Cercherò di rispondere alle domande.
Prima però alcune premesse, la qualità delle pietre, se piatte, da noi un modo un po' dispregiativo per apostrofare un muratore è: "Muratore dalle pietre piatte" o comunque di forma quadrata o rettangolare. Tanto facile.
Con questo tipo di pietre, fatta una buona fondazione, se si vuole dare vita eterna al muro anche se alto, si fa alla base della fondazione interrata, una base in cemento di 15cm con due tondini da 8, poi anche a secco basta che ogni pietra appoggi bene usando il minimo scaglie. Storia finita.
Nel caso invece di pietre di non buona qualita, friabili e in via di degrado, fai cosa vuoi, sempre sarà vita breve.
Nel caso mio, pietre granitiche con prevalente forma tondeggiante, con al meglio una sola sommaria faccia decente, poi un gran mucchio di pietre piccole.
In questo caso siamo nel paradiso del muratore.
Visto che ci siamo spiego prima come veniva fatto un muro nuovo.
Per prima si cercavano tutti gli appoggi naturali, grossi massi, spuntoni o fianchi rocciosi di montagna, se questi si potevano collegare tra di loro e l'esposizione della terrazza risultava adeguata (est/ovest) la fondazione collegava gli elementi e mettendo le pietre migliori davanti, quelle peggiori dietro e le piccole al centro si alzava il muro con uno spessore di circa 60/80cm a seconda dell'altezza che si doveva raggiungere.
Avendo io constato che quando l'appoggio di fondazione era sulla roccia o comunque su terreno consistente, i crolli erano praticamente nulli, ho concluso che una fondazione in cemento, di 15cm interrata con due tondini, rendeva tutta la base omogenea, senza possibilità di movimenti che avrebbero compromesso tutti gli appoggi, che, nel caso di pietre irregolari, se si muove qualcosa, si perdono tutti. Esatto contrario delle pietre piatte, che finito un appoggio adottano l'altro.
Ora questa è la mia casistica, quindi io non faccio un cordolo vero e proprio, ma ogni 50/80cm di altezza al posto delle pietre piccole di riempimento metto il cemento ed eventualmente il tondino.
Così facendo, il cemento usato è pochissimo, lo scolo dell'acqua come se il muro fosse a secco, ma queste linee orizzontali di rinforzo fanno si che il muro non verrà visto crollare ne dai viventi ne dai loro nipoti.
Insomma il cosiddetto cordolino è la risposta a tutti gli errori che possiamo aver fatto, appoggio maldestro, pietra friabile, "trota o anguilla", ecc.
Come vedi credo adotto il metodo che tu segnali.
I miei "concorrenti", mettono il cemento tra tutte le pietre, cosa che io non condivido, sia per lo spreco di materiale, che per lo scarso drenaggio.
A muro finito se sono stato attento, sulle facciate non si vede il cemento.
Lo si vede alla sommità, perchè io termino con un lievissimo strato di cemento, che non deborda ma rende il piano calpestabile e facile a tenere pulito da edera e rovi. Non uso diserbanti.
Per muri di altezza fino a 1.5mt anche a secco non si rischia un granche, quindi anche totalmente a secco e se cade pace lo si rifà, esattamente come da secoli facevano i nostri avi.
Durante la costruzione, ogni volta che capita la possibilità di una nicchia, la lascio anzi la rendo confortevole per ospitare nidi di capinere, pettirossi, ecc.
Il primo muro che rifeci in autunno totalmente a secco, crollò a primavera con le prime piogge abbondanti.
Non ero novellino, altri con pietre piatte son ancora in piedi da decenni.
Da ormai 11 anni ho fatto molti muri, sempre con lo stesso metodo, uno il più significativo, di circa 40mt per 2.9/3mt di altezza, con annesse caverne per ricovero attrezzi, più altri di varie forme e dimensioni.
Uso, le mani, piede di porco, compressore per forare e spaccare con i cunei i massi più grandi, e quando serve l'escavatorino per sia scavare che posizionare i massi.
Finora non sono ancora stato deliziato dalla sconfortante visione di una cascata di pietre un po' incementate.
Mi era stato recapitato l'opuscolo delle Cinque Terre, l'avevo letto, alcune parti le avevo condivise, altre mi hanno lasciato scettico.
Non vorrei che le alluvioni di Vernazza e Monterosso, abbiano avuto peggiore esito proprio grazie a quell'opuscolo.
Buon lavoro, e se la fatica sembra molta, pensiamo a chi senza guanti, con la pancia vuota, in passato ci ha regalato queste magnifiche terrazze, che la nostra ignavia lascia ora incolte a al degrado.
Non dimentichiamo che i muri in pietra, non sono stati fatti per addolcire la vista al perdigiorno di turno, ma per ricavarne sostentamento.
Saluti montani
Sergio