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Re: SARDINIA

17/02/2016, 20:50

Scusate volevo chiedere un opinione ai sardi del forum su questo argomento, perchè non capisco come una malattia del genere
dopo tanti anni non sia ancora debellata, perchè questi ostacoli degli allevatori, possibile che una regione non riesca ad uscire dal problema, la Spagna quindi un intera nazione negli anni "70 in dieci anni ne è uscita noi una regione sono 40 o 50 anni non ne usciamo.
Ero indeciso se aprire un argomento nuovo, ma forse in questo è più visibile dai sardi, allevatori e non allevatori che conosceranno il problema.

Italia-Sardegna: task force contro la Peste Suina Africana ostacolata dai pastori, la risposta della Regione
15-Feb-2016 (2 giorni fa)
Giovedì, 11 febbraio 2016/Italia.RegioneSardegna.http://www.regione.sardegna.it


Dopo l'abbattimento di capi suini clandestini a Desulo, i pastori hanno organizzato una manifestazione di ostacolo all'Unità di progetto della Regione contro la peste suina impedendo il proseguirsi delle azioni di abbattimento.

La Regione Sardegna dichiara, attraverso del responsabile dell'Unità di progetto per l'Eradicazione che l'abbattimento dei capi clandestini fa parte del piano, aggiungendo che il 30% dei suini clandestini già abbattuti presentavano il 30% di positività al virus della pesta suina africana, dimostrando la pericolosità della presenza di tali suini che poi vengono macellati altrettanto in modo clandestino.

Già nel 2015 l'UE aveva diminuito i contributi alla Regione in virtù delle azioni "troppo deboli" prese in passato nel controllo ed eradicazione della malattia. In Spagna la malattia è stata finalmente debellata dopo la messa in atto di azioni di contrasto dei suini allo stato brado ed illegali.

La Regione premia la legalità finanziando l’emersione e la gestione degli allevamenti controllati e a norma di legge. Nel Programma di sviluppo rurale 2014-2020, per la prima volta in Sardegna, è prevista la misura del benessere animale per i suini con uno stanziamento totale di 50 milioni 638 mila euro. Un impegno finanziario importante a cui si possono affiancare tutte le altre misure previste nella nuova programmazione che contribuiscono, anche con finanziamenti che raggiungono l’80% a fondo perduto, alla costruzione delle strutture e all’acquisto dei mezzi necessari per l’avvio degli allevamenti.

Re: SARDINIA

17/02/2016, 21:42

Ciao, Marco62
Vedo che sei molto preparato. Potrei aggiungere qualcosa anch'io, ma è un argomento alquanto complesso, quindi voglio prima parlarne con qualche amico veterinario, che era interessato direttamente a questo problema. Poi vedrò di essere più preciso
Saluti
Pedru

Re: SARDINIA

17/02/2016, 21:55

Grazie Pedru, è un modo per conoscere se il motivo è quello di avere la malattia per avere sempre soldi e finanziamenti o proprio
non si vuol capire il danno che arreca al ns. settore, per fortuna da anni è stata riconosciuta la regionalizzazione della malattia,
altrimenti non si potrebbe esportare niente, nel nord europa e in Russia è un flagello e continua ad avanzare specie con il contatto
dei selvatici (cinghiali).

Re: SARDINIA

17/02/2016, 22:20

Ecco, non volevo rispondere in modo superficiale. Ma quello che so è proprio così: qualcuno ci ha marciato alla grande con i soldi della Regione. Comunque anche noi in Sardegna abbiamo il problema dei cinghiali e dei maiali allevati allo stato brado. I cinghiali sono una manna per i cacciatori, ma una disgrazia biblica per gli altri. Oltretutto non sono autoctoni, ma europei, introdotti negli anni '60 per volontà della lobby dei cacciatori. Quelli autoctoni erano molto più piccoli, molto meno prolifici, quindi erano abbastanza rari e non facevano alcun danno. Ora sono quasi estinti dalla invadenza dei cinghiali alloctoni.

Re: SARDINIA

19/02/2016, 0:55

Dunque, alcune le cose in parte già le conoscevo, ma adesso posso essere più preciso.
Tu chiedi perché uno Stato, la spagna, in 10 anni ha risolto il problema e noi, in 50 anni no.
Iniziamo col dire che quel “noi” è un tantino inadeguato in quanto, purtroppo, questa malattia in Italia riguarda solo il territorio sardo, e il danno praticamente lo subiscono solo i sardi: saprai che è dalla Sardegna, da decenni, non poteva uscire nemmeno un pezzo di salsiccia, mentre i provvedimento restrittivo non riguardava nessun altro territorio dello Stato italiano.
Perché noi sardi non ne usciamo? La risposta, come accennavo la volta scorsa, è abbastanza complessa, perché c’è un intreccio tra malgoverno italiano e la mentalità pastorale sarda.

Il malgoverno italiano (la Regione Sardegna è praticamente una copia fedele del parlamento italiano che non è certo un ottimo esempio di rettitudine e di efficienza, con gli stessi partiti e gli stessi sistemi). A questo si aggiunge la tradizione dei pastori sardi, poco inclini a soggiacere ad obblighi che sentono come invadenza al loro lavoro e alla loro tradizionale autonomia. Insomma, una mentalità libera che per capirla, bisogna conoscere bene.
La Regione già precedentemente, diciamo in questi ultimi 50 anni o giù di lì, premiava chi denunciava la presenza della malattia negli allevamenti, e i proprietari di maiali in tutto il territorio interessato i cui animali dovevano essere abbattuti nella loro totalità.
Questo sistema, apparentemente ineccepibile, presentava nella realtà dei punti facilmente eludibili.

È anche vero che nel passato i pastori, allevatori di maiali allo stato brado molto comuni in buona parte della Sardegna, erano restii a qualunque limitazione. A questo si aggiunge il fatto, in un certo senso ben più grave, di grossi allevatori industriali (non tutti e non sempre sardi) di maiali al chiuso e in spazi ridotti, che infettavano deliberatamente i maiali dei loro allevamenti, che obbligatoriamente dovevano essere eliminati, per poi piangere lacrime di coccodrillo e chiedere il risarcimento a “Mamma Regione”. La quale pagava, pagava per ogni maiale soppresso più del suo valore commerciale, con i soldi elargiti dalla Unione Europea per debellare la peste suina africana dalla Sardegna. Cosicché, questi furbetti, guadagnavano senza rischi di mercato, più di quanto non avrebbero guadagnato, completando il ciclo e mettendo in commercio i suini.

Ultimamente la l'UE, rendendosi conto dell’inefficienza nella lotta per l’eradicazione della malattia, ha tagliato giustamente i fondi alla Regione.
In questi 50 anni, con le nuove generazioni, anche la mentalità dei pastori sardi è cambiata, sono più colti ed evoluti e capiscono bene le regole, i loro motivi e le accettano. In pratica, per la maggior parte, non si può più parlare di pastori ma di allevatori.
Ora gli unici che non accettano regole, quindi l’abbattimento di tutti i capi all’interno di una zona infetta, sono i pastori di Desulo, paese di montagna al centro della Sardegna, con vasti boschi di querce e di castagni. Questi pastori ricavano un buon guadagno col pascolo brado (terreno comunale praticamente gratis, dove i suini trovano in natura cibo ottimo e abbondante). È chiaro che le regole li danneggiano pesantemente, ed è chiaro il motivo della loro ferma protesta. Tanto ferma e decisa, che anche le guardie forestali e carabinieri, andati sul posto in buon numero e armati di mitra per abbattere i maiali allo stato brado (risultati infetti nel 30% dei capi esaminati), hanno dovuto rinunciare. Come è andata a finire? Con un nulla di fatto. Adesso si sta organizzando un incontro nel comune di Desulo, con una rappresentanza dello stesso comune e di pastori da una parte, e di responsabili regionale (e/o dell’ASL) dall’atra. Insomma, si vedrà.

Ultimamente, per adempiere alla decisa richiesta europea, la Regione ha emanato delle regole più precise e restritive:

1) tutti i suini trovati allo stato brado devono essere immediatamente abbattuti a vista dagli uomini delle forze dell’ordine (Forestali, Carabinieri ecc.). Ed è proprio questo punto che ha scatenato la veemente protesta dei pastori desulesi, per niente disposti a cambiare le loro tradizionali abitudini;

2) il pascolo brado dei suini è limitato, anzi vietato e sostituto dal pascolo “semibrado”, cioè il pascolo deve essere recintato con muro e con doppia rete, in modo da impedire ogni contatto tra i suini di altri allevamenti e, soprattutto, con i cinghiali. Tutto deve essere controllato dall’ASL e l’allevatore riceverà un tot per rimborso spese (credo l’80%);

3) non si può superare un tot numero di capi per una determinata superficie;

4) tutti gli animali devono essere denunciati, censiti e controllati e vacinati dall’ASL;

4) tutto deve essere registrato in apposito registro, ogni capo tatuato e marcato con numero progressivo e approvato e verificato dall’ASL (costo € 10,00 a capo);

5) tutti capi devono essere macellati sotto controllo dell’ASL, che preleva un campione di sangue, di diaframma e di milza, a ciascun animale abbattuto, per controllo del virus della peste suina africana e, ora, anche della Tricchinella spiralis, essendosi verificatisi qualche caso nel territorio di Orgosolo. Spesa: 6,00 € a capo.
In definitiva, adesso la procedura è più seria e, si spera, la peste suina verrà eradicata a breve anche dalla Sardegna.
Spero di essere stato chiaro.
Saluti
Pedru

Re: SARDINIA

19/02/2016, 23:25

Molto chiaro di nuovo grazie, comunque quel NOI è perchè essendo produttore di suini, ci tengo molto a fare conoscere i nostri prodotti
finali, e fra questi mi spiace che non ci siano prodotti come il lardo aromatizzato al mirto, o i vari prosciutti di Talana, Desulo, Villagrande, Urzulei, Arzana, che penso che siano superiori a Parma e S.Daniele quindi mi sento orfano di prodotti italiani eccellenti
da far conoscere, specialmente di una zona al centro del Mediterraneo per colpa di questa malattia che non si vuole sconfiggere, possibile che non si riesce a capire che i soldi( finanziamenti) possono arrivare anche facendo conoscere cose positive non solo da disgrazie.

Re: SARDINIA

28/04/2016, 9:06

Sa Die de sa Sardinia 28 Abrile 1794
Est una festha ki at kefidu su Consizu Regionale de as Sardinia in su 14 de Sant’Antine 1993, jamada fintzas “Sa Die de su Pobulu Sardu”.
In cussa die, leada comente simbulu e incumintzu de una revoluscione longa meda annos, sambinosa e, a dalu mannu, ‘inkida dae sos traidores sardos e dae sos anzenos italianos (piemontesos).
Sa revoluscione sarda est naskhida proite sos anzenos, atzudos e prevaricadores, nos fint ‘oghende su ki fintzas sos ispagnolos aiant respettadu: s’autonomia de sa Terra Nosthra, imboidende sos Istamentos (su gubernu de sos Sardos in terra issoro). Sos sardos keriant prus respettu pro issos e, nessi, aiant fattu a sos anzenos custhas pedidas:

1) Respettare sos Istamentos;
2 Reservare a sos sardos sos impiegos pubblicos, ki sos italianos si aiant leadu totu issos;
3 Istituire a Cagliari, affacu a sede de su Vicerè (piemontesu), unu Consizu de Istadu;
4 S’istitutzione a Torino (capitale de su Rennu pseudo sardu) de unu Ministeru pro sos Affares de sa Sardinia.
Pedidas mancu leadas in consideru.

Ma sas pedidas de sos Sardos no fint leadas in perunu cònnsideru dae su pseudo Rennu de Sardinia a Totinu.

E tando sa die de si 28 de Abrile est ischobiada sa revoluscione de su Pobulu, innantis a Cagliari e a pustis a Thathari e in totu sa Sardinia.
Sa revoluscione no est addurla una die ebbia, ma at continuadu fintzas pro nessi deghe annos dae sos patriotas, ma a sa fine ant binkidu sos anzenos ajjuados in totu dae sos traidores sardos.
Faghimus in manera ki cussa revoluscione no sie sceti una die de festha pro pagos, ma una die ki nos faghet torrare a pedire e a aer totu sos derettos nostro, fintzas a sa INDIPENDENTZIA!

De custu flagellu, in parte,
Deus nos ha' liberadu;
Sos Sardos ch'hana 'ogadu
Custu dannosu inimigu;
E tue li ses amigu,
O sardu Barone indignu;
E tue ses in s'impignu
De nde lu fagher torrare!
Pro custu, iscaradamente,
Preigas pro Piemonte,
Falzu! Chi portas in fronte
Su marcu de traitore;
Fizas tuas tant'honore
Faghent a su furisteri,
Mancari sia' basseri,
Basta chi Sardu no sia'.

(Frantziscu Ignatziu Mannu 1794/5)
Allegati
alvure d'Arborea.jpg

Re: SARDINIA

28/04/2016, 9:26

Ciao a tutti, e buon 28 aprile a tutti i sardi!

Re: SARDINIA

28/04/2016, 9:34

Grazie :D , ma più che una "festa" (in effetti festa non se ne fa: è un giorno come tutti gli altri, tranne che per i docenti e gli alunni di tutte le scuole) :(
Piuttosto è un giorno della nostra storia di sarda, che deve essere conosciuto e ricordato da tutti i sardi perché in nostri diritti non vengano calpestati.

Re: SARDINIA

28/04/2016, 12:02

Anni fa ricordo che a Cagliari organizzavano una riesumazione storica della giornata sotto al bastione di S. Remy, con tanto di costumi, poi credo non se n'è fatto più nulla..
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