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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Ciao Sarag, mi capirai se uso questo tuo post, preso da un'altra discussione (FRIULI VENEZIA GIULIA -Partecipanti al Forum), come prova ulteriore, anche se del tutto scontata, delle affinità e interessi comuni fra regioni confinanti: sarag ha scritto: Visto che ancora non c'è apro io questo spazio,visto che abito si in Veneto,ma per posizione geografica e interessi praticamente vivo in Friuli. Avanti furlanats! sarebbe bello ed interessante se tutti gli utenti di regioni confinanti partecipassero con le loro esperienze Saluti Pedru
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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08/04/2013, 9:26 |
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sarag
Iscritto il: 05/02/2013, 5:02 Messaggi: 626 Località: il famosissimo veneto orietale,pianura al confine fra Veneto e Friuli
Formazione: maturità classica
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Non posso non dare il mio contributo! Allora:oltre ad abitare in una zona di confine sono anche "mulatta":mio padre è siciliano,e mia madre era veneta,quindi per me i confini sono ancora più liquidi.Anche se le differenze di fatto sono abissali a volte!Fossi friulana potrei fare corsi utilissimi per trovare lavoro pagandoli 1€ all'ora,qui in Veneto apriti cielo..O i dialetti!!L'italia è un paese particolare,dalla trama culturale a volte così fine che è difficile tracciare confini veri.
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09/04/2013, 0:26 |
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marinella
Iscritto il: 17/06/2010, 15:56 Messaggi: 1468 Località: Puglia - Salento
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Interessante argomento, Pedru. Approfondirò in seguito, per ora ti dico che anche il Salento ha forse più cose in comune con i Paesi dall'altra parte del mare che con i corregionali a 300 km (zone pure bellissime) e anch'io non cambierei la mia Terra con un'altra per quanto ce ne sono tante che mi attraggono moltissimo e nelle quali penso che sarei vissuta bene, anche se tante volte mi è pesato (penso a quando non c'era tanto traffico aereo a poco prezzo) affrontare un vero e proprio viaggio per recarmi in qualsiasi altro punto d'Italia. Lunga è la Puglia e tante le differenze estreme e intermedie dal Gargano a Leuca, non confinando il Salento altro che con il mare ha mantenuto per alcuni aspetti alcune tipicità. Non so se ho partecipato in modo coerente alla discussione da te aperta ma ... un saluto -finalmente oggi un po' di sole- dal tacco dello stivale....
anna
_________________ "Chi pianta un giardino semina felicità" (proverbio cinese)
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09/04/2013, 8:28 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Insomma, "frugando" fra le varie regioni, si trovano cose veramente interessanti che si adattano benissimo anche qui come questi due due post, ripresi dalla discussione "Piemonte": cinic ha scritto: in teoria tra piemontesi non dovrebbe essere necessaria la traduzione... in pratica,il ns dialetto si sta perdendo......quasi nessuno lo parla più leorasta ha scritto: Nella nostra zona si parla ancora abbastanza (i giovani ovviamente meno) solo che il nostro è più simile al lombardo che al piemontese
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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09/04/2013, 13:47 |
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cinic
Iscritto il: 21/03/2012, 23:17 Messaggi: 7099 Località: torino
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Cita: La lingua Sarda è variegata e anche incomprensibile...perlomeno per me ecco perchè ti chiedo spesso la traduzione i dialetti mi affascinano,tutti indistintamente....dovrebbero insegnarli anche a scuola(tempo fa qualcuno l'aveva anche proposto). un po' per volta vanno scomparendo e con essi scompare un pezzo della nostra cultura ps OT...ai figli ho insegnato anche il piemontese oltre all'italiano,però solo 4 su 5 lo parlano bene,la piccola lo usa solo quando è incavolata
_________________ Cinismo è il riuscito tentativo di vedere il mondo come è realmente. Jean Genet
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09/04/2013, 21:39 |
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sarag
Iscritto il: 05/02/2013, 5:02 Messaggi: 626 Località: il famosissimo veneto orietale,pianura al confine fra Veneto e Friuli
Formazione: maturità classica
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Già,i dialetti sono la lingua del nostro essere italiani,paradossalmente!Penso che buona parte della nostra peculiarità derivi proprio dal fatto che siamo disomogenei.Io stessa,come molti altri,sono un particolare topos culturale:un attimo prima al telefono con mia cugina parlo siciliano,poi il mio ragazzo rientra a casa e commento quello che mi racconta in veneto.La sera andiamo a Udine a fare un giro e nei bar sentiamo il loro dialetto strettissimo!Se però andiamo a Pordenone,che è in pieno Friuli,si parla di nuovo qualcosa di molto simile al veneto.E non potrei sentirmi più italiana di così. Le zone di confine poi possono essere di varia natura:ad esempio il paesino da cui proviene mio padre che si trova in provincia di Catania "confina" con Milano e la Germania in maniera strettissima,quasi come noi veneti della bassa con l'Austria.E questi sono esempi minimi di un'interconnessione totale molto più complessa..E questo però fa pensare a quanto fossero diversi piemontesi e borboni 150 anni fa quando l'Italia è stata unificata.Era già difficile parlare la stessa lingua da comune a comune,figuriamoci fra regioni distanti fra loro 1700km!Ha funzionato questo melting pot forzato?A noi l'ardua sentenza,visto che siamo i posteri.Spero di non aver divagato troppo,Pedru! Buonanotte a tutti!
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11/04/2013, 1:00 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Macché divagato, hai detto cose sensate e interessanti invece, che se tutti facessero così, avremmo un’idea più chiara di com’è questo Stato Italiano. Che l’Italia è uno Stato disomogeneo è chiaro a tutti, però, come dicevo all’inizio, ci sono e ci sono sempre stati (dalla caduta dell’Impero Romano, cioè Medioevo) dei fatti storici e culturali che dividono, e altri che uniscono, tant’è vero che l’Italia nel suo complesso (seppur divisa politicamente per vari fattori storici), dalle Alpi alla Sicilia era sentita da tutti i suoi abitanti una identità condivisa: un veneto si sentiva italiano quanto un siciliano. Ci sono documenti dell’epoca che lo dimostrano (uno per tutti: “Il Milione” di Marco Polo). Ma c’è qualcosa che, nello Stato Italiano attuale, fa eccezione. Per esempio la Sardegna: non è mai stata italiana, né culturalmente né storicamente, non avendo avuto contati particolari o frequenti con altre regioni, se non per i vari tentativi delle Repubbliche Marinare di Genova e, soprattutto, Pisa di occuparla. Per quanto riguarda la lingua, l’elemento più importante della cultura di un popolo, è lo stesso: la lingua Sarda si è evoluta dal Latino per conto suo, senza interferenze con altre regioni. Tu, come tanti, mi sembra che faccia confusione fra “lingue” e “dialetti”, ma io ti posso dire che, secondo la Storia della Letteratura Italiana e la linguistica classica, nello Stato italiano attuale, esiste la Lingua Italiana, con tutti i suoi dialetti da nord a sud a volte diversissimi fra di loro, ma anche altre lingue. Cito le più importanti per numero di parlantie grandezza del territorio interessato: il Tedesco dell’Alto Adige (o Sud Tirolo), che non è neanche una lingua neolatina; il Friulano (o Retoromanzo o Ladino) che tu conosci; il Valdostano, che in realtà è un dialetto Francese e, infine la Lingua Sarda di cui ho parlato precedentemente. Questo per le lingue autoctone, cioè evolutesi nel proprio territorio, perché esistono anche isole linguistiche alloctone dovute ad emigrazioni più o meno recenti di piccoli nuclei di altri popoli (Albanesi, Greci specialmente in Centro e Sud Italia e Catalano in Sardegna). Saluti Pedru PS: spero sempre che altri, da tutte le regioni italiane, si uniscano a questa discussione con le loro conoscenze
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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11/04/2013, 10:47 |
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marinella
Iscritto il: 17/06/2010, 15:56 Messaggi: 1468 Località: Puglia - Salento
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Caro Pedru, mi dispiace contraddirti ma che "dalle Alpi alla Sicilia era sentita da tutti i suoi abitanti una identità condivisa: un veneto si sentiva italiano quanto un siciliano" è davvero opinabile. L'unità d'Italia fu stabilita a tavolino per interessi che non avevano niente a che fare con l'idealismo di cui ci hanno riempito la testa nè con il presunto intento di risollevare il Mezzogiorno che era, invece, in condizioni migliori di quanto abbiano tentato di farci credere (anche perchè nessuno avrebbe fatto una guerra per annettersi regione cosi arretrate) tant'è che ne furono letteralmetne smontati dei pezzi (ferrovia, cantieri) e portati altrove e non parliamo delle stragi compiute dai piemontesi (non me ne vogliano i piemontesi).L'emigrazione dal Sud iniziò dopo l'unità d'Italia e anche questo non è un segnale da poco. Quindi questo Paese non aveva nessuna ragione di essere unificato. Che poi le persone viaggino e si possano trovare bene dappertutto perchè ovunque ci sono le buone condizioni e le brave persone, è un altro paio di maniche. Tanto per non generare dubbi, personalmente adoro tutte le regioni italiane e ho trovato persone splendide in Friuli come in Sicilia passando per il centro.
Anna
_________________ "Chi pianta un giardino semina felicità" (proverbio cinese)
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11/04/2013, 11:13 |
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sarag
Iscritto il: 05/02/2013, 5:02 Messaggi: 626 Località: il famosissimo veneto orietale,pianura al confine fra Veneto e Friuli
Formazione: maturità classica
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Purtroppo devo concordare parzialmente anche con Anna,e questo perché la via verso l'unità non è stata veloce né agevole.Se visitate il sacrario di Redipuglia vedrete una miriade di cognomi di meridionali che sono andati a morire sul confine con l'Austria e non solo senza neanche parlare l'italiano quando erano partiti..Che l'industria pesante,specialmente nella cantieristica e per il settore ferroviario,già esistente nel Regno delle Due Sicilie sia stata penalizzata a favore di quella piemontese a valle dell'unità d'Italia è purtroppo un fatto.Ma questi fatti e molti altri hanno come punto di partenza le persone che hanno governato,non l'idea che c'era alla base.L' Italia non poteva assolutamente rimanere frammentata com'era a fronte di quello che sarebbe accaduto,alle soglie del '900,non riesco neanche ad immaginare cosa sarebbe successo con la prima guerra mondiale se l' Italia non fosse stata unita.Che poi l'unità non fosse nei pensieri dei popoli che compongono la nostra identità nazionale è indubbio,è così ancora adesso,ma a fronte della crisi economica che cix colpisce non so come il sud potrebbe fare senza lo stato italiano.Si può poi ipotizzare che lo stato di dipendenza e minorità delle regioni del sud sia stato auspicato e coltivato dal governo nordcentrico degli inizi,ma mio nonno siciliano mi raccontava che lui andava a vendere i pomodori a dorso di mulo come lo faceva suo padre,e anche suo nonno,e quindi si va a molto prima del 1860,e la miseria dove c'era dopo l'unità c'era anche prima,con poche eccezioni! Vediamo anche noi che è una questione assolutamente irrisolta,e le interpretazioni dei fatti possono essere quantomai varie.
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11/04/2013, 12:47 |
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Sailor65
Iscritto il: 14/03/2012, 19:50 Messaggi: 200 Località: Maratea (costa tirrenica lucana) - (40° xx' par. N - 15° xx' long. E )
Formazione: Congegnatore Meccanico - Motorista Navale
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Mi trovo d'accordo con Marinella tranne che con l'arretratezza del Sud che all'epoca non se la passava peggio del resto d'Europa, anzi. Nelle casse del governo borbonico c'erano 470 milioni (dell'epoca) di depositi in oro (poi spariti), la monarchia dei savoia era invece ad un passo dalla bancarotta dissanguata da battaglie contro gli austriaci. (Furono molti i reparti borbonici ad aiutare in un primo momento i piemontesi contro gli stessi...). Poi toccò ''liberare'' il meridione (da chi? Dai meridionali? Da un re napoletano e legittimo?) uccidendo decine di migliaia di uomini (e perchè no?...donne, vecchi, bambini) o traducendoli nei lager piemontesi, vedi Fenestrelle... In questa operazione ci fu anche la mano inglese e francese (compresa la mass.xxxxxx): si erano aperte da poco le rotte di Suez e gli interessi economici erano enormi. (Tra le prime marine d'Europa sapete chi c'era poi ''annessa'' dai savoia?) Mi fermo qui, non voglio urtare la sensibilità di nessuno ma la Storia non è sempre quella che scrivono sui libri, ma molte volte diversa. Ma il passato è passato: ora siamo uniti e uniti mi auguro di restare, augurandoci mai più conflitti. Però vien da pensare che dopo tanto sangue versato per l'unità d'Italia nel risorgimento, nella prima e seconda guerra mondiale, c'è gente che inneggia ad una separazione con la stessa enfasi voluta dagli antenati per l'Unità...
Un saluto a tutti
_________________ Tra venti anni sarete più delusi per le cose che non avrete fatto che per quelle fatte. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain
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11/04/2013, 13:47 |
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