A volte leggendo vari forum o parlando con le persone mi viene da chiedermi se qualcuno ci considera.
Mi spiego. Se una persona deve costruire una casa fa comunque riferimento a un ingegnere, se si sta male a parte qualche consiglio di amici si fa comunque riferimento a un medico o a un farmacista, se ho un problema legale alla fine faccio riferimento a un avvocato, e così via. Invece se proponi a una persona di appoggiarsi a un tecnico (di qualsiasi livello) in agricoltura sembra che hai detto una cosa assurda. Mi sembra che nel campo agrario tutti pensino di saperne di più e meglio di chi ha studiato, magari anche solo per aver due piante sul balcone. Se provi a intervenire in una discussione con qualcosa di scientifico spesso ti senti dire ma si è sempre fatto così. Chi ha un approcio scientifico spesso è visto solo come uno che vuole usare mezzi dannosi per l'ambiente e non si pensa che magari abbiamo una visione globale. L'idea è che se si vietano certe sostanze naturali lo si fa solo per favorire le multinazionali e non per esempio perchè per quanto naturali sono dannose per ambiente o animali (uomo compreso). Per esempio una cosa che vedo nell'ambito della cooperazione è gente che si improvvisa tecnico, capisco che in alcuni casi le risorse (soprattutto economiche) non permettano di usare un tecnico agrario ma vedere gente che vuole introdurre colture nuove in un paese senza ragionare sull'impatto ambientale, o fare piani di concimazione senza avere una preparazione sugli effetti globali e nel lungo periodo mi preoccupa un po'.
Io non pretendo di saperne di più e meglio, però non mi piace neanche che anni di studio vengano tacciati spesso di nessuna importanza. So di avere ancora tanto da imparare, soprattutto sulla pratica, ma non per questo le mie conoscenze sono inutili. L'agricoltura ha sicuramente un forte impatto sull'ambiente sia nel bene che nel male, e credo che le conoscenze scientifiche e quello che studiamo possano aiutarci a affrontare la cosa in maniera globale, portanto a un miglioramento non solo nel breve ma anche nel lungo periodo.
Cara Iry, sono perfettamente daccordo con quanto hai scritto. E' vero che "la pratica val più della grammatica", ma una seria formazione scientifica è indispensabile, pena il ritenere generale ciò che invece è una situazione specifica. Hai fatto bene a ribadire che, come per costruire una casa si va dall'architetto o dall'ingegnere, così per problemi di carattere agronomico deve andare dall'agronomo, perito agrario o agrotecnico, e per problemi di salute dei nostri animali ci si rivolge al medico veterinario. Diffidare dei tuttologi e degli agronomi e veterinari fai da te. Ciao, Marco
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
Re: ma qualcuno ci considera?
26/08/2010, 22:48
Ciao Iry, non posso che darti ragione, ma purtroppo l'agricoltura è vista come un attività basilare, primitiva, e ognuno si sente autorizzato ad essere un guru, ma non è così, l'agricoltura ha tutti i suoi meccanismi, complicati e studiati dalla scienza dalla quale ormai non si può prescindere. Speriamo che qualcosa cambi, ma ci credo poco. Saluti Francesco
Mi associo e racconto un piccolo aneddoto, un agricoltore di grande esperienza aveva fatto solo questo di lavoro, ormai anziano teneva l'orto, un giorno andai a trovarlo e vidi che schiacciava le coccinelle che stavano su alcune piante cariche a "manicotto" di afidi, mi stupii e domandai perché? risposta: "ma cosa vi insegnano a scuola? sono loro che portano gli afidi" che dire la pratica non basta, ma non facciamo l'errore inverso di credere che per aver letto un paio di libri sull'argomento si sa tutto. Nel nostro campo, più di altri, ritengo che le due cose devono andare a braccetto, saluti, Mario
Per una volta non sono felice di aver ragione. Sarà che la prospettiva di affacciarmi sul mondo del lavoro sembra un po' nera, ma vista così non è entusiasmante.
Per la pratica sicuramente è importantissima, anche se da un punto di vista lavorativo a volte mi preoccupa che chiedano tutti esperienza (ma questo è un problema generale) e ci si chiede come si fa a fare esperienza se nessuno assume i "novellini", considerato che almeno in teoria dovremmo avere alle spalle dei periodi di tirocinio e quindi avere un minimo di pratica. Poi bisogna sempre ricordarsi che la scuola ci da un metodo e delle conoscenze di base, poi ci specializzeremo sul campo. Ma queste conoscenze sono quelle che penso ci permettano una visione globale delle problematiche.
Avete ragione, ma ancora una volta mi permetto una osservazione che, qui da noi, è vietata. Vorrei chiedervi: A VOI, dopo aver studiato, è mai venuto il dubbio di AVERE ANCORA MOLTO DA IMPARARE? Non certo da quelli con due piante sul balcone, o anche con 10000 campi: intendo dire che parliamo tanto di scienza, ma perdonatemi, la nostra (E DICO NOSTRA!) cultura è di spessore misero. E questo non per il valore in se stessa, ma per i miseri magheggi figli dell'uomo dei quali oggi è vittima sofferente nei Paesi Occidentali. E' stata la prima cosa della quale mi sono accorto (e vergognato!) di fronte a colleghi che ne sapevano molto, molto ,molto TROPPO più di me. Colleghi che venivano da distante, ovviamente. Quella che studi non è la scienza, cara Iri, è la parola dei vincitori delle nostre parti, che è tutt'altro. Figlia degli interessi, dei poteri in campo, della convenienza. Ecco, chiedo scusa ma io non sopporto coloro che non hanno studiato e credono di sapere tutto, ma per la medesima ragione non sopporto neppure chi si è preso la RIDICOLA laurea che oggi consegnano le nostre università e non capisce di essere SOLO all'inizio di una lunga strada verso la conoscenza VERA. Sono essenzialmente arrabbiato con questi secondi e il motivo è che, se non siamo per primi NOI ad accorgercene, come potremo mai porvi rimedio? Restituire alla scienza il vero valore di questa parola. Il resto fa ridere: l'università ha semplicemente parcheggiato diverse centinaia di migliaia di ragazzi che non si sapeva come occupare per molti anni. Spesso non sanno neppure parlare correttamente l'italiano, come vedi anche in questo forum.
caro curcuma come spesso accade nn perdi occasione per non tacere si capisce lontano un miglio lo sfogo di Iry e cioè chi ha creduto per anni in quello che stava facendo e poi dovere scontrarsi con una realtà dura ed amara. Chi se ne fraga se nn scrive bene in italiano, in questo paese nn lo fà neanche il presidente del consiglio? Anche a me danno fastidio quelli che credono di sapere tutto per saper coltivare 2 piante.Il problema è che noi che abbiamo perso tempo nelle università ci qualifichiamo come agronomi, in tanti nel forum ed anche oltre criticano ma nn dicono nè la loro formazione e nè di che cosa si interessano. Ma veramente sei convinto/a che quello che viene insegnato nelle università :"Quella che studi non è la scienza, cara Iri, è la parola dei vincitori delle nostre parti, che è tutt'altro. Figlia degli interessi, dei poteri in campo, della convenienza" sia solo questo? Sai quanti sottopagati o spesso per nullapagati si impegnano in progetti di ricerca? Quanti giovani ricercatori che si sono formati in giro per il mondo con tanti sacrifici accetterebbero compromessi per fare gli interessi economici delle aziende? Per me molto pochi. C'è una grande dignità negli atenei italiani mortificati invece da una banda di malgovernanti che crede che tutto si faccia con le cifre alla mano. Personalmente conosco decine di ricercatori universitari ed in generale della ricerca pubblica italiana che si impegnano tanto con risorse spesso irrisorie da nn avere neanche fondi per un toner
concordo con Eugenio, non si devono denigrare nè le nostre scuole nè le nostre università, ma bisogna impegnarsi perchè continuino a essere di qualità.
Mi fa piacere che abbiate risposto in tanti a questa bella domanda che iry ha posto.
Che sia il passato del nostro Paese, esclusivamente agricolo, che porta le conseguenze ancora oggi? Secondo me fa proprio parte della nostra cultura popolare, che alcune persone tentano di mantenere, magari non avendone nemmeno la competenza; oggi anche il mondo agricolo è totalmente diverso, a partire dalla grande azienda agricola specializzata al piccolo orticello sotto casa, e necessita di figure professionali di riferimento, per qualsiasi tipo di lavoro.
Comunque cara iry non ti abbattere mai, perchè il mondo dell' agricoltura ha bisogno di persone con idee nuove; per adesso ti consiglio di continuare a studiare cercando di mantenere sempre un contatto con il mondo reale che ti aiuterà a capire se quella che stai percorrendo è la direzione giusta. a presto, Luke