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Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale
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PALLINOF
Iscritto il: 13/12/2008, 18:14 Messaggi: 617 Località: Bevagna (PG)
Formazione: Laurea Scienze Agrarie
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Vorrei riportare la discussione sul tema principale ovvero "Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale". La mia opinione, condivisa da molti, è che l'agricoltura convenzionale è un'attività economica che non produce più reddito sufficiente alla vita della famiglia coltivatrice. In poche parole i costi di produzione sono in continuo aumento, mentre il "mercato" non riesce a garantire prezzi sufficienti a coprire le spese di produzione. La nuova politica comunitaria (PSR) descrive un'azienda polifunzionale dove viene data la possibilità al produttore agricolo di trasformare e vendere il proprio prodotto, ospitare e ristorare gente, impiantare sistemi energetici ed altro. Ma se andiamo a vedere dal punto di vista pratico ci accorgiamo che ciò è impossibile per la piccola proprietà contadina, perchè gli alti costi di investimento, per soddisfare le assurde strutture richieste, presuppongono grandi produzioni che solo la grande azienda specializzata riesce a produrre. Stiamo attenti, nella valutazione del problema, a distinguere il piano agronomico da quello politico. Mi spiego meglio il vecchio podere promiscuo gestito dalla famiglia coltivatrice è stato sostituito dalla moderna azienda specializzata (cerealicola, zootecnica, viticola, olivicola, etc.) adottando tecniche agronomiche in grado di soddisfare un mercato dettato da scelte politiche (MEC mercato comune europeo noto nel 1958). Allora mi domando se in questo mezzo secolo la politica comunitaria a subito una profonda trasformazione fino ad arrivare al disaccoppiamanto degli interventi (non più mirati alla produzione, ma alle superfici interessate dalle colture) che stanno influenzando profondamente il mercato, perchè non si cerca una risposta agronomica in grado di mantenere la redditività aziendale della piccola impresa contadina??????????????????????????????? Buona giornata a tutti.
_________________ “ Prima di Giove non v’erano contadini che coltivassero la terra, né era lecito delimitare i campi tracciando confini: tutto era in comune e la terra, senza che le fosse richiesto, produceva spontaneamente e con generosità ogni cosa.” Virgilio.
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26/08/2010, 9:02 |
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muflix
Iscritto il: 12/02/2010, 12:09 Messaggi: 94
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Il problema è che per riuscire a portare una piccola media azienda agricola a conduzione familiare, ad essere in attivo e riuscire a sopravvivere si dovrebbe riconvertire, sia l'azienda che l'economia su scala mondiale. Quindi è più semplice che la piccola azienda venga assorbita da una grande azienda e che la alcuni componenti della famiglia vadano a fare i dipendenti per qualche altra persona, che non riuscire a riconvertire la piccola azienda e l'economia. Il problema di fondo di cui parlo dell'agrcioltura convenzionale/moderna è che nella maggior parte delle aziende, per aumentare la superfice coltivabile si sono estirpate le siepi, eliminati i boschi e ridotti i pascoli naturali; di conseguenza tali superfici sono molto più facili da 'attaccare' da parte dei predatori e dalle malattie trasportate dal vento; purtroppo le nostre care vecchie siepi non ci sono più e non svolgono più la loro funzione protettiva e isolante che svolgevano in passato (mi riferivo anche a questo quando parlavo dei metodi utilizzati in passato), il pascolo (prato) naturale dove gli animali potevano trarre il loro sostenamento era ricco di insetti, e anche loro nel loro piccolo risucivani a creare una barriera protettivo contro i parassiti. Ah il bosco, il bosco non serve niente, scherzo naturalmente, pensate che una lepre o un coniglio o gli uccelini non servano a niente? bhe forse quando ci mangiano l'uva perchè hanno sete o fame perchè noi gli abbiamo ucciso tutti gli insetti (nocivi oltrettutto) di cui potevano cibarsi, allora si che danno fastidio, ma in passato quando mangiavano gli insetti in esubero allora si che ci davano una mano. Ora purtroppo non saremmo più disposti a tornare indietro perchè ci vorrebbe troppo tempo, e quindi in quegli anni di stasi avremmo poco reddito, e non è una scelta economica sicuramente conveniente. Ma il problema è che nessuna istituzione si pone il problema di salvaguardare il nostro ambiente, il nostro paesaggio e la nostra terra. Ci sarebbe ancora tanto da dire ma per oggi mi fermo qua e aspetto le risposte di PALLINOF e TOSCO.
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26/08/2010, 12:36 |
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Iry
Iscritto il: 20/08/2010, 22:25 Messaggi: 45
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scusate, ve la prendete tanto con la politica comunitaria ma non avete mai sentito parlare di misure agroambientali? Continuo a leggere che nessuno fa niente e che si punta solo al guadagno, ma a me non risulta. Magari si fa per motivi "politici" (ma la politica è qualsiasi scelta si fa ogni giorno, non solo le dichiarazioni di un partito), ma negli ultimi anni a livello di Comunità Europea (e non solo) sono stati portati avanti diversi percorsi per incentivare attività di recupero dell'ambiente (scusate i termini non precisi).
Scusate la vena polemica, ma mi sembra di vedere una divisione tra i buoni che sono chi "fa" agricoltura "naturale" e tutti i cattivi che non la vogliono far fare... ma forse analizzando la cosa i cattivi non sono sempre cattivi, anzi.
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26/08/2010, 12:47 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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si, il problema e' quello: di agricoltura non si campa piu. Lo diceva gia' Marx parlando del plusvalore, se al mondo c'e' qualcuno che produce a prezzo piu basso e se i trasporti funzionano, beh allora chi produce a prezzo maggiore e' destinato a soccombere. Se parliamo esclusivamente di profitto e di reddito questa e' la realta'. Vediamola in termini agricoli con un esempio: Se io,contadino, volessi piantare peschi a 2000 metri e' ben vero che tutti mi darebbero del pazzo. Io andro' a piantare i miei peschi in zone vocate.Se non dispongo di alternative a terreni a 2000 mt magari potrei pensare di coltivare lamponi,o allevare vacche,ma certamente non di fare concorrenza ai pescheti romagnoli. Un imprenditore,come un contadino, produce dove c'e' la condizione ottimale per produrre, TUTTO IL RESTO E' ARIA FRITTA. Le condizioni in Italia son cambiate. E' come se fossimo saliti tutti a 2000mt , e voler produrre roba che altrove e' prodotta ad un decimo del prezzo e' stupido. Questo nell'industria come nell'agricoltura. Il nostro amico che produce vino a prezzi soddisfacenti, probabilmente dispone di vigna molto dotata eben posizionata , quindi ricava un eccellenza che viene pagata il giusto e che e' corretto valorizzare con un metodo di coltivazione magari piu costoso. Ma la stragrande maggioranza di vigne non sono in queste condizioni, la vendita risente delle campagne anti alcool, della concorrenza dei vini australiani e americani, e di un mare di altri problemi come cartelli e simili
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
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26/08/2010, 13:13 |
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miriap
Iscritto il: 26/09/2009, 9:08 Messaggi: 734 Località: Grosseto
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a me sembra che si facciano molti discorsi utopistici e spesso poi ci si deve scontrare con la realtà che è ben diversa dai nostri desideri. In realtà Tosco ha potuto fare una scelta simile perchè bene o male ha le spalle coperte dall'azienda agricola della moglie che a quanto ho capito ha una storia di almeno una ventina d'anni e quindi si è potuta ritagliare la sua nicchia di mercato e magari ora raccoglie i frutti dei sacrifici passati,ma il problema esiste per chi deve cominciare adesso e magari aspettare 20 anni per poter vedere qualche risultato concreto è assolutissimamente vero che la natura ha i suoi tempi e che l'uomo deve imparare a rispettarli ma è anche vero che durante questi 20 anni uno di cosa campa non è che non sono d'accordo con l'idea che bisogna essere più rispettosi nei confronti di quella che gli indiani chiamavano:" madre terra" anzi sono convintissima che noi siamo solo di passaggio e che la natura sopravviverà anche senza di noi e propio per questo dobbiamo cercare di trovare il giusto equilibrio tra le nostre esigenze e il rispetto dell'ambiente che ci circonda, ma pultroppo negli ultimi 50 anni abbiamo spinto un pò troppo l'accelleratore ed ora rallentare è molto difficile, anche perchè come dice Raviolo abbiano una concorrenza sleale da chi in altre parti del mondo impegna mano d'opera a bassissimo costo. la soluzione dovrebbe essere a livello mondiale garantendo a tutti i lavoratori stessi diritti e stessi doveri, ma mi sembra che ultimamente si stia andando nella direzione opposta anche in Italia
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26/08/2010, 14:07 |
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muflix
Iscritto il: 12/02/2010, 12:09 Messaggi: 94
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Nessuno vuole dividere il mondo tra buoni e cattivi, siamo tutti buoni e tutti cattivi allo stesso istante. Forse non è stato capito PALLINOF quando dice che i contributi della comunità europea vanno prima a chi possiede tanta terra e non a chi ne possiede poca. Raviolo ha toccato un argomento importante, le zone vocate in Italia per alcuni prodotti agricoli (e ce ne sono veramente tante), forse col tempo sono state rovinate ed ora per questo ci ritroviamo a dover spendere troppo per risucire a coltivare la stessa coltura che prima cresceva spontanea....perchè questo?perchè prima quella pianta cresceva quasi spontanea in una data zona e ora sembra quasi si trovi a disagio? Forse siamo stati noi a rovinare il suo habitat naturale ed ora la pianta non ne vuole più sapere di crescere li. Quindi come dicevo prima se vogliamo tornare a produrre qualcosa di veramente competitivo (inteso veramente come prodotto di qualità) dovremmo cercare di riportare la nostra terra ad una condizione tale da poter accogliere nuovamente le nostre piante.
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26/08/2010, 14:33 |
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muflix
Iscritto il: 12/02/2010, 12:09 Messaggi: 94
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Il problema potrebbe essere anche il costo della manodopera, ma secondo me il problema è un altro. Il consumatore finale dovrebbe essere conoscere pienamente ciò che poi andrà a mangiare, ma se nessuno publicizza i prodotti naturali (chiamiamoli cosi), il consumatore continuerà ad acquistare ciò che più è in vista e pubblicizzato. Se nessuno pubblicizza gli studi fatti sugli effetti negativi dei concimi chimici, dei diserbi e degli anticrittogrammici presenti sugli alimenti che poi noi assumiamo, mai nessuno cambierà idea su cosa mangiare.
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26/08/2010, 14:39 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68592 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Meglio precisare che non esistono prodotti naturali e artificiali. Forse quando qualcuno parla di "naturali" si riferisci ai prodotti biologici? La normativa che regolamena le produzioni biologiche è comunitaria. Il nuovo Regolamento è entrato in vigore il 1 gennaio 2009: igiene-e-qualita-dei-prodotti-alimentari-f70/garanzie-inequivocabili-in-etichetta-sui-prodotti-bio-t5747.htmlMarco
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26/08/2010, 14:50 |
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muflix
Iscritto il: 12/02/2010, 12:09 Messaggi: 94
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Quando si parla di prodotti naturali si parla di prodotti che provengono dalla natura senza l'ausilio della chimica e cercando il più possibile di rispettare la natura e tutti gli esseri viventi che ne fanno parte. In questa discussione stiamo usando il termine naturale con questo senso, che non per forza deve essere condiviso da tutti e non per forza deve essere il suo significato in senso assoluto. Poi che esista il biologico e il suo regolamento penso lo sappiano tutti, come esiste anche il biodinamico, come esiste l'integrato e come esiste anche il convenzionale. Poi Tosco che è il più informato in materia forse ti potrà rispondere meglio di come ho fatto io.
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26/08/2010, 15:11 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68592 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Ripeto, non è corretto parlare di prodotti naturali. Anche per l'agricoltura convenzionale esistono moltissimi limiti imposti dalla legge (riguardo all'uso molti di fitofarmaci, divieto di altri, tempi di latenza,...). E questo a tutela della salute del consumatore, ovviamente. Bisogna essere precisi, altrimenti si rischia di ingenerare falsi allarmi e di fare cattiva informazione. Consiglio a tutti la lettura di questo messaggio: orticoltura-f42/disposizioni-in-tema-di-fitofarmaci-ad-uso-agricolo-t14766.htmlMarco
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26/08/2010, 15:22 |
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