25/07/2010, 18:16
.E' importante divulgare questa lettera
Gentile Ministro Gelmini,
l'altro giorno, leggendo la sua intervista sul Corriere della Sera, in cui dichiarava che l'ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO è un privilegio, sono rimasta basita.
Che lei fosse poco ferrata sui problemi dell'educazione, non era necessaria la laurea in pedagogia, che io possiedo e lei no, o i tre corsi post laurea, che io possiedo e lei no, visto quello che sta combinando alla scuola statale. Ma almeno speravo avesse competenze giuridiche, essendo lei avvocato ed io no.
Certo, dato che lei, ora paladina della regionalizzazione, si è abilitata in "zona franca" (quel di Reggio Calabria), perché più facile (come da lei con un'ingenuità e candore imbarazzante affermato), lo si poteva supporre. E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto e poi parliamo d'educazione. L'astensione dopo il parto, sulla quale lei oggi con tanta leggerezza motteggia, è definita OBBLIGATORIA ed è un diritto inalienabile previsto da quelle leggi, per cui donne molto più in gamba di lei e di me, hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri.
Discorso diverso è il congedo parentale, di cui si pu fruire, dopo i tre mesi di vita del bambino, per un totale di 180g, solo in parte retribuiti integralmente. Ovviamente per persone come lei, con un reddito di oltre 150.000 euro l'anno, pari quasi a quello del governatore della California Arnold Schwarzenegger, discutere di retribuzione, in questo caso più che un privilegio, è un'eresia.
Ovviamente lei non pu immaginare, perché pu permettersi tate, tatine, nido "aziendale" al ministero, ma LA GENTE NORMALE, che lei dice di comprendere, ha a che fare con file d'attesa interminabili per nidi insufficienti e costi per baby-sitter superiori a quelli della propria retribuzione.
Voglio dirle una cosa per, consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA, affermo che fruire dell'astensione OBBLIGATORIA oltre che un DIRITTO è anche un DOVERE, prima di tutto morale e poi anche sociale.
Come vede ho più volte sottolineato la parola OBBLIGATORIA, che già di per se dovrebbe suggerirle qualcosa. Ma preferisco spiegarmi meglio, anche se è necessaria una piccola premessa doverosa.
Lei come tante donne, crede che l'essere madre, anche se nel suo caso da pochi giorni, le dia la competenza per parlare e pontificare su educazione e sviluppo del bambino, ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni e anni di studio. In realtà, per dibattere sulla pedagogia, oggi chiamata più propriamente SCIENZE DELL'EDUCAZIONE, bisogna avere competenze specifiche, che dalle sue dichiarazione lei non sembra possedere.
Le potrei parlare della teoria sull'attaccamento di Bowlby, dell'imprinting e di etologia, ma non voglio confonderle le idee e quindi ricorro ad esempi più accessibili.
Basta guardare il regno animale per rendersi conto come le femmine di tutte le specie non si allontanano dai cuccioli e dedicano loro attenzione massima e cura FINO ALLO SVEZZAMENTO Non è una legge specifica relativa agli umani, ma della natura tutta. Procreare, infatti, implica delle responsabilità precise, è una scelta di vita, CHE SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, A MAGGIOR RAGIONE CAMBIA LA VITA DI UNA DONNA.
Sbaglia chi crede che l'arrivo di un figlio, non comporti cambiamenti nella propria vita. Un bambino non chiede di nascere, fare un figlio non è un capriccio da togliersi, ma una scelta di servizio, di dono di se stessi e anche del proprio tempo. Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo cambiarla per renderla a loro misura. Se non facciamo questo, potremmo fare crescere bambini soli, senza autostima e con poca sicurezza di sé. Bambini affamati di attenzioni, perché non gliene è stata data abbastanza nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè i primi mesi di vita. L'idea che non capiscono niente, che non percepiscono la differenza ad esempio tra un seno materno e un biberon della tata, è solo nostra. Ci non vuol certo dire che tutti bambini allattati artificialmente o che tutti bambini con genitori che tornano subito a lavoro, saranno dei disadattati. Ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza assumevamo l'acido folico, per prevenire la "spina bifida".
I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno. L'idea, che se piangono non si devono prendere in braccio "perché si abituano alle braccia", è un luogo comune.
Le "abitudini" arrivano dopo i 6 mesi, fino ad allora è tutto AMORE. Non è un caso che studi recenti, riabilitano il co-sleeping, (dormire nel lettone) e i migliori pediatri sostengono la scelta dell'allattamento a richiesta. Il volere educare i bambini inquadrandoli come soldati, già dai primi giorni di vita, non solo é antisociale, perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi di crescita pu essere inevitabilmente compromessa, ma è un comportamento al di fuori delle più elementari regole umane e naturali.
Poi è anche vero che per molte donne, tornare a lavorare subito dopo il parto sia una necessità assoluta. Ma per questo problema dovrebbe intervenire adeguatamente lo Stato e non certo con affermazioni come le sue.
Mi rendo conto che il suo lavoro le permette di lasciare la bambina, rilasciare interviste di questo tipo (di cui noi non sentivamo la necessità) e tornare con comodo da sua figlia. Ma ci sono lavori che richiedono tempi e una fatica fisica e mentale che lei non conosce. Tempo che sarebbe inevitabilmente tolto ad un neonato che ha bisogno di una mamma "fresca", che gli dedichi la massima attenzione.
Noi donne infatti, se spesso per necessità ci comportiamo come Wonder Woman, poi siamo colpite da sindrome di sovra affaticamento.E non è vero che è importante la qualità e non la quantità:
- perché la qualità del tempo di una mamma da pochi giorni, che rientra nel tritacarne della routine quotidiana, aggiungendo il carico della gestione di un neonato, pu essere compromessa.
- perché un bambino non dovrebbe scegliere tra qualità e quantità, almeno nei primi mesi, dovrebbe disporre di entrambe le cose.
Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non pu permettersi qualcuno che tenga il bambino nella propria casa, nel corso degli spostamenti, lo espone, con un bagaglio immunologico ancora carente, alle intemperie o alle inevitabili possibilità di contagio presenti in un nido. Infatti, è scientificamente provato che i bambini, che vanno al Nido troppo presto, o che non vengono allattati al seno, sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario.
Poi per carità, si pu obiettare, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, o come succede anche ai bambini allattati al seno, ma è come dire ad un medico, che giacché si è avuto un nonno fumatore campato 100 anni, non è vero che il fumo fa male.
Bisogna dunque incentivare i comportamenti da genitore virtuoso, anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, ma si pu fare molto, per favorire una crescita armoniosa, già dalla prima infanzia, se non addirittura durante la gravidanza.
E allora le domando Ministro, di svolgere il suo ruolo importante istituzionale con maggiore serietà, cercando di evitare affermazioni fuori luogo come questa, o come quella secondo cui "studiare non è poi così importante", prendendo Renzo Bossi come esempio.
Si dovrebbe impegnare di più nell'analisi dei problemi, per evitare valutazioni errate e posizioni dannose per lei, per gli altri e per il Paese.
Perché forse qualcuno potrebbe aver pensato che tutto sommato il suo era un ministero poco importante, che se guidato da un giovane ministro senza competenze specifiche, "non poteva arrecare grossi danni", soprattutto obbedendo ciecamente ai dettami del Tesoro, ma lei con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo a minare il futuro di un'intera generazione.
Un'ultima cosa, lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola.
05-05-10 Rosalinda Gianguzzi
25/07/2010, 18:44
L'avevo già letta su facebook
nn si può commentare l'operato politico-amministrativo della ministra senza entrare in un giudizio politico sull'intero governo
che in quanto a scelte scellerate e danni economici alla classe lavoratrice di questo paese nn è secondo a nessuno nella storia
per cui ad evitare polemiche meglio stare zitti
26/07/2010, 1:32
Si rimane scioccati nel leggere certe cose.
Come Eugenio non aggiungo altro, solo una cosa, in Italia si parla tanto di meritocrazia, ma nelle persone che ci governano stento a vederla, e questa come ce la spiegano?
Saluti Francesco
26/07/2010, 11:28
Non ho capito perchè non si possa discutere, ah, già si tratta di politica....
comunque mi auguro che nel futuro i governi ( di destra o sinistra) prestino maggiore attenzione al problema della famiglia e che mettano al comando ministre con esperienza vissuta sulla propria pelle , ovvero che una famiglia ce l'abbiano davvero. Difatti per esperienza posso dire che non si può capire cosa significhi portare avanti una famiglia e dei figli finchè non lo si vive. Cambiano totalmente la prospettiva di vita, le priorità e i problemi .
Oltre ai danni che ha fatto questa signora, già descritti nella lettera, ricordiamoci anche del ministero per la famiglia guidato da Rosy Bindi ( e ho già detto tutto).
Ringrazio Bianca che ha pubblicato la lettera, c'è da riflettere anche per noi.
Saluti
26/07/2010, 14:19
vorrei ricordare a tutti/e che i probblemi hanno sempre più di una incognita, e non sempre si riescono a risolvere tutte molte volte quando non tocca a noi risolverle (le incognite) ci viene molto facile e semplice criticare come le risolvono gli altri.
ma ci siamo mai chiesti come le avrebbero volute risolvere veramente
e che per una miriade di fattori non è stato possibile
nelle stesse condizioni cosa avremmo fatto noi
ATTENZIONE
non stò parlando del caso specifico del topic dio me ne scampi
(anche se sono nonno) ma parlo in senso generale, se sapeste quante volte ho trovato persone bravissime nel criticare l' operato altrui, e alla domanda; tu come avresti fatto
mi son sentito rispondere : io non sono pagato per risolvere i problemi, io li devo solo criticare se non mi stanno bene
al che io rispondevo: ma sai che se avessimo risolto il probblema nel modo a cui piaceva a te non sarebbe piaciuto ad altri
la risposta è quasi sempre stata:<<CHI SE NE FREGA>>
provate a dover dirigere una semplicissima cosa e dover fare delle scelte nelle vostre decisioni, poi mi sapprete dire.
ciao
26/07/2010, 14:32
caro ivano nn è solo un problema di criticare sul quale credo che tutti siamo bravi
è un problema di meritocrazia di cui questo governo ne fà un uso smodato
iniziasse con i propri ministri
se nn si è capaci nessuno ti obbliga a farlo
ti pare