29/03/2010, 13:14
29/03/2010, 14:44
"Chi vuole osservare gli uccelli non li deve inseguire; deve appostarsi rimanendo cortesemente in silenzio. Allora si avvicinano spontaneamente. con questa intenzione mi sono scelto un terreno pieno di mandorli in fiore, circondato da un boschetto di acacie. Dal piumaggio bipennato del fogliame svettava una pallida nidiata di lunghissimi aculei. E' un paradiso per le averle e gli uccelli di macchia e di nido. Altre specie volatili sfrecciavano tra le chiome degli alberi.
Mentre, seduto como su una pietra in pieno sole, seguivo lo spettacolo, vidi passare lì vicino un gregge di pecore. I campanelli tintinnavano; polvere sospinta dal vento veniva dal pendio già arido. Le bestie avevano strette e come intagliate le teste, e le loro orecchie pendenti le coprivano in parte come mantelline. A capo del gregge procedeva il montone conle corna scanalate e ritorte. Il pastore gli aveva legato sul davanti un grembiule di pelle, per impedirgli di montare le pecore.
Era un'immagine primordiale, quella delle bestie che passavano oltre accalcandosi, scampanellanti sulle loro esili zampe. Seguiva una pecora che doveva avere appena partorito, poiché l'agnellino che essa conduceva non era in grado di tenere il passo. Era ancora roseo, forse appena nato, e si stringeva addosso alla madre per avvertirne la presenza quando la toccava con la minuscola coda. Così si sentiva al sicuro. Di tanto in tanto la madre si fermava e con la testa lo spingeva accostandolo a sé, stretto al suo corpo. Un quadretto commovente - si, ma anche di potente forza. Qui si rivela ciò che lega gli atomi e tiene uniti il sole, la luna e i pianeti.
Come cantava lontano, il pastore, mentre passava oltre con il gregge! Questa è autentica, perenne potenza, e un giorno il pastore sospingerà il gregge anche sulle nostre città."
29/03/2010, 14:47
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