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Re: Voglio vivere in un Paese normale

02/03/2015, 18:44

iatan ha scritto:Anche l a Cina ha problemi con gli islamici, vedi gli Uiguri....
Ciao.

Si, in Cina questo problema esiste ma mi sembra di segno opposto.
Non è che gli Uiguri vogliono entrare in Cina, sono già li.
E' un' etnia islamica presente da secoli nelle aree mongole che combatte per essere riconosciuta come autonoma.
Non vogliono essere 'cinesizzati'. Ma i cinesi non sono d'accordo e reprimono fortemente ogni loro iniziativa.

Ciao Pedru, mi fa piacere leggerti.

Re: Voglio vivere in un Paese normale

02/03/2015, 21:36

L'analisi di rizoma è chiara, ma molto superficiale, in Italia tutti comprano tutti, se poi il Qatar si vuole comprare
gli immobili, ben vengano i babbei finchè reggono i prezzi....
Secondo l'analisi citata, allora dopo anni di softpower USA, dovremmo vivere tutti come loro, invece nonostante
ci siano chiari segnali nel modo di vita degli Italiani delle mode USA, non affermerei che vivamo proprio secondo le loro indicazioni,
quindi se vogliamo parlare di islamizzazione allora possiamo rimandare il discorso al prossimo secolo... :mrgreen: :lol: :lol: :lol:

Aziende cedute quotate in borsa:

Agroalimentare

Unilever. È nel 1974 che la Unilever, multinazionale anglo-olandese, attualmente quarta azienda del largo consumo in Italia con un giro d’affari di 1,4 miliardi acquisisce la Algida, fondata a Roma nel 1945 da Italo Barbiani. Acquista poi anche: la Sorbetteria Ranieri, Riso Flora, Bertolli e l’azienda di confetture Santa Rosa.

Kraft Foods. La più grande azienda alimentare dell’America settentrionale e la seconda multinazionale alimentare al mondo, acquista inizialmente diverse realtà italiane del settore lattiero-caseario: Fattorie Osella, Invernizzi, rivenduto nel 2003 alla francese Lactalis. Successivamente, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, acquisisce diverse aziende fondamentali nei settori dei salumi e della pasta: Negroni, Simmenthal, Gruppo Fini, Splendid, Saiwa.

Nestlé. Compra Perugina. E poi: Vismara, Sasso, Pezzullo, Berni, Italgel, azienda italiana nata nel 1960 e specializza nel settore della pasticceria e alimenti surgelati, proprietaria dei marchi Gelati Motta, Valle degli Orti, Surgela,la Cremeria, Maxicono, Marefresco, Voglia di Pizza, Oggi in Tavola, Antica Gelateria del Corso, il Gruppo Dolciario Italiano e il marchio Alemagna, i quali torneranno nel 2009 ad essere italiani con il loro acquisto da parte della Bauli. Infine, nel 1998 è il turno del settore bevande, e quindi della Sanpellegrino insieme ai suoi marchi Levissima, Panna, Recoaro, Pejo, San Bernardo, la Claudia.

Bsn-Gervais-Danone. Durante gli anni Ottanta e Novanta la Kraft e la Nestlé anche il Gruppo francese Bsn-Gervais-Danone acquisisce marchi importanti dell’industria alimentare italiana come la Saiwa, la Galbani, acquisita nel 1989 e rivenduta nel 2002 al fondo di private equity BC Partners che a sua volta la cede al Gruppo francese Lactalis nel 2006; il marchio Agnesi, il più antico pastificio d’Italia. Nel 1987 il Gruppo francese acquisisce il Gruppo Sangemini-Ferrarelle, comprendente i marchi Sangemini, Ferrarelle, Fabia, Boario, Fonte di Nepi. Oggi il Gruppo è passato all’italiana Italacqua.

Sperlari. Attualmente la Sperlari, insieme alle italiane Saila, Dietorelle, Dietor e Galatine, fa parte della Leaf Italia S.r.l., società controllata dall’olandese Leaf International BV, azienda leader del mercato delle caramelle in Svezia, Olanda, Finlandia e Belgio e al secondo posto in Norvegia, Danimarca e Italia.

Birra Peroni. Comprendente i marchi Peroni e Nastro Azzurro, entra a far parte del colosso sudafricano SABMiller plc, tra i più grandi produttori di birra al mondo.

Star. Proprietaria di diversi marchi come Pummarò, Sogni d’oro, GranRagù Star, Orzo Bimbo, Risochef, Mellin, viene acquistata dalla spagnola Gallina Blanca del Gruppo Agrolimen.

Eridania. Il 49% delle quote di Eridania Italia S.p.A., la più grande società saccarifera italiana fondata nel 1899 a Genova, viene acquistato nel 2011 dalla francese Cristalalco Sas, gruppo operante nel settore dello zucchero, dei prodotti alcolici, dell’alimentare e dei cosmetici.

Norcineria Fiorucci. Viene venduta al Gruppo spagnolo Campofrio Food.

Ruffino e Gruppo Gancia. La Ruffino vende progressivamente le proprie quote dal 2004 alla multinazionale americana Constellation Brands; il controllo del Gruppo Gancia passa invece nelle mani della multinazionale russa, leader nel mercato della vodka, Russian standard corporation.

Automobili.

Le più significative sono state le vendite di: Ducati Motor Holding S.p.A. alla società Audi AG del Gruppo tedesco Volkswagen assorbe definitivamente l’azienda, e Lamborghini, anch’essa acquisita dal Gruppo tedesco della Volkswagen.

Moda e abbigliamento.

La giapponese Itochu Corporation acquista: Mila Schön, Conbipel, Sergio Tacchini, Belfe e Lario, Mandarina Duck, Coccinelle, Safilo, Ferrè , Miss Sixty-Energie, Lumberjack e Valentino S.p.A. Quasi tutte queste aziende sono state poi rivendute sempre ad aziende straniere.

Il Gruppo Kering-ex PPR compra: Gucci, Bottega Veneta, Brioni, Pomellato

Lvmh Moët Hennessy-Louis Vuitton rileva: Emilio Pucci; Fendi; Bulgari e Loro Piana.

Arredamento.

Le acquisizioni per il settore manifatturiero dell’arredo-casa riguardano soprattutto i sotto-settori della ceramica, dell’illuminazione, e dei mobili da cucina, tre dei comparti di maggior eccellenza del Made in Italy. Negli anni Novanta le acquisizioni più importanti coinvolgono la Pozzi-Ginori, la Ceramica Dolomite e le Ceramiche Senesi, mentre più recente (2013) la cessione in mani straniere del Gruppo Marrazzi, leader internazionale nel settore delle piastrelle di ceramica. E l’ultima perla dell’arredamento, Poltrona Frau.

Aziende cedute non quotate in borsa:
Allegati
ma-estero1.png
ma-estero2.png

Re: Voglio vivere in un Paese normale

02/03/2015, 21:52

JeanGabin ha scritto:L'analisi di rizoma è chiara, ma molto superficiale, in Italia tutti comprano tutti, se poi il Qatar si vuole comprare
gli immobili, ben vengano i babbei finchè reggono i prezzi....
Secondo l'analisi citata, allora dopo anni di softpower USA, dovremmo vivere tutti come loro, invece nonostante
ci siano chiari segnali nel modo di vita degli Italiani delle mode USA, non affermerei che vivamo proprio secondo le loro indicazioni,
quindi se vogliamo parlare di islamizzazione allora possiamo rimandare il discorso al prossimo secolo...


Bravo JG, per le analisi profonde ci sei tu!
Continua a guardare il dito e non la luna.
Come tuo solito hai fatto un guazzabuglio senza capo ne coda.
Non tornerò più su questo argomento.

Re: Voglio vivere in un Paese normale

02/03/2015, 22:30

rizoma ha scritto:Provo un ragionamento.
E' di questi giorni la notizia che il Qatar ha acquistato tutta la zona dei nuovi grattacieli di Milano, praticamente CytiLife.
Commento del sindaco: Milano città sempre più attrattiva. .Quindi, una meraviglia.
Adesso la zona che interessa gli arabi e quella di Cordusio. Mica male! dico io, sempre più in periferia!
In Italia, gli arabi avevano già comprato qualcosina . Elenca un notissimo quotidiano, Alberghi:
Il Gallia a Milano, il Four Season e il Grand Hotel Baglioni a Firenze.
Turismo:hanno comprato in Sardegna, Porto Cervo.
Lusso: comprata la maison Valentino.
Palazzi: a Milano hanno comprato in pieno centro gli edifici che ospitano Credit Suisse.
Poi si ricorda che a Londra uno dei più grandi magazzini, Harrods, è arabo. Hanno comprato anche tutto il parco olimpico di Londra.
Come al solito le notizie sui giornali sono parziali perchè ci sarebbe da dire che in realtà sono più presenti: comprati palazzi a Venezia, partecipazioni nelle più grandi banche mondiali, partecipazioni in grandi aziende, nel lusso sono pesantemente più presenti di quello che si dice, comprate anche squadre di calcio e così via, ma tanto, tanto ancora.
Vediamo le forze armate, prendendo ad esempi la Francia che ah ormai una immigrazione araba di terza generazione.
8 milioni sono gli arabi in Francia. L'esercito francese è composto da 280.000 unità o da 350.000, adesso non ricordo bene. ma non è importante.
E' importante invece rilevare che il ricambio annuale è del 20 per cento. Gli arabi di terza generazione, francesi a tutti gli effetti, saranno sempre più presenti nell'esercito. Tanti saranno caporali, ma qualcuno, almeno che non crediamo siano tutti pirla e noi furbi, sarà anche generale. Questo ricambio costante a che conseguenze porterà?
La politica. Potrà essere diverso? conteranno si o no sempre di più?
E questi sono islamici, non convertiti, sono i cosiddetti islamici moderati che nel rispetto iniziale del nostro sistema iniettano le loro istanze che saranno islamiche. Poi nel tempo cosa sara?
Quando dico islamizzazione dell'occidente intendo questo.
Stiamo attenti che, paradossalmente, l'ambito dove si giocherà la partita decisiva non è l'ambito economico ma quello culturale. I soldi agli arabi non interessano, ne hanno già in quantità illimitata.
L'economia è un grimaldello per arrivare alle politiche sociali, alle politiche sull'educazione, la famiglia, la scuola.
Quando vedremo, in Europa, un istituto arabo ai vertici di una università, di una scuola, di un asilo, il gioco è fatto!
Il fine dell' Islam e l'islamizzazione del mondo. Che questo disegno non gli riesca è facile crederlo, ma che sarà parzialmente attuabile è una ipotesi ragionevolmente plausibile.
Ci sono paesi permeabili e altri impermeabili, ma quelli permeabili sono tanti e ricchi, non ultima la Russia. Quando leggo che Putin, nelle sue affermazioni muscolari, afferma che se entra un arabo in Russia deve sottostare alle leggi della nazione, io vedo la fine di quella nazione.
La Cina è diversa, li non entreranno.
Quindi vogliamo credere che questo tipo di islamizzazione la fermeremo schierando le navi a difesa delle nostre coste?
Certo questo atteggiamento muscolare entusiasma le menti semplici ma, in quanto menti semplici, guarderanno sempre il dito che indica la luna.

Ciao rizoma. Il tuo intervento mi ha fatto tornare alla mente alcuni esami di filosofia del diritto di alcuni anni fa, allora provo a generalizzare perché le parole sono il mezzo per giungere al significato. Secondo me confondi il concetto di islamizzazione con quello di integrazione. L'integrazione di una etnia islamica in un tessuto sociale in fieri non implica necessariamente una islamizzazione dello stesso, perché ciò significherebbe un rovesciamento dell'identità nazionale di un popolo che è sovraindividuale. L'identità nazionale di un popolo ha in sé la propria ragione d’essere, il che significa non è fondata sugli individui ma sull’idea di Stato, cioè sul concetto di un bene universale. E’ lo Stato che fonda gli individui: sia in senso cronologico-storico-temporale (esso viene prima degli individui; gli individui nascono già all’interno di uno Stato), sia in senso ideale-assiologico (lo Stato è superiore agli individui come il tutto alle parti). Lo Stato deve operare con le leggi, cioè è uno Stato di diritto, fondato sul rispetto delle leggi e sulla salvaguardia della libertà e della proprietà, ed è garante di quell'identità nazionale proprio in quanto rappresenta ed esprime, mediante la legge e l'autorità, il risultato della storia di un popolo. Nello Stato e nella sua legge si esprime l'eticità del popolo, la quale ha, sì, un aspetto interiore, vive nella coscienza dei singoli, ma si manifesta obiettivamente come legge esteriormente necessaria - come legge della famiglia, come regole di convivenza e di diritto nella società civile in cui si risolvono e si perfezionano le leggi della famiglia e le regole del diritto. L'islamizzazione di uno Stato è un processo storico che presuppone decine e decine di generazioni, quindi uno Stato è in sé assoluto, ma nel quale si incarna la volontà storica del popolo. Quindi se tale processo di islamizzazione sarà compiuto esso sarà stato necessario, perché lo Stato non è l'effetto del capriccio di qualche potente o di qualche sceicco del Qatar, ma il risultato di un lungo e necessario cammino storico della società.

Re: Voglio vivere in un Paese normale

02/03/2015, 23:05

rizoma ha scritto:
JeanGabin ha scritto:L'analisi di rizoma è chiara, ma molto superficiale, in Italia tutti comprano tutti, se poi il Qatar si vuole comprare
gli immobili, ben vengano i babbei finchè reggono i prezzi....
Secondo l'analisi citata, allora dopo anni di softpower USA, dovremmo vivere tutti come loro, invece nonostante
ci siano chiari segnali nel modo di vita degli Italiani delle mode USA, non affermerei che vivamo proprio secondo le loro indicazioni,
quindi se vogliamo parlare di islamizzazione allora possiamo rimandare il discorso al prossimo secolo...


Bravo JG, per le analisi profonde ci sei tu!
Continua a guardare il dito e non la luna.
Come tuo solito hai fatto un guazzabuglio senza capo ne coda.
Non tornerò più su questo argomento.


Bravo, Grazie :)

Se argomentassi, invece di tirarti indietro, non per me, che ho analisi profonde profonde.... :mrgreen: :lol:

Re: Voglio vivere in un Paese normale

02/03/2015, 23:20

...secondo me di islamizzazione "seria" si potrà parlare quando cominceranno ad avere seggi in parlamento ..loro fine supremo....

ma perchè "si permette" questa islamizzazione ? secondo voi ?

Re: Voglio vivere in un Paese normale

03/03/2015, 8:29

rizoma ha scritto: Non tornerò più su questo argomento.

e' una promessa o una minaccia?


@Dallas

il concetto di integrazione dell'islam in italia, dipende soprattutto dalla % di persone di una certa etnia nel tessuto sociale.

" gutta cavat lapidem" , l'identità dello stato nazione , più passa il tempo più diventa labile .

diverso e' iol tipo di integrazione in altre realta , come quella americana( prima di diventare americani , ti fano sudare 7camice) australiana, russa.

devi accettare alcuni principi di base ( soprattutto idioma) e aver percepito i fondamenti della loro costituzione. senza ne e senza ma

Re: Voglio vivere in un Paese normale

03/03/2015, 10:31

Secondo me Grinto confondi l'essere considerato americano con l'essere formalmente americano.

Vedo nel mio piccolo: non sono un cattolico praticante, ma penso di avere principi filocristiani e come tale mi comporto, sono economicamente integrato e formalmente quasi polacco, ma non saro' mai fino in fondo uno di loro per tante piccole cose, e che parliamo comunque di Italia e Polonia, due paesi comunque culturalmente piuttosto affini.
Se anche fossi per ipotesi seduto in uno scranno istituzionale, la mia mentalita', opinione e conseguentemente il mio voto saranno filoitaliani, e penso che lo saranno, anche se probabilmente mitigati, quelli di mia figlia.

cioe' la differenza tra integrazione e tolleranza.

sono invece d'accordo con Dallas quando dice che nella storia ci sono dei percorsi che bene o male si seguono. dopotutto l'impero romano non e' mica finito perche' sono finiti i romani..

Re: Voglio vivere in un Paese normale

03/03/2015, 11:56

grintosauro ha scritto:rizoma ha scritto:
Non tornerò più su questo argomento.

e' una promessa o una minaccia?


Ne l'una ne l'altra.
E' che sono incominciate le belle giornate di primavera...

Re: Voglio vivere in un Paese normale

03/03/2015, 14:25

@lumacosio

mi viene difficile pensare negli state quanto in Russia, vedere gente inginocchiata sui marciapiedi a pregare mentre la gente camminando la scansa , come succede qui., vedi nello specifico milano , viale jenner

qui ce la volontà di non integrarsi,

@rizoma tranquilli , nn puo far bello per sempre
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