Per chiarezza dei fatti...
be in linea teorica , qui son passati con gli elicotteri della finanza a sgamare tutti quelli che vendemmiavano , e che nn erano in regola con i contributi , da qui hanno tirato fuori i ticket , per i lavoratori a tempo determinato , non importa che siano parenti o meno ,all'erario importa che siano assicurati contro gli infortuni , e in regol con l'inps...senza voler entrare in polemica piu del dovuto..
che dalle tue parti lo Stato permissivo su certi fattori , bonta tua, ma di qui a dire che sia cosi nel resto mi pare un po dura da darla a bere, che tra studi di settore , e altre menate comunali , sta veramente sorpassando oltre ogni limite
Io evidentemente non mi intendo molto di burocrazia, ma il commercialista e la mia associazione di categoria mi aiutano in questo, e suppongo che lo sappiano fare molto bene
In epoca di vendemmia "pare" (a questo punto è d'obbligo usare il condizionale...visti i precedenti) che i parenti di primo grado possano partecipare alla raccolta (come pure in epoca di raccolta di ulive) anche senza essere coadiuvanti familiari.
Se poi Caro Grinto la Finanza (o l'ispettorato del lavoro) troverà mio padre ad annaffiare i pomodori dell'orto di casa che usiamo per fare la conserva...beh, saprò affrontare al momento la questione, ma mi sento parecchio tranquillo da quel punto di vista...credimi.
Studi di settore in agricoltura (almeno in questo pezzo di Italia) non ce ne sono...cosa avvenga in Piemonte continuo ad ignorarlo, nonostante i molti amici agricoltori che ho dalle tue parti: farò qualche telefonata e per curiosità mi farò raccontare qualcosa anche da loro.
I controlli vengono regolarmente fatti dalla Repressione Frodi, dal Corpo Forestale dello Stato, e dall'ispettorato del lavoro: siamo in regola, e quindi BASTA!!!
So che ami avere l'ultima parola, e quindi a poco possono le mie preghiere di finirla qui...
...vedi tu...
Io poi non sò se sono un buon imprenditore o meno, intanto mi sento un Agricoltore: ho studiato anni per acquisire le nozioni tecniche, ed ho sempre vissuto nelle aziende agricole (degli amici oppure come dipendente).
Io parto dal presupposto che "Sono una persona con le sue convinzioni"...e tali le applico nel mio lavoro e SOPRATUTTO nella mia vita: me ne sono sempre fregato delle mode (dentro e fuori l'ambito lavorativo), ed ho deciso di "essere me stesso in quello che faccio"...e questo vale sopratutto nell'agricoltura.
Da lì i miei studi (oramai lunghi...posso dirlo) sulle razze e cultivar autoctone e tradizionali, sulla storia del mio territorio, e sulle produzioni alternative.
Ed è così che mi sono creato una mia via, svincolata da bollini e disciplinari (non sono assolutamente Biologico, per esempio...ed i motivi li potete riptrovare nei tanti post scritti sino adesso): sinceramente non mi spaventa essere considerato un anacronista...un autartico...un antico...e un improbabile.
Sono convinto, e questo mi basta: la forza di quello che faccio proviene in gran parte da quanto io credo in quello che faccio (e di Zen c'è ben poco, credetemi): l'esito spesso dipende da me e dalla natura, e mi sta bene...qualsiasi esso sia.
Non credo di essere pazzo a dire che la mia vita è bella...e sono sincero se vi dico che ho la schiena a pezzi e spesso alla sera non ho neanche la forza di accendere il PC: ho un mio equilibrio, che mi fa essere diverso dal prossimo, ma non troppo diverso da moltissime altre persone (e questo discorso potrebbe valere veramente per tutti).
I Soldi?
Intanto mangio bene e sano, i miei vicini non usano pesticidi e veleni vari, non ho falde inquinate, recupero-integro-coadiuvo la natura, lavoro nel rispetto di questa (almeno ci provo), e magari uso tecniche di lavoro talvolta antiquate ma ADATTISSIME a me e alla mia azienda...eppure ci campo.
Non riuscirò a comprarmi un podere...lo so, ma ci campo...e come ho detto nel post precedente potrei anche stare una vita in affitto: riesco a vivere bene anche senza quel senso di appartenenza alla proprietà.
Mi considero un custode della terra...questo mi piace dirlo.
Il mio olio non ha nulla di speciale per me, e lo dico al cliente: per me l'olio si fa solo il quel modo, e quindi è normale avere così tanto lavoro dietro ad una bottiglia venduta. Vorrà dire che invece di venderlo a 7€ il litro imbottigliato, lo venderò a 10€...eppure vedo che l'olio non rimane in magazzino.
Come dice BRUCE, è importante NON ESAGERARE con le quantità, e magari diversificare...e qui potremmo riattaccare il concetto delle "aspettative che uno ha dal proprio lavoro". Evidentemente le mie sono basse per molti, ma per me sono sufficienti (non avendo mutui e compagnia bella).
Il mercato a cui mi riferisco è un mercato a dimenzione del tipo della mia azienda: le grandi multinazionali, per cui lavorano molti di noi, non verranno mai a bussare alla mia porta, ma mi sta bene così.
E ripeto: se inceve di tenere 100 vacche da latte, ne tenessimo un numero SOSTENIBILE per la nostra azienda, andando a produrre foraggio aziendale?
Magari un bel mutuo ve lo potreste mettere in testa per un mini caseificio aziendale, e non oper comprare altre vacche quando poi le quote latte andranno a finire dove sappiamo.
Adeguarsi, essere lungimiranti...e non fossilizzarsi su "quello che si è sempre fatto nella nostra azienda".