E' stato necessario, come hanno detto, usare l'accetta per fare le riforme?

Mi aspetto e mi auguro che la stessa accetta venga usata per colpire i privilegi dei ....soliti noti.
Vitalizi, benefit, auto blu, scorte e tutte le altre cose...pagate da noi e godute da questi qua.

Spero, per la sua credibilità, che questo Governo si appresti immeditamente ad usare la stessa accetta!!!!!

I diriti acquisiti non sono solo quelli della casta, ma anche i nostri....che sono stati toccati, rendendoli quindi non più acquisiti.

Li stanno ricattando i partiti non più al Governo? Lo dicano....lo dicano a chiare lettere. Vogliamo sapere e conoscere la firma di chi ha voluto questa Manovra. Non di chi ci ha messo la faccia....quella la conosciamo.

I sacrifici si fanno....ma ripartiti in parti uguali....altrimenti.....

ECRETO “SALVA-ITALIA”: PER L’AGRICOLTURA AUMENTANO FINO AL 400% LE IMPOSTE. CONFAGRICOLTURA CHIEDE MODIFICHE
La Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre ha pubblicato il decreto legge contenente disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici, o decreto legge “Salva-Italia”. Rispetto al testo circolato subito dopo l'approvazione in consiglio dei ministri, è sparita la soppressione dell'Istituto di Sviluppo Agroalimentare (Isa) ed è stato precisato l'ulteriore stanziamento a favore dell'Agea, che sarà, per l'anno 2012, di 40 milioni di euro (art. 30, comma 4). Restano confermate le altre disposizioni: per il calcolo dell'imposta municipale propria (ex Ici), introdotta con l'art. 13 del provvedimento, si prevede che per i terreni agricoli, il valore dell'immobile è costituito da quello ottenuto applicando all'ammontare del reddito dominicale risultante in catasto, rivalutato del 25 per cento, un moltiplicatore pari a 120. È prevista inoltre una riduzione allo 0,4% dell’aliquota di base dell'imposta (0,76%) per i fabbricati rurali ad uso strumentale. I comuni possono autonomamente prevedere una ulteriore riduzione allo 0,1%. I comuni possono anche ridurre l'aliquota di base fino allo 0,4% nel caso di immobili non produttivi di reddito fondiario. Sempre per i fabbricati rurali, si stabilisce una proroga al 31 marzo 2012 della scadenza per la presentazione della domanda di riconoscimento dei requisiti di ruralità (e delle successive, conseguenti scadenze). Il decreto dispone inoltre la soppressione dell'Eipli (art. 21 comma 9) e nella parte relativa alla previdenza, è prevista la rideterminazione delle aliquote contributive di coltivatori diretti, mezzadri e coloni (art. 24 comma 18). Il decreto contiene anche norme (art. 3 ter comma 3) che modificano quelle contenute nella legge di stabilità sull'alienazione dei terreni agricoli.
Leggendo bene il decreto si scoprono brutte notizie per gli agricoltori.
Sul banco degli imputati c’è l’Imu, che entrerà in vigore il prossimo anno. Per le abitazioni, ai fini dell’Imu, si applicherà un moltiplicatore di 160 alla rendita imponibile; per i fabbricati strumentali il moltiplicatore sarà di 60 con un’aliquota del 4 per mille. I terreni, che non sono tassati solo nelle aree montane, vedranno salire il moltiplicatore da 75 a 120, con un’aliquota del 7 per mille. Non cambierà invece nulla, almeno per ora, ai fini della tassazione del reddito. Deduzione Irap sul lavoro e “Ace” (aiuto alla crescita economica) non varranno per le imprese agricole, visto quasi tutte non sono tassate a bilancio.
"L’incremento della base imponibile ai fini IMU, assieme alle nuove tasse sui fabbricati rurali, comporta incrementi di tassazione dal 100% sino a valori assurdi del 400%”. Confagricoltura ha già lanciato l’allarme. Ecco un esempio di quanto aumenterebbe - secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confagricoltura - l’imposizione fiscale per un’azienda di circa 50 ettari seminativi e foraggere) con 4 fabbricati rurali, che attualmente versa un’Ici sui soli terreni di circa 2.200 euro. Con la nuova tassazione si passerebbe ad un totale di oltre 8.600 mila euro. Un aumento che supera i 6.400 euro, prossimo al 300% dell’attuale carico fiscale.
Confagricoltura ha già chiesto al Governo, al Parlamento e a tutte le istituzioni di correggere urgentemente questo aspetto del decreto: “Siamo convinti – sostiene Confagricoltura - che occorra salvare l’Italia, ma senza condannare la nostra agricoltura”. Per il presidente confederale Mario Guidi la manovra Monti porta “tante tasse e niente sviluppo. Siamo fermamente convinti che serva rigore per risanare la situazione dei conti pubblici e per far ripartire l’economia – ha affermato Guidi – e il mondo agricolo, responsabilmente, non si tira indietro. Ma non può accettare di essere escluso dalle misure di rilancio di cui beneficiano gli altri settori economici”.