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Consorzio del Pecorino Toscano DOP presenta dati economici 
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Martedì 24 marzo, alle ore 13, all’Enoteca Chianti Classico presso il Mercato Centrale di Firenze si svolgerà una conferenza stampa del Consorzio del Pecorino Toscano DOP per presentare i dati economici e produttivi 2014 ed esporre gli obiettivi del 2015.

La conferenza stampa sarà anche l’occasione per presentare, in occasione dei 30 anni di vita del Consorzio, le iniziative in programma per i prossimi mesi e il nuovo presidente, Carlo Santarelli.

Parteciperanno alla conferenza stampa
Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura della Regione Toscana
Carlo Santarelli, presidente del Consorzio del Pecorino Toscano Dop
Marcello Mele, docente dell’Università degli Studi di Pisa

Nel corso della conferenza stampa sarà offerto un buffet a tutti gli intervenuti.

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Consorzio Pecorino Toscano Dop
http://www.agraria.org/prodottitipici/p ... oscano.htm

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Nel 2015 obiettivo del Consorzio è esportare il 20 per cento della produzione di Pecorino Toscano DOP all’estero
Pecorino Toscano Dop: nel 2014 vendute oltre 1 milione di forme di formaggio
per un fatturato di oltre 21 milioni di euro, di cui 3 derivati da Export
15 caseifici diffusi nelle dieci province di produzione della DOP, 870 aziende certificate, 3 mila impiegati nella sola filiera produttiva e 3 mila tonnellate di formaggio prodotte ogni anno. Sono questi alcuni dei numeri del Pecorino Toscano e del suo Consorzio presentati oggi, martedì 24 marzo al Mercato Centrale di Firenze con l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori; il presidente del Consorzio del Pecorino, Carlo Santarelli e il prof. Marcello Mele dell’Università di Pisa. Poche settimane fa il Consorzio del Pecorino Toscano Dop ha celebrato il suo trentesimo anno di vita, eleggendo il nuovo presidente Carlo Santarelli.

I numeri del Consorzio del Pecorino Toscano DOP. Oggi sono 245 gli allevatori direttamente associati al Consorzio di Tutela del Pecorino Toscano Dop, di cui fanno parte anche 15 caseifici, uno stagionatore e un confezionatore. I caseifici soci raccolgono il latte complessivamente da 870 allevatori che, nel 2014 hanno lavorato circa 31milioni di litri di latte toscano. Di questi circa 17.800.000 litri sono stati complessivamente destinati a Pecorino Toscano DOP, con un incremento di 1.500.000 di litri rispetto all’anno precedente. L’altro latte toscano è stato destinato ad altre produzioni caratteristiche quali marzolino e caciotte miste. Nel 2014 sono state vendute oltre 1 milione di forme di Pecorino Toscano per un fatturato complessivo di oltre 21 milioni di euro, di cui circa 3 milioni di euro sono derivati dall’esportazione. In 18 anni, dal 1996 (anno di riconoscimento della DOP) a oggi, la vendita di forme di formaggio è cresciuta del 32 per cento con una crescita del fatturato di oltre il 21 per cento e un aumento di esportazioni di oltre il 7 per cento.

Le vendite nel 2014 e i problemi con il Pecorino Stagionato. L’anno appena trascorso, dal punto di vista delle vendite, ha fatto registrare un aumento del Pecorino Toscano tenero del 7,6 per cento, mentre per quanto riguarda il pecorino stagionato è stato riscontrato un leggero calo, legato principalmente alla mancanza di prodotto nei primi cinque mesi dell’anno. Nel 2014, al calo della produzione del latte iniziato nel 2013 e dovuto alle condizioni atmosferiche, si è associato infatti un forte consumo di prodotto stagionato che ha impedito la produzione delle quantità necessarie a soddisfare la domanda, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni. Si è quindi assistito a un forte innalzamento della domanda di Pecorino Toscano stagionato, a fronte della mancanza di prodotto disponibile.

“I numeri del 2014 – afferma il neo presidente Carlo Santarelli – fotografano un anno positivo, sia in termini di produzione che in termini di vendite. Una crescita che resta l’obiettivo anche per il prossimo anno. La sfida è far salire ancora di più la produzione e la trasformazione del latte DOP toscano in Pecorino. Solo così potremo rafforzare quell’identità e quel legame con la zona geografica di produzione, cardini sui quali abbiamo costruito la qualità e l’unicità del Pecorino Toscano. Il nostro compito è quello di valorizzare ulteriormente i nostri punti di forza, a partire dalla certificazione, che è la sicurezza per i consumatori di poter scegliere un prodotto unico nel panorama delle eccellenze italiane. In un mondo in cui, anche a livello agroalimentare, sono molto diffuse le falsificazioni, noi abbiamo il compito di garantire l’unicità e la produzione di Pecorino Toscano, facendo leva sulla Denominazione. E’ molto importante far conoscere ai consumatori il ruolo del Consorzio e le specificità della DOP. Per questo, abbiamo deciso di rafforzare la comunicazione, anche sul fronte dei social. Un’altra grande sfida sarà quella dell’export nei mercati esteri. Il Pecorino Toscano è già molto apprezzato in molti Paesi europei e negli Usa, dove possiamo e vogliamo rafforzare la nostra presenza. Senza dimenticare i nuovi mercati, come quello medio orientale, che offre buone prospettive per il futuro”.

Export e certificazioni internazionali. Nel 2014 l’Export del Pecorino Toscano ha fatturato circa 3 milioni di euro, un dato in continua crescita. Nel 2015 l’obiettivo del Consorzio del Pecorino Toscano Dop è arrivare a esportare il 20 per cento della produzione totale. Per quel che riguarda il mercato estero al vertice dei Paesi che amano di più il Pecorino Toscano DOP ci sono: gli Stati Uniti d’America, con una quota del 40% delle quantità esportate seguiti dalla Germania con l’11% delle quantità esportate ed il Regno Unito con il 9%. Sempre sul fronte dell’Export, un altro mercato di grande interesse per il Consorzio è quello del Medio Oriente dove si rilevano interessanti prospettive in termini di esportazione e commercializzazione. Per venire incontro alle esigenze di questo mercato nel 2013 è nato il primo Pecorino Toscano Dop certificato Halal, prodotto conforme ai precetti islamici. Ad oggi sono due i caseifici in Toscana ad aver conseguito la certificazione, rilasciata dall’Associazione Islamica Zayd Ibn Thabi: il Caseificio Sociale Manciano e il Caseificio Maremma. Le differenze tra il Pecorino Toscano DOP non certificato Halal e quello certificato Halal non sono da ricercare nella qualità del prodotto ma nel percorso lavorativo, nell’approccio e nella conoscenza dei procedimenti allineati alla religione islamica, a partire dall’utilizzo di prodotti non alcolici per la pulizia degli impianti o dalle indicazioni da riportare in etichetta. Con questa prospettiva sono in via di sviluppo anche percorsi produttivi conformi ai cibi kosher, ovvero a tutti le prescrizioni legate all’alimentazione degli ebrei osservanti. Per allargare la quota di mercato del Pecorino Toscano DOP nei Paesi del Golfo e dall’area dell’Oceano Indiano il Consorzio ha partecipato nel 2014 e nel 2015 alla fiera internazionale Gulfood di Dubai, il più grande salone specializzato in Medio Oriente per l'industria alimentare e delle bevande.
Fiere ed eventi internazionali e presenza ad Expo. Il trentesimo anno di vita del Consorzio, in linea con la sua mission, sarà anche l’occasione per promuovere ancora di più il Pecorino Toscano a livello internazionale con una serie di eventi e una rinnovata attività di comunicazione in ogni parte del mondo. Da marzo fino al mese di dicembre il Pecorino sarà protagonista negli USA con circa 50 appuntamenti, tra grandi eventi e fiere promozionali, che vedrà il Pecorino Toscano fare tappa a New York nel mese di giugno al Summer Fancy Food Show e poi in molte altre città degli States. In Europa, invece, Francia, Spagna, Germania, Austria e Polonia saranno i Paesi che accoglieranno e promuoveranno attività finalizzate alla promozione e commercializzazione del Pecorino Toscano DOP. Per quanto riguarda gli eventi nazionali, invece, il Consorzio parteciperà, dal 3 al 6 maggio a Tuttofood, la fiera internazionale che aprirà a Milano in concomitanza con l’apertura dell’Expo. Proprio l’Expo di Milano vedrà il Pecorino Toscano DOP protagonista, a più riprese, insieme alla Regione Toscana nel padiglione istituzionale ed all’Associazione formaggi italiani Dop e Igp (AFIDOP) all’interno del padiglione di Federalimentare.
La comunicazione del Consorzio del Pecorino Toscano DOP: #fuoridalgregge e #outofthebox. Sempre perseguendo l’obiettivo di far crescere la conoscenza dei consumatori italiani e internazionali nei confronti del Pecorino Toscano DOP, il Consorzio nel 2015 ha scelto di sbarcare per la prima volta sui canali social. Dal mese di marzo, infatti sono state aperte la pagina Facebook (https://www.facebook.com/pecorinotoscanodop) e i profili di Instagram (https://instagram.com/pecorinotoscano). e Twitter (https://twitter.com/pecorinotoscano) in lingua italiana. L’obiettivo è quello di aprire nuovi canali di comunicazione con i consumatori, promuovendo i valori e le caratteristiche del Pecorino Toscano DOP, raccontando sia le peculiarità del prodotto che le storie dei produttori, dando vita a una strategia che punta a enfatizzare il lavoro quotidiano dei soci e l'impegno costante per rendere unica ogni forma di Pecorino Toscano. Per farlo abbiamo creato una campagna di comunicazione 2.0 intitolata #fuoridalgregge, che accompagnerà la presenza sui social network e sarà il trait d’union fra il prodotto e la Toscana, terra unica per cultura, tradizione ed eccellenza agroalimentare. Dal mese di aprile alla comunicazione social in lingua italiana si affiancherà quella in lingua inglese con l’apertura di Tumblr e Pinterest, rivolti principalmente al mercato e ai consumatori anglofoni e con #outofthebox.

Consorzio Pecorino Toscano tra tutela del marchio DOP contro la contraffazione e promozione della ricerca scientifica per migliorare qualità
Righini: “Con la trasparenza dell’etichetta si salvaguarda il Made in Italy, i produttori e i consumatori”
Il Consorzio per la Tutela del Pecorino Toscano DOP nasce il 27 febbraio 1985 con l’obiettivo di tutelare la produzione e il commercio del Pecorino Toscano DOP, in accordo con le disposizioni legislative italiane, europee e con le convenzioni internazionali sull’uso della Denominazione di origine protetta. In questi trenta anni il Consorzio si è battuto per migliorare qualitativamente la produzione del ‘cacio toscano’ e contro la contraffazione del prodotto, a garanzia dei consumatori e dei partecipanti alla filiera produttiva.

Contro la contraffazione una legge che obblighi a inserire nelle etichette l’esatta origine dei prodotti. La contraffazione alimentare riguarda tutte le produzioni enogastronomiche del Made in Italy e lede sia i produttori che i consumatori. Per questo il Consorzio del Pecorino Toscano DOP chiede al Governo italiano e al Parlamento europeo di ripristinare l’obbligo di indicazione in etichetta dello stabilimento produttivo (Paese, città, via e numero civico) e dell’origine della materia prima.

Le richieste del Consorzio del Pecorino Toscano al governo italiano e all’Europa. “Le istituzioni italiane, insieme a quelle europee – afferma Andrea Righini, direttore del Consorzio del Pecorino Toscano - devono impegnarsi di più per garantire la trasparenza delle informazioni nelle etichette, la difesa della qualità delle produzioni e la salute dei cittadini. Troppo spesso i consumatori si trovano ad acquistare prodotti che apparentemente sono indicati come italiani, ma le cui materie prime provengono dall’estero o addirittura la produzione viene svolta fuori dall’Italia. Per questo, come è accaduto nel settore delle carni bovine, c’è bisogno che nelle etichette di tutti i prodotti agroalimentari sia specificata e inserita l’indicazione di origine del prodotto. Un ‘accorgimento’ che se diventasse legge darebbe concretezza a quel processo di trasparenza delle produzioni per il bene dell’Italia, delle sue imprese agroalimentari ed agricole, ma anche dei consumatori finali”.

Garantire informazioni trasparenti sul valore delle DOP e IGP. Per tutelare le produzioni di qualità c’è bisogno che l’Italia e l’Europa investano di più per informare i consumatori finali sul valore delle certificazioni DOP e IGP. La tutela DOP è un’esclusiva di produzioni legate a filo doppio con il territorio di origine e le persone che partecipano ad ogni fase della filiera produttiva: dall’allevamento del bestiame fino alla tavola del consumatore. Nel caso del Pecorino Toscano significa che solo il formaggio prodotto, stagionato, confezionato e distribuito secondo le norme contenute nel Disciplinare di produzione è DOP e garantisce al consumatore eccellenza delle materia prime e dei procedimenti di produzione.

Cosa vuol dire per il Pecorino Toscano il marchio DOP. Il Pecorino Toscano o è DOP o non è Pecorino Toscano. Un prodotto può fregiarsi del marchio DOP perché tutta la filiera produttiva viene verificata, controllata e certificata dall’origine del latte, al suo arrivo in caseificio, così come il rispetto delle regole produttive e di stagionatura. Dietro il marchio di origine apposto su ogni forma di Pecorino Toscano c’è il lavoro di monitoraggio del Consorzio e di controllo dell’organismo di certificazione, oltre al serio e quotidiano impegno di ogni singolo attore della filiera. Attraverso gli agenti vigilatori che operano in diretta collaborazione con l’Istituto Centrale Controllo Qualità e Repressione Frodi, oltre all’attività dei N.A.S. dei Carabinieri, del Corpo Forestale dello Stato e degli altri organi di vigilanza, il Consorzio effettua continue verifiche presso la distribuzione per la tutela del consumatore e del corretto uso della denominazione di origine.

Far conoscere il Pecorino Toscano DOP ai consumatori di ‘domani’. Il Consorzio del Pecorino Toscano DOP sta organizzando in tutta la Toscana incontri nelle scuole per far conoscere ai più giovani le proprietà e le caratteristiche del prodotto. Un’iniziativa che coinvolgerà complessivamente circa 1.000 alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado diffuse in tutta la Regione.

Migliorare la qualità del Pecorino Toscano DOP attraverso la ricerca scientifica. Oltre a questa attività di promozione, il Consorzio sta lavorando da anni con enti di ricerca e università, a partire dal Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro – ambientali dell’Università degli Studi di Pisa, per migliorare la qualità del prodotto e introdurre nei processi di produzione innovazioni tecnologiche e scientifiche.

“La crescita e lo sviluppo del settore agro-alimentare toscano – afferma Marcello Mele, docente del dipartimento di scienze agrarie, alimentari, agro-ambientali dell’Università degli Studi di Pisa - dipendono dal grado di innovazione che si riesce ad applicare, nel rispetto della tradizione culturale e del legame con il territorio. Il Pecorino Toscano DOP non fa eccezione e, infatti, nel tempo ha coltivato un forte rapporto di collaborazione con diversi enti di ricerca, nella convinzione che questa sia la strada migliore per promuovere il processo di trasferimento dell’innovazione e, pertanto, valorizzare il prodotto. L’Università di Pisa ha seguito diversi progetti con il Consorzio che hanno riguardato sia aspetti di miglioramento della qualità della materia prima, attraverso il trasferimento di innovazioni relative alle tecniche di allevamento e di alimentazione delle pecore, sia lo studio della qualità del Pecorino, soprattutto dal punto di vista nutrizionale”.

“Alcuni di questi studi – spiega Mele - hanno messo in luce alcune interessanti proprietà che potrebbero portare a valorizzare ulteriormente questa tipologia di formaggio, soprattutto in relazione alle caratteristiche della sostanza grassa in esso contenuta. In futuro penso che la collaborazione tra il Consorzio e il sistema della ricerca toscana debba essere ulteriormente rafforzata, sfruttando anche gli strumenti che il nuovo Piano di sviluppo rurale metterà a disposizione. In tal modo potranno essere ulteriormente approfonditi alcuni aspetti di interesse come, ad esempio, il rapporto fra sistemi di allevamento, qualità della materia prima e caratteristiche nutrizionali del formaggio; l’applicazione di un’efficiente sistema di assistenza tecnica per i produttori primari e per i trasformatori, per migliorare la competitività di queste aziende; la creazione di sistemi di tracciabilità innovativi in grado di tutelare sempre più il prodotto, soprattutto sui mercati esteri”.


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