Congresso europeo sul Sorgo,
una coltura in parte sconosciuta dalle grandi potenzialità
Charles-Antoine Courtois, responsabile del progetto europeo Sorghum ID, illustra le finalità dell’iniziativa e le aspettative per il futuro del sorgo, coltura in grado di rispondere egregiamente alle esigenze di un’agricoltura alle prese con i grandi cambiamenti climatici. Importanti i progressi ottenuti dalla ricerca scientifica europea sul suo miglioramento genetico
26 settembre 2018 – Fervono i preparativi per il secondo Congresso Europeo sul Sorgo che si terrà il 7 e l’8 novembre prossimi presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa. L’evento è organizzato dall’Organizzazione Interprofessionale Sorghum ID, il cui scopo è quello di promuovere e incentivare a livello europeo la coltivazione del sorgo, quinto cereale per importanza nell’economia agricola mondiale.
Charles-Antoine Courtois è il responsabile del progetto europeo Sorghum ID e a lui abbiamo rivolto alcune domande per spiegare meglio come sta procedendo e quali sono gli obiettivi principali del progetto triennale partito a metà del 2017. “Siamo ormai giunti a metà del nostro percorso – afferma Courtois - e ai 7 Paesi inizialmente coinvolti: Spagna, Francia, Italia, Bulgaria, Romania, Russia e Ucraina, da 6 mesi si sono aggiunti Austria, Ungheria, Iran e Turchia. Abbiamo subito puntato sulla comunicazione individuando 8 argomenti da illustrare e approfondire durante gli incontri che stiamo organizzando periodicamente avvalendoci del contributo di due esperti per il sorgo da granella e da foraggio. Quasi contestualmente abbiamo creato un sito internet (
www.sorghum-id.com) disponibile ora in 8 lingue che presto aumenteranno a 12 proprio per rispondere al bisogno di conoscenza di questa coltura, nel portale è quindi possibile trovare tutte le informazioni che gli operatori ritengono più utili. A questo bisogna aggiungere l’organizzazione di incontri e viaggi per la stampa specializzata previsti nei vari Paesi coinvolti per spiegare l’attività di Sorghum ID, le piattaforme varietali su cui si sta lavorando e le nostre ambizioni”.
Giunti a metà del percorso del progetto, quali sono i riscontri che state registrando da parte dei Paesi coinvolti?
“Vorrei sottolineare che sono molto positivi, soprattutto se pensiamo che sul sorgo le conoscenze sono abbastanza scarse mentre le potenzialità, scientificamente provate, notevoli. Per questo il desiderio di approfondire le informazioni su questa coltura sono enormi e noi di Sorghum ID siamo qui per questo”.
Una delle finalità del progetto Sorghum ID è quella di arrivare al 2020 con una superficie europea coltivata a sorgo di circa 1 milione di ettari. Ritiene sia un obiettivo realisticamente raggiungibile?
“Attualmente in Europa il sorgo viene coltivato su circa 700mila ettari di terreno, ma la tendenza è in aumento e credo per due aspetti principali. In primo luogo metterei la sua capacità di rispondere a vari indirizzi produttivi: dall’alimentazione animale a quella umana (gluten free) passando per un utilizzo industriale attraverso l’alimentazione di impianti a biogas. Secondariamente non possiamo sottovalutare i grandi cambiamenti climatici che stanno coinvolgendo l’intero pianeta con una siccità che via via sta interessando anche i Paesi del Nord Europa, obbligando gli agricoltori a trovare colture alternative. Il sorgo, non avido di acqua, è una di queste, oltre a favorire una maggiore rotazione colturale in grado di combattere meglio le infestanti. Per tutti questi motivi, che si traducono in evidenti vantaggi, io sono convinto che entro 2-3 anni si arriverà a un milione di ettari di sorgo coltivati in tutta Europa”.
Miglioramento genetico e potenzialità di sviluppo del sorgo saranno alcuni dei temi al centro del Congresso. Può darci qualche anticipazione al riguardo?
“La ricerca scientifica incentrata sul miglioramento genetico del sorgo è in atto da diversi anni, purtroppo però non è sufficientemente conosciuta. Uno degli obiettivi di Sorghum ID è proprio questo e il Congresso che si terrà a Milano il 7 e l’8 novembre prossimi rappresenterà la sede più appropriata per illustrare i progressi fin qui raggiunti. Da oltre 30 anni numerose aziende sementiere lavorano su diversi ambìti come la resa produttiva, la precocità di maturazione della pianta, la resistenza alla siccità o alle basse temperature soprattutto nella fase dell’emergenza e della fioritura, ma si lavora anche per avere una coltura resistente alle malattie e ai predatori senza dimenticare il problema legato all’allettamento in determinate condizioni. Non ultima, la ricerca è impegnata anche nel miglioramento delle qualità nutrizionali e sanitarie del sorgo. Questi aspetti, che convergono totalmente nel grande tema della selezione genetica, saranno al centro di alcuni workshop a cui parteciperanno relatori di fama internazionale provenienti da diversi Paesi europei ma anche dall’Australia, dove la ricerca scientifica sul sorgo è particolarmente avanzata”.
A suo giudizio per quale motivo in Paesi come l’Italia la coltivazione del sorgo, pur posizionandosi al secondo posto a livello europeo, non ha avuto quello sviluppo che secondo i più autorevoli ricercatori come il dottor Fabrizio Quaranta del Crea avrebbe invece meritato?
“Penso che il motivo sia da addebitare principalmente a una scarsa conoscenza di questa coltura, guardata a volte anche con un po’ di diffidenza. Per anni la si è accusata di contenere un elevato contenuto di tannini e per questo ritenuta non digeribile. La realtà è che da oltre 30 anni gli ibridi selezionati in Europa sono privi di tannini e quindi perfettamente digeribili. Queste sono informazioni molto importanti che devono arrivare al mercato. Un mercato in cui il sorgo possa essere economicamente valorizzato attraverso il suo miglior utilizzo nella produzione di alimenti destinati alla nutrizione umana e zootecnica”.
L’appuntamento per tutta la filiera del sorgo è quindi fissato al Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa per il 7 e l’8 novembre prossimi, una due giorni di incontri e approfondimenti durante i quali gli operatori potranno trovare risposte a tutti i loro quesiti e ampliare il raggio delle loro conoscenze nei confronti di una cultura che come ha ricordato Charles-Antoine Courtois è ancora in parte sconosciuta, ma racchiude numerose e interessanti potenzialità di sviluppo.