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Continua il «boom» di iscritti alle facoltà di Agraria 
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Sez. Coltivazioni Forestali
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Iscritto il: 16/09/2008, 15:33
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Formazione: Diploma Perito agrario-Dottore in Scienze e tecnologie dei sistemi forestali
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Io mi sono laureato da un mese alla triennale in Scienze forestali e adesso sto seguendo la laurea magistrale (in un altro post se volete parliamo di questa riforma scolastica! :shock: ) per cui ancora non ho avuto modo completamente di mettere alla prova le conoscenze acquisite al mondo del lavoro.
Caro Jacopo, se è come dici che le competenze di possono ( o si devono?! aggiungo io) acquisire dopo la laurea, questo vuol dire che attualmente il percorso di studi non prepara figure professionali pronte ad entrare nel mondo del lavoro?
Ciao,
Luca

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17/03/2013, 19:31
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Iscritto il: 08/05/2008, 19:16
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incomincia a rispondere a queste domande: sai stimare un fondo rustico?un fabbricato, sai fare una indagine vegetazionale, una divisione ereditaria, un frazionamento, un accatastamento, un progetto di un fabbricato rurale, sai diagnosticare le malattie crittogamiche, sai riconoscere gli insetti, sai fare un piano di difesa, conosci la buona tecnica colturale di una azienda, etc, conosci la bibliografia per rispondere a quesiti che non conosci, sei curioso, ti informi, sei studioso, se si sarai un bravo tecnico


17/03/2013, 20:21
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Iscritto il: 08/05/2008, 19:16
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non vorrei che il boom di iscritti ad agraria dipendesse dal fatto che molte facoltà ormai sono a numero chiuso?


17/03/2013, 20:30
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Io mi son laureato in Agraria a Milano nel 1987, provenivo dall'istituto agrario ed ho fatto parecchia fatica nelle discipline matematiche/fisiche/chimiche. Appena però si è passati a studiare materie come Entomologia, Patologia Vegetale, Coltivazione erbacee ed arboree, Estimo, Gestione aziendale, Economia e politica agraria ecc, chi come me proveniva dagli istituti tecnici procedeva molto celermente.
La semplicità della facoltà non solo non era percepita da nessuno, ma addirittura gli stessi aspiranti ingegneri che con noi erano "vicini di casa" (nel senso della location della facoltà in piazza Leonardo da Vinci), quando ci trovavamo nelle sale studio,qualche volta si stupivano della complessità degli studi agrari...
Mi ricordo che in qualche occasione nascevano delle conversazioni sulla diversità fra le varie materie che si approfondivano ad agraria, nel senso che da una disciplina si passava ad un'altra che con la prima non aveva niente a che vedere, mentre per loro tutto era collegato.
Volevo solo portare questo ricordo a mo di piccolo contributo :)

Un Caro saluto,
Vinero

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Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a quelli che sognano solo di notte (Edgar Allan Poe)


17/03/2013, 22:13
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grazie del contributo per i dovuti chiarimenti, gli agronomi sono professionisti poveri si, ma non fessi...............


18/03/2013, 15:57
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Salve,
discussione molto interessante! Io sono alla fine del secondo anno di scienze e tecnologie agrarie e confermo l'aumento vertiginoso delle immatricolazioni. Aggiungerei però un elevatissimo numero di abbandoni e di fuori corso, infatti pochissimi riescono a stare al passo con gli esami ed a raccimolare i crediti necessari per la laurea.
Come già detto "Agraria" è sottovalutata, la gente si iscrive credendo di prendere la laurea con un dito nel naso. Fortunatamente non è così: solo chi è davvero determinato ed interessato alla materia ce la fa. ;)

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solo gli stupidi non cambiano idea


21/04/2013, 14:46
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Località: San Severo (FG)
Formazione: Geometra, Laureando in Scienze e Tecnologie Agrarie
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Quello che dite è molto giusto.. io vorrei parlare da laureando al terzo anno all'ateneo di Foggia, che cmq è una unversità di "provincia" in tutti i sensi; è vero facciamo tantissime materie, però parlando della mia situazione: noi siamo massimo una trentina (forse 25), siamo partiti in 50-60 e poi siamo calati al primo semestre già a 30, ora ne siamo ancora meno... i professori per ogni esame ci fanno eseguire e portare lavori che sono d'esercizio per la libera professione e che ricoprono un ruolo importante nella valutazione del voto d'esame. per concludere: la bellezza di scienza agrarie è proprio il largo margine di materie (che non bastano neanche secondo me)...


24/04/2013, 13:08
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Iscritto il: 02/08/2012, 12:14
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Località: Udine
Formazione: Diploma di Perito Agrario
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Volevo dare il mio parere: sono uno studente del primo anno del corso Scienze Agrarie, dell'Università di Udine. Provengo da un Istituto Tecnico Agrario. Potrei concordare con tutti i pareri espressi fin'ora: è obiettivamente vero che la facoltà di Agraria (ed in particolar modo mi riferisco al corso Scienze Agrarie) offre un'infarinatura generale su un numero elevato di materie, ma senza approfondirne nessuna. Studiamo biologia, ma non siamo biologi, studiamo estimo ed economia, ma non siamo commercialisti, studiamo ingegneria agrarie e costruzioni, ma di certo non abbiamo la preparazione di ingegneri. E cosa siamo allora? Siamo una figura piuttosto eterogenea sul fattore materie... ma sul fattore competenze? Certo, è vero che le competenze si fanno sul campo, ma si presume che una laurea dovrebbe apportare un discreto carico di informazioni necessario ad acquisire queste competenze. Per Scienze Agrarie, mi sa che non è così. Diversi miei professori mi hanno sconsigliato di frequentare Scienze Agrarie, sono rimasto male, ma ho comunque fatto la scelta di iscrivermi. Il problema però è la visuale che si usa su questa professione, con un occhio al futuro. Faccio un esempio: di ogni coltura si cerca di valorizzarne qualche carattere genetico (pensiamo semplicemente al mais ogm o comunque all'isolamento di alcuni geni per determinate caratteristiche) ora mi chiedo: chi ha la preparazione necessaria? un biotecnologo (a udine c'è il corso biotecnologie per le piante e animali) o un agronomo? Altro esempio: problemi in allevamento: chi potrà agire in maniera efficace? un veterinario/laureato in produzioni animali o un agronomo? Ennesimo esempio: energie rinnovabili/impianti di biogas: chi ha la preparazione necessaria: un ingegnere per l'ambiente e l'energia o un agronomo? Insomma, non voglio affatto sminuire il corso di laurea che io stesso frequento, ma di certo ha numerose pecche. Certo, c'è chi sostiene che ci sono numerose materie e discipline che fanno sì che il campo di competenze si ingrandisca. Ma, a parer mio, è solo uno specchietto per le allodole: siamo in grado di dialogare con numerose figure (ingegneri, architetti, urbanisti ecc.) ma a livello pratico non abbiamo le competenze necessarie. Mi dispiace avere una visuale così pessimistica, specie per il fatto che sono al primo anno, ma credo che alla fine: le stalle le progetteranno gli ingegneri, i miglioramenti genetici li faranno i biotecnologi, gli animali di allevamento li cureranno i veterinari... vogliamo parlare allora della filiera alimentare? be ora esiste il corso in tecnologie alimentari... ed il posto per gli agronomi? dovranno continuare a barcamenarsi tra qualche divisione di fondo rustico, stima o perizia grandine? Perdonatemi lo sfogo, ma ho già il diploma di perito agrario, che con un buon praticantato, stime di fondo rustico, perizie grandine ed altre cosucce in giro per aziende, le può già fare, senza aver bisogno di una laurea.


17/07/2013, 14:25
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Cita:
...., ma credo che alla fine: le stalle le progetteranno gli ingegneri, i miglioramenti genetici li faranno i biotecnologi, gli animali di allevamento li cureranno i veterinari... vogliamo parlare allora della filiera alimentare? be ora esiste il corso in tecnologie alimentari... ed il posto per gli agronomi? dovranno continuare a barcamenarsi tra qualche divisione di fondo rustico, stima o perizia grandine? Perdonatemi lo sfogo...


Quoto in pieno cio' che scrivi. E' quello che vado dicendo da un po' di tempo anche in altri contesti. Il Dottore Agronomo avrebbe ed ha molte competenze in molti settori, ma la facoltà di Agraria lo prepara in tutti in modo troppo generico e superficiale ed alla fine finisce per non essere preparato in niente,
Nonostante si siano creati vari corsi con vari indirizzi, alla fine di nuovo in tutti i corsi si fa di tutto, con solo un lieve maggior approfondimento di alcuni aspetti rispetto altri. Perchè chi fa un corso agro-ingegneristico deve fare microbiologia (e magari non fa topografia e catasto) ? perchè chi fa un corso "agronomico-difesa piante" deve fare costruzioni, (e magari approfondisce poco altri aspetti agronomici) ?

Ad ingegneria elettronica non si fa roba edile e viceversa, ad Agraria invece si fa di tutto e di piu' poi nascono i problemi e cosi' una volta entrati nel mondo del lavoro son dolori ....
Anche l'esame di stato dovrebbe essere piu' differenziato in base all'indirizzo di laurea


31/07/2013, 12:08
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Formazione: Ce l'ho nelle vene
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Il fatto che la facoltà di agraria guardi troppe materie è rispecchiato nelle scuole superiori, sempre di agraria: io sono uscito dal Tecnico Agrario da due mesi e di quello che inizialmente mi interessava non ho imparato niente, poi comunque mi sono appassionato alle materie, ma alcune come fisica, che si fa solo nei primi due anni (ho fatto il corso Cerere) per poi soppiantarla con topografia (almeno credo che fosse così, altrimenti..) è una grandissima idiozia.
Neanche qua si ha approfondito, probabile colpa è del taglio alle ore di istruzione e, secondo me, della cattiva organizzazione di corsi e materie di studio. Inoltre io ho sopportato continui cambi del corpo docenti ed insegnanti totalmente inetti, tanto che alla fine 5 anni di superiori li ho presi sottogamba e passati con noncuranza.

Adesso la facoltà di Agraria di Padova è diventata a numero chiuso ( 130 e 150 iscritti circa, negli ultimi due anni) e spero che Scienze e Tecnologie Animali si possa rivelare qualcosa di soddisfacente.


01/08/2013, 11:58
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