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UN SECOLO DI CANZONI 
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Addio bei giorni passati,
mia piccola amica ti devo lasciar,
gli studi son già terminati
abbiamo finito così di sognar.

Lontano andrò,
dove non so,
parto col pianto nel cuor,
dammi l'ultimo bacio d'amor.

Non ti potrò scordare
piemontesina bella,
sarai la sola stella
che brillerà per me.

Ricordi quelle sere
passate al Valentino,
col biondo studentino
che ti stringeva sul cuor.

Rosina il tuo allegro studente,
di un giorno lontano è adesso dottor,
io curo la povera gente
ma pure non riesco a guarire il muio cuor.

La gioventù,
non torna più,
quanti ricordi d'amor,
a Torino ho lasciato il mio cuor.

Non ti potrò scordare
piemontesina bella,
sarai la sola stella
che brillerà per me.

Ricordi quelle sere
passate al Valentino,
col biondo studentino
che ti stringeva sul cuor.

Ricordi quelle sere
passate al Valentino,
col biondo studentino
che ti stringeva sul cuor.






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si sta come d'autunno sugli alberi le foglie ( UNGARETTI)


19/03/2010, 20:57
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(Eldo Di Lazzaro - A. Mari)


Quando nel sentiero abbandonato
ti parlavo del mio amor,
con un dolce bacio appassionato
mi stringevi al cuor.

Ti chiamavo Santa, e questo nome
mi faceva sospirar.
Ma in un triste giorno
non t'ho vista ritornar.

Piccola Santa tu,
piccola Santa
che mi giuravi amor
lungo il torrente.

C'è una chiesetta ancor
sopra quel monte
dove pregavi tu,
piccola Santa.

Piccola Santa!

Piccola Santa tu,
piccola Santa
che mi giuravi amor
lungo il torrente.

C'è una chiesetta ancor
sopra quel monte
dove pregavi tu,
piccola Santa.




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si sta come d'autunno sugli alberi le foglie ( UNGARETTI)


20/03/2010, 11:54
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Autori: Bixio - Cherubini - 1940 )


Sussurra il vento come quella sera,
vento d'aprile, di primavera,
che il volto le sfiorava in un sospiro
mentre il suo labbro ripeteva: giuro.
Ma pur l'amore è un vento di follia
che fugge come sei fuggita tu.

Vento, vento portami via con te,
raggiungeremo insieme il firmamento,
dove le stelle brilleranno a cento,
e senza alcun rimpianto
voglio scordarmi un tradimento.
Vento, vento portami via con te.

Tu passi lieve come una chimera,
vento d'aprile, di primavera.
Tu che lontano puoi sfiorarla ancora,
dille ch'io l'amo ed il cuor mio l'implora,
dille ch'io fremo dalla gelosia
solo al pensiero che la baci tu.

Vento, vento portami via con te,
tu che consoci tutte le mie pene,
dille che ancor le voglio tanto bene.
Sotto le stelle chiare
forse ritornerà l'amore.
Vento, vento portami via con te.

Sotto le stelle chiare
forse ritornerà l'amore.
Vento, vento portami via con te.

Sussurra il vento come quella sera,
perchè non torni,
è primavera!





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si sta come d'autunno sugli alberi le foglie ( UNGARETTI)


20/03/2010, 11:57
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A te, nella luce calda del sole d'or,
verrà la paloma bianca del nostro amor.
E tu, ripetendo lieta la mia canzon,
un di la vedrai posare sul tuo balcon.

Quella paloma svetta nel cielo azzurro
con tante cose scritte con un sussurro.
Credi a quel suo messaggio come al mio cuore,
è la colomba bianca del nostro amore.

A te, nella luce calda del sole d'or,
verrà la paloma bianca del nostro amor.
E tu, ripetendo lieta la mia canzon,
un di la vedrai posare sul tuo balcon.

Se potessi anche tu
spiegar l'ali in un volo
e tornare al mio cuor triste e solo
per non lasciarlo più!

Dammi il tuo amor!
Dammi il tuo amor!

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20/03/2010, 12:53
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Non ti scordar di me
Beniamino Gigli

E.De Curtis - Furnò - Marischka

(1935)

Partirono le rondini
dal mio paese freddo e senza sole,
cercando primavere di viole,
nidi d'amore e di felicità

La mia piccola rondine partì
senza lasciarmi un bacio
senza un addio partì

Non ti scordar di me;
la vita mia legata e a te
io t' amo sempre più
nel sogno mio rimani tu

Non ti scordar di me
la vita mia legata e a te
c'è sempre un nido
nel mio cuor per te

Non ti scordar di me!

Non ti scordar di me!

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20/03/2010, 14:56
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( Autori: A. Gill - Testa - 1918 )


C'eravamo tanto amati
per un anno e forse più,
c'eravamo poi lasciati
non ricordo come fu.

Ma una sera c'incontrammo
per fatal combinazion,
perchè insieme riparammo,
per la pioggia, in un porton.

Elegante nel suo velo,
con un bianco cappellin,
dolci gli occhi suoi di cielo,
sempre mesto il suo visin.

Ed io pensavo ad un sogno lontano,
a una stanzetta d'un ultimo piano,
quando d'inverno al mio cuor si stringeva.
Come pioveva, come pioveva!

"Come stai?" le chiesi a un tratto.
"Bene, grazie", disse, "e tu?".
"Non c'e' male" e poi distratto:
"Guarda che acqua viene giù!".

"Che m'importa se mi bagno,
tanto a casa debbo andar".
"Ho l'ombrello, t'accompagno".
"Grazie, non ti disturbar".

Passa a tempo una vettura,
io la chiamo, lei fa: "no",
dico: "Via, senza paura,
su montiamo", e lei montò.

Così pian piano io le presi la mano
mentre il pensiero vagava lontano,
quando d'inverno al mio cuor si stringeva.
Come pioveva, come pioveva!

Ma il ricordo del passato
fu per lei il più gran dolor,
perchè al mondo aveva dato
la bellezza ed il candor.

Così quando al suo portone
un sorriso mi abbozzò,
nei begli occhi di passione
una lagrima spuntò.

Io non l'ho più riveduta,
se è felice chi lo sa!
Ma se è ricca, o se è perduta,
ella ognor rimpiangerà:

Quando una sera in un sogno lontano
nella vettura io le presi la mano,
quando salvare ella ancor si poteva!
Come pioveva...così piangeva!



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20/03/2010, 15:12
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di D'Anzi - Galdieri (1942)
Guardando le rose, sfiorite stamani,

io penso: “domani

saranno appassite”.

E tutte le cose

son come le rose,

che vivono un giorno,

un’ora e non più!



Ma l’amore, no.

L’amore mio non può

disperdersi nel vento, con le rose.

Tanto è forte che non cederà

non sfiorirà.

Io lo veglierò

io lo difenderò

da tutte quelle insidie velenose

che vorrebbero strapparlo al cuor,

povero amor!



Forse se ne andrai...

D’altre donne le carezze cercherai!...

ahimè...

E se tornerai

già sfiorita ogni bellezza troverai

in me...

Ma l’amore no

L’amore mio non può

dissolversi con l’oro dei capelli.

Fin ch’io vivo sarà vivo in me,

solo per te!





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20/03/2010, 15:23
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( Autore: Cesare Cesarini - 1939 )


Firenze stanotte sei bella
in un manto di stelle
che in cielo risplendono
tremule come fiammelle.

Nell'ombra nascondi gli amanti,
le bocche tremanti si parlan d'amor.
Intorno c'è tanta poesia
per te vita mia sospira il mio cuor.

Sull'Arno d'argento
si specchia il firmamento
mentre un sospiro e un canto
si perde lontan.

Dorme Firenze
sotto il raggio della luna,
ma dietro ad un balcone
veglia una madonna bruna.

Sopra i Lungarni
senti un'armonia d'amore,
sospirano gli amanti
stretti stretti cuore a cuore.



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21/03/2010, 20:07
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PORTA UN BACIONE A FIRENZE

Partivo una mattina co'i' vapore
e una bella bambina gli arrivò.
Vedendomi la fa: Scusi signore!
Perdoni, l'è di' ffiore, sì lo so.
Lei torna a casa lieto, ben lo vedo
ed un favore piccolo qui chiedo.
La porti un bacione a Firenze,
che l'è la mia città
che in cuore ho sempre qui.
La porti un bacione a Firenze,
lavoro sol per rivederla un dì.

Son figlia d'emigrante,
per questo son distante,
lavoro perchè un giorno a casa tornerò.
La porti un bacione a Firenze:
se la rivedo e' glielo renderò.

Bella bambina! Le ho risposto allora.
Il tuo bacione a'ccasa porterò.
E per tranquillità sin da quest'ora,
in viaggio chiuso a chiave lo terrò.
Ma appena giunto a'ccasa te lo mgiuro,
il bacio verso i'ccielo andrà sicuro.
Io porto il tuo bacio a Firenze
che l'è la tua città
ed anche l'è di me.
Io porto il tuo bacio a Firenze
nè mai, giammai potrò scordarmi te.

Sei figlia d'emigrante,
per questo sei distante,
ma stà sicura un giorno a'ccasa tornerai.
Io porto il tuo bacio a Firenze
e da Firenze tanti baci avrai.

L'è vera questa storia e se la un fosse
la può passar per vera sol perchè,
so bene e'lucciconi e quanta tosse
gli ha chi distante dalla Patria gli è.
Così ogni fiorentino ch'è lontano,
vedendoti partir ti dirà piano:
La porti un bacione a Firenze;
gli è tanto che un ci vò;
ci crede? Più un ci stò!
La porti un bacione a Firenze;
un vedo l'ora quando tornerò.
La nostra cittadina
graziosa e sì carina,
la ci ha tant'anni eppure la un n'invecchia mai.
Io porto i bacioni a Firenze
di tutti i fiorentini che incontrai.

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21/03/2010, 20:32
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Nel cuor della Pampa profumata
va il suon d'una dolce serenata:
tra i fior, canta il gitano alla sua amata
la bella canzon, con immensa passion.

"Amapola, dolcissima Amapola,
la sfinge del mio cuore sei tu sola;
io ti bramo, t'invoco follemente
per dirti: "t'amo appassionatamente"
Amapola, vaghissima Amapola,
la luce dei miei sogni sei per me,
deliziosa, armoniosa
come il suono della mia mandola!
Di gia' spunta l'alba giu' lontano,
e ancor canta il misero gitano,
lassu', dalla sua amata attende invano
un bacio ed un fior, un sospiro d'amor.




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21/03/2010, 21:01
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