Vertical Farming, quattro mercati già pronti in Italia
Le fattorie verticali rappresentano una soluzione rivoluzionaria per la produzione
primaria di cibo. Per essere competitiva con l’agricoltura tradizionale non ha
nemmeno bisogno di raggiungere specifiche economia di scala nella sua adozione.
Sono infatti già almeno quattro i mercati già pronti. Scopriamoli in attesa di
approfondire alla prima giornata di AquaFarm a Pordenone Fiere il 26 e 27
gennaio
Milano/Pordenone 23 gennaio 2017. Secondo Dickson Despommier, il creatore del concetto di
vertical farm che aprirà la sessione sulle fattorie verticali ad AquaFarm tra tre giorni,
basterebbero 50 edifici di 30 piani con base di mezzo isolato dedicati al vertical farming per
garantire alla popolazione di New York il 50% del fabbisogno di proteine. Ci si metteranno
probabilmente anni per arrivare a quel punto, ma le fattorie verticali hanno una caratteristica
speciale, che ne costituisce una parte dell’attrattiva: per essere convenienti la loro adozione
non deve raggiungere alcuna particolare economia di scala. I mercati per i loro prodotti
esistono già, hanno già dimensioni importanti e le caratteristiche del Vertical Farming
consentono di servirli in modo più efficiente e addirittura di svilupparne aspetti sinora
impossibili.
Di mercati anche solo in Italia ne abbiamo contati almeno quattro per un valore complessivo
di oltre il miliardo di euro. Eccoli in breve. Il primo, il più consistente, è la IV Gamma: ortaggi
e verdure crudi già tagliati e confezionati pronti per il consumo. In Italia, lo scorso anno, il
settore ha superato i 750 milioni di euro di valore, 3 miliardi nei primi cinque Paesi europei,
dove siamo secondi dopo il Regno Unito (dati VVS Bruxelles). Il segmento è quello principale
che cresce nel settore ortofrutta (gli altri sono la frutta esotica e i piccoli frutti), il cui
consumo, nonostante le mode mediatiche, è ancora sotto del 15 % rispetto al 2000 (dati
CSO). La maggior parte dei consumi è concentrata nelle aree metropolitane e si concentra
anche in periodi “fuori stagione”. Per prodotti che sono pronti all’uso e mangiati crudi, i
parametri qualitativi più importanti e da monitorare sono i nitrati (derivanti da eccesso di
concimazione) e la qualità sanitaria (pulizia, residui di pesticidi e anticrittogamici, oggetti
estranei). Le tecniche di coltivazione utilizzate nelle fattorie verticali (cosiddette “senza
suolo”, come idroponica e aeroponica) sono ideali per garantire il rispetto di questi parametri
e inoltre consentono rese impensabili che, insieme alla riduzione del consumo d’acqua e
nutrienti, all’eliminazione di anticrittogamici e pesticidi e all’automazione, si riflettono sul
costo. Essendo totalmente indipendenti dall’ambiente esterno, in una vertical farm si arriva
anche ad un raccolto ogni sei settimane. Oggi in Italia si vendono poco meno di 100.000
tonnellate l’anno di prodotti IV Gamma: quante fattorie verticali sarebbero sufficienti per
produrli? Quanto è flessibile il mercato rispetto al prezzo? Sono domande che avranno presto
risposta….
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Secondo mercato, le piante aromatiche, con consumi annuali per un valore di circa 120
milioni di euro. Non è contabilizzata l’autoproduzione, che è rilevante. Nonostante ciò
importiamo molto e non solo piante che non sono coltivabili in pieno campo da noi. Per fare
un esempio, lo zafferano, l’oro rosso. Ne produciamo al massimo 600 chili l’anno, ma negli
anni cattivi scendiamo a 450 chili. Ne importiamo invece circa 22,5 tonnellate. Le fattorie
verticali sono perfette anche per coltivare il fiore del crocus. È stato infatti messo a punto un
metodo in idroponica che permette due raccolti l’anno, grazie al fatto che la pianta è isolata
dall’ambiente esterno. Anche il risotto alla milanese e la spigola di Montalbano profittano dal
vertical farming…
Ci sono poi le piante officinali e farmaceutiche, quelle che vengono coltivate per estrarre
principi o complessi attivi che vengono utilizzati in una miriade di produzioni (basta pensare
ai coloranti vegetali). Per restare solo al caso delle piante per uso farmaceutico ed erboristico,
la coltivazione idroponica o aeroponica in vertical farm permette, oltre alle rese maggiori,
anche la riduzione al minimo della contaminazione da agenti estranei e il controllo della
crescita della pianta e della produzione dei complessi utili. Variando la somministrazione di
nutrienti in quantità e contenuto si può anche influire sul peso relativo di un principio attivo
rispetto ad un altro, mentre agendo sull’irrigazione se ne può aumentare la concentrazione.
Infine, nelle vertical farm si possono coltivare varietà che crescono con difficoltà o che non
crescono affatto da noi e anche piante “delicate” come la marijuana… terapeutica.
Quarto mercato, appena nato ma potenzialmente in grande espansione, quello delle specie
vegetali che, se coltivate in modo controllato, risultano prive di sostanze che non
vengono tollerate da una parte della popolazione, che così deve sopportare una
restrizione della propria dieta. Fornendo nutrienti privi delle sostanze non tollerate, che non
sono necessarie alla pianta per crescere, esse non saranno presenti. Un caso già in produzione
in Italia è quello del pomodoro coltivato in idroponica e privo di metalli pesanti, come il
nickel. Anche la pummarola nickel-free si addice alle vertical farm…
Il programma delle conferenze di AquaFarm 2017 è disponibile nella sezione Programma del
sito web
www.aquafarm.show.
La partecipazione è gratuita, questo il link per l’accreditamento online. Sarà comunque
possibile registrarsi anche i giorni dell’evento presso la sede della Fiera.