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Tesina sull'(Agro)biodiversità 
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Marco ha scritto:
Un primo consiglio: non sforzarti troppo di toccare tutte le discipline. Tanto esiste la seconda parte del colloquio.
Scegli u argomento di tuo interesse.


Okay, proverò a farlo! :D
Per adesso ho così strutturato la mia tesina:
GESTIONE DELL'AMBIENTE: Agrobiodiversità e agroecosistema
ECONOMIA: Avevo pensato di parlare del disastro avvenuto anni fa negli uliveti salentini a causa della xylella, potendomi così collegare all'esproprio che è stato eseguito in quella zona. Di conseguenza, volevo porre l'attenzione sul fatto che l'adozione di un sistema monocolturale, e dunque povero di biodiversità ha esposto le colture di olivo a un "suicidio di massa".
PRODUZIONE VEGETALE: A tal proposito, collegandomi ad economia, avrei potuto parlare dell'olivo e delle sue principali avversità.
PRODUZIONE ANIMALE: Non so ancora bene di cosa voler parlare: avevo pensato di concentrarmi sulle razze in via d'estinzione, oppure sceglierne una in particolare.
ITALIANO: D'Annunzio e "La pioggia nel Pineto"
STORIA: Qui ho pensato a due possibilità: o parlare della rivoluzione industriale e della conseguente intensificazione delle attività agricole che ha indubbiamente causato una riduzione notevole della biodiversità agricola; oppure parlare dell'operato dei monaci benedettini, i quali attraverso le loro attività agricole hanno contribuito al mantenimento di specie coltivate locali, permettendo così di conservare la biodiversità già nel Medioevo.
INGLESE: Agricoltura biologica in lingua inglese, essendo questo uno dei principali strumenti utilizzati per conservare la biodiversità.
GENIO RURALE: La conservazione della biodiversità (con riferimento al parco della biodiversità di Catanzaro)
TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI: Il marchio della biodiversità.

Se qualcuno potesse darmi qualche dritta, ne sarei molto contenta! :D


02/05/2018, 21:39
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A me pare sia un elenco di argomenti di varia natura che poco o nulla hanno a spartire tra loro, ma se le tesine si fanno così... :?

Premesso che la definizione di agrobiodiversità data dalla Treccani è la seguente:
"L’insieme di tutte le componenti della diversità biologica rilevanti per l’agricoltura e l’agroecosistema, tra le quali le varietà delle specie vegetali coltivate, le razze delle specie animali di interesse zootecnico, le specie di insetti (per es., api, baco da seta) e microrganismi (per es., lieviti, batteri, micorrize) utili";
o per dirla in termini più semplici è la biodiversità coltivata e dunque dovuta all'attività umana;

le osservazioni che mi sento di presentarti sono:

- la questione Xylella non vedo come possa logicamente concordarsi con l'agrobiodiversità, essendo caso mai legata alla globalizzazione e relativa diffusione di patogeni e parassiti; poi le piante non si suicidano, caso mai cercano di difendersi solo che purtroppo questo batterio si è mostrato fortemente aggressivo; inoltre non mi pare ci siano espropri (ai sensi art. 834 del C.C.) ma provvedimenti di sradicamento (per inciso in materia ci sono sentenze circa la legittimità della Legge Regionale sulle aree colpite da Xylella e dietro al dibattito e ai ricorsi forse anche l'ombra della speculazione, ma qui mi fermo per insufficiente competenza);

- esiste un "marchio della biodiversità" (vd. foto), chiamato Biodiversity friends, ma che è di proprietà di una Onlus, la World Biodiversity association, e che serve a detta associazione come identificazione nella documentazione e corrispondenza: non è che per caso intendevi il marchio del biologico?

- lascerei stare la rivoluzione industriale che è un argomento trito e ritrito, bene invece la biodiversità dovuta all'attività millenaria di chi ha coltivato e selezionato piante e conservato sementi e varietà;

- per la poesia di D'Annunzio certamente ti chiederanno di dire che sono sono botanicamente le 'coccole aulenti' e che impieghi possono avere :mrgreen:, perciò controlla;

Ah, dimenticavo, sul frontespizio delle tesina, giusto per far vedere che conosciamo anche l'arte, ci metterei il dipinto di Henri Rousseau Il sogno (1910, conservato al MoMA).


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02/05/2018, 23:40
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Alessandro1944 ha scritto:
A me pare sia un elenco di argomenti di varia natura che poco o nulla hanno a spartire tra loro, ma se le tesine si fanno così... :?

Premesso che la definizione di agrobiodiversità data dalla Treccani è la seguente:
"L’insieme di tutte le componenti della diversità biologica rilevanti per l’agricoltura e l’agroecosistema, tra le quali le varietà delle specie vegetali coltivate, le razze delle specie animali di interesse zootecnico, le specie di insetti (per es., api, baco da seta) e microrganismi (per es., lieviti, batteri, micorrize) utili";
o per dirla in termini più semplici è la biodiversità coltivata e dunque dovuta all'attività umana;

le osservazioni che mi sento di presentarti sono:

- la questione Xylella non vedo come possa logicamente concordarsi con l'agrobiodiversità, essendo caso mai legata alla globalizzazione e relativa diffusione di patogeni e parassiti; poi le piante non si suicidano, caso mai cercano di difendersi solo che purtroppo questo batterio si è mostrato fortemente aggressivo; inoltre non mi pare ci siano espropri (ai sensi art. 834 del C.C.) ma provvedimenti di sradicamento (per inciso in materia ci sono sentenze circa la legittimità della Legge Regionale sulle aree colpite da Xylella e dietro al dibattito e ai ricorsi forse anche l'ombra della speculazione, ma qui mi fermo per insufficiente competenza);

- esiste un "marchio della biodiversità" (vd. foto), chiamato Biodiversity friends, ma che è di proprietà di una Onlus, la World Biodiversity association, e che serve a detta associazione come identificazione nella documentazione e corrispondenza: non è che per caso intendevi il marchio del biologico?

- lascerei stare la rivoluzione industriale che è un argomento trito e ritrito, bene invece la biodiversità dovuta all'attività millenaria di chi ha coltivato e selezionato piante e conservato sementi e varietà;

- per la poesia di D'Annunzio certamente ti chiederanno di dire che sono sono botanicamente le 'coccole aulenti' e che impieghi possono avere :mrgreen:, perciò controlla;

Ah, dimenticavo, sul frontespizio delle tesina, giusto per far vedere che conosciamo anche l'arte, ci metterei il dipinto di Henri Rousseau Il sogno (1910, conservato al MoMA).


Innanzitutto la vorrei ringraziare per tutti i messaggi di ausilio, sia vostri che degli altri utenti.
Preciso che la penso come lei per quanto riguarda la tesina. L'impostazione dell'orale che dovrò affrontare all'esame di maturità "esige" di trattare un argomento che sia trattato in modo omogeneo in tutte le discipline, il che mi porta anche a dover forzare una correlazione che magari neanche esiste, però ahimè questo è.
Per quanto riguarda il caso della Xylella: mi è stato consigliato da un professore, non mi sono ancora informata per bene. Forse potrei optare per la tutela della biodiversità sottolineata all'interno della PAC(?)
Riguardo invece al marchio: sì, è probabile che il marchio sia quello biologico. Essendo che in inglese porto proprio l'agricoltura biologica, penso che possa essere utilizzato anche quello. Ovviamente dovrò confrontarmi meglio con la mia insegnate di riferimento.
Purtroppo le informazioni che vi riporto mi sono state inculcate da terze parti, mi scuso per la negligenza.


03/05/2018, 20:31
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Non hai motivo di scusarti.
Si studia appunto per progredire nella conoscenza e nessuno nasce imparato. Eppoi non è detto che le mie osservazioni siano giustificate, oppure qualcuno più preparato di me le potrebbe trovare inesatte....ubi maior minor cessat ;)

Cmq ho capito che si vuole una tesina dove emerga una sorta di fil rouge che cucisca le discipline curricolari, e tu hai scelto appunto biodiversità sensu latu: allora ti propongo di dare un'occhiata allo schema allegato (è in inglese, ma dato che è una materia di studio...). Come puoi vedere l'agriobiodiversità è un sottoinsieme della biodiversità, e a sua volta comprende diversi aspetti, alcuni dei quali penso senz'altro afferibili alle materie del V anno o del tuo corso di studi: potrebbe essere quello il filo conduttore su cui organizzare la tesina.
Personalmente non forzerei a tutti i costi; ossia collegare ciò che effettivamente è collegabile costruendo una esposizione continua, e per il resto semplicemente cogliere una suggestione per entrare in un'altra disciplina (es. la benissimo La pioggia nel pineto piuttosto che, per dire, il 5 maggio in quanto nella prima c'è una elencazioni di numerose specie botaniche che prospettano un ambiente naturale ricco e diversificato, richiamo che nemmeno pretestuosamente può offrire la vicenda di Napoleone Buonaparte). Come inglese potresti parlare, ovviamente in inglese, di Edward O. Wilson che coniò il termine di biodiversità.

Per la parte su cui più concretamente posso aiutarti, cioè quella fitopatologica, in Puglia (e adesso non più solo lì), oltre a Xylella c'è una seconda emerenza dovuta a Aleurocanthus spiniferus, che si può meglio coniugare con la biodiversità nel senso che, come generalmente capita per tutti gli organismi nocivi alieni, si espande a dismisura in quanto non trova - almeno inizialmente - antagonisti naturali. In casi analoghi spesso si importano i nemici naturali in un programma di lotta biologica: dunque se la agrobiodiversità è la biodiversità in qualche modo introdotta dalle pratiche agricole e umane, ci può stare un discorso di lotta biolgica e di IPM ( = Integrated Pest Management).


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Alessandro1944 ha scritto:
Non hai motivo di scusarti.
Si studia appunto per progredire nella conoscenza e nessuno nasce imparato. Eppoi non è detto che le mie osservazioni siano giustificate, oppure qualcuno più preparato di me le potrebbe trovare inesatte....ubi maior minor cessat ;)

Cmq ho capito che si vuole una tesina dove emerga una sorta di fil rouge che cucisca le discipline curricolari, e tu hai scelto appunto biodiversità sensu latu: allora ti propongo di dare un'occhiata allo schema allegato (è in inglese, ma dato che è una materia di studio...). Come puoi vedere l'agriobiodiversità è un sottoinsieme della biodiversità, e a sua volta comprende diversi aspetti, alcuni dei quali penso senz'altro afferibili alle materie del V anno o del tuo corso di studi: potrebbe essere quello il filo conduttore su cui organizzare la tesina.
Personalmente non forzerei a tutti i costi; ossia collegare ciò che effettivamente è collegabile costruendo una esposizione continua, e per il resto semplicemente cogliere una suggestione per entrare in un'altra disciplina (es. la benissimo La pioggia nel pineto piuttosto che, per dire, il 5 maggio in quanto nella prima c'è una elencazioni di numerose specie botaniche che prospettano un ambiente naturale ricco e diversificato, richiamo che nemmeno pretestuosamente può offrire la vicenda di Napoleone Buonaparte). Come inglese potresti parlare, ovviamente in inglese, di Edward O. Wilson che coniò il termine di biodiversità.

Per la parte su cui più concretamente posso aiutarti, cioè quella fitopatologica, in Puglia (e adesso non più solo lì), oltre a Xylella c'è una seconda emerenza dovuta a Aleurocanthus spiniferus, che si può meglio coniugare con la biodiversità nel senso che, come generalmente capita per tutti gli organismi nocivi alieni, si espande a dismisura in quanto non trova - almeno inizialmente - antagonisti naturali. In casi analoghi spesso si importano i nemici naturali in un programma di lotta biologica: dunque se la agrobiodiversità è la biodiversità in qualche modo introdotta dalle pratiche agricole e umane, ci può stare un discorso di lotta biolgica e di IPM ( = Integrated Pest Management).


Boia, ti chiamerò Professorone 8-)


04/05/2018, 2:25
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Alessandro1944 ha scritto:
Non hai motivo di scusarti.
Si studia appunto per progredire nella conoscenza e nessuno nasce imparato. Eppoi non è detto che le mie osservazioni siano giustificate, oppure qualcuno più preparato di me le potrebbe trovare inesatte....ubi maior minor cessat ;)

Cmq ho capito che si vuole una tesina dove emerga una sorta di fil rouge che cucisca le discipline curricolari, e tu hai scelto appunto biodiversità sensu latu: allora ti propongo di dare un'occhiata allo schema allegato (è in inglese, ma dato che è una materia di studio...). Come puoi vedere l'agriobiodiversità è un sottoinsieme della biodiversità, e a sua volta comprende diversi aspetti, alcuni dei quali penso senz'altro afferibili alle materie del V anno o del tuo corso di studi: potrebbe essere quello il filo conduttore su cui organizzare la tesina.
Personalmente non forzerei a tutti i costi; ossia collegare ciò che effettivamente è collegabile costruendo una esposizione continua, e per il resto semplicemente cogliere una suggestione per entrare in un'altra disciplina (es. la benissimo La pioggia nel pineto piuttosto che, per dire, il 5 maggio in quanto nella prima c'è una elencazioni di numerose specie botaniche che prospettano un ambiente naturale ricco e diversificato, richiamo che nemmeno pretestuosamente può offrire la vicenda di Napoleone Buonaparte). Come inglese potresti parlare, ovviamente in inglese, di Edward O. Wilson che coniò il termine di biodiversità.

Per la parte su cui più concretamente posso aiutarti, cioè quella fitopatologica, in Puglia (e adesso non più solo lì), oltre a Xylella c'è una seconda emerenza dovuta a Aleurocanthus spiniferus, che si può meglio coniugare con la biodiversità nel senso che, come generalmente capita per tutti gli organismi nocivi alieni, si espande a dismisura in quanto non trova - almeno inizialmente - antagonisti naturali. In casi analoghi spesso si importano i nemici naturali in un programma di lotta biologica: dunque se la agrobiodiversità è la biodiversità in qualche modo introdotta dalle pratiche agricole e umane, ci può stare un discorso di lotta biolgica e di IPM ( = Integrated Pest Management).


La ringrazio davvero tanto. Grazie a lei ho trovato diversi spunti su cui poter ampliare il discorso e, anche se all'inizio mi sembrava di aver intrapreso una strada cieca, adesso invece mi si sono aperte diverse possibilità. La ringrazio davvero tanto. :D


07/05/2018, 20:24
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