Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68883 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Alimenti e Comunità Ortifilia, autenticità, tradizione ed economia venerdì 24 aprile 2009 ore 15.30 - 19.30 Sala Convegni Azienda Agraria Universitaria Via Pozzuolo 324 - Udine
Sta crescendo l’interesse per il “mangiar sano e naturale”, per i prodotti di origine biologica e per forme di approvvigionamento diretto delle merci attraverso gruppi di acquisto. I sociologi hanno individuato una tendenza, che hanno chiamato “neoruralismo”, dalla quale emergerebbe un’idea postmoderna della città e della campagna e dei rapporti tra queste due realtà economiche e culturali. Contemporaneamente, la necessità di creare alternative all’attuale sistema economico, ha dato vita a forme di organizzazione comunitaria della spesa con i GAS, Gruppi di Acquisto Solidale, e all’apertura delle farm market e marker’s farm, che attuano la vendita diretta dei prodotti (chilometro zero). A livello internazionale, si sono consolidati i movimenti per la coltivazione nell’ambiente cittadino con iniziative come i community garden americani, i jardins familiaux francesi, le city farms inglesi, alle quali potremmo aggiungere gli orti italiani, che fino ad alcuni anni fa facevano parte della nostra tradizione. Si teorizza che l’interesse per gli orti urbani e per nuove forme di acquisto possa essere trasformato in una leva importante per stimolare i cittadini alla partecipazione e quindi essere sfruttato ai fini di nuove politiche e servizi sociali. Le erbe aromatiche, i prodotti dell’orto e del cortile possono diventare un’ occasione per riappropriarsi di una dimensione in parte perduta: quella dei sapori naturali, della tradizione, del rapporto con gli altri. Sorge spontanea una domanda: è possibile tradurre tutte queste istanze provenienti da diverse motivazioni in una prospettiva realisticamente economica? E’ possibile derivare da esse un modello di sviluppo che non sia basato su nicchie di mercato, ma in qualche modo possa realmente incidere nell’economia delle realtà rurali? A questa domanda se ne aggiunge subito un’altra: come conviene operare? E’ opportuno ipotizzare una dimensione organizzata, indirizzata dal pubblico e regolamentata, rispetto all’iniziativa spontanea?
L’Azienda agraria dell’Università di Udine, nel mese di settembre 2008, ha aperto un mercatino dove alcuni produttori agricoli, selezionati da Confagricoltura, Coldiretti e CIA, possono vendere in forma diretta la propria merce. L’Ecoistituto del FVG, con la collana “Vivere nei luoghi” lavora attivamente alla valorizzazione delle culture locali della regione con ricerche sullo sviluppo ecocompatibile.
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