I 50 ANNI DEL “PREMIO ANGELO BETTI – BENEMERITI DELLA VITIVINICOLTURA” RICORDATO NELLA INAUGURAZIONE CON UNA MEDAGLIA CONSEGNATA ALLA NIPOTE MARIA NEVE BETTI
Verona, 3 aprile 2023. Nato da un’idea di Angelo Betti nel 1973, il Premio Cangrande “Benemeriti della Vitivinicoltura” è diventato, nel corso di 50 anni, il riconoscimento più sentito e apprezzato tra quelli attribuiti ogni anno da Vinitaly. Viene assegnato seguendo le indicazioni degli Assessorati regionali all’agricoltura, che segnalano quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese. In occasione della 50^ edizione di Vinitaly, il prestigioso riconoscimento è stato denominato per sempre “Premio Angelo Betti – Benemeriti della Vitivinicoltura”, di cui ricorre quest’anno anche il 25° della scomparsa. “Intestare in quella occasione il riconoscimento ad Angelo Betti è stato un gesto semplice ma pieno di significato – commenta Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, che ha consegnato i Premi dell’edizione 2023 insieme all’amministratore delegato, Maurizio Danese -. Angelo Betti è stato il padre fondatore del Vinitaly e l’inventore di molte iniziative di successo della Fiera di Verona. Dedicare per sempre alla sua memoria un premio, tra l’altro creato da lui, che oggi è il più ambito fra quelli assegnati ogni anno da Vinitaly, significa perpetuarne la memoria e attribuire alla sua figura il riconoscimento che merita nella lunga storia di Veronafiere.”
E proprio in occasione dei 50 anni del riconoscimento e dei 25 anni della scomparsa di Angelo Betti, la Fiera di Verona ha voluto ricordare entrambe le ricorrenze con una Medaglia che è stata consegnata alla nipote Maria Neve Betti dal Sindaco di Verona, Damiano Tommasi e dal Presidente della Provincia, Flavio Pasini.
Per il 55° Vinitaly, il “Premio Angelo Betti – Benemeriti della Vitivinicoltura” è stato attribuito a : Camillo Zulli (Abruzzo); Giuseppe Avigliano (Basilicata); Paolo Ippolito (Calabria); Andrea Ferraioli (Campania); Roberto Monti (Emilia-Romagna); Alvaro Pecorari (Friuli Venezia Giulia); Azienda Colle di Maggio Wine Farm (Lazio); Famiglia Bosoni (Liguria); Davide Lazzari (Lombardia); Azienda Agricola Pantaleone di Federica Pantaleone (Marche); Michele Lauriola (Molise); Chiara Soldati (Piemonte); Christine Mayr (Provincia Autonoma di Bolzano); Maddalena Nardin (Provincia Autonoma di Trento); Antonio Michele Coppi (Puglia); Antonello Pilloni (Sardegna); Andrea Franchetti (Sicilia); Agricola Calafata società cooperativa agricola solidale (Toscana); Cantina Scacciadiavoli della famiglia Pambuffetti (Umbria); Giorgio Lale Murix (Valle d’Aosta); Valerio Cescon (Veneto).
I nomi di questi professionisti ed imprenditori premiati vanno ad arricchire un Albo d’Oro composto da personalità che hanno fortemente contribuito alla crescita del sistema viticolo ed enologico italiano, tanto da farne un modello di riferimento internazionale.
VINITALY, BRICOLO (PRES VERONAFIERE): PRESENZA PREMIER GIORGIA MELONI A VINITALY SEGNALE IMPORTANTE PER SETTORE STRATEGICO MADE IN ITALY
Verona, 3 aprile 2023. “Ringrazio il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che con la sua presenza oggi a Vinitaly ha ribadito la centralità socioeconomica, culturale e identitaria di questo settore strategico del made in Italy che vale quasi 8 miliardi di euro di export, con un valore espresso dalla filiera di oltre 31 miliardi di euro. La visita della premier conferma l'attenzione del Governo al comparto fieristico e al vino tricolore, rappresentato a Verona da oltre 4mila aziende da tutta Italia. Una centralità che Veronafiere intende valorizzare in tutto il mondo, mettendo a disposizione del settore e delle istituzioni il brand Vinitaly quale aggregatore per la promozione”. Così il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, a commento della visita di Giorgia Meloni oggi a Vinitaly.
Gentile collega, ci scusiamo anticipatamente per l’invio massivo del comunicato. Si tratta infatti di un documento congiunto che viene diramato da più Uffici Stampa. Grazie per la comprensione
BOOM ENOTURISMO, I DATI DELLA NUOVA INDAGINE NOMISMA-WINE MONITOR AL VINITALY 2023
Le cantine turistiche del Movimento Turismo del Vino triplicano e diversificano l’offerta per i viaggiatori eno-appassionati. Determinante il ruolo delle donne nelle cantine turistiche delle Donne del Vino, ma non mancano le criticità I Comuni Città del Vino confermano il loro ruolo centrale nello sviluppo dell’enoturismo
Presentato a Vinitaly oggi, 3 aprile, con la ministra Daniela Santanchè la più grande indagine mai realizzata sul turismo del vino in Italia: 265 cantine e 145 comuni di distretti enologici che fotografano un turismo che accelera, con l’aumento nel numero e nelle tipologie delle esperienze offerte. A Verona, il 3 aprile di 30 anni fa nasceva il Movimento Turismo del Vino, la prima associazione sull’enoturismo e oggi Città del Vino, Donne del Vino, La Puglia in Più e il Movimento celebrano l’anniversario mostrando gli spettacolari dati di crescita di questo comparto.
L’indagine a cura di Nomisma - Wine Monitor diretta da Denis Pantini e realizzata da Roberta Gabrielli e Paola Piccioni va a costituire l’Osservatorio sul turismo del vino ed è la più estesa mai realizzata in Italia. «Le eccellenze italiane, come il vino, sono un forte traino per il turismo: un settore che può dare grandi possibilità occupazionali ai nostri giovani - ha detto il Ministro del Turismo Daniela Santanchè - Anche per questo dobbiamo investire nella loro formazione e per questo in legge di bilancio abbiamo istituito un fondo di 21 milioni di euro». «Lavorare nel comparto turistico richiede sacrificio - ha proseguito il Ministro - che va ricompensato. Per questo stiamo pensando con il ministro Calderone come sostenere le aziende». E ancora: «L’enoturismo cresce perché è legato a un’esperienza, vuol dire poter camminare nei vigneti: per vedere la vendemmia arriveranno 10 milioni di visitatori. Ma c’è ancora tanto da fare: primo la cartellonistica appropriata, poi potenziare il digitale e destagionalizzare il turismo per stabilizzare anche i lavoratori. La promozione è ancora troppo frammentata, deve essere organizzata: dobbiamo avere la capacità di fare rete». A lei si unisce Dario Stefàno, docente di Economia delle imprese turistiche all’Università Lumsa e di Enoturismo alla Luiss Business School, a cui si deve il riconoscimento normativo sulle cantine turistiche del dicembre 2017: «Riempie di soddisfazione constatare come l’introduzione di una normativa agile ma puntuale, abbia messo le ali agli investimenti nelle cantine turistiche italiane che, negli ultimi 10 anni, hanno raddoppiato e in certi casi triplicato l’offerta di esperienze prevedendo intrattenimento, pasti, pernottamenti, serate a tema, esperienze legate al vino, allo sport e alla cultura».
IL RUOLO DA PROTAGONISTE DELLE DONNE NELL’OFFERTA E NELLA DOMANDA ENOTURISTICA Donatella Cinelli Colombini, che 30 anni fa creò Cantine aperte e il Movimento Turismo del Vino, si unisce alla presidente delle Donne del Vino, Daniela Mastroberardino, per evidenziare il ruolo femminile. Infatti, benché le cantine turistiche italiane siano dirette soprattutto da uomini (55%), il management della wine hospitality è soprattutto femminile (73%). La wine hospitality delle Donne del Vino si differenzia per una maggiore diversificazione dell’offerta: non solo vino, ma anche attività legate al benessere, alla ristorazione (28%) e ai corsi di cucina (40%), alla ricettività (36%), allo sport (piscine 15%) e all’organizzazione di visite a luoghi limitrofi o di collegamento a eventi culturali (50%). In altre parole, le donne stanno efficacemente trasformando l’attrattiva vino in una proposta di soggiorno di uno o più giorni con attività legate all’arricchimento culturale e alla rigenerazione che ha origine nella natura. «Una proposta di turismo pensata come un’esperienza culturale attiva e coinvolgente – dicono Cinelli Colombini e Mastroberardino - Ora dobbiamo puntare a formare addetti sempre più competenti e preparati all'accoglienza: un visitatore soddisfatto diventa un autorevole brand Ambassador di territorio e prodotto».
LE TIPOLOGIE DI CANTINE TURISTICHE ITALIANE La tipologia di cantina turistica più diffusa in Italia è quella piccola e familiare (39%) che appare particolarmente presente in Campania, Puglia e Umbria. Seguono le cantine con rilevanza storica o architettonica (14%) che hanno le percentuali più alte in Veneto e in Piemonte. Le imprese con marchio famoso o storico sono il 12% del totale e sono particolarmente diffuse in Veneto e Sicilia. Piemonte, Toscana, Friuli e Sicilia si caratterizzano per imprese del vino con particolari bellezze paesaggistiche e naturalistiche (11%) mentre in Puglia e in Umbria è più alta la quota di cantine ben organizzate per l’incoming. «Siamo molto soddisfatti – sottolinea Nicola D’Auria, Presidente nazionale Movimento Turismo del Vino – della crescita dei servizi enoturistici avvenuta negli ultimi 10 anni. E speriamo che tutte le Cantine del Movimento, comprese quelle lontane da itinerari e flussi turistici consolidati – criticità emersa in modo chiaro dalla ricerca – possano contribuire a risvegliare e coinvolgere i diversi territori. Ma un dato emerge in modo chiaro e incontrovertibile: se prima il turismo del vino viaggiava spedito, ora corre velocissimo. E non c’era notizia migliore per celebrare il 30° compleanno della nostra associazione».
LE CRITICITÀ DELL’ENOTURISMO ITALIANO L’indagine evidenzia due elementi critici: il 44% delle cantine sono lontane dai circuiti turistici o enoturistici, problema particolarmente evidente in Friuli Venezia Giulia, Umbria e Campania. Inoltre, la metà delle cantine chiude al pubblico nel fine settimana e nei giorni festivi. Chiusura che riguarda anche molti uffici turistici, costituendo un serio problema rispetto ai flussi dei visitatori che sono invece concentrati nei giorni di festa.
CITTÀ DEL VINO ED ENOTURISMO «Essere Città del Vino rappresenta sempre più un valore aggiunto – sottolinea il presidente di Città del Vino, Angelo Radica a commento del 19esimo Osservatorio sul turismo del vino, il secondo realizzato da Nomisma Wine Monitor - proprio per una maggiore consapevolezza che hanno gli amministratori locali delle buone pratiche da promuovere in favore dello sviluppo del turismo del vino; il rapporto ci conferma che chi amministra una Città del Vino matura nel tempo una maggiore sensibilità e capacità di intervento e programmazione». Per i 145 sindaci intervistati, infatti, essere Città del Vino significa promuovere e valorizzare il vino e la sua cultura (per il 76%); essere all’interno di una rete, di un progetto condiviso per poter creare strategie di marketing turistico (65%); avere una capacità di raccontare e di creare occasioni di promozione del territorio, dei suoi prodotti e delle sue aziende (48%). Il Rapporto evidenzia anche gli ambiti in cui i Comuni possono migliorare per favorire l’enoturismo: potenziamento degli uffici di informazione turistica e loro apertura nei giorni festivi; sostegno alla formazione del personale anche per gli uffici pubblici in materia enoturistica; dotazione di strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale; maggiore condivisione delle collaborazioni e fare sempre più rete.
OSSERVATORIO UIV-VINITALY: CRISI DEI VINI ROSSI? NON PER IL SEGMENTO PREMIUM, +200% DAL 2010
IN UN DECENNIO INVERTITA LA TENDENZA, FASCIA ALTA DEI ROSSI SUPERA PER LA PRIMA VOLTA QUELLA POPULAR E BASIC
DANESE (AD VERONAFIERE): ORA INTENSO PROGRAMMA IN CINA
(Verona, 4 aprile 2023). Calo strutturale del vino rosso? Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly non è proprio così, anzi, si assiste a un’accelerazione verso il tanto auspicato posizionamento in fascia alta delle denominazioni italiane rossiste più virtuose. In un mercato export trainato dagli spumanti (+6% i volumi nel 2022), in cui i bianchi fermi (+1,3%) e i rosati hanno tenuto, chi sembra soffrire di più è il simbolo enologico per antonomasia: il vino rosso. Ma se è vero che In Italia la tipologia ha fatto peggio di tutte (-4,3% le quantità esportate) - con cali evidenti in particolare nei principali Paesi della domanda, a cominciare dai top 3 (Germania a -5%, Usa -6% e UK -8%) – la scomposizione dei dati di vendita per segmento di prezzo riserva sorprese rilevanti.
L’analisi qualitativa sulle esportazioni dei rossi italiani che emerge a Vinitaly vede infatti le categorie premium (da 6 a 9 euro/litro in cantina) e superpremium (oltre i 9 euro) conquistare quote di mercato molto importanti negli ultimi 12 anni. Per esempio, stante il calo generale dei volumi di rosso esportati, nel 2010 i prodotti sotto i 6 euro rappresentavano a valore i due terzi del mercato; oggi l’inversione di tendenza, con gli over 6 euro al 60% delle vendite. In poco più di 10 anni la crescita del segmento di fascia alta – che vale ora 1,9 miliardi di euro di export – è stata del 200%.
Per l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese: “Assistiamo a un cambiamento importante del posizionamento del nostro prodotto; il mondo chiede calici in grado di evocare l’italianità e noi abbiamo le potenzialità di assecondare al meglio questa richiesta di mercato. Il futuro dei nostri rossi passerà anche, necessariamente, dalle piazze emergenti asiatiche, tornate in forze a questo Vinitaly a partire dalla Cina. Dal Dragone sono infatti 130 i top buyer che ospitiamo, a cui si aggiungono operatori della domanda provenienti da 17 Paesi dell’Asia. Inoltre – ha concluso –, ripartiremo già ad aprile con un intenso programma di promozione in Cina, dalle masterclass a Vinitaly Chengdu fino alla nostra fiera Wine to Asia a Shenzhen, dall’11 al 13 maggio”.
Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: “Diversi mercati di sbocco stanno dando segnali di stanca nei confronti di prodotti di personalità non definita e con caratteristiche organolettiche poco consone all’evoluzione del gusto in atto. Ci troviamo da una parte con molti vini che, pur a prezzi molto accessibili, oggi fanno fatica a vendere; dall’altra con una forte domanda di prodotti di qualità, in linea con l’immagine che tutto il made in Italy è in grado di evocare. È un buon segno – ha concluso –, ma serve risolvere questo sfocamento in atto tra il mercato e la produzione di molti dei nostri rossi”.
A favorire questo trend di valorizzazione delle produzioni rosse, protagoniste in particolare nella ristorazione mondiale a prezzi spesso decuplicati, alcuni tra i principali mercati. A cominciare dagli Usa, avamposto di una tendenza premium (a 480 milioni di euro) che incide per il 72% sul totale vini rossi italiani acquistati (+222% dal 2010). Notevole anche la crescita di prodotti destinati in particolare alla ristorazione in Canada (72% e +141%), Svizzera (76% e +143%), Francia (70%) e Corea del Sud (79%). Quote robuste di prodotti basic persistono invece in UK, Paesi Bassi, Belgio e Russia.
Dai dati – rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly – emerge chiaramente una divaricazione dei mercati: quelli disponibili ad aprire una nuova fase, trainata dal valore territoriale o di brand, e quelli invece ancorati a una visione statica del vino made in Italy, fatto più di quantità che non di valore intrinseco. La sfida sarà far crescere quelli che oggi si posizionano a metà strada, tra i primi la Germania, che ancora vede il 50% dei volumi nella fascia 3-5,99 euro, ma anche altre piazze importanti come Danimarca, Norvegia, Austria e in generale i Paesi dell’Est europeo, oggi in forte sviluppo, come Polonia e Repubblica Ceca.
Il tour di Vinitaly in Cina, con il sostegno di ICE, farà tappa prima a Chengdu per la masterclass di apertura di con l’unico master sommelier cinese Yang LV e - con la controllata Wine to Asia - per l’organizzazione di un business forum con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, Wine Sommelier. Si vola poi a Shenzhen, il 14 aprile, nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell’Italia a Wine to Asia (11-13 maggio), insieme a ICE e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, manifestazione internazionale di Veronafiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da 20 Paesi.
VINITALY A LUGLIO SALPA CON L’AMERIGO VESPUCCI PER PROMUOVERE IL VINO MADE IN ITALY NEL MONDO
L’annuncio del ministro della Difesa, Guido Crosetto, oggi alla Fiera di Verona.
Verona, 4 aprile 2023. Uno è il veliero italiano conosciuto da tutte le marine militari come “la nave più bella al mondo”, l’altra la manifestazione internazionale di riferimento per il vino tricolore. L’Amerigo Vespucci e Vinitaly da luglio salperanno insieme per promuovere le eccellenze del made in Italy, con un tour mondiale che farà scalo nelle principali città di tutti i continenti. A dare l’annuncio, questa mattina, il ministro della Difesa Guido Crosetto, in visita alla 55ª edizione di Vinitaly, in programma fino a domani alla Fiera di Verona.
«Le imprese ci hanno chiesto di aiutare a portare all’estero l’immagine italiana – ha detto il ministro – e ora il Governo lo farà anche attraverso il ministero della Difesa. Dal 1° luglio, per due anni, l’Amerigo Vespucci sarà impegnata in una campagna addestrativa che farà il giro del mondo, con tappe in ogni continente dove presenteremo anche il meglio del made in Italy. In questo progetto, Veronafiere, con Vinitaly, ci accompagnerà sulla più famosa nave scuola della Marina militare italiana, contribuendo a promuovere le eccellenze della Nazione fuori dai nostri confini».
Vinitaly riunisce in questi giorni a Verona oltre 4.000 aziende del vino, in rappresentanza di una filiera che in Italia che fattura oltre 31 miliardi di euro, è la prima voce attiva della bilancia commerciale nazionale e nel 2022 ha totalizzato quasi 8 miliardi di export.
«Per Vinitaly – ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – è un grande onore salire a bordo della Vespucci e contribuire con il nostro brand fieristico a valorizzare ed esaltare il vino, vero e proprio prodotto-bandiera dell’Italia. Questa nuova iniziativa rafforza il nostro piano di sviluppo di una piattaforma promozionale permanente e coordinata con tutti i partner istituzionali, in grado di attrarre, da un lato, gli investimenti dei mercati sul prodotto italiano e, dall’altro, di potenziare l’incoming verso il Paese e i suoi territori».
CHIUDE UN VINITALY A PIENO REGIME. UN BUYER SU 3 PROVIENE DALL’ESTERO
EXPLOIT DI PRESENZE DA USA (+45%) E ASIA (+116%), IN CRESCITA TUTTE LE PROVENIENZE
BRICOLO (PRESIDENTE): PROSPETTIVA GLOBALE, ORA RADICAMENTO EVENTI IN USA E FAR EAST
DANESE (AD): AVVIATO NUOVO CORSO, VINITALY CRESCERÀ ANCORA
Verona, 5 aprile 2023 - Vinitaly si è chiuso oggi con 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Di questi, oltre mille top buyer selezionati e ospitati da Veronafiere e da Ice-Agenzia. Vinitaly and the City, il “fuorisalone” veronese da quest’anno ritornato totalmente nella sfera organizzativa della fiera di Verona, ha inoltre registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover nel centro storico di Verona. Nel 2024 Vinitaly andrà in scena dal 14 al 17 aprile.
«Chiudiamo oggi un Vinitaly finalmente a pieno regime, che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni. Siamo particolarmente soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione». Lo ha detto, oggi in chiusura di Vinitaly, il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. «L’obiettivo – ha aggiunto – è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell’incoming sull’Italia, dall’altro sul prodotto italiano all’estero con un radicamento di Veronafiere - dopo Brasile e Cina - negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Far East».
«Gli investimenti fatti in favore dell’incoming estero – ha detto l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese – hanno dato un primo concreto risultato a un Vinitaly che vogliamo sempre più decisivo per il business degli espositori che per la manifestazione riservano risorse importanti. Un matching domanda-offerta che ha funzionato, come dimostrato anche dagli oltre 11mila appuntamenti pianificati tra espositori e buyer della piattaforma Vinitaly plus che si aggiungono a quelli fissati direttamente tra aziende e buyer. Il nuovo corso è iniziato ma non è certo terminato: Vinitaly – ha concluso Danese – sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui che all’estero, se ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare».
Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti staccano nettamente la Germania. Terzo rimane il Regno Unito mentre la Cina torna in quarta posizione, scavalcando il Canada. Ferma restando la crescita generale del mercato europeo, si segnala il grande ritorno degli operatori da tutti i mercati extra-Ue: l’Asia, più che raddoppiata (+116%) trainata dal rientro dei cinesi che superano le 1000 presenze, e il Giappone (+143%). Le Americhe segnano un +38% con exploit degli USA (+45%) e del Brasile (+46%), oltre a un ulteriore consolidamento del Canada (+19%). Anche l’Australia in tripla cifra, a +130%.
Chiude la fiera a Verona ma si aprono le tappe di Vinitaly in Cina. Con il sostegno di Ice, sarà Chengdu (11 aprile) il primo appuntamento. In primo piano la masterclass di apertura con l’unico master sommelier cinese Yang LV oltre a un business forum – organizzato dalla controllata Wine to Asia - con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, Wine Sommelier. Si vola poi a Shenzhen, il 14 aprile, nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell’Italia a Wine to Asia (11-13 maggio), insieme a Ice e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, manifestazione internazionale di Veronafiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da 20 Paesi.
VERONAFIERE-VINITALY: WINE TO ASIA PROMOSSA DAGLI ESPOSITORI PUNTO DI RIFERIMENTO INTERNAZIONALE PER LA PROMOZIONE DEL VINO IN CINA
Alla rassegna (che si è svolta dal 11 al 13 maggio allo Shenzhen Convention & Exhibition Center) hanno preso parte più di 15 mila operatori da tutte le città di prima fascia e dalle province più importanti. Oltre 8 mila i winelover che hanno partecipato alla Greater Bay Area Wine Week, il primo fuori salone del vino diffuso in 7 città che chiude oggi. L’attività in Cina prosegue con la 6^ edizione del Vinitaly China Road Show in programma dal 11 al 16 settembre a Pechino, Changsha e Hangzhou.
Shenzhen, 17 maggio 2023 – Buona la prima per Wine To Asia, la rassegna internazionale dei vini e distillati che ha come focus il mercato enologico asiatico. La rassegna, alla prima edizione post pandemia, organizzata a Shenzhen dal 11 al 13 maggio da Veronafiere Asia Ltd. col proprio partner cinese, si è confermata come punto di riferimento globale per la promozione del vino in Cina con più di 450 espositori da 27 Paesi, 1500 brand rappresentati, 11 collettive estere e la più importante presenza italiana con una rappresentanza di più di 100 aziende e il più grande padiglione di bandiera (con 71 brand del vino tricolore) mai allestito in Cina, per la prima volta diviso per regioni di produzione e promosso con una campagna speciale (online e offline) frutto del lavoro congiunto di ICE e Veronafiere.
A chiusura dei tre giorni di manifestazione, Wine to Asia ha registrato 15mila operatori provenienti da tutta la Cina, in particolare dalle città della Grande Baia (Shenzhen, Guangzhou, Dongguan e Foshan), da quelle di prima fascia (Pechino, Shanghai e Chengdu su tutte), dalla Cina costiera (le province del Fujian e dello Zhejiang) e dal Sud (le province Guangxi, Hubei, Jiangxi e Hunan). A ridare fiducia a quanti operano nell’import di vini la qualità degli operatori e il profilo delle 30 masterclass organizzate in fiera, oltre alla partecipazione di top esperti e influencer internazionali e cinesi.
Un interesse, quello per la manifestazione, dimostrato dalla crescita esponenziale dei contatti WeChat (+50% in 40 giorni, data della apertura del canale ufficiale), social media che in Cina ricopre il ruolo di vero e proprio portale per ogni esigenza del cittadino. Ottimo, poi, il riscontro ottenuto nelle iniziative dedicate ai winelover, che, dallo scorso giovedì fino a oggi, hanno potuto approfittare di iniziative e promozioni speciali legate al fine dining in città. Oltre 40 wine bar e bistrò si sono, infatti, proposti a un pubblico di 8mila enoappassionati nell’ambito della Greater Bay Area Wine Week, la prima e unica iniziativa che ha messo in rete il mondo ho.re.ca nelle città di Guangzhou, Shenzhen, Hong Kong, Dongguan, Zhuhai, Foshan e Huizhou.
“Wine To Asia ha centrato e superato gli obiettivi che ci eravamo dati, ovvero quelli di favorire e assecondare la ripresa dell’export, garantire lo sviluppo delle relazioni e delle condizioni necessarie a intercettare le nuove rotte del mercato asiatico e cinese in particolare che rimane unanimemente il più interessante tra i Paesi emergenti nella domanda di vino globale – evidenzia il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo che ha inaugurato la rassegna a Shenzhen –. Un lavoro fatto di concerto con il sistema Italia, a cominciare dal Consolato di Guangzhou, degli uffici di ICE Pechino e Guangzhou e con il nostro socio cinese, partner della joint-venture per l’organizzazione della rassegna”.
Da tempo Veronafiere è presente in Cina con una sede a Shanghai e con la società Veronafiere Asia Ltd (che detiene il 51% di Wine To Asia) con lo scopo di promuovere eventi e rassegne nei settori in cui opera da 125 anni, monitorando i mercati e le tendenze in atto nei diversi comparti. L’attività in Cina prosegue con la 6^ edizione del Vinitaly China Road Show in programma dal 11 al 16 settembre a Pechino, Changsha e Hangzhou.
LE DICHIARAZIONI DEI PARTECIPANTI
ORGANIZZATORI E ISTITUZIONI
Alan Hung, managing Director di Shenzhen Pacco Communciation:“Negli ultimi tre anni abbiamo affrontato molte difficoltà e sfide, operando con molte incertezze. Oggi è finalmente iniziata una nuova fase e ringrazio sinceramente gli espositori che si sono iscritti tre anni fa e che ci sostengono ancora oggi. Ringraziamo anche le associazioni e le associazioni nazionali per il loro grande sostegno”.
Valerio De Parolis, Console generale d’Italia a Guangzhou: “Wine to Asia è, dopo Vinitaly, un altro progetto di punta del Gruppo Veronafiere. Con la ripresa dell’economia nel 2023 e l’apertura del mercato cinese, oltre a piattaforme promozionali come Wine to Asia, le vendite di vino italiano continueranno a crescere”.
Gianpaolo Bruno direttore ICE Pechino e coordinatore ICE Cina e Mongolia: "L'Italian Trade Agency è entusiasta della partecipazione dell'Italia a Wine to Asia 2023 con un bellissimo padiglione che ospita più di 70 imprese italiane. Come Paese con una lunga e ricca storia di vinificazione, siamo orgogliosi di presentare i nostri vini di fama mondiale sul mercato asiatico allo scopo di stabilire partnership forti e durature con i professionisti del settore nella regione. Desidero esprimere sincera gratitudine a Veronafiere per la collaborazione e il supporto nella realizzazione di questo progetto. La sua competenza e dedizione all'industria del vino sono state preziose per garantire il successo della nostra partecipazione a questo evento”.
Wang Zuming, Segretario Generale del Comitato Professionale del Vino dell'Associazione cinese di distribuzione del vino: “Il mercato e l'atmosfera commerciale di Shenzhen sono molto buoni e il consumo di vino è sempre in prima linea in Cina. Con la ripresa economica e la promozione, il mercato dei fine wines si riprenderà, spero che tutti i professionisti del vino possano lavorare insieme”.
Mario da Silva Ferreira, Viceconsole agli Affari economico e commerciali del Consolato generale del Portogallo a Guangzhou: “Ho partecipato di persona all’evento ed esprimo la mia sincera gratitudine a Wine to Asia e ai dieci importatori che hanno promosso i nostri migliori vini sul mercato cinese, permettendo a più persone di degustare apprezzare le straordinarie etichette portoghesi”.
Aitor Mate, Responsabile del Consolato economico-commerciale spagnolo di Guangzhou: “La Spagna è il secondo paese espositore per numero di espositori di Wine to Asia. L’area Spain Top Wines ha mostrato alcuni dei vini più pregiati della Spagna. La mostra di Rioja riunisce diversi tipi di vini provenienti da una regione famosa del mondo".
Fernando Mattos, Ministro dell'Agricoltura e della Pesca dell’Uruguay: “La Cina è stata la principale esportazione di prodotti alimentari e sta aumentando gradualmente le esportazioni di vino verso la Cina. L’Uruguay è anche uno dei paesi produttori di vini tradizionali, con una grande varietà di sapori e varietà. Tutti sono stati i benvenuti allo stand dell'Uruguay per degustare un'ampia varietà di vini”.
ESPOSITORI E OPERATORI
Sol Asensio, export director di Rutini: "Wine to Asia, pur alla sua prima edizione, risulta già essere una delle migliori fiere in Asia per presentare i propri vini. È una fiera professionale dove i buyer possono trovare vini del nuovo e vecchio mondo. Siamo molto contenti sia per l’affluenza che per la qualità dei partecipanti alla nostra masterclass che ha registrato il tutto esaurito”.
Davide Lupi, direttore vendite di uno dei principali importatori di vino in Cina, rappresentante a Wine to Asia negli stand delle seguenti cantine: Tornatore, Sordo, Bortolomiol e Colle Massari: “In seguito alla fine del Covid e alla riapertura della Cina crediamo fermamente che le denominazioni più prestigiose dei vini italiani – come Barolo, Brunello di Montalcino e Amarone –debbano essere quelle che meritano più spazio in assoluto attraverso degustazioni e masterclass. Noi come CWS e importatori di Sordo faremo. Qualità e slancio verso l’alto con un focus dedicato alla premialità dei clienti. La nostra partecipazione Wine To Asia è stata sicuramente un pezzo essenziale all’interno di questa sfida”.
Giovanni Angoscini, fondatore di Zefiro e rappresentante di cantine piemontesi come Castello di Perno (Barolo), Mirafiore (Barolo), Piero Busso (Barbaresco), Fontanabianca (Barbaresco), Bruno Giacosa (Barolo e Barbaresco): “Wine to Asia 2023 ha funzionato! Prima di tutto per la qualità della location, dei servizi offerti, e del visitatore medio, professionista o wine lover. La fiera è stata un'occasione per comprendere il mercato cinese molto sfaccettato, per presentare la nostra azienda e i nostri produttori, per fare business. Presenti un buon numero di operatori trade, tanti distributori interessati e competenti, privati informati ma molto curiosi. Il mondo del vino è sempre più complicato e Wine to Asia ci ha offerto la possibilità di mandare messaggi immediati e semplici a un pubblico ricettivo: il vino può essere divertente, interessante per i giovani, non necessariamente serio e tecnico. A Wine to Asia abbiamo portato buona parte delle aziende che importiamo in esclusiva: dai guru del naturale (Gravner, Radikon, Movia) ai grandi nomi dell'enologia italiana (Cusumano, Villa Sparina, Anselmi), i più promettenti nomi emergenti (Ridolfi, Sette, Sauro Maule), i nostri Prosecco (Nino Franco, La Gioiosa, Ca’ dei Zago). Tutti questi produttori, che rappresentano la diversità e unicità del vino italiano, hanno avuto una degnissima vetrina a Wine to Asia 2023”.
Simone Padoan, advisor per le politiche di internazionalizzazione per Enti pubblici e privati, che ha tenuta la masterclass nella lounge su vino italiano e sostenibilità con aziende di Federvini e cantine come Masi, Antinori: “Wine To Asia 2023 è stato un notevole successo, con un'esposizione molto interessante di espositori internazionali e visitatori molto professionali, ben preparati e ben informati nel settore del vino. La nostra masteclass sui vini sostenibili italiani e l'identità territoriale ha ricevuto un'accoglienza molto calorosa, con posti a sedere completamente occupati e persone in piedi, mostrando profondo interesse e ponendo domande molto pertinenti, ben oltre i tempi di fine previsti. Siamo molto soddisfatti della nostra esperienza in Wine To Asia e non vediamo l'ora di ripetere la partecipazione”.
Alessandro Mugnano, fondatore di Interprocom, uno dei più grandi player in Cina, presente con cantine come Ca Del Bosco, Bertani, Donnafugata, Livio Felluga e Borgogno: “Devo dire che siamo molto soddisfatti di questa edizione di Wine to Asia soprattutto per il fermento e l'affluenza riscontrati. Abbiamo notato finalmente un ravvivato interesse per il vino Italiano rispetto all'anno scorso e si vede che c'è voglia di ripartire dopo tre anni di Covid. Per quello che riguarda Interprocom, nello specifico, siamo molto contenti di aver rappresentato l'Italia con le nostre cantine di eccellenza e siamo sicuri che ci sarà sempre più spazio in questo mercato per chi come noi persevera nella scelta di prodotti di qualità”.
Edward Liu, fondatore di Sinodrink: “Dopo 3 anni di rinvio, Wine to Asia è stato finalmente presentato a Shenzhen, mi ha sorpreso molto per le dimensioni degli espositori internazionali, non solo un gran numero di cantine italiane ma anche produttori francesi, spagnoli, oltre a produttori cinesi, molto interessanti! Il mercato del vino in Cina ha bisogno di molto più tempo per recuperare. Wine to Asia può costituire però la piattaforma del rilancio su vini italiani. La maggior parte dei produttori italiani crede nel mercato cinese e partecipa molto attivamente a questa fiera, grazie al duro lavoro della Rete ICE Cine, del Consolato generale d'Italia a Guangzhou e al gruppo di Veronafiere in Cina”.
Marcus Ford, responsabile di Wines of South Africa per l’Area Asia Pacific: “Wine to Asia è stato un trionfo, dopo 2 anni e 6 posticipi per il Covid. Il suo team è riuscito a tenerci tutti insieme e ha consegnato un nuovo evento eccezionale per Shenzhen e il Sud. Con una vasta gamma di produttori di qualità, lo spettacolo ha posto una forte enfasi su cantine e marchi autentici seri. La sezione dei vini naturali, Living wine, è stata un punto centrale che ha attirato una forte folla di veri appassionati di vino per l'evento. Con il live streaming e le attività di inviti buyers in tutta la regione, il team di Wine to Asia ha una solida base da cui crescere negli anni a venire: il mercato del vino sta prendendo tempo per riprendersi, ma torneremo tutti nel 2024 per celebrare Spectacular South Africa a Shenzhen”.
Jerome Tafani, brand ambassador di Sartirano Figli Cantine e Vigneti: "A nome di Sartirano Figli Cantine e Vigneti Srl. che rappresento sul mercato cinese da oltre 10 anni, vorrei ringraziare personalmente Wine to Asia per la grande organizzazione e la struttura che è stata allestita per questa fiera. La qualità dello stand era molto buona, così come il servizio. Questa fiera è stata pazientemente attesa per 3 anni a causa del Covid ha ritardato il piano originale. Il feedback complessivo del vino in Asia è positivo e ci ha consentito di abbinare prodotti più prestigiosi come il Barolo con la buona qualità dei visitatori professionali di questa fiera”.
Jose Chicot, fondatore di Enasia, ideatore di Spain Top Wines: “Congratulazioni al team di Wine to Asia per il successo della prima edizione! Abbiamo bisogno di una fiera forte nel sud della Cina, Shenzhen è il posto giusto e Wine to Asia il partner giusto. Mantenendi gli elevati standard di servizio e offerta permetteranno a questo evento di diventare presto la fiera internazionale di riferimento in Cina. Ci vedremo sicuramente nel 2024!”
Yuki Koike, educatrice per il certificato internazionale di Sake SSI Sakasho, speaker per il programma “The collision of new and traditional sake” in Pop-up Talk Corner: “Wine to Asia ha creato una nuova forma di evento di degustazione di sake pop-up. Questo focus è la collisione tra stili tradizionali e contemporanei di sake. Da quando sono entrato nel mondo del sake nel 2018, ho trovato questo argomento incredibilmente interessante”.
Gao Yujie, produttrice cinese Cantina September Helan, dalla provincia dello Ningxia:: “Abbiamo rifornito il nostro stock di liquore all'albicocca due volte durante Wine to Asia. Congratulazioni a noi e a Wine to Asia. Spero che gli operatori e i wine collector abbiano apprezzato i nostri vini”.
Ma Jie, produttore cinese di Petit Mont, dalla provincia dello Ningxia: “Il nostro stand è stata preso d’assalto dal primo giorno. Per tre giorni consecutivi, c'è stata un’impennata di visitatori al nostro stand. Per noi si parla di una grande prima edizione di Wine to Asia”.