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Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale 
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Formazione: Scuola ebraica
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Ti dico che compro solo italiano. Lo faccio essenzialmente per questioni di patriottismo. Però, non sono tanto convinto che le pere cilene siano tanto peggio di quelle italiane. In Italia ci sono certamente coltivazioni eccellenti, ma ci sono anche coltivazioni pessime. Basta leggere per dieci minuti la sezione Orticoltura per notarlo.


26/08/2011, 1:27
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Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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sul fatto che in certi paesi industrializzati non si aiuti l'agricoltura , puo essere un dato di fatto , ma per il senso critico di roussou, sull'avertimento del contrario, mi viene da dire , "ma non la ostacolano neanche...

orbene , questo appunto mi e' naturale far notare ua cosa.

in italia si e' smepre tentati di abbinare il verbo "AIUTARE" con la ncessita di avere dei soldi dal governo, che a parere non solo mio vanno sempre ai soliti nori.


mentre secondo me , s esi abolissero da una aprte gli aiuti , MA SI FACESSE UANBUONA LEGGE SULLA TUTELA D'ORIGINE almeno x i prodotti x l'esportazione , ci sarebbe una buona occasione un po per tutti di alvorare e non vedere i prodotti pseudo italiani , mettercela perennemente nel posteriore..
a me rammarica che robyvan ogni tanto mi dia del disfattista , profino a quando siamo governati da persone che hanno le mani in apsta nel commercio. non si fa ne l'interesse del produttore ( sia anche esso produttore di mqnufatti , vesttii , sdcarpe, auto ,e cct ectt) ne quello del consumatore finale, che sugli alimenti paga dalle 4 alle 15 volte il prezzzo di vendita al campo..

io sarei x una etichettatura meno bugirda, ad un certo punto se io voglio comprare la margarina fatta con l'olio di mais trsggenico argentino , vorrei saperlo e sopratutto saranno fatti mei se la compro.

ma comprare x toscano un olio che arriva dalla spagna e solo xke imboittigliato a prato dai cinesi , dirsi italiano mi smebra un presa x il culo..

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Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.


26/08/2011, 8:04
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Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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grintosauro ha scritto:
sul fatto che in certi paesi industrializzati non si aiuti l'agricoltura , puo essere un dato di fatto , ma per il senso critico di roussou, sull'avertimento del contrario, mi viene da dire , "ma non la ostacolano neanche...

orbene , questo appunto mi e' naturale far notare ua cosa.

in italia si e' smepre tentati di abbinare il verbo "AIUTARE" con la ncessita di avere dei soldi dal governo, che a parere non solo mio vanno sempre ai soliti nori.


mentre secondo me , s esi abolissero da una aprte gli aiuti , MA SI FACESSE UANBUONA LEGGE SULLA TUTELA D'ORIGINE almeno x i prodotti x l'esportazione , ci sarebbe una buona occasione un po per tutti di alvorare e non vedere i prodotti pseudo italiani , mettercela perennemente nel posteriore..
a me rammarica che robyvan ogni tanto mi dia del disfattista , profino a quando siamo governati da persone che hanno le mani in apsta nel commercio. non si fa ne l'interesse del produttore ( sia anche esso produttore di mqnufatti , vesttii , sdcarpe, auto ,e cct ectt) ne quello del consumatore finale, che sugli alimenti paga dalle 4 alle 15 volte il prezzzo di vendita al campo..

io sarei x una etichettatura meno bugirda, ad un certo punto se io voglio comprare la margarina fatta con l'olio di mais trsggenico argentino , vorrei saperlo e sopratutto saranno fatti mei se la compro.

ma comprare x toscano un olio che arriva dalla spagna e solo xke imboittigliato a prato dai cinesi , dirsi italiano mi smebra un presa x il culo..

STANDING OVATION!


26/08/2011, 9:17
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Rispondo a tutti quelli che mi dicono... l'olio, il vino, i gas.. SI! FUNZIONA!.
Purtroppo no, non funziona... apparentemente si ma in realta' NON FUNZIONA.
Fate i conti bene, quelli che siete capaci a fare.Non i conti truccati che vi presentano quando chiedete un mutuo bensi I conti meticolosi, da contadino. Vedrete che la cosa non funziona.

Chi vende con il gruppo d'acquisto sta sfruttando una moda (passeggera?) che a parer mio non potra' decollare.
Andare nella direzione del km zero e' insensato da un punto di vista pratico.
pensiamo a realta' come la Sacla', e' logico che il riunire i produttori sotto ad un disciplinare, concentrare le produzioni di trasformazione di un prodotto fresco permette una qualita' media ed una sicurezza alimentare superiore rispetto al comperare dieci kg di prodotto sfuso e lavorarselo in casa.

Il vero problema non e' nella GDO o nel commerciante (che pure fa i suoi ricavi e strozza il produttore).

Il vero problema sta nel fatto, e lo ripeto, che al mondo e' da fessi pensare di coltivare in Italia.
Fino a che avremo concorrenza da coltivatori che dispongono di terreni meno inquinati, piu aperti, che costano un centesimo dei nostri, dove il gasolio costa 20 cent, dove l'operaio ti costa 1 dollaro al giorno, dove non hai tante balle di duvri,etc.. e' da fessi pensare di coltivare in concorrenza.
Salvo le nicchie .. il pomodorino ultrabio colto la mattina e consegnato per pranzo.. quello si lo vendi a 8 euro al kg.

per le varie osservazioni sul vino e su tutto il resto.. vi invito a considerare il fatto che in Italia ci son parecchi ricchi, ma la maggioranza delle famiglie che oggi reputiamo fortunate campa con 2000 euro al mese..tutto compreso.
cio vuole dire che la maggioranza delle famiglie PUO' SPENDERE 5 euro al giorno per mangiare. STOP finito li'...
La tua bottiglia di vino a 30 euro erode il cibo di una settimana. il tuo kg di pomodorini e' una insalata che NON TI PUOI PERMETTERE.

In un Paese in cui sempre piu persone vanno a mangiare alla caritas, dove i costi di produzione son folli, dove non puoi usare un trattore di 20 anni fa perche non ha un numerino stampigliato su una cintura di sicurezza. Dove il terreno costa 1000 volte il prezzo che negli altri stati. Dove non puoi fare un pozzo senza pagare il pizzo al geometra del comune. Dove l'acqua ti costa piu della coca cola, Dove c'e' un importazione selvaggia di merci dall'estero. Dove le grandi distribuzioni sono straniere, e comprano in patria per vendere in concorrenza a te.

Beh qui , l'illusione e' quella di potercela fare vendendo direttamente, ed i primi in effetti possono cavalcare la moda per un po'... ma quando tutti cominceranno a vendere direttamente che accadra'.
Scopriremo che il trattore (visti i volumi) non ce lo possiamo piu permettere e si tornera' alla zappa?.
scopriremo che le 100 vacche in stalla non riusciamo a mantenerle e torneremo alle due vacche per il latte ai vicini?

A me sembra davvero che qui si sia fuori strada..

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26/08/2011, 9:34
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a questo proposito allego un estratto della relazione semestrale della LA DORIA.
Si riconferma il fatto che ci sono consumi in contrazione e prezzi in calo.

Di fatto il monopolio mondiale dei quattro colossi kraft,nestle',generalmills e pepsico.
Sta estromettendo tutti i produttori trasformatori dal mercato.

per fare un esempio facile.. partendo con i costi di oggi nessuno puo' pensare di cominciare a produrre una automobile da zero. In agricoltura e' uguale. siamo solo un po' piu indietro.



Il Consiglio di Amministrazione di La Doria (Milano: LD.MI - notizie) ha approvato oggi ad Angri (Salerno) la Relazione Finanziaria Semestrale al 30.06.2011.

I risultati del primo semestre 2011, in linea con le previsioni, scontano uno scenario di mercato molto critico per il settore conserviero ed in particolare per il comparto dei derivati del pomodoro. L’attesa forte flessione dei prezzi di vendita registrata a seguito della campagna di trasformazione del pomodoro dell’estate 2010, si è tradotta in una sensibile flessione della marginalità aziendale nei primi sei mesi del corrente anno, pur in presenza di una diminuzione dei costi di produzione che ha caratterizzato tale campagna.

In tale scenario di forte calo dei prezzi, la Società ha concentrato i propri sforzi sull’incremento dei volumi di vendita complessivi, registrando nello specifico una crescita della linea frutta, della linea legumi e dei prodotti commercializzati.

Nel primo semestre 2011 i ricavi totali consolidati si sono attestati a 228.3 milioni di Euro, in progresso dello 0.9% rispetto a 226.1 milioni del primo semestre 2010. Il fatturato del Gruppo è stato generato nel settore dei derivati del pomodoro (26.3%), succhi di frutta (19.7%), legumi (24.5%) e altre vendite (29.5%).

I principali margini di redditività a livello consolidato risultano: - il margine operativo lordo (EBITDA), che è stato pari a 11.4 milioni di Euro, a fronte di 19.2 milioni dei primi sei mesi del 2010. Ebitda margin al 5% dall’8.5% del primo semestre 2010; - il risultato operativo (EBIT), che ammonta a 7.4 milioni di Euro, contro 15 milioni dei primi sei mesi 2010. L’Ebit margin attestato al 3.2% contro il 6.6% del primo semestre 2010; - l’utile netto consolidato, che è stato pari a 2.9 milioni di euro rispetto all’utile di 6.6 milioni al 30.06.2010. La parte di pertinenza di terzi è stata pari a 2.2 milioni di Euro contro 1.2 milioni al 30 Giugno 2010.

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26/08/2011, 10:03
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cioe' detto in parole povere...

Questi che per il panorama italiano sono decisamente grandi,hanno esperienza, hanno una attivita' consolidata si trovano in una condizione di riduzione dei margini.
I grandi supermercati vendono il prodotto alimentare girandolo al costo (qualche volta pure sottocosto) e fanno margini solo sulla parte finanziaria del business.
Il cibo buttato da tutta la filiera produttore/consumatore rasenta il 50% del prodotto.
Significa che in Italia non riusciamo ad assorbire il prodotto. Troppa offerta.

Significa che il primo a cadere e' il produttore che e' il primo ad avere il cerino in mano.

Significa che tutto quello che si fa cercando di appropriarsi del guadagno della distribuzione va in una direzione sbagliata , e l'investimento , con l'aumento dei produttori che vendono direttamente,si tradurra' in un laccio sempre piu stretto.

Questo riferito al particolare periodo che stiamo vivendo..poi tra dieci anni ,come andranno le cose invece non so..

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26/08/2011, 10:12
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Caro Raviolo,
concordo ovviamente su gran parte di quello che hai scritto ma, ritorno a dire, c'è spazio anche per altre forme di produzione (biologico, ecc.) e di vendita (diretta in azienda, porta a porta, farmers market, attraverso il turismo, commercio elettronico, ecc.), ovviamente diverso per ogni tipo di prodotto (e forse non per tutti).
Per quanto riguarda lo strapotere delle multinazionali e della GDO, sono convinto si possa, almeno in parte, arginare. Ad esempio, l'amministrazione Obama si è posta l'obiettivo di abbassare l'obesità tra i giovani anche pensando a una tassazione sui cibi ricchi di grassi. Non so se porterà a qualcosa, ma è un segnale.
Ultima osservazione: è vero che il reddito destinato ai consumi alimentari, per una buona parte delle famiglie è basso (ma c'è un'altrettanto ampia fetta di famiglie che potrebbe spendere), e che la forza dei grandi gruppi è notevolissima ma qualcosa si può fare: io, ad esempio, per i formaggi consumo solo prodotti italiani in quanto acquisto solo DOP (e non costano di più dei formaggi artificiali delle multinazionali).
Ciao,
Marco

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26/08/2011, 10:32
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Ti do' ragione su quel che dici. Evidentemente la situazione non e' definita e molte posizioni sono possibili.
Pero' staccandosi un momento dal punto di vista del cortile (che comunque e' importantissimo perche e' quello che fa sopravvivere nell'immediato), bisogna cercare di individuare cosa succede nel mondo. Giusto per non infilarsi in guai peggiori.
la mia impressione e' che ,a meno di una sempre possibile guerra feroce che distrugga tutto e costringa tutti all'autarchia, ci sia un preciso indirizzo e una convergenza di forze che spingono a levare di mezzo i piccoli produttori. con buona pace di slow food e similari.
Ora in uno scenario simile ,secondo me bisogna prestare molta attenzione a cosa si fa e come lo si fa.

Non dico che non sia possibile. Ma attenzione, stiamo vigorosamente remando controcorrente.
Ed esperienza insegna che ,in genere ,a remare contro le correnti forti, si resiste poco.

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26/08/2011, 10:44
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Raviolo...e quindi?
???
Ci mettiamo a fare 4ha di fagiolini e li vendiamo al distributore che ce li paga una fesseria al Kg...e siamo oltretutto costretti a coltivare quello che ci chiede il distributore indipendentemente dal fatto che il nostro sia un terreno effettivamente vocato a tale cultivar (usando quindi indiscriminatamente la chimica e sognango produzioni intensive)?
Oppure facciamo mutui su mutui ipotecando il futuro dei nostri figli, e "seminiamo voltaico" convertendoci a contadini NEW GENERATION/imprenditori?
Oppure smettiamo di produrre cibo e produciamo colture destinate al biodisel...e mangiamo la roba che viene dall'estero?
Questa è la soluzione?
Oppure l'altra soluzione è mollare tutto...mandare a quel paese la terra e andarsene a vivere in un bel loculo in città, felici di aver fatto la scelta giusta...magari vendendo a grandi società che assorbono i nostri terreni per fare intensivo, e ce li pagano due soldi???
Oppure lasciamo la campagna incolta, e chi vivrà vedrà?
Oppure scappiamo da questo Stato che tanto odiamo, e chi rimane "affari suoi"?

Raviolo, quindi?


Ultima modifica di Tosco il 26/08/2011, 10:52, modificato 1 volta in totale.



26/08/2011, 10:49
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Sostanzialmente siamo daccordo. Ma spazi ce ne sono. Penso alla necessità che ci potrebbe essere in futuro di ortaggi prodotti nelle città (se non sbaglio dovrebbe essere anche uno dei temi di Expo 2015. Non sarebbe vendita diretta (o quasi) e a km zero?
Del resto, se devo comprare pomodori prodotti in serra in Olanda (con calore e luce artificiale), perchè non posso acquistare quelli prodotti a Milano?
Ciao,
Marco

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26/08/2011, 10:52
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