07/07/2010, 18:05
Cremona si conferma capitale della zootecnia italiana
In contemporanea con la Fiera Internazionale del Bovino da Latte quest’anno anche Italpig, per fare il punto della situazione sulla suinicoltura italiana.
A Cremona dal 28 al 31 ottobre 2010 le due principali filiere agroalimentari si affiancano e danno vita a una Manifestazione in cui le parole d’ordine sono eccellenza, innovazione e internazionalità.
Cremona si conferma capitale della zootecnia anche per quanto riguarda la filiera suinicola, uno dei comparti più importanti dell’agroalimentare nazionale. Gli ultimi dati relativi alla suinicoltura parlano infatti di un patrimonio italiano di oltre 9,2 milioni di capi, per la maggior parte concentrati in Lombardia, che sfiora i 3 milioni di suini. Al secondo posto di questa particolare classifica zootecnica si trova l’Emilia Romagna con poco più di 1 milione di capi, seguita a grande distanza da Veneto (500mila) e Umbria (poco più di 200mila).
Una concentrazione nella Pianura Padana che fa di Cremona uno dei centri più qualificati e con un più alto know how nel settore da cui fare partire attraverso Italpig, in programma quest’anno nell’ambito della Fiera Internazionale del Bovino da Latte (28-31 ottobre 2010), la voce di una filiera che ancora non vede riconosciuto il giusto valore ad una produzione eccellente che ci viene invidiata in tutto il mondo. Non solo per la qualità delle carni, ma soprattutto per il grande lavoro che sta dietro alle produzioni che arrivano sulle nostre tavole.
Allevatori, veterinari, mangimisti, macellatori, trasformatori e distributori garantiscono tutta la qualità, l’igienicità e la sicurezza della filiera, che per mantenere alti gli standard a cui siamo abituati deve continuamente innovare e rinnovarsi in termini di ricerca e tecnologia.
In questo senso, Italpig rappresenta il punto di riferimento più qualificato a livello nazionale per aggiornarsi e scoprire le novità del settore, grazie alla presenza delle più importanti aziende di attrezzature, tecnologie e servizi, e un programma convegnistico e seminariale che metterà a fuoco i temi più attuali del settore.
Il contesto della 65esima Fiera Internazionale del Bovino da Latte, uno degli appuntamenti principali a livello mondiale per la zootecnia con gli oltre 800 marchi presenti e le centinaia di innovazioni che ogni anno vengono presentate, sarà il palcoscenico ideale per Italpig, che si presenta fin da subito come uno strumento professionale fondamentale per gli operatori della filiera del suino.
07/07/2010, 18:10
Suinicoltura in Italia: si produce a 1,50 euro/kg e si vende a 1,14 euro/kg. Quali le soluzioni per uscire dalla crisi?
L’esempio di Vescovato (CR), dove un centinaio di allevatori si sono aggregati e macellano oltre 700mila suini all’anno.
A Italpig (Cremona, 28-31 ottobre 2010) si incontra la filiera per confrontarsi sulle strade da seguire.
Il momento è delicato e le preoccupazioni dovute a una crisi ormai pluriennale continuano a tormentare i sonni dei suinicoltori italiani.
Volendo fare un elenco dei problemi, per alcuni allevatori ce ne sarebbe abbastanza per gettare la spugna. Per fortuna non è così per tutti. Soprattutto per quei giovani imprenditori che stanno mettendo in atto nuove strategie per uscire dal tunnel e assicurare al comparto quell’identità tutta italiana di qualità e professionalità che da sempre lo caratterizza nel mondo.
“Il costo di produzione che dobbiamo sostenere continua a essere superiore al guadagno – riflette Davide Berta, presidente della sezione suini dell’Apa (Associazione Provinciale Allevatori) di Cremona, una delle provincie più rappresentative della suinicoltura nazionale. Le ultime quotazioni parlano di una cifra che si aggira intorno a 1,14euro/kg contro un costo che non scende al di sotto di 1,50euro/kg.”
E che la crisi abbia prodotto altri effetti è purtroppo un fatto. “Molti allevamenti marginali hanno chiuso i battenti – continua il giovane suinicoltore cremonese – e altri hanno ridimensionato il numero di capi allevati. Si è trattato di un processo purtroppo inevitabile, che però non ha scoraggiato molti altri colleghi intenzionati a non mollare e anzi, a lavorare per imporre la propria professionalità. Oggi la nostra più grande preoccupazione è rappresentato dalle soccide, altro fenomeno che soprattutto negli ultimi tempi si è ampliato e che, sull’onda delle difficoltà economiche, ingolosisce quegli allevatori che temono di non farcela e che pur di sopravvivere cedono a talune offerte. Se questa non auspicabile evoluzione dovesse espandersi ulteriormente, l’imprenditorialità dei suinicoltori italiani ne riceverebbe un contraccolpo fatale. Per questo è importante trovare nuove soluzioni e strategie per rimettere al centro il valore della suinicoltura italiana attraverso la professionalità di ogni singolo allevatore”.
Una strada è quella che a Vescovato, provincia di Cremona, ha aggregato un centinaio di soci, tra cui anche Davide Berta, e che ha dato vita a una struttura dove si macellano oltre 700mila suini l’anno e dove, entro quest’anno, verrà realizzato un impianto per la produzione di biogas da 1 MWh di potenza. “Lo sforzo economico che abbiamo dovuto affrontare per questo ulteriore investimento è stato notevole – spiega ancora Berta – eppure, nonostante le difficoltà contingenti, nessuno si è tirato indietro, dimostrando una lungimiranza e un attaccamento al proprio lavoro che si commentano da soli”.
Per il funzionamento dell’impianto, insieme ai reflui zootecnici, verranno utilizzati anche gli scarti di macellazione e insieme all’energia elettrica, tutta l’energia termica prodotta verrà utilizzata per il riscaldamento dell’intera struttura di macellazione. Un aspetto molto importante, dal momento che allo stato l’energia termica prodotta nei già numerosi impianti di biogas presenti sul territorio nazionale viene quasi totalmente dissipata. “Anche quella del biogas – conclude Berta – è una strada che i suinicoltori devono battere, purché sia funzionale all’attività primaria e non si ponga in concorrenza, con l’acquisto di materie prime da abbinare ai liquami per ottenere la biomassa necessaria al funzionamento dell’impianto, con quella allevatoriale”.
Gli spunti per una riflessione e un’attenta analisi sul futuro della suinicoltura italiana non mancano.
A Italpig (Cremona 28-31 ottobre 2010), il Salone Nazionale della Suinicoltura Italiana che si svolge in contemporanea con la Fiera Internazionale del Bovino da Latte, verranno messe in campo tutte le condizioni per permettere agli operatori della filiera di confrontarsi e cercare insieme, anche attraverso un ricco programma di convegni e seminari, le migliori strade per competere sull’accidentato terreno della competitività internazionale.
Infine la mostra dei migliori soggetti allevati, che concorreranno alla terza edizione del Premio Italpig, evento atteso da tutti i più importanti suinicoltori italiani.