messaggio