Bella domanda. Bisognerebbe controllare chi potrà accedere alla nuova classe (quali lauree). Comunque, per i vecchi laureati in medicina veterinaria e che insegnano nell'attuale A074, rimarrà così, magari potendo insegnare anche le altre discipline (con ovvi problemi). Comunque direi di attendere, per il prossimo anno non se ne parla. Ciao, Marco
si,penso che tecnicamente sia così.....certo ke qualora noi vet,dovessimo insegnare anche vs discipine....sarebbe davvero un bel casinooo!!! Ma questa è la scuola della qualità che vorrebbe il nostro carissimo ministro...
Certo, è un pericolo. Comunque le contraddizioni esistevano anche in passato (laureati in agraria senza esami in zootecnia e laureati in forestale nell'A074). Ciao, Marco
secondo me i colleghi veterinari potranno, per completare eventualmente l'orario settimanale a 18 ore, insegnare le biotecnologie, previa riconversione della loro classe di concorso (attuale A074) certamente non potranno insegnare le Scienze Agrarie (attuale classe A058) E' vero che molti laureati in scienze agrarie ed in scienze forestali, non sempre hannpo sostenuto gli esami relativi alle discipline zootecniche, però, in passato (DM settembre, 1982) ( concorsi a cattedre) , hanno dovuto superare il concorso a cattedre e di abilitazione, il problema semmai è sorto successivamente col blocco dei concorsi a cattedre e l'escamotage delle abilitazioni riservate! vera piaga della scuola italiana!
Come già ampiamente scritto dal prossimo anno la riforma Gelmini partirà solo dalle prime, non poteva evidentemente coinvolgere anche le altre classi, però la riduzione oraria colpirà tutte le altre classi ad eccezione dell'ultimo anno. La riduzione delle ore settimanali riguarderà per anni le seguenti discipline(Italiano, matematica, chimica agraria, scienze agrarie e l'insegnamento tecnico pratico), in quanto tutte le classi avranno un orario settimanale ridotto a 32 ore.
Il titolo "Maturità Tecnica agraria" probabilmente sparirà e non avrà più valenza legale( oggi dopo il diploma si può accedere alla professione previo tirocinio biennale ed esame di stato), probabilmente la riforma licealizzerà il titolo di studio ed introdurrà la laurea breve per l'accesso alla professione di perito agrario come documentato dall'allegato comunque Viva l'Italia! Jacopo CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOMETRI E DEI GEOMETRI LAUREATI COLLEGIO NAZIONALE DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
C o o r d i n a m e n t o C O G E P A P I 0 0 1 8 7 R o m a , v i a d i S . B a s i l i o , 7 2 COMUNICATO STAMPA
Dopo la riforma degli istituti tecnici il chiarimento di ministero e ordini professionaliIl diploma non basta più per esercitare una professione intellettuale. Serviranno altri anni di studio Il diploma non basta più per esercitare una libera professione tecnica, come indicato dall'UE che ha richiesto, con una propria direttiva sin dal 21 dicembre 1988, una formazione di almeno tre anni dopo il ciclo di studi secondario superiore (post-Bac), per il riconoscimento dei titoli professionali a livello comunitario. Allo scopo di dissipare ogni dubbio interpretativo, i regolamenti di riordino degli istituti tecnici e professionali di cui all'articolo 64, comma 4, del decreto 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133", emanati dal presidente della Repubblica il 15 marzo 2010, hanno ridenominato i titoli finali di studio degli istituti tecnici e professionali come diplomi di "istruzione tecnica" e diplomi di "istruzione professionale" con l'indicazione dei relativi indirizzi. Sono state così superate le vecchie denominazioni dei titoli che tanti equivoci hanno provocato in passato, riproposti anche nelle scorse settimane da comunicazioni non corrette, che non hanno messo in evidenza che i titoli di "Geometra", "Perito Industriale", "Perito Agrario" e "Ragioniere" possono essere conseguiti solo a seguito dell'abilitazione all'esercizio delle relative professioni in base alle norme vigenti. La necessità di richiamare l'attenzione delle istituzioni scolastiche e degli altri soggetti interessati sulla necessità di dare corrette informazioni ai giovani e alle loro famiglie è stata ribadita dagli stessi rappresentanti del ministero, il direttore generale per gli ordinamenti scolastici e per l'autonomia scolasticaMario Dutto e il direttore generale per l'istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi informativi delle regioni Maria Grazia Nardiello, che si sono incontrati presso la sede del ministero con i presidenti di geometri, periti agrari e periti industriali (Fausto Savoldi, Andrea Bottaro e Giuseppe Jogna), confermando l'impostazione dei tre consigli nazionali: la nuova istruzione tecnica non è più inquadrabile come scuola terminale ai fini di una professione intellettuale. Il nuovo diploma, quindi, dovrà essere considerato solo come titolo necessario per l'accesso alle università e agli istituti tecnici superiori e non come titolo per accedere agli albi professionali. Un passaggio determinante che rappresenta un importante passo avanti per restare ancorati all'Europa. I tre presidenti si sono dichiarati soddisfatti di un incontro che ha avuto un preciso obiettivo: fare chiarezza sulle confuse interpretazioni che della norma hanno dato perfino gli stessi dirigenti dei sistemi scolastici regionali. Creando sconcerto, poi, tra i professionisti che ad un certo punto hanno visto traballare gli stessi principi chiave della riforma che invece rappresenta un importante passo in avanti verso una formazione adeguata agli standard europei. Erronee interpretazioni che, per esempio, hanno fatto credere che il nuovo titolo (diploma di istruzione tecnica) rilasciato dai futuri istituti tecnici sarebbe stato valido per accedere al praticantato, poi all'esame di stato e quindi all'albo professionale. Magari tratti in inganno dalla definizione stessa di professione, così come si legge nella norma, che è altra cosa rispetto a quella di "professione intellettuale". La prima, infatti, forma i soggetti che possono esercitare una professione nel vasto campo della produzione, la seconda ha una prerogativa diversa e come tale deve essere trattata, perché dispone della capacità creativa e quindi di sviluppare autonomamente progetti. Non si può comunque non sottolineare come questa riforma persegua il serio e intelligente proposito di uniformare il sistema di formazione e classificazione delle professioni intellettuali tecniche in soli due livelli formativi: il primo caratterizzato dalla laurea triennale o da un periodo di formazione post-secondaria equivalente, il secondo dalla laurea quinquennale o specialistica. Concepire un terzo livello vorrebbe dire tagliare fuori dal panorama delle professioni intellettuali i futuri tecnici che usciranno da questi istituti. Roma, 25 marzo 2010Benedetta Pacelli
Caro Jacopo, certo che bisognava superare il concorso a cattedre per l'abilitazione all'insegnamento. E ovvio che il problema si porrà solo per i "vecchi": per loro starà ai dirigenti scolastici assegnare le cattedre (dall'a.s. 2011/12) tenuto conto delle competenze dei singoli docenti.
Per quanto riguarda la valenza legale del titolo della maturità presso i tecnici agrari, le cose sono di fatto cambiate moltissimi anni fa (appunto, come dici tu, con l'obbligo del tirocinio e dell'esame di abilitazione). Lo ritengo un progresso: le cose sono cambiate, non è più sufficiente un quinquennio scolastico per fornire le competenze a un libero professionista (stesso dicorso per i geometri). Del resto, se oggi si richiede la laurea specialistica per insegnare alla scuola materna ... Ciao, Marco
carissimo Marco, non è affatto vero che bisognava sempre e comunque superare il concorso a cattedre per poter insegnare, altrimenti come ti spieghi i vari passaggi di cattedra dalle materne ai licei?, dalle private alle pubbliche? se non ricordo male bastavano due anni di supplenza in qualche istituto privato per accedere al corso abilitante e conseguentemente all'abilitazione all'insegnamento, inserimento nella graduatoria provinciale ed assunzione, talvolta, indipendentemente dalla preparazione e dalle capacità d'insegnamento. resto dell'avviso che le riservate dovevano riguardare i docenti di ruolo perdenti posto e non tutte le categorie. L'abilitazione all'insegnamento è un esame di stato e come tale va svolto, non dico due sessioni all'anno ma almeno una ogni due anni! sono contrario a tutti i tipi di condoni( edilizi, fiscali, etc), la scuola non può essere un ammortizzatore sociale! la possibilità di studiare va data a tutti, il posto,però, bisogna meritarselo. un abbraccio Jacopo
Anch'io sono contrario ai condoni. Per quanto riguarda il passaggi di cattedra, la domanda si poteva fare se si era in possesso dell'abilitazione a quella classe di concorso. Salvo casi per perdenti posto, soprannumerari e poco altro. Ciao, Marco
ciao Marco, nel tuo post hai detto:[Attualmente al Tecnico agrario (Cerere unitario) sono: 33 in seconda, 34 in terza e 35 in quarta. Considerando che le ore diventeranno di 60 minuti dal prossimo anno scolastico, se verrà applicata da subito la riduzione a 32 ore, la riduzione del tempo passato a scuola è veramente minima (da un calcolo veloce, aumenta di 30' in seconda, diminusce di 30' in terza, diminuisce di 70' in quarta).] ma per me non è n problema di tempo trascorso a scuola, non sono i 5/10 minuti di un'ora di insegnamento che fanno la differenza sostanziale! ma è ùn problema di materie che facendo così verranno tagliate prima si dice che la scuola deve essere prefessionalizzante e poi si tagliano le materie????????????? in tutto questo c'è una grossa contraddizione! inoltre quando un ragazzo si iscrive in una scuola superiore fa una scelta per quello che gli verrà insegnato e la scuola con l'offerta formativa ha firmato un contratto...........ora è inadempiente o sbaglio! Le riforme vanno fatte per dare un taglio più aderente alle nuove esigenze di preparazione, ma non nascondiamo i tagli sotto il nome di "riforma" diamo a questa riforma il suo vero nome "taglio di costi" e conseguentemente anche di posti di lavoro Nelle scuola si formano le generazioni futere avrebbe bisogno di ben altre riforme! a partire dai mezzi per andare avanti dignitosamente. Scusa la lunghezza dell'intervento, ma per me la scuola è molto importante. un saluto miria
Il discorso mio dei minuti è riferito al periodo transitorio (2°, 3° e 4° classe), dove, ripeto, non si tagliano materie (almeno al Cerere unitario). Diverso è il discorso della riforma, che parte dalla 1° classe. Non entro nel merito perchè le riforme si giudicano da come vengono attuate. Tutte le riforme proposte negli ultimi 10-11 anni (da ministri del centro-sinistra e da quelli del centro-destra) si assomigliavano moltissimo. Anzi, alcune prevedevano la scomparsa totale dei tecnici. Il discorso è complesso, la società è cambiata, il mondo del lavoro, delle professioni, delle competenze richieste... Ciao, Marco
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
Re: Riforma Istituti Tecnici Agrari
22/05/2010, 23:19
miriap ha scritto:ciao Marco, nel tuo post hai detto:[Attualmente al Tecnico agrario (Cerere unitario) sono: 33 in seconda, 34 in terza e 35 in quarta. Considerando che le ore diventeranno di 60 minuti dal prossimo anno scolastico, se verrà applicata da subito la riduzione a 32 ore, la riduzione del tempo passato a scuola è veramente minima (da un calcolo veloce, aumenta di 30' in seconda, diminusce di 30' in terza, diminuisce di 70' in quarta).] ma per me non è n problema di tempo trascorso a scuola, non sono i 5/10 minuti di un'ora di insegnamento che fanno la differenza sostanziale! ma è ùn problema di materie che facendo così verranno tagliate prima si dice che la scuola deve essere prefessionalizzante e poi si tagliano le materie????????????? in tutto questo c'è una grossa contraddizione! inoltre quando un ragazzo si iscrive in una scuola superiore fa una scelta per quello che gli verrà insegnato e la scuola con l'offerta formativa ha firmato un contratto...........ora è inadempiente o sbaglio! Le riforme vanno fatte per dare un taglio più aderente alle nuove esigenze di preparazione, ma non nascondiamo i tagli sotto il nome di "riforma" diamo a questa riforma il suo vero nome "taglio di costi" e conseguentemente anche di posti di lavoro Nelle scuola si formano le generazioni futere avrebbe bisogno di ben altre riforme! a partire dai mezzi per andare avanti dignitosamente. Scusa la lunghezza dell'intervento, ma per me la scuola è molto importante. un saluto miria