Personalmente, ho conseguito da privatista il diploma di "tecnico dei servizi della ristorazione" e adesso provo a fare lo stesso per quello di Agrotecnico (agricoltura e sviluppo rurale).
Essenzialmente mi piace studiare e gli argomenti sono di mio interesse, inoltre al termine dello studio è cosa gradita avere un riconoscimento, diploma, qualifica o qualunque altra cosa si possa mettere dentro una cornice.
La legge non lo vieta ed è molto economico (12 euro per l'esame + i libri). Impegna soltanto per un paio di anni senza obbligo di frequenza e consente di avere dei titoli utili per l'attività lavorativa, con o senza scopo di lucro.
I corsi serali sono una rarità, i corsi privati o di categoria si pagano!
I corsi regionali non ti danno le stesse competenze né titoli equipollenti, inoltre hanno una minore diffusione territoriale delle scuole superiori.
L'università non è sempre una strada percorribile, vuoi per motivi di impegno, vuoi per motivi economici.
I problemi comunque per i privatisti sono essenzialmente due:
1) Studiare.
2)Capire cosa studiare.
Ad oggi 24 gennaio non sono riuscito a trovare tutti i libri che mi servono. Inoltre a causa di riforme, errori, imprecisioni e mancata diffusione dell'informazione, non ho nemmeno un'esatta conoscenza delle materie oggetto di studio e dei testi consigliati, dei programmi, delle modalità didattiche o di quelle d'esame.
La sensazione è che gli esami per i privatisti siano riservati a casi sporadici ma conosciuti, come i ragazzi interni alla scuola che devono recuperare anni scolastici, per vari motivi
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Vi sono pochi riferimenti per gli autodidatti ed è sempre necessario un contatto con l'istituzione, senza però che ve ne sia realmente il modo.
Forse il diploma vuole essere ancora oggi un giudizio completo sulla persona, che riguarda la formazione globale di un individuo e non soltanto le sue competenze. Ma a me che sono più vicino ai quaranta che ai trenta, cosa mi interessa? Il giudizio sulla conoscenza etica e sulla condotta morale lo ricevo in ambiti diversi da quello scolastico! La formazione che cerco è di tipo professionale!
La sensazione invece è che l'incertezza, lo scherno e i bastoni tra le ruote, abbiano due altri scopi, molto reali: il primo è quello di indirizzare la persona verso altri e più onerosi ambiti (scuole private, associazioni di categoria, particolari bacini sociali e politici un tempo chiamati clientele), il secondo è quello di un giudizio espresso non con parole, ma attraverso azioni al limite dell'illegalità, tendenti perfino al fantastico: un giudizio che separa la buona messe dalla cattiva, dove è necessario vincere per governare e mantenere il primato. Divide et impera è un invito alla collaborazione, non alla guerra subdola, alla selezione della razza. Forse si riflettono nella scuola i problemi di una società stanca e poco abile, forse si tratta di una vecchia battaglia che ancora si consuma nei luoghi pubblici e affollati, più come incosciente gioco delle parti che come vera ambizione di potere.