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Suinicoltura Congress - 27 febbraio 2023 CREMONA
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Marco
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Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68751 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
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Suinicoltura Congress - 27 febbraio 2023 CREMONA
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17/01/2023, 15:37 |
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Marco
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Sanità, tecnologia, sostenibilità, economia i driver della suinicoltura moderna Cremona, 17 gennaio 2022 – Secondo l’ultimo Rapporto trimestrale 2022 di Rabobank, l’importante Istituto finanziario olandese specializzato a livello internazionale nel settore agroalimentare, il minor potere d’acquisto dei consumatori causato dall’inflazione che supera la crescita salariale ha avuto un impatto negativo sul consumo di proteine, andamento che dovrebbe trovare conferma anche nella prima metà del 2023. L’istituto bancario olandese, che sta elaborando i dati finali dell’anno appena concluso, prevede inoltre che la produzione globale di carne suina nel 2022 registrerà una contrazione del 2% e non vedrà nessuna crescita nel 2023, complici gli elevati costi di produzione su scala mondiale che stanno limitando l’espansione del patrimonio zootecnico. Se lo scenario allo stato fornisce elementi che per tutti i componenti della filiera suinicola rappresentano una legittima fonte di preoccupazione, è altrettanto vero che proprio nei momenti di maggiore complessità si nascondono le più interessanti opportunità di crescita e sviluppo di ogni settore. Di questo e di come intercettare le migliori strategie non solo per superare questo periodo controverso, ma soprattutto per ridare slancio al comparto suinicolo italiano si parlerà il 27 febbraio 2023 a Cremona, presso Palazzo Trecchi, dove EV Edizioni Veterinarie srl ha organizzato il convegno dal titolo “Sanità, tecnologia, sostenibilità economia i driver della suinicoltura moderna” ( www.suinicolturacongress.it) al quale parteciperanno i nomi più illustri e qualificati, italiani e stranieri, che da sempre si occupano di suinicoltura (vai al programma). Chairman dell’evento sarà Giancarlo Belluzzi, medico veterinario, che nel corso della sua lunga carriera professionale ha svolto nel settore sia l’attività clinica che diverse responsabilità istituzionali. Dottor Belluzzi, dalla pandemia in avanti il mondo agrozootecnico italiano ha saputo dimostrare tutta la sua resilienza e la centralità del suo ruolo. Oggi però il rincaro dei costi energetici, delle materie prime, le difficoltà degli approvvigionamenti stanno mettendo a dura prova la tenuta di uno dei nostri fiori all’occhiello quale è la suinicoltura. Esistono ricette preconfezionate o siamo di fronte a un work in progress tutto da inventare? “Purtroppo non ci sono ricette – risponde Belluzzi - e temo che neppure il maggiore esperto saprebbe da che parte iniziare. Tre sono i problemi a mio avviso che si sono incrociati in un periodo tanto complesso come quello che stiamo vivendo: la pandemia, l’andamento dei costi e dei prezzi e la peste suina africana, rispetto alla quale non bisogna abbassare la guardia, pena la disfatta del comparto suinicolo. Cina, Russia e larga parte del continente euro-asiatico rappresentano di fatto il più grande serbatoio di virus in circolazione: una minaccia permanente sempre in agguato. È notizia di questi giorni che solo su cinque regioni del territorio russo situato a ridosso dell’Europa, nel 2022 sono stati denunciati ben 140 focolai di Psa, di cui 68 hanno riguardato grandi e piccoli allevamenti di suini allevati e 72 cinghiali”. Il titolo del convegno del 27 febbraio prossimo lega in maniera indissolubile una serie di concetti che finiscono per concentrarsi sul grande tema della sostenibilità, intesa non solo come sostenibilità ambientale ma anche sociale ed economica nel momento in cui, periodicamente, gli allevamenti vengono messi sotto accusa da lobby ben strutturate. Parallelamente, gli analisti ci dicono che la crescita della popolazione mondiale aumenterà la richiesta di un’alimentazione proteica. A suo giudizio sanità e tecnologia riusciranno a fronteggiare una fase così delicata e come? “Tutta la zootecnia è sotto attacco da tempo, accusata di fagocitare materie prime, acqua e suolo. Purtroppo il consumatore poco informato è spesso abbagliato da comunicati che demonizzano il settore e prefigurano produzioni artificiali, di derivazione industriale, o l’aumento esponenziale di produzioni alternative, tra cui il biologico spinto, le cavallette o i grilli, ultimo insetto salito alla ribalta delle cronache dopo il via libera della Commissione alla sua produzione per usi alimentari. Alcuni dati sono certi – rimarca Giancarlo Belluzzi - la popolazione mondiale sta crescendo e le fonti internazionali più autorevoli confermano che nei prossimi 30 anni la richiesta alimentare di proteine a livello globale aumenterà del 25%, ragion per cui la produzione zootecnica dovrà aumentare e non diminuire: più carne, più latte e lattici e persino più pesce. Questo vuol dire che la tutela e l’accudimento del bestiame allevato, quindi il benessere animale, saranno sempre più prioritari. Il primo strumento da adottare in questa direzione è la tutela sanitaria e la prevenzione delle malattie. L’innovazione tecnologica, specie quella farmaceutica, ci aiuterà a mantenere la salute e il benessere degli animali allevati a iniziare da un utilizzo sempre più ridotto di antibiotici, come peraltro richiede la normativa in materia di medicina umana e veterinaria. A questo aggiungiamo il fondamentale tema della biosicurezza, ormai parte integrante della visione costruttiva di qualsiasi impianto. E ancora una volta l’innovazione tecnologica dimostra tutto il suo valore: la vigilanza all’interno della porcilaia, il controllo del movimento delle persone che vi accedono, la rendicontazione quotidiana della razione alimentare e delle fasi di crescita degli animali sono alcuni degli elementi sui quali fare affidamento sia per far fronte alla scarsità di manodopera sia, soprattutto, per aumentare il livello professionale degli allevamenti e di conseguenza la loro competitività su scala internazionale”. Per partecipare al convegno è obbligatoria la registrazione. Iscriviti cliccando su questo link A tutti i partecipanti EV Edizioni Veterinarie srl rilascerà un Attestato di Partecipazione
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17/01/2023, 15:38 |
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Marco
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Gabriele Canali (Crefis): “Quotazioni e redditività, c’è bisogno di più equilibrio” Cremona, 23 gennaio 2023 – “Le quotazioni dei suini da macello che stiamo registrando da diverse settimane a questa parte non potranno durare in eterno. Temo che fra non molto vedremo gli effetti negativi causati dall’inflazione e per i salumi del circuito tutelato come il Prosciutto crudo di Parma e/o di San Daniele, entrati in stagionatura a prezzi crescenti, il rischio sarà quello di uscire da questa fase produttiva a prezzi non remunerativi, con inevitabili ripercussioni e ricadute negative sull’intera filiera suinicola italiana”. Per Gabriele Canali, direttore del Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) l’attuale andamento dei prezzi non è equilibrato e se da un lato premia gli allevatori con quotazioni che viaggiano intorno ai 2euro/kg da diverse settimane, dall’altra penalizza la redditività dei macellatori e degli stagionatori creando uno squilibrio all’interno della filiera. “Siamo di fronte una specie di vasi comunicati dove però manca, e occorre trovarlo, un bilanciamento: da una parte si registra un minor potere d’acquisto dei consumatori con una riduzione della domanda e dall’altra un aumento dei prezzi, è evidente che in questo contesto è difficile garantire una equa redditività all’intera filiera”. Gabriele Canali sarà uno dei relatori di Suinicoltura Congress ( www.suinicolturacongress.it) il più importante evento suinicolo nazionale che EV Edizioni Veterinarie srl ha organizzato per il 27 febbraio 2023 e che si terrà a Cremona, presso Palazzo Trecchi a partire dalle ore 9. Il titolo del convegno è: “Sanità, tecnologia, sostenibilità economia i driver della suinicoltura moderna” e sarà un’occasione unica per gli allevatori e per tutti gli operatori del settore di approfondire e confrontarsi sui principali temi di una delle voci più importanti dell’agroalimentare italiano (vai al programma). “Dopo un 2022 particolarmente turbolento sul fronte dei rincari delle materie prime e dei costi energetici – continua Canali – l’auspicio non può che essere quello di un ritorno a quotazioni meno straordinarie che di conseguenza portino a valutazioni del prodotto finale più contenute pur mantenendo la redditività di tutti gli anelli della filiera. Le prospettive sembra vadano in questa direzione e segnali positivi, pur con tutte le cautele del caso, arrivano proprio dai costi energetici con il gas tornato a quotazioni pre-conflitto ucraino. Personalmente ritengo che da questo punto di vista la fase peggiore sia ormai superata e anche i prezzi delle materie prime dovrebbero beneficiarne”. Purtroppo su questo fronte ci troviamo a fare i conti con un deficit di mais e soia molto preoccupante. “Indubbiamente – risponde Canali – e non riguarda solo l’Italia ma tutta l’Europa. Per superare questo gap la strada da percorrere è lo sviluppo dei contratti di filiera, uno strumento in grado di stimolare una maggiore produzione soprattutto di mais: su questo fronte c’è ancora molto da fare proprio per dare un impulso a interventi strutturali nel settore che favoriscano un’inversione di tendenza”. Quali sono le prospettive del settore suinicolo italiano alla luce di tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato questi ultimi tre anni a partire dalla pandemia? “È un momento di grande trasformazione – risponde Gabriele Canali – a iniziare dai Disciplinari di produzione delle Dop che sono proprio al centro di questo processo, ma non dobbiamo dimenticare che le maggiori criticità per il settore suinicolo sono di carattere strutturale e le normative sempre più stringenti sul benessere animale costringeranno molti allevatori ad affrontare importanti investimenti con carichi finanziari cospicui che, ancora una volta, chiamano in causa i contratti di filiera, strumento che ritengo indispensabile per far fronte a queste nuove e impegnative esigenze perché potenzialmente in grado di contenere le criticità finanziarie che si potrebbero determinare. C’è poi un altro aspetto da considerare e riguarda la richiesta mondiale di proteine animali proveniente da Paesi dove il migliorato stato di benessere economico consente alla popolazione locale di nutrirsi con alimenti di qualità. È uno scenario che va considerato non prima però di aver individuato i nostri mercati di riferimento: se vogliamo esportare i nostri salumi, dobbiamo prima di tutto identificare i Paesi europei ma soprattutto extraeuropei che per popolazione e reddito possono rappresentare un mercato interessante da intercettare. In buona sostanza, posto che in Italia il mercato è già saturo e non possiamo pensare a un aumento della domanda, se vogliamo attrarre fette di mercato internazionale dobbiamo innanzitutto individuare i Paesi dove la capacità di spesa e la richiesta di alimenti a base di proteine animali è più alta”.
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23/01/2023, 18:11 |
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Marco
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Cremona ospita il più importante convegno sulla suinicoltura moderna "Secondo le fonti internazionali più autorevoli, l'incremento della popolazione mondiale determinerà nei prossimi trent'anni una maggiore richiesta alimentare di proteine animali quantificata in un +25%. Un aumento che si traduce in una crescente attenzione al benessere animale e all'innovazione tecnologica in allevamento". Così Giancarlo Belluzzi, chairman del convegno che si terrà il 27 febbraio 2023 a Cremona, presso Palazzo Trecchi, organizzato da EV Edizioni Veterinarie srl, dal titolo "Sanità, tecnologia, sostenibilità, economia i driver della suinicoltura moderna". I lavori avranno inizio alle ore 9. ( www.suinicolturacongress.it)
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25/01/2023, 21:23 |
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Marco
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Eva Gocsik, Rabobank: “La produzione mondiale di carne suina è destinata a calare. In Europa nel 2023 potrebbe toccare -4%” Cremona, 6 febbraio 2023 – Nell’elenco degli autorevoli relatori che il 27 febbraio prossimo animeranno il convegno organizzato da EV Edizioni Veterinarie srl in programma a Cremona dal titolo “Sanità, tecnologia, sostenibilità, economia i driver della suinicoltura moderna”, ( www.suinicolturacongress.it) compare anche Eva Gocsik, analista economica specializzata nel settore delle proteine animali di Rabobank, l’importante Istituto finanziario olandese che da sempre si occupa di analisi finanziarie a livello globale per il comparto agroalimentare. Dottoressa Gocsik, qual è la previsione di Rabobank sull’andamento del comparto suinicolo globale per il 2023 e per l’Europa e l’Asia in particolare? “La nostra previsione è orientata a un calo produttivo mondiale, che nella UE27 e nel Regno Unito, su base annua, dovrebbe oscillare tra il -3 e il -4%. L’incremento dei costi alimentari e la pressione sui prezzi dei suinetti negli allevamenti a ciclo chiuso, in un mercato caratterizzato un’offerta eccessiva, hanno portato a una riduzione dei capi allevati che si è manifestata soprattutto nel 2022. Germania, Danimarca, Polonia e Regno Unito sono i Paesi dove la contrazione produttiva sarà maggiore. Parallelamente, nel 2023 i prezzi dei mangimi dovrebbero registrare una diminuzione rispetto allo scorso anno favorendo un maggiore margine di guadagno per gli allevatori. Sul fronte dell’export, nella UE27 e nel Regno Unito prevediamo una riduzione di circa il 5%, anche se nella seconda parte dell’anno dovremmo assistere a un aumento delle esportazioni verso la Cina dove l’offerta di carne suina locale sarà limitata pur in presenza di un aumento produttivo vicino all’1,5%”. Quali sono i più importanti fattori che influiscono maggiormente sulla stabilità mondiale delle produzioni di carne suina? “A livello globale la produzione sta rallentando perché la catena degli approvvigionamenti deve affrontare molti ostacoli quali gli elevati costi di produzione che riducono i margini di guadagno dell’intera filiera, i consumi sotto pressione a causa della crisi economica globale e le misure legate alle politiche fiscali e monetarie adottate per contrastare la spinta inflazionistica. C’è poi un importante e preoccupante aspetto sanitario da non sottovalutare. Mi riferisco alla PSA (Peste Suina Africana, ndr) che in Europa continua a rappresentare una grave minaccia soprattutto in termini commerciali. Infine la pandemia, che in alcune parti del mondo come la Cina continua a condizionare ancora i livelli di consumo e dove a dicembre 2022 le quotazioni dei suini hanno registrato un forte calo solo e in minima parte recuperato nel successivo mese di gennaio, una situazione che ha determinato un incremento dell’offerta a fronte di una domanda eccezionalmente bassa a causa di una recente ondata di Covid. Rabobank mantiene una visione al ribasso circa le performance a breve termine, ma è ottimista rispetto al rimbalzo della domanda una volta che l’ondata pandemica si sarà stabilizzata e l’attività sarà tornata alla normalità”. La pandemia e il conflitto ucraino avranno conseguenze importanti per il settore suinicolo globale? “L’impatto della guerra in Ucraina sta avendo e avrà un impatto indiretto sul settore suinicolo mondiale attraverso l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, a cui si associano le elevate pressioni inflazionistiche sui redditi dei consumatori. È questo a mio avviso l’elemento che ha accelerato nel mercato europeo una sorta di riequilibrio legato al calo produttivo. Riguardo la pandemia, nel 2023 gli effetti dovrebbero essere meno marcati a livello mondiale e maggiormente circoscritti. L’allentamento delle misure restrittive contro il Covid introdotte nel Paese del Dragone hanno purtroppo favorito una nuova ondata pandemica che di fatto ha messo in sofferenza i consumi di carne suina e poiché il ruolo della Cina nel commercio globale è fondamentale, questa situazione sta avendo un effetto a cascata sui principali esportatori”. La Cina recupererà le quote produttive perse a causa della PSA? “Le nostre analisi parlano di un livello di stabilizzazione produttiva inferiore al periodo precedente l’esplosione della PSA negli allevamenti suinicoli cinesi anche perché i consumi non recupereranno completamente. La carne di maiale in Cina rimane la proteina animale più consumata, ma non dimentichiamo che anche in questo grande Paese, negli ultimi anni, i modelli alimentari hanno registrato dei cambiamenti”.
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06/02/2023, 18:41 |
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Marco
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La minaccia della PSA è stata sottovalutata a vantaggio di un presunto benessere dei cinghiali Cremona, 8 febbraio 2023 - Con la scoperta di nuove carcasse di cinghiali infette, nel nostro Paese la PSA accelera la sua corsa e minaccia più da vicino le zone della Pianura Padana dove gli allevamenti suinicoli sono destinati alle produzioni Dop. "Purtroppo negli ultimi tempi i riflettori su questa minaccia sanitaria si sono abbassati - spiega Francesco Feliziani, Responsabile laboratorio Referenze Nazionali Pesti Suine - preferendo dare visibilità a posizioni ideologiche che intendono difendere un presunto benessere dei cinghiali. Gli allevamenti intensivi non sono il male assoluto e solo una corretta informazione potrebbe mettere al centro dell'attenzione la priorità assoluta del mondo produttivo che è il benessere animale, rispetto al quale gli allevatori stanno affrontando ingenti investimenti". Le minacce sanitarie che incombono sugli allevamenti suinicoli italiani, a iniziare proprio dalla PSA, sarà uno degli argomenti che animeranno Suinicoltura Congress, l'evento che EV Edizioni Veterinarie srl ha organizzato per il 27 febbraio 2023 a Cremona presso Palazzo Trecchi dal titolo "Sanità, tecnologia, sostenibilità, economia i driver della suinicoltura moderna". I lavori avranno inizio alle ore 9. ( www.suinicolturacongress.it)
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08/02/2023, 17:13 |
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Marco
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Romano Marabelli: “La richiesta di proteine animali nel mondo è destinata ad aumentare e raddoppierà da qui al 2050” Cremona, 13 febbraio 2023 - Il fabbisogno mondiale di alimenti a base di proteine animali aumenta e continuerà ad aumentare anche nei prossimi anni. Gli aspetti sanitari ed economici che investono questo trend non possono quindi essere trascurati. Ne parlerà Romano Marabelli, Advisor della Direzione Generale del World Organisation for Animal Health (WOAH) in occasione del convegno che si terrà a Cremona il 27 febbraio 2023 organizzato da EV Edizioni Veterinarie srl, il più importante appuntamento dedicato alla suinicoltura italiana e internazionale dal titolo “Sanità, tecnologia, sostenibilità, economia i driver della suinicoltura moderna”. ( www.suinicolturacongress.it) Professor Marabelli, la pandemia ha cambiato lo scenario internazionale rispetto alla richiesta mondiale di proteine animali? “Ha messo in evidenza l’importanza di avere una logistica organizzata in grado di mettere a disposizione della popolazione quantità sufficienti e adeguate di cibo. La richiesta di alimenti a base di proteine animali continuerà ad aumentare a livello mondiale e al 2050 è previsto un raddoppio di quelle attualmente consumate. La loro produzione è però legata a un utilizzo più razionale delle risorse oggi disponibili senza aumentare gli spazi dedicati alle produzioni agricole e zootecniche. È una grande sfida, che si può vincere con lo sviluppo di sistemi tecnologicamente innovativi già oggi a disposizione”. Sanità animale ed economia mondiali. Cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro? “Ormai l’attività veterinaria non è più relegata al ruolo di garante della salute degli animali; essa investe àmbiti più ampi che riguardano l’aspetto sociale ed economico. La richiesta sempre maggiore di proteine animali da parte di Paesi che fino a poco tempo fa non se le potevano permettere deve suggerire azioni in grado di assicurare una maggiore disponibilità di cibo in un contesto di equilibrato utilizzo delle risorse. In questo l’Europa può diventare protagonista e rappresentare un punto di equilibrio proponendo modelli di sviluppo compatibili con le aspettative sociali dei consumatori che, va comunque ricordato, sono molto differenti nei diversi Continenti, in particolare Asia, Africa e Sud-America dove è più forte la richiesta di un’alimentazione a base di proteine animali”. Qual è l’impegno del World Organisation For Animal Health rispetto al contenimento della Psa? “La Psa è una malattia a cui dedichiamo una grande attenzione sia da un punto di vista epidemiologico che scientifico per riuscire a introdurre soluzioni utili a mitigarla se non, auspicabilmente, eliminarla. In Italia la situazione è molto complessa e quando sembrava che ci avrebbe risparmiato, ecco che il suo spostamento dall’Est Europa ci ha spiazzati e soprattutto ha dimostrato che la movimentazione rappresenta un pericolo sempre presente per la sua diffusione. Inoltre, a differenza del passato quando la malattia si manifestava con episodi più eclatanti e marcata mortalità, oggi stiamo assistendo a una manifestazione più strisciante e per questo maggiormente pericolosa, perché rende più difficile capire quanto la malattia sia diffusa tra gli animali selvatici. L’impegno del WOAH è quindi quello di agire per salvaguardare gli allevamenti e le relative produzioni separando correttamente le filiere domestiche da quelle dei selvatici, sostenendo percorsi che portino all’eradicazione della malattia. Dietro a tutto questo l’attività della ricerca scientifica va avanti per arrivare alla realizzazione di un vaccino; allo stato però, anche a causa della grande variabilità del virus della PSA, risposte significative non ce ne sono e se le nuove tecniche utilizzate per la creazione del vaccino antiCovid potranno fornire un aiuto, non possiamo pensare che qualche incoraggiante risultato arrivi a breve termine”. Su quali fronti il WOAH è particolarmente impegno rispetto alle epizoozie emergenti? “Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno spostando il limite di alcune malattie, determinate soprattutto da virus veicolati da vettori. Mi riferisco ad esempio alla Blue Tongue che colpisce i bovini, infezione che prima era circoscritta all’area mediterranea mentre oggi ritroviamo l’insetto vettore anche in Svezia. La valutazione dell’impatto climatico sulle produzioni zootecniche rappresenta per il World Organisation for Animal Health una priorità, insieme all’impegno nel controllo di tutte quelle malattie che tendono a diffondersi nelle grandi popolazioni animali, mi riferisco in questo caso all’influenza aviaria nei polli, rispetto alla quale è possibile ricorrere all’utilizzo di un vaccino. A questo riguardo va detto però che è in atto una discussione politica all’interno dei diversi Paesi membri interessati per deciderne l’impiego in via preventiva. Il confronto è aperto e ritengo che entro il 2023 si arriverà a una decisione”.
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13/02/2023, 18:07 |
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Marco
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Sanità, tecnologia, sostenibilità, economia i driver della suinicoltura moderna Appuntamento a Cremona, lunedì 27 febbraio 2023, dove a partire dalle ore 9, presso Palazzo Trecchi, i maggiori esperti della suinicoltura italiana e internazionale si ritroveranno per affrontare e approfondire i temi e i problemi più cogenti del settore, oggi al centro di una grande trasformazione destinata a tratteggiare la suinicoltura del futuro in un contesto sempre più competitivo, che mette al centro il tema della sanità animale e della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Il Convegno è organizzato da EV Edizioni Veterinarie srl e a tutti i partecipanti rilascerà un attestato di partecipazione.
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22/02/2023, 14:32 |
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Marco
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La Peste suina africana resta una minaccia incombente
Senza coesione la filiera non avrà futuro
Cremona, 28 febbraio 2023 – “Non c’è futuro per il settore suinicolo se gli operatori lavorano in modo frammentario”. Con questo accorato invito a una maggiore coesione della filiera rivolto alla platea da Gabriele Canali, direttore di Crefis (Centro ricerche economiche filiere sostenibili) si è chiuso il convegno “Sanità, tecnologia, sostenibilità economia i driver della suinicoltura moderna”, organizzato da EV Edizioni Veterinarie srl e svoltosi a Cremona il 27 febbraio scorso davanti a una sala gremita e composta da allevatori, veterinari e tecnici del settore.
Un’occasione anche per comunicare il nome del nuovo Commissario straordinario all’emergenza Psa (Peste suina africana), Vincenzo Caputo, subentrato nei giorni scorsi ad Angelo Ferrari che da gennaio 2022, periodo in cui fu scoperta la prima carcassa di cinghiale positiva al virus, ha guidato la task force per il contrasto alla diffusione della malattia.
E di Peste suina africana ha parlato Francesco Feliziani, Responsabile del laboratorio referenze nazionali pesti suine, che ha tratteggiato uno scenario a dir poco preoccupante. “Purtroppo ci siamo mossi in ritardo – ha dichiarato – anche a causa della lentezza con cui sono arrivati i finanziamenti statali per procedere con la recinzione della zona infetta compresa tra Piemonte e Liguria. Oggi, con gli ultimi casi di positività in carcasse di cinghiale rinvenuti a ridosso dell’Emilia Romagna, la situazione si è fatta ancora più allarmante e il tentativo di coinvolgere in un’azione di collaborazione e contenimento della popolazione selvatica sia il mondo venatorio che quello degli animalisti si è rivelato fallimentare. Le risorse finanziarie a disposizione non sono quelle che servirebbero per riuscire a recintare un perimetro di 160-170 km, equivalente a un’area di circa 3000 kmq, con una spesa che almeno per tre anni, periodo che in Belgio con lo stesso metodo ha favorito l’eradicazione della malattia, non sarebbe inferiore a 90 milioni di euro/l’anno. Un quadro dunque da non sottovalutare e che impone a tutti di agire con razionalità e metodo”.
Sulla stessa scia ha proseguito Romano Marabelli, Advisor della Direzione generale del World Organisation for Animal Health, ricordando che la speranza in un vaccino contro la Psa deve oggi lasciare il posto a un dato ben più realistico “perché per molti anni – ha sottolineato – non ci sarà ed è notizia di questi ultimi giorni che quello realizzato in Vietnam è stato addirittura ritirato”. Marabelli ha inoltre ricordato quanto, oltre all’adozione delle più efficaci pratiche di biosicurezza interna ed esterna agli allevamenti, sia fondamentale la gestione del territorio e degli animali selvatici che lo popolano, purtroppo lasciata in mano non a personale veterinario ma ad altre autorità che non hanno spesso la competenza necessaria ad affrontare un tema così complesso. Ma per Marabelli il problema riguarda anche la mancanza di una strategia sugli aspetti strutturali degli allevamenti, “un elemento molto critico – ha affermato – che rischia di condannare il settore suinicolo italiano a subire, in un futuro forse nemmeno troppo lontano, le decisioni di quei Paesi europei che invece hanno lavorato e stanno lavorando su questo fronte a loro beneficio. È una riflessione profonda quella da fare – ha concluso – che riguarda il grande tema della sicurezza alimentare oggi ineludibile”.
Per Gabriele Canali le attuali quotazioni della carne suina delineano “una situazione apparentemente positiva – ha spiegato – perché il prezzo a inizio stagionatura a più di 6euro/kg non potrà che ripercuotersi negativamente sul consumatore il quale, davanti a inevitabili rincari e in una situazione di crisi economica riduce gli acquisti bloccando di fatto il mercato. Le questioni in gioco sono rilevanti e forse la politica nazionale ed europea non hanno ben capito che l’Italia non può continuare a essere deficitaria nella produzione di due colture indispensabili per l’alimentazione dei suini come il mais e la soia. Servono strategie mirate che puntino a un’autosufficienza produttiva, ma strategie condivise da tutta la filiera per una vera integrazione: da soli non si va da nessuna parte e il rischio è che alla fine questa frammentazione farà solo male all’intero settore e a quello che significa a livello economico”.
Di tecnologia in allevamento ha parlato Umberto Rolla, ricordando che per sfruttarla al meglio l’allevatore deve prima di tutto avere un progetto a medio e lungo termine, settarlo sugli obiettivi aziendali, appassionarsi a quel progetto e non alla tecnologia, fare un business plan dettagliato. Per la parte economica del convegno, dopo i dati forniti da Ester Venturelli e Marika De Vincenzi di Clal.it sia sull’andamento mondiale delle materie prime che della carne suina da cui emerso che tuttora, nella UE, il tasso di autosufficienza in Italia è fermo al 63% a fronte della Spagna al 217%, dei Paesi Bassi al 365%, della Danimarca al 657% e della Germania al 142%, Eva Gocsik di Rabobank ha delineato il quadro mondiale fornendo non pochi spunti di riflessione per l’immediato futuro, ricordando che sulla sostenibilità il settore deve intraprendere delle azioni decise “sicuramente costose – ha affermato – tant’è vero che in Germania alcuni allevatori stanno uscendo dal comparto proprio a causa degli investimenti, mentre in Olanda, per ridurre l’impatto ambientale derivante dalle emissioni, il Governo ha deciso di ridurre la produzione zootecnica e nel prossimo mese di aprile illustrerà uno schema di uscita per quest’anno e il prossimo. Intanto la produzione mondiale di carne suina, soprattutto nel Sudest Asiatico e in Europa continua a calare e in virtù di questo Rabobank ritiene che i prezzi rimarranno elevati e superiori a quelli registrati nel 2022, con un andamento più favorevole dei costi visti in discesa. Riteniamo che la domanda mondiale di mais scenderà del 3,5% anno su anno e quindi anche le quotazioni di questa coltura registreranno una contrazione, così come riteniamo che i cereali, anche dopo la scadenza di fine marzo, continueranno a uscire dall’Ucraina mentre il crollo dei costi dei fertilizzanti, a -60% negli USA, determinerà al di là dell’Atlantico un aumento produttivo anche della soia, attualmente presente sul mercato in quantità particolarmente scarse. Molte aziende produttrici di proteine animali, nel mondo, stanno facendo ingenti investimenti per ridurre le emissioni – ha concluso Gocsik - Occorre lavorare sulla supply chain, ma occorre farlo insieme”.
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28/02/2023, 15:05 |
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