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Senza l'uso dei pesticidi i tumori potrebbero aumentare 
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caro eugenio i due interventi chiari ed esplicativi lo saranno per te io cntinuo a dire che voi continuate a fare orecchio da mercante, e ha detto giusto giampiero,noi volevamo andare a parigi ma voi continuate il percorso verso berlino volete avere ragione a tuti i costi, va bene AVETE RAGIONE addioi

Scusami Ivano ma nn posso farci nn se volete continuare a pensarla allo stesso modo.Andate pure a Parigi secondo la metafora ma il mondo va verso Berlino.Un tuo addio sarebbe un peccato x la comunità.
Ma veramente credete che gli agricoltori si divertono a irrorare?Sapete quanto costano gli antiparassitari?E' come quando sento quelle boiate sui concimi chimici dati a iosa, manco venissero regalati dalle industrie agli agricoltori.
Vi invito a riflettere sugli interventi di grinto(sembra più gringo) in quanto potrà essere anche irruento ma dice verità assolute.Mi piace anche la sua invenzione di usare il biberon per fare il clistere :D :D
Il problema della vendita degli agrofarmaci l'ho sollevato più volte e sinceramente anche se il venditore(stronzo) vende anche a chi nn possiede i requisiti per l'acquisto tutto stà poi al buon senso dell'acquirente.

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I


28/08/2009, 18:15
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applauso eugenio

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28/08/2009, 19:43
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comunque ho letto con attenzione gli interventi di giancurzel.
a mio parere sono chiari e nemmeno troppo di "parte" come qualcuno vuol far credere.
riguardo al viaggio,non è che il mondo produttivo ALIMENTARE vi vuol portare a berlino contro la vostra volontà.
la nostra meta comune rimane parigi,solo facendo una strada diversa.
se fssimo andati veramente a berlino, il mondo (perlomeno quello che oggi trova di che alimentarsi senza troppe difficoltà) sarebbe morto di fame!
in ogni caso, nessuno (credo) nega che ci possano essere miglioramenti da fare (se mai nessuno si fosse posto il problema di migliorarsi, saremmo ancora all'età della pietra),però rimane il fatto che dal dopoguerra in poi l'aspettativa di vita del mondo occidentale si è allungata moltissimo e questo grazie alla medicina e anche a cibi di buona qualità.
non ho più dati certi, ma ho letto che la percentuale di spesa per l'alimentazione è calata in modo vertiginoso negli ultimi 50 -60 anni.


28/08/2009, 22:13
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"Le incisive innovazioni di gestione del suolo, imposte dal progresso della meccanizzazione, del miglioramento genetico, dell’irrigazione, della fertilizzazione e della difesa fitosanitaria, hanno sviluppato un nuovo assetto colturale. Quasi ovunque il vecchio tessuto, costituito da una fitta trama di piccoli campi, è stato sostituito da grandi superfici specializzate a coltivazione erbacea oppure arborea, tra le quali sopravvivono lembi di coltura promiscua. Tale processo, che è stato accompagnato da un minor impegno di lavoro umano per unità di superficie, ha avuto, come conseguenza, una cospicua riduzione del numero di addetti in agricoltura (passato dal 48,43% del 1936 al 5,7 % del 2000), seguita da una sensibile contrazione del numero di aziende agrarie ed un corrispettivo aumento della superficie aziendale media. Ma il confronto delle cifre riguardanti tale evoluzione mostra consistenti differenze tra l’Italia settentrionale e l’Italia meridionale. I dati dei censimenti 1982 e 2000 riportano infatti per l’Italia settentrionale una contrazione del numero delle aziende maggiore rispetto a quella registrata per l’Italia meridionale (il 38,58% contro l’11,78%) ed un evidente aumento della SAU per azienda nell’Italia settentrionale (44,69%) di fronte ad una certa riduzione della stessa SAU nell’Italia meridionale (11,04%).
Il progressivo passaggio alla coltivazione specializzata è avvenuto in modo molto evidente nelle terre che per fertilità dei terreni o per ricchezza delle produzioni erano più intensamente coltivate. Ne siano di esempio le aree sistemate a cavino nel Veneto (operazione che in molti casi ha richiesto anche cospicui movimenti di terra), le terre sistemate a piantata (in Emilia) ed a cavalletto
(in Romagna), le pianure più fertili dell’Italia centro-meridionale e le zone vocate alla viticoltura, come le colline del Chianti classico.
Tale processo, che ha relegato ad un semplice ricordo la trazione animale e che ha reso meno essenziale la distribuzione di cospicue masse di letame, ha decretato la scomparsa dell’allevamento poderale per favorire l’insorgere di un allevamento a fisionomia industriale, qualche volta privo del supporto di un’azienda agraria, che ha richiesto l’allestimento di adeguate strutture per i ricoveri e la gestione delle deiezioni.
In conseguenza di tutto ciò molte terre a reddito marginale sono state abbandonate (i 13.161.000 ha a seminativo del 1960 sono divenuti 8.329.000 nel 1998) e la scelta delle colture, non più legata alle necessità alimentari del conduttore, è risultata sempre più condizionata dalle opportunità offerte dai mercati nazionali ed internazionali. E’ così che si è fortemente contratta la superficie a frumento (dai 4556000 ha del 1960 ai 2330000 ha del(2000), e che si è molto espansa in proporzione la coltivazione del duro (da 1386000 ha del 1960 a 1664000 ha del 2000), sono state introdotte nuove colture no food, si sono diffuse le monosuccessioni, ecc."

Seminativi nudi ed arborati
RENZO LANDI
Universitā degli Studi di Firenze

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
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28/08/2009, 23:03
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“Resta il fatto che le patologie correlate all’uso di frumenti in Italia (e nel Mondo) sono cresciute in mezzo secolo con un rapporto stimato da 1 a 10, (dipendendo dagli studi relativi) per una popolazione che però consuma un quinto del prodotto incriminato rispetto a 50 anni fa. (dunque per la matematica l’aumento delle patologie va da 5 a 50 volte). I dati di aumento si riferiscono alla celiachia, ma non esiste solo tale malattia , esistono le patologie allergiche e non prendo in considerazione deliberatamente il capitolo contradditorio delle intolleranze alimentari perché in questo momento porterebbe lontano.
E’ naturale allora chiedersi perchè succeda tutto questo. Le risposte della letteratura medico scientifica, sono tante e poche le certezze. Gli studi che ho raccolto da anni dimostrano ampiamente che le patologie frumento correlate sono cresciute per l’impiego prima di tutto di varietà cultivar di sementi più immunogene, più citotossiche. E secondo, ma ancora più importante, la tecnologia molitoria e panificatoria da 50 anni in qua è profondamente cambiata. La molatura prevalente avviene con mulini industriali (non più a palmenti in pietra, oramai scomparsi quasi totalmente nel mio territorio appenninico) che allontanano il germe del grano, perché responsabile di instabilità e irrancidimento della farina nel medio termine. E ancora, la panificazione industriale utilizza come lievito standard il lievito di Birra, il Saccaromyces C. che non determina panificazione acida e dunque non attiva la degradazione enzimatica delle gliadine citotossiche (almeno nella celiachia). Non ultima responsabilità, l’utilizzo pressoché generale delle sementi elette, come ho sopra anticipato.”

Guido Baldelli, guibalde@tin.it.

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28/08/2009, 23:17
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PALLINOF ha scritto:
"Le incisive innovazioni di gestione del suolo, imposte dal progresso della meccanizzazione, del miglioramento genetico, dell’irrigazione, della fertilizzazione e della difesa fitosanitaria, hanno sviluppato un nuovo assetto colturale. ...


E' grazie anche a questo cambiamento se in Italia (e in Europa) si è raggiunta l'autosufficienza alimentare, non si patisce più la fame...

Poi, come ogni rapido cambiamento, ha portato a storture, eccessi, conseguenze anche negative, ma che si possono correggere.
Marco

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28/08/2009, 23:38
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presa nuda e cruda le tesi dei docenti universitari , non vogliono dire nulla com tutto il loro rispetto

e' pura teoria .

oggi non si puo tornare a arare i campi con trattori di 25 /45cv

come del resto , per le superfici che abbaimo inoi in italia trattori di oltre 250 sono quasi superflui , tranne che per le operazioni di livellamento nelle risaie

come discusso ina ltri forum , secondo me continuare a fare le operazioni colturali sempre fatte , non va bene

per cui ben venga il minumun tillag , o il sood seeding, nei limiti della loro portata, e nei terreni piu sciolti


il probelma dell'abbandono e strettamnete legato alle importazioni

piu il valore delle materie prime e semilavorate

mais soya grano girasole , ma anche carne uova latte, cala
piu i terreni meno fertili si abbandonano

dall'altra e' il fagocitamento delle terre piu fertile , per l'espansione delle aree industriali, legatoa lal speculazione sia dei privati che degli enti statali e di tutti quelli che girano attrono a questi enti

fa specie , osservare che democrazie del nord europa inghilterra e germania in particolare hanno di fatt bloccato le nuove aree industriali gia parecchia nni fa, chissa perche in previsione di una crisi economica , che poi si e' registrata puntaulmente, in barba agli economisti.

cosa capitera nn si sa: dare al colpa alle colture no food , mi sembra esagerato

io ho trovato uan rotazione girasole grano abbstaza stabile

penso che anche la rotazione colza grano possa andare bene , certo migliore di uan rotazione mais grano , che alla lunga stanca il terreno

piu si abbassano le rese , e piu l'erba medica e la soya usciranno dalle rotazioni , la seconda anche per i danni dai colombi , che per belli che siano danno solo problemi

un conto e' vederli in piazza san marco , un conto vederli in un campo di piselli da foraggio 2 gg prima dell trebbiatura..

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28/08/2009, 23:48
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Sono sostanzialmente daccordo con Grinto, semplicemente indietro non si può tornare.
Poi sulle questioni strettamente agronomiche non mi pronuncio, perchè non sono esperto.
Ma tornando allo dichiarazione del professore danese, penso che sia impossibile fare previsioni di questo tipo. E pertanto, ripeto, le sue sono semplici c...
"Frutta e verdura diventerebbero inaccessibili per le tasche di moltissimi consumatori". La dieta alimentare negli anni '50 non si basava soprattutto su vegetali. Eventualmente sarebbe il consumo di carne a calare per il conseguente aumento dei prezzi (e questo avrebbe conseguenze positive sulla salute). Se si deve parlare di possibili conseguenze negative, si deve pensare alla denutrizione e alla fame.
Come possiamo credere a queste previsioni, se gli economisti non sono stati capaci di prevedere nemmeno la crisi che stiamo attraversando?
Ciao,
Marco

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29/08/2009, 0:13
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secondo me un discorso serio sull'agricoltura sarebeb quello di aprtire con l'idea di preservare al sostanz aorganica nel terreno , e di evitare inutili spargimenti di liquami in altri

per cui sopstare gli allevamnweti suinicoli e avicoli/cunicoli , in zone , tipo le risaie , o tipo le zone del nord italia non irrigabili , e ce ne piu di quento pensiate , per allentare al pressione della direttiva nitrati lungo il po.

anche perche detti allevamenti per lo piu a soccida , non sono strettamnete correlati con le foraggere come possono essere gli allevamenti da latte , che per loro necessita hanno bisogno di mais , e di loietto e anche di soya e di erba medica a brevissima distanza dal centroa ziendale

sul discorso dell'allevamneto da carnec sarebebro da fare dei distinguo tra ciclo chiuso , linea vacca nutrice -vitello e ingrasso vero e proprio

a questo punto si che si potrebbe parlare di vera agricoltura , perche poi di conseguenza si dovrebeb anche parlare anche dei servizzi correlati

discorso a parte e' quello della viticultura frutticultura e orticultura , in cui ci sarebeb bisogno di una modularita delle produzioni , e non di produrre a casaccio , sperando che il emrcato assorba tutto

sopratutto in viticultura , vedasi il crollo dei consumi in seguito alle nuove norme del CdS

o al deprezzamento del pomodoro da industria grazie a importazion di dubbio gusto

sulla frutticultura nn mi pronuncio..

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29/08/2009, 0:22
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bravo marco


29/08/2009, 6:32
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