|
Autore |
Messaggio |
Sara90
Iscritto il: 27/07/2011, 11:14 Messaggi: 48 Località: Incisa valdarno
|
Salve, frequento l'università di agraria ed ho in mente di fare una Tesi sui danni degli ungulati alle colture. Vorrei avere qualche testimonianza diretta, per capire se un piccole aziende convenga di più la prevenzione oppure l'indennizzo dei danni. Vi ringrazio se potrete e vorrete aiutarmi.
|
17/12/2012, 16:29 |
|
|
|
|
Luke
Sez. Coltivazioni Forestali
Iscritto il: 16/09/2008, 15:33 Messaggi: 3186 Località: Firenze
Formazione: Diploma Perito agrario-Dottore in Scienze e tecnologie dei sistemi forestali
|
Ciao Sara, dove frequenti l'Università? Potrebbe essere più indicato indirizzare uno studio del genere su realtà locali, anche perchè a livello nazionale richiederebbe troppo lavoro se volessi renderlo significativo. In cosa ti stai laureando? Per capire se impostarlo dal punto di vista della gestione faunistica o da quello della protezione delle colture. Ciao, Luca
_________________" La pagina di Io sono un contadino...e me ne vanto!" su Facebook!
|
17/12/2012, 16:35 |
|
|
Sara90
Iscritto il: 27/07/2011, 11:14 Messaggi: 48 Località: Incisa valdarno
|
Mi sto Laureando in Scienze Faunistiche all'università Degli Studi di Firenze. Il messaggio che sta passando negli ultimi tempi è quello di richiedere gli incentivi per la prevenzione da ungulati, anche se a volte il costo della prevenzione è maggiore del danno subito. Gli ATC non riescono ad accogliere tutte le domande in quanto i fondi sono appunto carenti, quindi la mia idea era di riflettere su questo,
Sara
|
17/12/2012, 18:05 |
|
|
Luke
Sez. Coltivazioni Forestali
Iscritto il: 16/09/2008, 15:33 Messaggi: 3186 Località: Firenze
Formazione: Diploma Perito agrario-Dottore in Scienze e tecnologie dei sistemi forestali
|
Un problema interessante, che penso possa essere oggetto di una riflessione; sai già chi sarà il tuo relatore? Considera che per la laurea triennale il lavoro da fare non è una vera e propria tesi bensì un'elaborato finale, considerando anche che i crediti riservati per tutto il lavoro sono se non mi sbaglio 6 per il tuo corso di laurea, quindi con indicazione di 40-50 pagine al massimo. Ciao, Luca
_________________" La pagina di Io sono un contadino...e me ne vanto!" su Facebook!
|
17/12/2012, 18:26 |
|
|
Flavio
Sez. Tartufi
Iscritto il: 16/01/2008, 1:19 Messaggi: 6071 Località: Sesto F.no (FI)
Formazione: Perito agrario e Dott. in Tut. e Gest. delle Ris. Faunistiche
|
Ciao, molto dipende dal tipo di danno e dal tipo di coltura in atto. Un ettaro di girasole non può rendere come un ettaro di vigna, quindi il danno economico è sicuramente molto variabile (e così il rapporto di convenienza fra prevenzione e risarcimenti). Un danno in vigna ti può far perdere anche 10.000 euro l'ettaro (e non è neanche la più catastrofica delle ipotesi), mentre il risarcimento danni può essere sì e no di un decimo della cifra.
_________________ Saluti, Flavio.
|
18/12/2012, 0:08 |
|
|
redcif
Iscritto il: 20/11/2012, 13:24 Messaggi: 677 Località: Montescaglioso provincia di Matera
Formazione: perito agrario
|
Se non erro tutte le sentenze di cassazione non parlano più d'indennizzo (che generalmente è forfettario e si ottiene dividendo l'importo stanziato per pagare i danni diviso tutte le pratiche di risarcimento danni) ma di danno subito dall'agricoltore.
|
18/12/2012, 0:14 |
|
|
Sara90
Iscritto il: 27/07/2011, 11:14 Messaggi: 48 Località: Incisa valdarno
|
Comunque un discorso di sola prevenzione non risolve la causa del problema, ne limita solo le conseguenze, penso che bisognerebbe avere una visuale molto più ampia del problema. Con la prevenzione non si fa altro che disincentivare gli animali a danneggiare dei punti precisi e non si fa altro però che far spostare l'animale in un altro luogo dove potrà poi fare lo stesso danno. Bisogna invece eliminare la causa e non cercare solo di limitare le conseguenze perché fino a che le cause non vengono "eliminate" il problema si ripresenterà all'infinito. La realtà è che il numero di ungulati è diventato più che non sostenibile per il nostro ambiente e lo si vede ogni giorno di più; e parlo, oltre che del discorso dei danni alle colture ed ai boschi, anche dell'avvicinamento della fauna alle abitazioni (che è già di per sé una cosa molto grave che denota un forte squilibrio fra numero di animali presenti e quelli che l'ambiente può sostenere!) e di conseguenza incidenti stradali ormai frequentissimi! Quindi penso che ci sia bisogno di una riorganizzazione per quanto riguarda la gestione degli ungulati a partire anche da un discorso economico che comprende anche il dimostrare che molte volte il rimborso dei danni (ovviamente associato ad abbattimenti controllati) ha un costo minore per il proprietario del fondo rispetto all'incentivo per la prevenzione (anche perché ovviamente bisogna pensare che ogni ATC ha una cifra massima da "concedere" per risarcimenti e prevenzione e non si può pensare che con la stessa cifra possano essere accolte in egual modo 10 richieste o 100, quindi bisogna di cercare di invertire la tendenza crescente a richiedere incentivi quando a volte appunto questo viene fatto senza uno studio dietro su cosa conviene di più fra incentivo e rimborso). Bisogna cercare di trovare metodi alternativi sia per risolvere il problema dei danni ai proprientari dei fondi, sia per evitare di attanagliare gli ATC fra mille richieste che ovviamente non potranno essere tutte soddisfatte! Gli ungulati sono considerati una calamità, a mio avviso bisognerebbe invece considerarli come una risorsa, sono proprio "loro" la soluzione a tutto il problema che si è creato. La mia Tesi vuole analizzare tutte le sfaccettature del problema per cercare possibili soluzioni soprattutto a livello di gestione ed a livello economico. Sono una Guadia Venatoria volontaria e quindi sono dentro alla realtà della tendenza alla diminuzione del numero di cacciatori, questo avviene per ovvie ragioni, oggigiorno infatti essere un cacciatore sta diventando sempre più una possibilità di pochi visto l'importo delle Tasse da pagare (oltre alle spese per l'attrezzatura). La figura del cacciatore io penso che sia di fondamentale importanza, che sia da tutelare! però allo stesso tempo le Province hanno bisogno di quei soldi e la mia Tesi è proprio questo, legato al disocorso dei danni degli ungulati, che vuole analizzare! Se qualcuno ha qualche dato da fornirmi su qualsiasi parte di Questo gliene sarei molto grata!
|
20/12/2012, 11:04 |
|
|
Flavio
Sez. Tartufi
Iscritto il: 16/01/2008, 1:19 Messaggi: 6071 Località: Sesto F.no (FI)
Formazione: Perito agrario e Dott. in Tut. e Gest. delle Ris. Faunistiche
|
Bisognerebbe prima chiedersi il perchè del sovrannumero... e quindi ricercata la causa, eliminare il problema. Non mi sembra che gli abbattimenti (anche massivi) possano risolvere il problema; nella mia zona ogni squadra di cinghialai porta via almeno una decina di capi a battuta (pochi giorni fa ne hanno abbattuti 28 in una volta sola). Le squadre sono diverse e vedo che un paio di volte la settimana escono in battuta. Possibile che con tutti questi abbattimenti vi sia ancora il problema del sovrannumero (e ti assicuro che i cinghiali di danni ne fanno davvero molti, con perdite ingenti di fatturato da parte delle aziende) ?
_________________ Saluti, Flavio.
|
20/12/2012, 15:13 |
|
|
Sara90
Iscritto il: 27/07/2011, 11:14 Messaggi: 48 Località: Incisa valdarno
|
Sicuramente per quella che è stata una pessima gestione venatoria! e per l'introduzione di Cinghiali provenienti dall’est europeo, con prolificità di gran lunga maggiore rispetto ai cinghiali italiani! ovviamente entra in gioco anche il foraggiamento d'adescamento, ma sempre ovviamente nei miei discorsi è implicito che debbano essere esclusi comportamenti "illegali" sennò ogni tesi potrebbe essere confutata!! Comunque non capisco come il tuo intervento possa aiutare la richiesta che avevo fatto nel mio Post.
|
20/12/2012, 15:33 |
|
|
redcif
Iscritto il: 20/11/2012, 13:24 Messaggi: 677 Località: Montescaglioso provincia di Matera
Formazione: perito agrario
|
Innanzi tutto Sara90, parlando di A.T.C. (Ambiti Territoriali di Caccia) parli di danni solo nel territorio cacciabile escludendo a priori le zone parco. La legge nazionale 157/92 prevede l'indennizzo dei danni da fauna selvatica (non solo il cinghiale) da parte degli Ambiti(c'è ne sono più di uno per provincia). La 157/92 o legge quadro è stata recepita dalle regioni con un'apposita legge regionale per la mia regione Basilicata è la 2/95, ogni regione ha demandato alle province la gestione della caccia, in effetti sono tenute ogni 5 anni a programmare piani faunistici (sempre disattesi). I cacciatori nei vari versamenti che ogni anno sono obbligati a fare per poter andare a caccia pagano 1 tasse di concessione nazionale 2 tasse di concessione regionale 3 A.T.C. di residenza + eventuali altri A.T.C. 4 Assicurazione. Nelle tasse di concessione regionale (che cambiano da regione a regione da noi in basilicata sono 84 euro) una parte (prevista per legge in percentuale) va alle associazioni venatorie secondo il numero degli iscritti, una parte deve essere data agli A.T.C. per risarcire i danni da fauna selvatica e una parte va a formare un capitolo di spesa sempre per miglioramenti faunistici (ripopolamenti). Nel tuo quesito parlavi di convenienza se prevenire o essere indennizzati, secondo te l'azienda agricola ha convenienza ad intentare una causa per farsi pagare il giusto? non credo proprio, il bello è che certe situazioni non si vogliono risolvere. Più tardi se ne hai voglia e sempre se ti dovesse interessare posso darti delucidazioni. Spero che tu non sia una cacciatrice, visto che sei una G.V.V..
|
20/12/2012, 16:15 |
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|
|