Grazie !


Mè fatte nascere "signore"...senza sorde !
Mè n'nsignat'à fatica dint'à terra !
E ò "Padrenostro" à sera annanz'ò quadro
dà Madonn'è Pumpei à cap'ò liette...

Grazie pè quanne venniv'è pummarole
e quann'ive zappanne pè campagne !

Grazie pè quanne è cuniglie purtave
for'ò puort'è Pozzuoli int'è cascette (1) !

Grazie pè quanne iv'à chiagner'annascuse for'a porta
e je faceve finte e n'te sentì !

E, sule mò cà pur'je sò viecchie,
e tu te ne sì gghiute (2) a tantu tiempe,
te diche GRAZIE per l'eternità !

Grazie, papà !


Domenico

(1) cascette=cassette di legno
(2) gghiute = te ne sei "andato"

Non tengo parole mi hai rimasto senza parole e .......

Dommi sei ECCEZIONALE come ho detto a Bea Grazie di essere nati, grazie di essere miei amici, grazie......

Ragazzi dimenticavo ho incominciato a pubblicare le foto "LA MIA NAPOLI: QUELLA CHE VORREI CHE NON ESISTESSE" le trovate su FACEBOOK, annuncio Eugenio e tutti gli amici datemi una mano con delle foto di Napoli e provincia che vorreste che non esistesse, grazie anticipatamente

Grazie a te Beta per le tue belle iniziative...
Ciao
Dommi

Sto pensando anche io di fare una poesia in dialetto sulla Napoli che vorrei non esistesse, per collaborare con Beta e tutti gli altri amici, alla mia maniera...
A presto
Dommi

caro dommi, con il magone in gola faccio una semplice riflessione,siccome il pensiero della tua splendida poesia potrebbe essere anche il mio e credo di molti altri, ma perche non siamo mai stati capaci di dirlo quando era il momento ai nostri splendidi genitori, forse perchè pensavamo di essere demodee' ma perchè non ci ha mai sfiorato il pensiero che i sentimenti non sono soggetti alle mode e che forse sarebbe bastata la frase con cui tu concludi la poesia per ripagarli di tutte le pene e le privazioni che si imponevano per farci sentire più uguali a quelli che ne avevano più di noi, non mi potrò mai dimenticare(ero piccolo anni 50 mia madre che si stà aggiustando una vestaglia e mio padre che gli dice <<ma non riesci a comprartene una nuova ) e lei che risponde NO perchè devo comprare i sandali a ivano, e mia madre era una gran bella donna, ma allora non c'era la televisione (in casa nostra) e non erano ancora di moda le veline..................... erano formati con un altro materiale non erano di carne ed ossa come noi erano fatti di granito,e di amore per la FAMIGLIA a loro non interessava apparire bastava che fossimo noi a non dover scomparire, e non stò parlando di capi firmati od appariscenti, era semplicemente il mettermi ai piedi un qualche cosa che non mi facesse andare a piedi nudi

se qualche giovane del forum leggesse questo post lo pregherei di riflettere e molto anche.
come consiglio di imparare a memoria la poesia di dommi e rammentarla tutte le mattine dopo la sveglia....

scusate se vi ho infastidito ma la poesia di dommi mi ha ricordato quanto ingrati si sia quando si è giovani (parlo per me)

ciao

Ivano, perchè il pudore era così forte....maledetto pudore... ci vergognavamo.
Le effusioni, le carezze i baci esistevano quando eri bambino ma come crescevi anche solo un pochino cominciava il pudore...
Ora almeno siamo più aperti anche se i miei figli non mi riempiono di carezze...
A presto
Dommi

Ragazzi qui i "poeti" sono in aumento....
mi piacerebbe trovare qualche altra persona che invii qualche verso nel dialetto partenopeo...
Dommi

Negli anni 60 andavano di moda i dischi di vinile a 45 giri, lato A e lato B, nella zona di Napoli e provincia contenevano non solo canzoni napoletane ma anche le famose "macchiette comiche"
sempre recitate in dialetto da attori piu o meno conosciuti (tipo Pietro De Vico).
Mio padre a quei tempi era un appassionato e per 300 lire comprava spesso uno di questi dischi che poi a casa ascoltavamo insieme una infinità di volte e "ce la facevamo sotto" dalle risate...
Ricordo ancora una di queste dove veniva raccontata la storia di certo Don Pasquale, che all'avvicinarsi del Natale, fu mandato dalla moglie a comprare il capitone vivo, come nota tradizione della zona...
A pasquale è capitato che, dopo averlo comprato, il capitone vivo è scappato dal "cartoccio"
in mezzo alla gente del mercato seminando il panico...
Il poveretto, per recuperare il suo capitone che si era nascosto tra le gambe di una signora, cercò di infilare la mano ma alla fine ha rimediato un sacco di botte e si è ritrovato tra le mani
il capitone "morto".
Ricordo a memoria gli ultimi versi che concludevano la storiella pressappoco cosi:

"quanne turnaje à casa don Pasquale,
tutte rutte, tutte stuorte e cò capitone muorte,
Nù l'avesse maje fatte
A' mugliere ò dett'ò sfratte:
le menaje tutt'è piatte,
mazz'è scope, bagnarole,
tutt'è mazz'è pummarole...

Eppò pure nù rinale,
tutte n' cuolle à don Pasquale,
ca mò, invece è fà Natale,
stà cuccat'int'ò spitale!


Ditemi se vi è piaciuta

Dommi

A Dommi: gia' altre volte ho apprezzato le tue poesie, ma io, 29 anni e non mi vergogno a dirlo, stavolta mi sono commosso e mi hai fatto riflettere;
.....a mio padre che non ha perso un giorno di lavoro in campagna per farmi studiare e laurearmi;
al nonno che ascoltava i dischi (romaneschi pero') come te...
non finiro' mai di ringraziarli