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A Fieravicola 2023 tutta la filiera e
una forte presenza di buyer internazionali
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significativa riduzione della produzione ed una crescita dei prezzi, che non si sono tuttavia tradotti in proporzionali margini per le nostre imprese, ma solo in una compensazione, in taluni casi parziale, dei maggiori costi di produzione legati agli aumenti importanti delle materie prime e dell’energia. La tenuta economica del settore è uno dei pilastri della sostenibilità che dovrà interagire con aspetti sociali ed ambientali, alla ricerca del miglior punto di equilibrio possibile. Nell’ambito del fitto programma di incontri e convegni previsti in fiera avremo modo di confrontarci con esperti ed operatori del settore per ragionare insieme di futuro e delle sfide che ci attendono”.
I macro numeri del settore
Il settore avicolo italiano è l’unico autosufficiente nella zootecnia italiana ed è caratterizzato da una filiera totalmente integrata. Vale 4.830 milioni per le carni e 2.500 milioni per le uova. In Italia, nel 2021, sono state prodotte 1.364.000 tonnellate di carni avicole e 12 miliardi di uova, pari a circa 763,6 mila tonnellate.
Il consumo pro capite di carni avicole nel triennio 2019 - 2021 ha oscillato tra i 21,1 chilogrammi e i 21,4 nel 2021, con un picco nell’anno pandemico.
In termini di volume, tra le carni, restano le preferite da 9 consumatori su 10 (indice di penetrazione) e rappresentano il 41% dei volumi tra le carni (Fonte Ismea ottobre 2022).
In Italia, quarto produttore europeo di uova, il consumo pro capite di uova si attesta nel 2022, in media, a circa 210 uova l’anno, pari a oltre 13 chilogrammi.
I consumi delle famiglie in valore sono aumentati del 5,1% nel periodo gennaio-settembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 e se confrontiamo i consumi attuali con quelli pre-Covid (anno 2019), le uova si confermano come prodotto “star” tra i proteici, con un +5,2%.