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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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scusate, sono in viaggio nel nord europa e posso connettermi solo saltuariamente. Vedo molti interventi interessanti. Un aspetto e' stato evidenziato, il prezzo della verdura al supermercato. Conferma quel che si diceva prima. La verdura al supermercato e' venduta sottocosto per attirare dentro le persone il vero guadagno la gdo lo fa sui prodotti collaterali. Dunque nessuna possibilita' di miglioramento su questo fronte, zerospazio. Del resto concorda anche con la mia visione di un prezzo politico al consumatore (sempre la famosa storia che con la pancia piena non si fa rivoluzione). Mi sa che la via verso il guadagno sia da cercare altrove
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30/09/2009, 19:02 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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tu la vedi da professore noi la vediamo dal lato pratico
a me hanno insegnato che le tendenze sono un buon indice della salute dell'economia applicata.
la tendenza che ha preso piede negli ultimi 10 anni e cioe quello di spostare il commercio verso al gdo , ha portato alla chiusura di molti esercenti .
e fin qui diciamo e' fisiologico ,non e' stato un male , perche sotto certi punti di vista si e' abbassato il costo per gli utenti.
ma ora siamo arrivati che a volte la GDO su tutti i prodotti venduti, alimentari e non , a volte e' piu cara che i negozi o ...
per il fatto della enorme domanda verso i centri commerciali.
Che i buyers facciano il loro lavoro va bene , che si usino i prodotti di eccellenza come specchietti per le allodole un po meno . che si metta in mostra sugli scaffali la merce in modo da ingananre l'occhio del compratore un
non e' del tutto ragionevole, e deontoligamente corretto .
un esempio classico lo avuto a marzo in un supermercato di uan grandissima gdo Italiana , nel settore carne , davanti vi erano i banchi frigo con al carne francese dove fino a qualche mese prima c'era la carne coalvi,
in pratica rivoluzionando il reaprto.
da notare che la differenza di prezzo tra pimontese e francese , era minima , sull'euro al kg , ma la divers posizione dei frigo agevolava di piu la vendita , perche chi non bada al prezzo e cerca delal fesa , compra nello scaffale piu comodo,
mettersi daccrdo su come commercializzare e a che prezzo , non e' polica , ma e corretezza tra le parti
dobbiamoa rrivare al punto che la GDO compri il parmigioano reggiano in argentina?
si arrivase a questo la politica e le utopie , non centrano nulla , pero..
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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30/09/2009, 19:46 |
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Valdorcia
Iscritto il: 24/03/2009, 11:01 Messaggi: 368 Località: Radicofani (Siena)
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Grintosauro ho la tentazione di confutare alcuni punti del tuo pensiero. Prova a considerare per un momento che la GdO ha realizzato enormi investimenti per consolidarsi sul territorio. E’ palese che è riuscita nel suo intento. Una quota consistente del consumo dei beni passa attraverso questa modalità di commercio. Ora è comprensibile che passi “all’incasso” massimizzando i margini, non ci vedo nulla di strano. I consumatori (attenzione parlo del consumo di massa indifferenziato) sono indirizzati nei loro acquisti fondamentalmente da tre precondizioni che la GdO offre a mani basse, praticamente senza concorrenza e in questa fase storica sono vincenti: Ampiezza e profondità di gamma nella proposta merceologica. Rispondenza delle modalità comunicative cui il consumatore è abituato (se fossi un professore vero le chiamerei politica del brand e del display). Risparmio percepito, a volte di danaro a volte di altri valori che assumono rilevanza sempre più sentita (esempio il tempo). Nessuno inganna il consumatore con fantomatiche politiche di “specchietto per le allodole”. Semplicemente hanno STUDIATO. Hanno studiato antropologia e psicologia dei gruppi complessi. Così come l’allodola ha un comportamento prevedibile in presenza dello specchio (io non lo so se questo è vero ma ti credo sulla parola) anche l’homo sapiens sapiens ha un comportamento prevedibile davanti ad uno scaffale e più in generale rispetto ad uno stimolo dato (e qui credi a me per favore anche se non cito studi in tal senso...sono geograficamente lontano dai miei libri). La GdO (e più in generale il mondo della grande industria) semplicemente mette a frutto un semplice meccanismo causale. A fronte di una azione si attende una reazione quindi io propongo un comportamento o un prodotto o un servizio e il consumatore reagisce secondo le mie aspettative. Noi siamo sicuri di aver studiato abbastanza? A che titolo confutiamo una modalità se non ne proponiamo una diversa altrettanto efficace? Il concetto del mettiamoci d’accordo sulle modalità commerciali ti fa onore dal punto di vista umano. Ma purtroppo e destituito di ogni fondamento logico ed economico. Riassumendo la GdO ha investito energie immense costruendo centri commerciali, attraverso la comunicazione ha modificato i comportamenti umani, si inventa ogni giorno una tattica commerciale, rinnova spazi e politiche di vendita e tu gli proponi anche di farti guadagnare dei soldi per il semplice fatto di fornire una "materia prima" che troverebbe comunque da altre fonti??? Secondo me non è contemplato nella loro politica. Dal loro punto di vista il potere contrattuale se lo sono ben meritato studiando, investendo e lavorando, quindi pretenderebbero di controllare le dinamiche di un meccanismo che è LORO. Credo che Raviolo ha visto bene: la strada è da cercarsi da altra parte. Per concludere credo che l’utopia invece centra molto anzi moltomoltomolto. Pensare cose mai pensate prima è stato il motore fondamentale su cui ha contato l’homo sapiens sapiens per la sua sopravvivenza. Il problema è forse che siamo capitati in un momento storico in cui il coraggio del pensiero sconvolgente (nel senso etimologico di volgere in modo diverso le cose) è merce rarissima. Perché la pancia piena se è vero non fa fare rivoluzioni è anche vero che assopisce anche la corteccia cerebrale . Adesso vado e ti saluto...non ti arrabbiare. Dimenticavo per qualche giorno sarò lontano dalla tastiera, vado in campagna . Per favore scusatemi tutti per la verbosità...non lo faccio più parola . Antonio
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30/09/2009, 21:43 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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vald'orcia tu fai un discorso che sul piano dell'economia sta in piedi. io non dico verra il giorno . quel giorno era ieri..
anche negli anni 70 gli economisti dicevano che senza il cottimo l'industria non sarebbe potuta andare avanti ..
oddio , forse oggi siamo nelll'opposto , pero in 40 anni a sta aprte di cose ne son passate sotto il ponte di gassino.
Quello che noi intendiamo, in un mondo globalizzato, il motivo di certe scelte comemrciali , che all'estero non ci sono a me il discorso che molte volte si dice : all'estero l'offerta e' oragnizzata , e' omogenea , e continua , ectect e' un discorso che e' come un cappio intorno ai....
perche non e' che anche oltralpe le cose vanno meglio... visto che continuano a buttare il latte con le botti spergiliquame nei campi..
fino a quando converra comprare verso est? o verso l'estremo su anche oltre pantelleria?
o nell'argentina dalle praterie ?
dimenticate una cosa , che la bocca sotto il naso ce l'hanno tutti ,e se e' vero che la ripresa econimica aumentera il benessere, lo aumentera solo a chi sta gia bene a quanto ho capito.
a me che uno che oggi guadagna 1500 euro , bne andra a gudagnare 2000 , se poi li spende e non li investe , tanto vale averne guadagnati, gli altri che beneficio ne avranno??l
e' un po il discorso che se oggi siamo per esempio 60milioni di abitanti
40milioni lavorano , e 10 sono disoccupati , e 10 sono tra mnirenni pensionati casalinge ectect..
per diminuire la disoccuazione che faccimao amamzziamio i disoccupati, economicamente sabbe una soluzione valida, perche col minor costo possibile , togli della zavorra, ma avresti 10 mioloni di consumatori in meno...
puretoppo il ciclo economico dell'agricoltua in certi casi e poliennale, qu non si permette di svilupparsi , e dove oggi costa meno , non fanno investimenti .
se per un motivo qualsisai (siccita 2006 in australia, o una pandemia zootecnica in qualche zona del mondo , non ce piu l'abbrovigionamento , come spiegerete alla gente che non ci sono piu i generi alimentari? con una bella pubblicita',come siete abituati a fare?
gia mi vedo la Cristina del momento che col le poppe al vento dice: oggi le uniche poppe sono le mie , chi c'e'e , chi non ce si attacca...
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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01/10/2009, 8:27 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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grintosauro, non credo avranno problemi da shortage di alcuni prodotti. Saranno comunque shortage brevi e controllabili. Non fare l'errore di metterti contro al mercato, in borsa c'e' un detto.."don't fight the FED". Anche se hai ragione (e secondo me ne hai da vendere), NON mETTERTI CONTRO AL MERCATO. Non ne hai la forza, il mercato ti travolge. Bisogna riflettere e cercare soluzioni per sfuggire al cappio.Attendere che l'imponderabile metta a tappeto la gdo mi pare un atteggiamento poco efficace. Torniamo all'esempio dell'acqua.. tutti abbiamo l'acqua potabile in casa.. fresca.. abbondante,economica.. comodissima. Eppure...l'acqua in bottiglia e' un business spaziale. Dov'e' il valore aggiunto? Gli swatch..orologini scassati di plastica.. pero' costano piu' di un orologio decoroso e ben costruito. Insomma. E' vero che tutti hanno la bocca sotto al naso, pero penso che sia ora di dimostrare che gli agricoltori oltre alla bocca, dall'altra parte del naso,hanno anche un ottimo cervello .
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01/10/2009, 16:13 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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raviolo io nnmi metto contro il mercato, perche comunque se non ci fosse il mercato, io nn mi starei qu a allevare vitelloni da carne
pero la storia insegna, che tutto quello che gira intorno all'uomo ,non pou essere monopolizzato dall'economia.
perche senno arriviamo al punto di classificare l'uomo , come una macchina , in quanto oggetto di produzione.
non penso di dire un bestialita ,visto e considerato che siamo in un mercato semi aperto , di capire come , la politica , cerca di mettere dei paletti , non solo alla produzione, a garanzia dei lavoratori e dell'ambiente ,
ma di riflesso anche alla commercilaizzazione .
se volgiamo parlare di leggi economiche , ricordiamoci uan cosa
che i prodotti agricoli a difrenza di quelli industriali, non sono disponibili in quantita infinita .
oltretutto e' variabile , e in casi casi , la variabilita, non e' dipendednte dal produttore.
ora facciamo un passo indietro , nel 2007 2008 tutit urlavano allo scandali x il fatto che i cereali venivano usati x produrre biocarburanti e il prezzo era salito sensibiolmente.
ma nessuno si ricorda che il grano era caro , perche in australia e in argenita vi erano state 2 annate di siccita, e i futures se nn sbaglio , hanno fatto il resto. tutti che urlavano bisogna dare una regolata per evitare che i gruppi finanzairi speculino sui beni di prima necessita... hanno fato quqalcosa in 2 anni i politici?
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01/10/2009, 21:39 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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penso che nessun settore produttivo voglia mettere al tappeto al gdo , avremo solo da perdere perche secondo me la gdo e' uan occasione di sviluppo . Avere dei buyers che di fatto a un tavolo di confronto tra produttori e compratori moderati dai funzionari della CCIAA, non si presentano , ma non per stringere accordi , ma solo per spiegare agli altri che politica commerciale seguono , se ci sono spazi , per accorcare una filiera un polunga, non e' un bel biglietto da visita.
hai ragione loro sono il mercato , pero permettimi , mi spieghi come e ' possibile , che le societa della gdo che hanno un giro d'affari 2 volte il gettito fiscale di uno stato , non aprezzerebbero un modulazione nel medio periodo?
noi siamo un mercato saturo,in cui gli investimenti soo stagnanti , da almeno 3 anni. prima o poi anche la cassa integrazione finira , per il semplice motivo che PRIMA O POI si arrivERa' a una produttivita del lavoro pari a quello del estremo oerinte oppure is chiude.
ma fra 2 anni che si chiudera il periodo di cassa integrazione in voga opggi( per cui o si ricomncia a lavorare o si viene licenziati) il discorso dei prezzi bassi , non sta piu in piedi , perche o si puo comprare , o si ruba o si muore di fame..
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01/10/2009, 21:52 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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beh grinto.. hai ragione l'agricoltura non e' infinita, e bene lo sa quella meta di umani che sta morendo di fame, in barba alle scadenze stampate sulla confezione che ci costringono a buttare cibo ancora perfettamente commestibile. pero' loro continuano a morire di fame e noi a mangiare. Inutile chiedere DECRESCITA.. loro non possono DECRESCERE ULTERIORMENTE, sicche' temo, tocchera' farlo a noi . http://beta.irri.org/news/index.php/pre ... reats.htmlin questo articolo (purtroppo in inglese) e' riportata la notizia della crisi di produzione del riso.. Ora il vero problema non e' produrre piu riso.. che terra e agricoltori se ne trovano in quantita', il problema e' produrlo ad un costo sostenibile perche' 300 milioni di persone possano permetterselo e sopravvivere. Badate bene, per loro e' questione di vita o di morte non di scialo. DUNQUE RISO A PREZZO POLITICO o fame per 300 milioni di persone. EVIDENTEMENTE QUESTI INTERVENTI DROGANO IL MERCATO...l'agricoltura forse soffre e paga anche questi aspetti, che ne dite?
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01/10/2009, 22:16 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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putreoppo nei pesi che si muore di fame , ce anche dei problemi di guerra , e sopratutto guerra all'acqua , cioe che molte volte dove si bonifica e si fanno dighe sopratutto in africa (gEO&gEO DI SETTEMBRE2009)e inzia a coltivare, arrivano i pastori da ogni angolo e gli devastano i raccolti.
gira rigira molte volte i problemi economici si scontrano con quelli etici,e' anche vero che quando uno ha fame , ha fame.
che ne pensi delle iniziative della Media Distribuzione Organizzata?
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02/10/2009, 7:25 |
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Ciao Paolo, se per zona vocata si intende la capacità di ottenere profitto da un’attività, ti posso assicurare che coltivare ortive in serra per il mercato locale in alcune zone dell’Umbria è conveniente. Attenzione alle deduzioni troppo affrettate, il distretto commerciale di cui parli dopo circa 2 anni dalla sua nascita ha generato un buco di quasi un miliardo (vecchie lire) nelle tasche dei produttori ( personalmente qualche decina di milioni) e oggi ciascuno continua sulla sua strada mentre la struttura esistente importa prodotti da altre regioni spacciandole per prodotto locale. Molto interessanti e condivisibili le opinioni di Raviolo e Valdorcia e Grinto che ciascuna da punti di vista differenti analizza razionalmente il problema. Il settore ortofrutta nel supermercato non genera profitto, ma un servizio offerto al consumatore per valorizzare altri articoli (generi vari) con notevoli margini di guadagno. Il fatto poi di ampliare la gamma di prodotti è stata l’arma vincente per mettere fuori gioco il piccolo negozio specializzato. L’introduzione delle norme di qualità dei prodotti ortofrutticoli da parte della CEE ha annullato il VALORE della produzione, in quanto il prodotto non può essere commercializzato se non calibrato e confezionato con apposita etichettatura. Non avendo VALORE non ha neppure un PREZZO che l’agricoltore ritiene giusto per coprire i costi di produzione e reddito. Le assurde norme igieniche hanno impedito al piccolo produttore di trasformare e vendere i propri prodotti, neanche se ci trovassimo di fronte ad una emergenza sanitaria, permettendo l’inquinamento degli alimenti con conservanti e materiali usati per il confezionamento e valutando il valore alimentare del prodotto in base al contenuto in calorie alla pari di una stufa per riscaldamento. Le tre precondizioni che la GdO offre a mani basse erano soddisfatte anche dai vecchi mercati rionali. Ampiezza e profondità di gamma nella proposta merceologica.
Rispondenza delle modalità comunicative cui il consumatore è abituato (se fossi un professore vero le chiamerei politica del brand e del display).
Risparmio percepito, a volte di danaro a volte di altri valori che assumono rilevanza sempre più sentita (esempio il tempo).
Il supermercato ha dilatato i tempi e ottimizzato le strutture permettendo al consumatore maggiore flessibilità nei suoi acquisti, ma questo poteva essere offerto anche da servizi pubblici più efficienti. Anche il gigante più forte ha i suoi punti deboli, l’importante è riuscire ad individuarli e investire per aguzzare le armi per un possibile scontro. Buona giornata.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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02/10/2009, 8:26 |
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