Ricorrono a breve anniversari tremendi dovuti alla seconda guerra mondiale ed alla sua conclusione. Per gli amici del nostro Forum non friulani, un breve cenno e l'invio di un paio di links per un eventuale approfondimendo. Si tratta della strage nella malga di Porzus in cui partigiani friulani, ma più probabilmente partigiani sloveni di Tito, tucidarono partigiani non "rossi". In quanto il piano di Tito era quella di annettere buona parte del Friuli. Basta vedere cosa fece in exstremis per Trieste! Si ricorda anche l'infoibamnto di decine di migliaia di innocenti cittadini d'origine italiana. Le foibe sono immense cavità carsiche in cui furono gettati, fucilati o vivi. i suddetti. Il pretesto era quello di controbilanciare le atrocità fasciste ma nessuno crede ormai ad un equivalente fascista di tali sterminii di massa. Più chiaro é il desiderio d'impossessarsi dei beni degli italiani affidati agli sloveni ed ai croati per poche lire.
Nella mia provincia un appassionato di filatelia seguendo il mercato on line, viene colpito da una busta, dichiarata "non aperta", in offerta Sbirciando ed ingrandendo l'immagine vede che il destinatario ha il suo stesso cognome. Comunque sia si aggiudica l'asta e riceve la busta chiusa. La lettera era indirizzata ad un omonimo del suo paese. Per curiosità chiede a suo padre se conosceva di nome dell'omonimo mittente. Risultato lo scrvente era il nonno del padre che veva scritto al proprio padre da un campo di prigionia in Germania durante la prima guerra mondiale!! Quindi dopo 100 anni la lettera é arrivata a casa! Sarà un record?
All'ex centro di prima accoglienza di Gorizia (provincia) hanno dovuto ospitare dei nuovi arrivati......(non sapendo io come definirli se immigrati, profughi o altro). Dei VIP manager del settore impegolati a presiedere ONLUS di accoglienza, sono stati denunciati per truffa dalla Guardia di Finanza. Ad esempio hanno creato una società slovena (rammento agli amici del forum non friulani che Gorizia è divisa in due quasi in pieno centro ed una metà appartiene alla Slovenia col nome di Nova Gorica) che acquistava acqua minerale a Pordenone e la rivendeva a Gorizia italiana. poi acquistavano materassi non come stabiliti dalla prefettura, cioè ignifughi, ma comuni con notevole ricavo economico! Oltre questo molto altro e...ciliegina sulla torta...appropriazione di denaro inviato dai parenti ai ragazzi ospiti del centro!!!!
Ogni tanto mi viene da sorridere quando leggo sulle confezioni dei prodotti in vendita il messaggio: "Costruito interamente in Italia". Chissà quanti mascalzoni dei "nostri" operano con questo marchio.
Ieri alle 18,30 é stato travolto e ucciso un maratoneta di una cittadina qua vicina. Era munito di abbigliamento catarifrangente e lampada. Un operaio uscito dal lavoro lo ha investito e scagliato nel fosso. Sentito lurto s'é fermato l'ha tirato fuori dal fosso ha chiamato i soccorsi ed ha cercato di rianimarlo. ma era morto sul colpo. Un fratello del maratoneta era morto in un incidente d'auto sulla stessa provinciale ed un fratellino di quattro anni era stato travolto e ucciso da un trattore. Il padre era stato stroncato da infarto mentre era in bicicletta. Il maratoneta lavorava nell'azienda agricola di famiglia e si allenava quotidianamente.
Un gruppo di tredici immigrati era stato trasferito, per esubero e per questioni di quote, da Pordenone a Genova. erano stati ricoverati provvisoriamente in una struttura di periferia presso un'oasi di nuova creazione. Poco dopo per conto loro sono rientrati a Pordenone dicendo che erano in un bosco erano isolati ed erano tanti in una stanza. Qui a Pordenone erano stati depennati dal gruppo in assistenza e l'organizzazione che li aveva in asegnazione dice che non può assisterli perchè mancano i fondi e non vuole assisterli per non crere un precedente.
Nel 2013 muore, senza eredi, una possidente di Caneva in provincia di Pordenone. Si chiamava Anna Maria Chiap, aveva due lauree una in Agraria ed una in Economia e Commercio. Era stata allieva di Benedetto Croce. Nata a Vicenza discendeva da una famiglia friulana proveniente da Forni di Sopra, in provincia di Udine, che si trova nel Friuli nord occidentale nelle vicinanze del Cadore. I suoi antenati sono descritti "instancabili e con le valigie in mano" e si spostavano da un possedimento all'altro, da una regione all'altra. In carrozza prima e poi in auto. Ha lasciato erede universale il Patriarcato di Venezia con una consistenza di sedici fabbricati e cinquantasei appezzamenti di terreno con preponderanza a Caneva e Sacile (PN) ed il resto a Padova ed a Volta Mantovana. Il valore é di dieci milioni di euro in contante ed il resto, per una stima di trenta milioni di euro, nel valore degli immobili. Nella parte immobiliare spiccano due aziende agricole. Ha lasciato un testamento circostanziato e difficile da controllare, tanto che il Patriarcato ha dovuto ricorrere alla consulenza legale per non incorrere in errori. Le finalità del testamento mirano a tenere unità tutta la proprietà ed a non venderla. Lo scopo sarebbe quello di devolvere gli utili del tutto a sostenere lo studio di studenti poveri amanti dell'agricoltura. Naturalmente si cominciano a "beccare" il Comune ed il Patriarcato per tasse da pagare, restauri da fare ed altro. Ho ritenuto di postare questa notizia soltanto perchè la defunta ha voluto realizzare continuità affettiva per l'Agraria che appassiona la totalità dei membri di questo nostro Forum. Con l'Università Ca' Foscari di Venezia é stato siglato già un accordo su "Borse di studio" per i meritevoli. Se i moderatori e lo stesso Marco volessero dare risalto alla notizia per l'ovvia utilità agli studenti di Agraria che ci leggono, farebbero cosa utile. Saluti Bepi
Un giovanissimo afgano (20 anni) tenta di suicidarsi nel parco pubblico San Valentino, dove tempo addietro s'era creata una tendopoli fai da te, in pieno giorno sotto il sole e davanti a genitori e bambini. La prontezza di alcuni genitori e di un amico, che era andato un momento al bagno, lo hanno salvato. E' uno dei profughi fantasma escluso dal programma di accoglienza a seguito di una lite con zuffa creatasi in un edificio pubblico d'accoglienza. Non aveva più un posto dove dormire, viveva di stenti. Aveva avuto la famiglia sterminata dai talebani ed era stato vittima di un'aggressione. Non ha più niente da perdere. Dice che lo rifarà.
Quelli che sono ritornati indietro da Genova, chiedono udienza al Prefetto ma pare che debbano ritornare indietro, a Genova, se vogliono recuperare l'assistenza. Per il momento versano in gravi difficoltà.
Altra faccia della medaglia: 22 enne afgano seguito dal centro di salute mentale, anch'esso persi i diritti d'assistenza per la stessa lite di cui sopra, girava per il reparto di psichiatria dell'ospedale. Abusa di una degente dello stesso reparto ed é finito in carcere.