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AquaFarm 2018 - PORDENONE
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Marco
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AquaFarm 2018 sempre più riferimento internazionale per acquacoltura, vertical farm e algocoltura A due mesi dalla seconda edizione della manifestazione alla Fiera di Pordenone il programma delle conferenze prende forma con un’attenzione alle tematiche di maggiore interesse a livello internazionale nei singoli settori. Pordenone, 12 dicembre 2017. AquaFarm 2018, in programma presso Pordenone Fiere il 15 e 16 febbraio 2018, entra negli ultimi due mesi di preparazione con una proiezione tematica e di partecipazione sempre più internazionale. Gli spazi disponibili nell’area espositiva, significativamente più estesa rispetto alla prima edizione, sono quasi esauriti con l’arrivo di aziende italiane e internazionali che avevano atteso di constatare il successo della manifestazione alla prima edizione prima di impegnarsi direttamente. Tutte le partnership sono state rinnovate ed estese, da API (Associazione Pescicoltori Italiani) e AMA (Associazione Mediterranea Acquacoltori) all’Association for Vertical Farming (AVF), ed altri patrocini a livello internazionale sono in fase finale di definizione. Soprattutto, il programma delle conferenze si avvia a rinnovare e superare in ricchezza e qualità quello già largamente lodato dello scorso gennaio. Aquafarm 2018 sarà caratterizzato dalla usuale tripartizione delle tematiche generali tra acquacultura marina e d’acqua dolce, vertical farming e colture fuori suolo, e alghe. Rispetto alla scorsa edizione, sebbene le tematiche abbiano una propria chiara identità, si sono ricercate le intersezioni e le sinergie tra di esse. Per fare qualche esempio: l’acquaponica è un argomento trattato sia nell’acquacoltura che nel vertical farming, le alghe sono anche esaminate come fonte di olio, integratori e proteine per la mangimistica ittica, diversi interventi illustrano le applicazioni dl vertical farming per l’allevamento sussidiario di insetti per la produzione di farine sempre per la mangimistica. Nel campo dell’acquacultura, una novità assoluta sarà la presentazione, a cura del Maritime Research Institute di Bergen in Norvegia, dei risultati del programma di miglioramento genetico di alcune specie di salmone utilizzando le tecniche di editing del genoma che vanno sotto il nome di CRISPR-CAS. Un argomento esaminato in profondità a seguito delle richieste del pubblico sarà l’ottimizzazione e personalizzazione delle ricette dei mangimi, verranno presentate le nuove tecnologie biologiche e chimico-fisiche per la disinfezione e il trattamento delle acque da allevamento, si esploreranno le nuove tecniche per la crioconservazione a bassissima temperatura e il potenziale che queste offrono per il pesce allevato italiano di allargare il proprio mercato all’esportazione. Per le Vertical Farm e coltivazioni fuori suolo, un’inedita attenzione verrà posta al dibattito in corso sul superamento del concetto di “biologico” stimolato dai progressi rapidissimi che le idroponica e acquaponica stanno portando alla produzione di cibo sostenibile. Si sfaterà in modo definitivo il mito che attribuisce scarso sapore ai prodotti delle vertical farm e del fuori suolo in genere, ed infine si assisterà in diretta alla realizzazione di una fattoria verticale nell’area espositiva della manifestazione. Nel campo della coltivazione delle alghe, si è alla vigilia di una svolta nell’efficienza nei costi della coltivazione e nella ricchezza di sostanze utili, innovazioni che le conferenze dedicate al tema in AquaFarm esamineranno in anteprima per alcuni argomenti: dalle materie prime per la chimica verde, dai principi attivi per la nutraceutica fino al sempre più vicino utilizzo per l’energia e la depurazione, ai nutrienti per i mangimi, dove la manifestazione vedrà la presentazione di una ricerca tutta italiana di rilievo mondiale che potrà portare ad un cambio di paradigma nell’utilizzo delle alghe coltivate per sostituire le risorse oceaniche, sempre più sotto pressione. Maggiori dettagli su AquaFarm, le possibilità di partecipazione e il programma delle conferenze sono disponibili su www.aquafarm.show.
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13/12/2017, 14:33 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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AquaFarm 2018 sempre più riferimento internazionale per acquacoltura, vertical farm e algocoltura
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13/12/2017, 14:35 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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La verità sulle alghe: organismi meravigliosi, ma da addomesticare
AquaFarm si incarica di raccontare e presentare quello che veramente si può fare oggi e si potrà prevedibilmente fare nell’arco di cinque anni con le alghe coltivate. E spiegherà che, come sempre, è tutta una questione di prezzo. Nelle sessioni dedicate il 15 e 16 febbraio alla Fiera di Pordenone.
Pordenone, 25 gennaio 2018. Le alghe sono veramente organismi meravigliosi, soprattutto quelle piccolissime, le microalghe. Sono in grado di sintetizzare una quantità incredibile di sostanze utili, dalle proteine ai composti vitaminici sino ai due acidi grassi elementari, eicosepentenoico (EPA) e quello docosaesaenoico (DHA) che sono i precursori dei tanto preziosi Omega-3. In effetti, proprio da EPA e DHA contenuti nelle microalghe gli organismi che le mangiano, dal krill a via via tutti quelli che stanno più in alto nella catena alimentare, traggono i mattoni base per produrre gli acidi grassi benefici (per cui noi li mangiamo…).
Viste le loro caratteristiche, non stupisce che si sia pensato di mettere le alghe a lavorare per noi, coltivandole in modo intensivo, facendole crescere più velocemente di quello che avviene in natura, utilizzando diversi metodi per spingerle a produrre in maggiore quantità e proporzione le sostanze che ci servono.
In questa ricerca ormai centenaria gli ultimi settantanni hanno visto un’accelerazione molto significativa. Il passaggio dalle coltivazioni all’aperto a quelle a ciclo chiuso, basate sui fotobioreattori, ha moltiplicato il rendimento per unità di superficie. Le ricerche sulla fisiologica delle microalghe hanno portato a scoprire che se “stressate” alcune specie sintetizzano maggiori quantità di sostanze utili, in particolare i lipidi (grassi) da cui è possibile ricavare persino carburanti a bilancio neutro di carbonio.
La coltivazione delle alghe, che ormai avviene su scala industriale ha però messo in rilievo una verità che molti, non gli operatori che ci lavorano tutti i giorni, ma chi vede in essa un facile business, o una componente “di moda” a progetti architettonici ed urbanistici, dimenticano. Le alghe, come i replicanti di Blade Runner, non sono macchine, sono organismi, e per di più antichissimi, enormemente più antichi di noi. E come tutti gli organismi, hanno comportamenti che spesso non corrispondono a quelli che noi desidereremmo avessero. Per esempio, hanno la tendenza a depositarsi sulle superfici piane, e formare delle colonie che producono pellicole. Risultato, la luce non riesce a passare, e la crescita si arresta nel fotobioreattore. Oppure, è vero che le alghe contengono molte sostanze utili, ma spesso ne serve una sola (per esempio l’olio), che va quindi estratto, il che non è né semplice né a buon mercato. Le analisi variano, ma si arriva facilmente a un 30% e oltre del costo finale. Ancora, nella fase di coltura, la densità delle alghe per unità di volume, nonostante l’acqua appaia verdissima, non è elevata. In una coltivazione a stagno all’aperto, che è quella che garantisce i costi più bassi, la concentrazione è di 0,5 grammi per litro. Se si cerca di salire, le alghe soffrono di “sovraffollamento”. Questo è il motivo per cui si va verso coltivazioni di alghe autofototrofiche (quelle che hanno bisogno principalmente di acqua, CO2 e luce solare, come la spirulina e la clorella) con dimensioni enormi, centinaia di chilometri quadrati.
Naturalmente non ci scoraggiamo tanto facilmente, e per ognuno degli inconvenienti, si stanno cercando soluzioni e AquaFarm ne presenta alcune. Due esempi, Per abbattere i costi di estrazione delle sostanze utili, almeno per alcuni utilizzi, si può eliminare alla radice il problema utilizzando la biomassa algale senza separarne le singole componenti. Nell’intervento di Paola Branduardi dell’Università Milano Bicocca (Sessione Le Alghe al Lavoro, 15 febbraio) viene descritto come questa procedura permette di abbassare drasticamente il costo per kg del composto di proteine e olio, perfetto per i mangimi per pesci. Oppure si può fare in modo che siano le alghe stesse a espellere le sostanze utili, l’olio, per esempio, sottoponendole a stress non letali. In questo modo si evita la fase di estrazione, ma soprattutto non si uccidono le alghe e si possono fare più “raccolti” dalle stesse colonie, un modo per aggirare il problema della densità. Ne parla Natascia Biondi, ricercatrice dell’Università di Firenze esponendo la seconda fase, della produzione pilota, del progetto europeo PhotoFUEL (Sessione Biomasse algali, 16 febbraio).
Anche con le alghe stiamo diventando dei bravi addomesticatori, quindi. Ma forse la soluzione definitiva sarà quella di smettere di addomesticare organismi e costruire alghe che facciano esattamente quello che vogliamo, e niente di più. È un obiettivo lontano, ma non così lontano. È di appena otto mesi l’annuncio della modifica tramite tecnica CRISPR-CAS9 di un’alga per farle produrre molto più olio di quello che farebbe, ma soprattutto dei rinnovati successi della vita artificiale, ossia basata su DNA sintetici, di pionieri come Craig Venter. Allora avremo a che fare con macchine biologiche, chissà.
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25/01/2018, 17:50 |
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Marco
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Nel mercato dei frutti di mare è sempre più importante il segmento “gourmet”, per definizione di alto pregio e di alto costo, rivolto ad una clientela alla ricerca di una cucina raffinata. AquaFarm dedica al mercato dell’allevamento marino non-fish una sessione in collaborazione con AMA, l’Associazione Mediterranea Acquacoltori che riunisce gli operatori del settore. La sessione IL MERCATO GOURMET: L’ALLEVAMENTO DEI FRUTTI DI MARE in programma Giovedì 15 dalle 14.30, presentata da Eraldo Rambaldi, Direttore dell’AMA, fornirà dati economici e di struttura del mercato e presenterà esperienze e tecniche sperimentali e di produzione. Le specie esaminate saranno i ricci di mare, le oloturie, le capesante e i canestrelli, e le ostriche, nelle due forme delle ostriche plait rosa di Goro allevate sottocosta e delle sperimentazioni in mare aperto in corso nel Medio Adriatico. Interverranno: Davide Di Crescenzo - Consulente esperto in Acquacoltura sostenibile ed Acquaponica Edoardo Turolla - Istituto Delta Ecologia Applicata Piero Addis - Senior Researcher, Università degli Studi di Cagliari Arnold Rakaj - PhD, Università degli Studi Roma Tor Vergata Lucio Grassia - Biologo consulente Lorenzo Gennari - Biologo, BIVI Srl Maggiori dettagli su AquaFarm e il programma delle conferenze sono disponibili su www.aquafarm.show. La partecipazione è gratuita previa registrazione online a www.aquafarm.show/registrazione-per-lac ... farm-2018/.
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01/02/2018, 20:44 |
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Marco
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Pordenone, 5 febbraio 2018. In Europa la realizzazione di vertical farm, vere e proprie fattorie in cui la coltivazione fuori suolo si sviluppa in senso verticale, è partita in ritardo rispetto agli Stati Uniti e all’Estremo Oriente. In compenso alcuni di questi progetti sono estremamente avanzati dal punto di vista di impostazione e di tecnologia. In anteprima per l’Italia e per la seconda volta in Europa, ad AquaFarm, a Pordenone Fiere il 15 e 16 febbraio prossimi, viene presentato il progetto, già in parte operativo, dell’Abbattoir, realizzato riutilizzando parte degli spazi dell’ex-macello di Bruxelles. Il piano di recupero prevede dall’inizio l’inserimento di unità produttive di agricoltura urbana. Dall’anno scorso è attivo sul tetto di uno degli edifici di cui si compone il complesso, il mercato coperto Foodmet, una fattoria acquaponica di 1800 metri quadrati, la più grande di questo tipo realizzata in Europa, in grado di produrre contemporaneamente pesce e verdure. La fattoria utilizza il calore di recupero degli impianti di condizionamento del mercato per mantenere in temperatura l’acqua in ogni stagione. Inoltre, l’acqua piovana viene raccolta e utilizzata nella fattoria, avvicinandosi all’ideale di una produzione circolare del cibo. L’impianto è solo il primo passo negli sviluppi di agricoltura urbana nel complesso dell’Abbattoir, che al completamento costituirà un centro di produzione e distribuzione/vendita di cibo totalmente integrato. La municipalità di Bruxelles ha in programma di realizzare un totale di cinque complessi dello stesso tipo, uno per ognuno degli spicchi del pentagono su cui si estende la città. Per i visitatori di AquaFarm si tratta quindi di un’occasione unica per conoscere una vertical farm che può costituire un modello per le iniziative italiane che si basano sul recupero e il riuso di edifici dismessi. La presentazione del progetto è in programma nella sessione Città is the new campagna: il nuovo circolo virtuoso, di venerdì 16 febbraio dalle 15.30 alle 17.30. Nella stessa sessione verrà illustrato il progetto italiano di agricoltura in ambito urbano più avanzato oggi operativo, la fattoria idroponica HORTUS realizzata all’interno della F.I.CO di Bologna. A presentarla sarà Saverio Panata, Senior Architect della Carlo Ratti Associati. Nella sessione, moderata da Thomas Zöllner, Vice Presidente della Association for Vertical Farming, interverranno anche: Luisa Bonassi, Coordinatrice Eurovix nel progetto INAPRO, che da quattro anni è attivo nella ricerca sull’acquaponica; Vasileios Vallas CEO e Co-funder di PlantHive, che realizza unità produttive modulari per agricoltura domestica; Simone Venturini, titolare e responsabile Ricerca e Sviluppo di Nutritech, che parlerà di acquaponica opensource e la collaborazione pubblico-privato; Daniele Brigolin, ricercatore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, spiegherà come promuovere lo sviluppo di un agroalimentare verde mediante l’introduzione dell’acquaponica; Gaetano Benanti di Confcooperative, sull’acquaponica per il recupero delle periferie e la rigenerazione urbana, con il caso di Palermo; del ruolo fondamentale della community cui si rivolgono per lo sviluppo dei progetti di urban agricolture e vertical farm, parlerà invece Zjef Van Acker , presidente della cooperativa Groei NEST; chiuderà la sessione Cristian Chiavetta, dottore in Geoingegneria e Georisorse all’ENEA, che inserirà l’agricoltura urbana e le vertical farm nel più ampio quadro della simbiosi industriale come applicazione dell’economia circolare in agricoltura. Maggiori dettagli su AquaFarm e il programma delle conferenze sono disponibili su www.aquafarm.show. La partecipazione è gratuita previa registrazione online a www.aquafarm.show/registrazione-per-lac ... farm-2018/ .
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06/02/2018, 18:34 |
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Marco
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L’ALIMENTAZIONE CAMBIA. IDROPONICA, ALGHE, INSETTI: AQUAFARM FA CHIAREZZA Grilli sulla pizza, miracolose polverine blu, cibo "senza" tra necessità e moda; la manifestazione di Pordenone del 15 e 16 febbraio sfata qualche mito pop. Pordenone, 7 febbraio 2018. Da diverso tempo, con un’accelerazione negli ultimi mesi, i giornali e i siti web, per non parlare dei social, sono pieni di commenti e notizie relativi a novità, vere o presunte, sull’alimentazione. Alcuni esempi: polemici interventi sul prossimo arrivo della pizza con grilli e larve, consentito (anzi, incoraggiato) dalla direttiva europea sui Novel Foods; le alghe, soprattutto la spirulina, che alternativamente vengono presentate come una panacea o come un ingrediente quasi tossico da evitare; i cibi senza questo o quell’ingrediente o elemento che fanno parte della loro composizione tradizionale o naturale presentati come migliori indipendentemente dal fatto che il consumatore effettivamente sia allergico o intollerante agli stessi. La sessione LE NUOVE FRONTIERE DELL’ALIMENTAZIONE UMANA prevista ad AquaFarm venerdì 16 febbraio dalle 11.45 proprio nella Sala Novel Food, cercherà di fare chiarezza su questi ed altri argomenti. Si scoprirà così che l’introduzione degli insetti per l’alimentazione umana in occidente, a parte qualche eccentrico che si dedicherà a importare cibi tradizionali di altre colture, riguarderà i derivati degli insetti, essenzialmente farine proteiche (grazie a Marco Ceriani di Italbugs che gli insetti li alleva da anni in Olanda). Paolo Battistel, consulente agronomo internazionale, spiegherà che con le tecniche idroponiche è già possibile coltivare cibo senza all’origine, per esempio il pomodoro senza nichel (che è universalmente presente nel suolo in associazione con l’indispensabile ferro, ma non nei nutrienti idroponici). Graziella Chini Zittelli, ricercatrice del CNR, farà un quadro completo sulle microalghe per gli alimenti funzionali e nutraeutici, e se esistono rischi per la salute. Solo tre esempi di miti sfatabili di una conferenza moderata da Ettore Capri, Direttore dell'Osservatorio Europeo per l’Agricoltura Sostenibile, Università Cattolica del Sacro Cuore, in cui interverranno anche Gabriele Cipri di Livegreen e Alberto Niccolai dell’Università di Firenze.
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08/02/2018, 18:12 |
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Marco
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AquaFarm 2018 HIGHLIGHTS DEL PROGRAMMA
La seconda edizione della manifestazione offre 21 sessioni di conferenze con oltre 120 relatori. Segnaliamo qui alcuni dei temi di interesse per un pubblico di curiosi LAVORAZIONE, TRASFORMAZIONE, DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO ALLEVATO 16 febbraio dalle 11.00 Gli italiani mangiano circa 26 chilogrammi di pesce l’anno procapite, sopra la media europea, ma secondo le raccomandazioni della FAO dovremmo mangiarne di più: per quanto riguarda il consumo settimanale di proteine di origine ittica siamo infatti fermi a due terzi delle dose raccomandata. I prodotti dell’acquacoltura nazionale hanno tutte le caratteristiche nutritive per soddisfare questa esigenza. Il pesce e i molluschi hanno un posto di rilievo nella dieta mediterranea, ma l’atteggiamento delle giovani generazioni nei confronti dei prodotti ittici è problematico; le ricerche di mercato mostrano come siano considerati cibi di lunga e complessa preparazione, e spesso anche “fastidiosi” (spine, odori, scarti). Per superare questi ostacoli è necessario riscoprire e promuovere le ricette tradizionali a base di pesci e molluschi, ma anche innovare, soprattutto nel settore dei cibi pronti da cuocere e di facile consumo. Nella sessione si parlerà anche di certificazioni di sostenibilità, tecnologie avanzate per garantire l’identità e la qualità del prodotto e nuove modalità di distribuzione del pesce allevato fresco quali l' e-commerce. DOMANDA INCONTRA OFFERTA: QUANTO PAGA ESSERE SOSTENIBILI? 16 febbraio dalle 14.00 In tema di sostenibilità, sempre più spesso troviamo sugli scaffali e nei banchi frigo dei supermercati prodotti conservati, surgelati e freschi contrassegnati con marchio di certificazione di sostenibilità dei due o tre schemi di certificazione presenti nel nostro Paese. I nostri allevatori sono protagonisti di questo fenomeno ma quanto paga essere sostenibili? A questo interrogativo cercherà di rispondere la tavola rotonda tra rappresentanti della domanda, in questo caso della Grande Distribuzione Organizzata, e offerta (la filiera produttiva dell'acquacoltura).. IL MERCATO GOURMET: L’ALLEVAMENTO DEI FRUTTI DI MARE 15 febbraio dalle 14.30 ALLEVAMENTO DEI MOLLUSCHI: TECNOLOGIE E INNOVAZIONI 16 febbraio dalle 10.00 La molluschicoltura è il settore dell’acquacoltura italiana con la maggiore produzione in termini di volume grazie ai prodotti tradizionali come i diversi tipi di vongole e cozze. Gli italiani sono ghiotti di altre specie di molluschi, per cui dipendiamo dalla pesca e dalle importazioni. Eppure ricerche e sperimentazioni hanno messo in rilievo che nelle nostre acque è possibile e lo sarebbe molto di più allevare specie pregiate come ostriche (anche di qualità elavata), capesante, canestrelli, ricci di mare ( a rischio per la pesca eccessiva), e persino prodotti per l’esportazione ad altissimo valore, come l’oloturia (il cetriolo di mare), che sui mercati asiatici raggiunge quotazioni da capogiro. TRE SESSIONI DEDICATE ALL’ALGOCOLTURA 15 febbraio dalle 11.15 15 febbraio dalle 16.00 16 febbraio dalle 9.30 L’agricoltura è sempre più interessata alla minimizzazione dell’impatto ambientale delle sue attività, sia attraverso l’ottimizzazione dell’uso di pesticidi e anticrittogamici, sia riducendo la dispersione di reflui e acque ad elevata carica organica. In questo le alghe avranno un ruolo di alto profilo, fornendo biostimolanti e fertilizzanti naturali da una parte e operando come organismi fotodepuratori dei reflui zootecnici e delle acque. L’interesse degli operatori nazionali ed europei è tale che il 40% degli interventi delle tre sessioni dedicate all’algocoltura è dedicato a questo filone di ricerca e applicazione. COLTIVAZIONI FUORI SUOLO: LE SOLUZIONI PER I MERCATI DI OGGI 15 febbraio dalle 14.00 Le fattorie verticali, ossia le coltivazioni fuori suolo che si sviluppano in altezza, su più livelli, anche decine, vengono viste spesso come futuribili. Si tratta di un’impressione dovuta al fatto che il nostro Paese ha iniziato ad interessarsene in modo più ampio solo a partire da EXPO2015. Negli Stati Uniti, in Estremo Oriente e sempre più nel NordEuropa, le vertical farm si stanno diffondendo. Il fattore decisivo è che i mercati di sbocco per i loro prodotti esistono già ed esse consentono di servirli “a km zero”, come spiegherà Metro, il gigante tedesco della distribuzione che già sta producendo nei propri punti vendita. La gamma di varietà è sorprendente, dalle verdure ai microgreen, dalle erbe aromatiche e officinali agli ortaggi; e c’è persino chi sta pensando alla soia. Di quello che possono fare le fattorie verticali e di come potranno cambiare il rapporto tra aree urbane e produzione di cibo trattano relatori italiani ed internazionali con un linguaggio divulgativo ma rigoroso nella sessione Coltivazioni fuori suolo: le soluzioni per i mercati di oggi. Uno di essi, Matteo Benvenuti, fondatore del gruppo di lavoro Vertical Farm Italia, oltre a parlare ha realizzato una vertical farm funzionante e l’ha installata nel padiglione della Fiera. Vale una visita anche per i non addetti ai lavori. TECNOLOGIE E INNOVAZIONI PER LE COLTIVAZIONI SOILLESS 16 febbraio dalle 14.00 Ma i prodotti delle fattorie verticali e delle coltivazioni fuori suolo in genere (idroponica, aeroponica) sono “buoni” come quelli delle colture in pieno campo? In genere gli italiani si lamentano che i pomodori che mangiamo d’inverno, provenienti in grande percentuale dalle serre idroponiche olandesi, sono perfetti esteticamente ma hanno un sapore acidulo e poco pronunciato. Pochi sanno che i pomodori olandesi sono così perché i produttori e i consumatori normali degli stessi, in Nordeuropa, li vogliono così. Oggi le conoscenze genetiche e di fisiologia vegetale, le tecniche agronomiche e le tecnologie applicate alle colture fuori suolo sono talmente avanzate che agendo su varietà, irrigazione, fertilizzanti, nutrienti e luce si ottengono prodotti almeno equivalenti a quelli tradizionali, e anche con caratteristiche nuove.
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14/02/2018, 18:19 |
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Marco
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AquaFarm 2018 CONCLUSA LA SECONDA EDIZIONE: VISITATORI IN CRESCITA DEL 55% E AFFERMAZIONE INTERNAZIONALE Grande soddisfazione tra partecipanti, aziende, associazioni e istituzioni. 114 le aziende presenti di cui il 30% provenienti dall’estero. Preannunciate le date della prossima edizione: 14 e 15 febbraio 2019 Pordenone, 20 Febbraio 2018. AquaFarm conclude l’edizione 2018 con una crescita impetuosa: più 55% nel numero dei visitatori rispetto all’edizione 2017, di cui circa il 20% provenienti da 32 Paesi esteri. Un consuntivo largamente lusinghiero per la manifestazione, che ha potuto contare anche sull’aumento dell’80% dello spazio espositivo, del 50% dei marchi presenti direttamente o in rappresentanza (rispettivamente 110 e 4, il 30% provenienti dall’estero), e al raddoppio delle sale conferenze. Grande soddisfazione è stata espressa da tutti i protagonisti della manifestazione, che in solo due edizioni è diventata il punto di riferimento in Europa meridionale e sud-orientale e nel Mediterraneo per l’acquacoltura e l’industria della pesca, oltre che l’appuntamento obbligato per tutti i professionisti delle vertical farm e dello colture fuori suolo, nonché delle applicazioni industriali e ambientali delle alghe. Moltissimi i temi affrontati nelle sessioni convegnistiche, che hanno raggiunto il numero di 21 sulle due giornate, con 130 relatori, di cui quasi il 30% internazionali. Dovendo individuare le tematiche di maggiore interesse, una prima selezione comprende sicuramente l’acquaponica, ossia l’integrazione in un unico sistema di allevamento di pesci e di coltivazione di vegetali, con le estensioni che si stanno diffondendo che vedono la presenza di insetti, funghi ed alghe, formando vere e proprie unità di produzione biologica. Nell’acquacoltura, l’attenzione, oltre che sui temi “tradizionali” del quadro normativo, dei mangimi, della sanità e delle tecnologie, si è concentrata sulle ricerche genetiche di nuova generazione, sull’importanza delle fasi di lavorazione, distribuzione e commercializzazione del prodotto e dell’informazione del consumatore. Centrale in modo trasversale il tema delle certificazioni, sia nell’acquacoltura che nel vertical farming e nelle colture fuori suolo, per le quali ultime sono e saranno disponibili standard che aumenteranno le garanzie per il consumatore in termini di sostenibilità a 360 gradi e di qualità. Questione particolarmente importante anche vista la tendenza di realizzare vertical farm nelle aree urbane, valorizzando l’ampio patrimonio edilizio inutilizzato nelle città italiane ed europee, grandi e meno grandi, altro argomento di grande interesse per i partecipanti alle conferenze dedicate. Organizzatori e partner di AquaFarm sono già in pista per l’edizione 2019, di cui sono già state preannunciate le date: arrivederci al 14 e 15 febbraio 2019. Chi si fosse perso qualcosa di questa edizione, potrà trovare le presentazioni e altra documentazione sul sito dedicato, all’indirizzo www.aquafarm.show .
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20/02/2018, 18:21 |
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Marco
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Produttori italiani e GDO, un confronto in evoluzione ad AquaFarm 2018 Dalla tavola rotonda tra allevatori ittici e rappresentanti svoltasi il secondo giorno della manifestazione sono emersi punti di convergenza ma anche elementi controversi su come impostare la necessaria collaborazione tra produttori italiani di pesce allevato e grande distribuzione organizzata.
Pordenone, 26 febbraio 2018. Proseguono i bilanci ed i consuntivi degli innumerevoli incontri avvenuti nel corso di AquaFarm, la manifestazione di riferimento in Europa meridionale e sud-orientale e nel Mediterraneo per l’acquacoltura e l’industria della pesca, oltre che l’appuntamento obbligato per tutti i professionisti delle vertical farm e delle colture fuori suolo, nonché delle applicazioni industriali e ambientali delle alghe. Tra i temi che hanno sollevato l’interesse del pubblico c’è stato quello della centralità della distribuzione e commercializzazione del prodotto e dell’informazione del consumatore. Oltre che in sessioni di conferenza, l’argomento è stato affrontato nella seconda giornata da una tavola rotonda che ha messo a confronto rappresentanti della grande distribuzione ed allevatori. La tavola rotonda è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione Piscicoltori API, Skretting, azienda leader nella produzione di mangimi. Il tema del dibattito era comprendere quale fosse lo sviluppo delle politiche di acquisto della GDO e, soprattutto, come fossero gestiti gli aspetti correlati alla sostenibilità. Dopo un sondaggio iniziale su quali siano i principali aspetti da considerare per l’acquisto del pesce (più votati, provenienza Italiana, rispetto dell’ambiente, convenienza), è partita la discussione, moderata da Carlo Alberto Pratesi docente di Sostenibilità Innovazione e Marketing dell’Università Roma Tre, che ha coinvolto Luca Colella (Auchan Retail Italia), Armando La Marca (Metro Italia Cash and Carry) e rappresentanti degli allevatori italiani. La discussione si è svolta con un elevato grado di interattività con il pubblico che aveva a disposizione un cartoncino per esprimere il proprio parere in merito all’andamento della discussione, rispondendo anche a domande dirette del moderatore e del panel. La discussione basata sui punti emersi dal sondaggio iniziale, sugli stimoli provenienti dai relatori e interpretata con il giudizio dei partecipanti, ha portato ad alcuni spunti: alcuni condivisi, altri meno. Tra quelli condivisi: si dovrebbe valorizzare il «localismo», cioè la produzione nei luoghi in cui ci sono le condizioni ideali. Questo in parziale contrapposizione al km 0 è necessario comprendere quali siano i modi per portare la descrizione oggettiva della qualità al consumatore. La certificazione può aiutare la grande distribuzione è un influencer sui consumi e sui comportamenti dei consumatori. La discussione è invece rimasta aperta su: la GDO potrebbe iniziare a chiedere prodotti «distintivi» per agevolare le scelte del consumatore più esigente. Questo potrebbe andare in contrasto con i processi di standardizzazione ai quali gli allevatori sono stati chiamati fino ad ora. Potrebbero essere due fasi consecutive dell’evoluzione del mercato? non è chiaro come gli sforzi degli allevatori siano ripagati economicamente dalla GDO. Sugli stessi argomenti, in altri momenti della manifestazione è emersa l’esigenza di attivare nuovi schemi di certificazione che entrino nel merito della qualità del prodotto, sia come conseguente di una denominazione di origine che direttamente, sulla base di parametri nutritivi oggettivi.
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27/02/2018, 18:48 |
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