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ITALIA, RECORD EUROPEO NELL'EXPORT DI RIFIUTI
di Lorenzo Lamperti
A Parma il neosindaco del Movimento 5 Stelle, Federico Pizzarotti, ha promesso che l'inceneritore in costruzione non brucerà i rifiuti della città. La scorsa domenica in Valle d'Aosta i cittadini si sono espressi tramite un referendum contro la costruzione di un pirogassificatore. Sono queste le ultime due occasioni in cui si è parlato di rifiuti in Italia.
Riduzione di quantità e pericolosità, riutilizzo, riciclaggio e compostaggio, recupero energetico, discarica. In ordine sarebbero questi, secondo l'Unione Europea, i principi e le soluzioni da seguire per la gestione dei rifiuti. L'Italia solitamente però preferisce seguire un altro criterio: l'esportazione.
Da tempo si conosce la situazione della Campania, che da anni spedisce la spazzatura ai termovalorizzatori di mezza Europa. Il nostro è il Paese con la piùalta percentuale di rifiuti urbani sottoterra. Oltre il 50 per cento della spazzatura delle città italiane finisce nelle discariche, vale a dire circa 16 milioni di tonnellate l'anno. Per farsi un'idea, come scriveva nei giorni scorsi Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, in Germania la percentuale è del 3 per cento. Senza contare che entro il 2020 le discariche dovranno essere abolite. Come si dice? "Buttare lo sporco sotto al tappeto". Ecco, in quello l'Italia sembra essere all'avanguardia. Ma a un certo punto sotto il tappeto non entra più niente.
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Abbiamo riscontrato che ben 19 regioni su 20 sono state coinvolte in traffici illeciti di rifiuti. E in questo non vi è alcuna differenza tra Nord e Sud. Cassiopea, per esempio, una delle indagini più importanti, toccava Piemonte e Veneto come regioni di origine del traffico, Calabria e Campania come regioni di smaltimento”.
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"Forti critiche si concentrano anche sulle reali esigenze e, di conseguenza, sulla sostenibilità tecnico-economica dell’impianto, giacché il volume complessivo di rifiuti prodotti annualmente in quell’area non sembra tale da giustificarne la costruzione. Opinione condivisa, con ancor maggiore radicalità, dal capogruppo grillino Davide Bono: «Il territorio di cui stiamo parlando ha una produzione annua di rifiuti urbani pari a circa 211.000 tonnellate (dati 2010).
Alcuni mesi fa è stato dismesso l’inceneritore di Mergozzo, mentre a Vercelli ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza ambientale, con un impianto obsoleto e fermo dall’agosto scorso, ma con l’urgenza della bonifica delle ceneri tossiche accumulate per cui mancano, a detta dell’assessore Ravello, i fondi». Da qui la richiesta di bloccare l’iter avviato. «Facile considerare che in una situazione nella quale si potrebbero operare delle scelte virtuose nella gestione dei rifiuti (sottolineata anche dal collega del Pdl, Pedrale, che ha ricordato l’ottima performance della raccolta differenziata nel vercellese), attraverso politiche di riduzione alla
fonte, aumento ulteriore della raccolta differenziata e recupero di materia attraverso il trattamento a freddo, non si rinuncia alla loro combustione con ovvio spreco di risorse materiali ed economiche. E
l’esempio di Torino (con l’inceneritore neanche finito e già in vendita a prezzo inferiore dell’atteso) e dell’inquinamento prodotto dall’impianto di Vercelli dovrebbero essere indicative»."
Xchè lasciare perdere ? è così bello il confronto!!!!!