Biologico
Iscritto il: 03/08/2009, 10:37 Messaggi: 940 Località: Perugia
Formazione: Studente alla facoltà di agraria
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Torna anche quest’anno la Mostra della meccanica agricola a Saluzzo, giunta alla 65° edizione, in programma da venerdì 31 agosto a lunedì 3 settembre al Foro Boario. Un appuntamento imperdibile per gli addetti al settore e gli appassionati.
Ecco cosa ci ha detto il presidente della Fondazione Amleto Bertoni, Michele Fino.
1. Tutto pronto per la 65° edizione della Mostra della Meccanica agricola. Rispetto alla scorsa edizione cosa cambierà?
Tutto prontissimo e rispetto alla scorsa edizione i visitatori troveranno una piazza più piena, anzi, al completo. Un risultato straordinario, merito dello staff della FAB tutto e, in modo particolare, di Elisa Bottero. E’ la prima volta che i 515 stand della Mostra sono stati tutti venduti e peraltro con largo anticipo. Inoltre, i visitatori troveranno le porte vestite, con le immagini e le informazioni relative a grandi sponsor della Motra, presenti in fiera, che hanno voluto sostenere l’attività promozionale della Mostra e aiutarci nell’arredo dell’area. Per gli espositori un grande cambio è stato dato dal fatto che abbiamo assicurato a tutti gli espositori storici (con almeno gli ultimi 5 anni di partecipazione ininterrotta) uno sconto speciale per i nostri primi 65 anni. Inoltre, abbiamo confermato a chi viene per San Chiaffredo, la possibilità di intervenire senza spese aggiuntive a Sant’Andrea.
2. Un anno fa destavano preoccupazione pesche e mele, oltre al batterio del kiwi. Come sta adesso l'agricoltura?
L’agricoltura non vede la luce in fondo al tunnel. Quest’anno andranno bene i cereali, quanto ai prezzi, ma non riguardo alle quantità prodotte. La frutta sconta enormi problemi sanitari legati all’andamento stagionale, alle gelate invernali e poi alle grandinate estive, oltre alla pressione delle malattie. Continua a mancare una seria politica di coordinamento, di educazione e di indirizzo del settore. Io lo dico da anni: il ruolo della politica rispetto a un settore economico come questo, fatto di decine di migliaia di imprenditori, non può che essere quello di mettere in campo tutte le azioni necessarie per fare crescere il livello culturale (anche in termini di management) degli imprenditori agricoli, fornendo loro strumenti per scegliere meglio cosa piantare e allevare, come coltivare e crescere, su quali mercati andare a collocarsi. Nel campo frutticolo invece abbiamo visto un preoccupante disimpegno rispetto al CRESO, per restare nella sola area saluzzese. Come dire: indietro tutta!
3. E l'allevamento, anch'esso protagonista alla Mostra? Nota segni di ripresa rispetto al 2011?
L’allevamento di bovine da latte vede da un paio di anni l’effetto positivo dell’esempio “torre del latte”, che con l’introduzione del prezzo indicizzato ai costi di produzione e alla qualità ha finalmente riequilibrato i rapporti tra allevatore e caseificatore/trasformatore. Come però dissi lo scorso anno all’inaugurazione, l’esempio non è ancora abbastanza raccolto da tutti i trasformatori e soprattutto l’indice, se non tiene conto dei costi reali o pone obiettivi di qualità fuori misura, diventa un boomerang e torna a squilibrare il rapporto tra chi ha il portafogli e chi il latte.
4. L'ultima edizione è stata caratterizzata da tagli che lei definì inevitabili. Sarà così anche quest'anno?
Quest’anno la mostra è in grande spolvero, con una preparazione molto attenta, merito della collaborazione del Comune, con la conferma di tutte le attività collaterali (mostre dei trattori e locomotori d’epoca; prove in campo; convegni) e con la voglia dei produttori di rispondere alla crisi sul campo, portando il meglio.
5. Cos'è cambiato nell'organizzazione dell'evento, dopo le polemiche del 2010 con alcuni espositori che non decisero di partecipare?
Le polemiche sono state il frutto della volontà egemonica di pochi grandi rivenditori (solo in minoranza produttori di macchine agricole) che hanno provato a far cambiare una fiera bisecolare secondo le loro legittime aspirazioni economiche. Non c’è nulla di male se un imprenditore cerca le condizioni migliori, secondo lui, per fare affari. C’è da interrogarsi rispetto all’idea di chi dice: o cambi o noi dieci non veniamo più e organizziamo la diserzione della mostra. L’Amministrazione confermò le date di San Chiaffredo, noi tirammo dritto, oggi abbiamo molti più espositori di allora, con un tasso di ricambio di circa il 15% annuo, del tutto fisiologico, e i “grandi” assenti passano la domenica e il lunedì a girare per la mostra per far vedere che non sono scomparsi, magari distribuendo volantini. Ognuno fa le sue scelte: anche noi rivendichiamo il diritto a fare le nostre. Quanto alle polemiche delle forze politiche di minoranza in Comune, sono legittime e scontate, direi di prammatica. Tanto più, che alle volte i più polemici verso la mostra in declino, grazie al trattorista in meno, allargano lo stand: noi badiamo al sodo, quindi diamo più peso ai fatti che alle parole e ringraziamo della fiducia accordataci.
6. Quanto costa la Mostra?
La mostra costa complessivamente circa trentamila euro, tra allestimenti, promozione, contratti a progetto, precari ENEL, plateatico. A questi si aggiungono i costi della struttura: da fine maggio alla prima settimana di settembre in FAB tre persone lavorano per contattare, informare e reperire espositori, oltre che per tutte le incombenze logistiche che dalla mostra derivano.
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