Chiudi bene le finestre...
Non è che per me sia necessario il benessere comunemente percepito: ho eliminato tutto quel che non sento essere davvero necessario al mio sereno equilibrio psicofisico e mi son ritrovata persino a staccare la TV e a non andar più dalla parrucchiera... Son due anni che non guardo un telegiornale e mi rapo la zucca. Se c'è internet la tv è un'inutile sovrabbondanza e per la voglia che io di pieghe e tinte basta la macchinetta. Se c'è un cultore dell'essenzialità sono io, ma si deve necessariamente ragionare per parametri più generali.
Se mediamente bastasse quel che io considero benessere e qualità della vita, beh, non saremmo qui a parlare. Se tutti avessero la mia idiosincrasia riguardo l'ambizione e l'integrazione nel tessuto sociale piramidale nessuno sarebbe costretto a studiare come mettere insieme il pranzo con la cena. Ho un'allergia istintiva e profonda per tutte quelle associazioni umane atte a creare substrati fertili per le individualità deviate (io le vedo così): ogni volta che crei un gruppo con lo scopo di rappresentare altri e organizzare la vita altrui in qualche modo, crei nello stesso tempo duecento antigruppi che se la vogliono organizzare diversamente. Non capisco alla base il bisogno di raggruppare necessità quando sarebbe così semplice unire gli sforzi oggi con tizio e domani con caio senza dover trovare sempre la maniera di dare a questo un nome più altisonante di "temporanea soddisfazione dei bisogni reciproci". Ma ovviamente questo fa decadere il concetto stesso di potere, cosa per la quale io non avrei mai né stimolo né costanza.
Questo per spiegarti come mai io guardi tutto questo bordello accadere e non riesca a capire come diavolo sia stato possibile lasciarlo accadere. Davvero, per me certe cose restano misteri insondabili dell'umana follia...
Alla base c'è sempre solo un problema: l'istinto di prevaricazione. Prima individuale e poi, di conseguenza, nazionale. Più globalizzi e accresci esponenzialmente la dimensione dei "gruppi" da gestire, più rendi la cosa esplosiva e soggetta all'arbitrio di pazzi così lontani da te da non poter loro nemmeno sputare in faccia per sfogare la frustrazione.
La chiamano civiltà. Io la chiamo barbarie organizzata. Trovo che fossimo più civili quando ci squartavamo per strada: almeno te la giocavi. Oggi non si può avvicinarsi a muso duro a qualcuno senza che sia considerata una deprecabile aggressione ma è possibile avvelenare il mondo intero in nome del profitto che porta potere. La summa dell'ipocrisia e della stupidità.
Alla faccia del progresso e dell'evoluzione...
Se poi si riesce a pensare che la soluzione reale in queste condizioni possa essere politica, beh, allora devo essere anche cieca, oltre che pessimista come mi si dipinge...