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Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale 
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eugenio ha scritto:
alto quanto? xchè se è un prezzo fuorimercato la tua testimonianza potrebbe nn avere senso.Le uve falanghine e aglianico(IGT) del mio amico Bruno l'anno passato sono state pagate tra 0,25 e 0,45 al kg ed i soldi li hanno avuti in 3 rate.Ecco xchè la decisione di vinificare buona parte delle sue uve e vendere il vino sfuso.
La tua testimonianza potrebbe essere un'oasi nel deserto
correggimi se sbaglio

Allora, cercherò di essere tanto corretto quanto esaustivo.
Non amo parlare di cifre, ma è anche vero che non ho nulla da nascondere.
L'azienda di mia moglie fa parte di un'associazione (di cui NON faccio il nome) che raggruppa viticoltori d'italia e varie parti d'europa che hanno la stessa filosofia: il naturale.
Il prezzo dell'uva qui da me varia di anno in anno: lo scorso il sangiovese lo pagavano a 30€ al quintale, ma chi produce come faccio io riesce a spuntare un prezzo decisamente migliore previo accordo con chi compra.
Ma...come detto in precedenza io vendo all'azienda di mia moglie (io non posseggo cantina e quindi non posso vinificare), e abbiamo un nostro accordo.
Per quanto riguarda l'azienda di mia moglie, posso dirti che una bottiglia di vino può arrivare a costarle (in spese) anche cifre molto importanti, ma chi compra il vino ne è consapevole...e di gente con il Ferrari a prendere il vino non l'abbiamo mai vista.
dall'operaio ad ristoratore, dall'appassionato al curioso, moltissime sono le tipologie del cliente e c'è chi compra una bottiglia e chi ne prende 300.
Tutti ci conoscono, e quelli che non ci conoscono vogliamo che prima abbiano modo di vedere loro stessi quello che è il lavoro che sta dietro una semplice bottiglia.
La mia testimonianza (spero tu ti riferisca SOLO a quella dell'azienda di mia moglie) non è un'oasi nel deserto, ma frutto di sacrificio e tanta convinzione. Con dedizione, e senza alcuna raccomandazione o blasonatura facciamo un prodotto onesto, tasnto nel contenuto che nel prezzo, come onesti siamo noi che ci lavoriamo ogni giorno.
Per le aziende che vorrebbero riconvertirsi o partire adesso, credo che il passaggio più grosso e difficile sia proprio quello di rinunciare a molto per i primi tempi, perseguendo un ideale che saprà ripagare nel tempo.
Tanta costanza e sopratutto coerenza sono altri elementi fondamentali.
Conosco qualche azienda che da un giorno all'altro si è data al biodinamico (..forse più sull'onda di una moda che di una convinzione), e stanno sprofondando con prodotti tanto improvvisati quanto improbabili.
Per fare una determinata cosa bisogna crederci, e NON DICO CHE SIA FACILE..anzi son qui a dire proprio l'opposto, ma dico che è POSSIBILE.
Mio suocero, proprio durante il boom del taglio bordolese e dei SuperTuscan, è riuscito ad imporsi con un qualcosa di totalmente naturale...ma ripeto che gli ci sono voluti quasi venti anni per vedere "la luce".
Oasi nel deserto tu dici?
beh, in effetti lo hanno preso per matto più di una volta dicendoli che non era possibile campare con un vino fatto a quella maniera, ma vedo che lui c'ha allevato i suoi figlioli in modo più che dignitoso e oggi insegna a mia moglie con grandissimo entusiasmo.
Se l'azienda (e concludo) si mettesse a vendere il vino sfuso a 1.50€ al litro (continuando a farlo in modo Naturale) potrebbe anche chiudere nel giro di un anno.
Tu parli di prezzo "fuorimercato", ma vorrei rammentarti che di mercati (per il vino almeno) ce ne sono tanti.
C'è chi spende una cifra importante per un vino ricco si solforosa, lieviti selezionati dalla francia, micro-ossigenazione, fermentazione controllata... e poi a volte MAGARI fatti con uva scadente...
Ma se anche di uva sana si trattasse, mai e poi mai avrebbero impiegato manodopera e attenzioni (TEMPO) per giustificare tale prezzo di quel vino...e allora la domanda che mi pongo è "perchè chiedono loro quelle cifre esorbitanti???"
Poi c'è chi spende quella cifra per del vino naturale.
Conosco centinaia di aziende agricole che in Italia producono naturale: tutti agricoltori (o vignaioli) che vivono onestamente del proprio lavoro, anche se con innumerevoli sacrifici.
sembrerà assurdo, ma per molti la fatica più grossa non è zappare a mano una vigna, ma spiegare a quanti ignorino tale mercato (del naturale appunto) come mai il vino abbia quel prezzo.
Torniamo a dare il giusto valore alle cose, e premiamo il lavoro dell'uomo.
Non possiamo paragonare il vino del supermercato in offerta a 0.35e (magari che l'uva l'ha vista davvero con il binocolo) e un vino fatto in un modo naturale.

Forse il problema è proprio questo: dare coscenza e conoscenza al consumatore e spiegarli cosa c'è dentro ad una bottiglia di vino.
Fargli capire che il vino non è come la Cocacola, e che per farlo c'è tantissimo lavoro e attenzione dietro.
...e poi continuo a logorarmi per quell'assurdo 12% a cui facevo riferimento nel mio primo post...
Se si spendesse di più per quello che mangiamo e meno nelle cose considerate "in più", allora non ci si spaventerebbe a spendere qualche euro in più per una bottiglia di vino, oltretutto considerando che sempre di un alimento stiamo parlando.

Ma vedo che di tutto quello che ho scritto nel mio primo post vi ha colpito solo il fatto che produco ANCHE uva e che aiuto mia moglie nell'azienda dove viene fatto vino naturale...
...ed un pò me ne dispiaccio, visto che speravo di aver espresso anche altri concetti ben più importanti.


25/08/2010, 0:37
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Sez. Orticoltura
Sez. Orticoltura

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vedo che le cifre nn ti piacciono ma senza quelle è difficile comprendere il discorso tuo ed anche degli altri che seguono la tua tipologia di coltivazione
nel mio esempio parliamo cmq di una zona viticola importante ed il prezzo del vino sfuso è quello che ho indicato.per le tipologie in bottiglia si passa da poche decine di centesimi a molti euro ma nn se ne capisce il motivo di questa giungla di bottiglie anche xchè nn sempre il prezzo giustifica la qualità.Nel mio esempio viti allevate a cordone con una produttività di 80 qli per ha dalle eccellenti caratteristiche qualitative.80 x 5ha sono 400 qli di uva per un prezzo medio di 40 centesimi sono 16.000 euro lordi da cui detrarre le spese di produzione.
è un caso chiaro e molto indicativo della zona di cui parlo
ecco xchè in parte lo vinifica e vende sfuso ma ala fine si sopravvive
x quanto riguarda il tuo modo di fare agricoltura ti dico che dalle mie parti con microaziende agricole è obbligatorio fare le lavorazioni quasi sempre a mano e dedicare tutto il proprio tempo in azienda altrimenti che ci guadagni?

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25/08/2010, 8:46
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30 centesimi per un kg di uva sono veramente pochi, ma ci siamo mai chiesti perchè il sistema arriva ad averetali controsensi?
come può un Kg di uva a costare cosi poco?e soprattutto come può poi il vino ottenuto da quelle uve essere bevuto?
Non ci siamo mai chiesti perchè il sistema cerca di farci mangiare ciò che vuole?
Forse perchè i cervelli affatticati da stomaci pesanti non riescono a 'pensare bene' ed entrano sempre più in uno stato di estranietà dal vero mondo.
Ora torniamo alla nostra discussione che forse è meglio. La piccola azienda di TOSCO dove in 5 ettari di terra convivono animali, orto, frutta, bosco, prati, vigna e quant'altro dovrebbe il tipico esempio di azienda agricola dovela BIODIVERSITA' regna. Purtroppo molte aziende agricole si specializzano in una monocoltura dimenticando spesso che la natura non contempla la monocoltura, se si lascia un campo incolto in un paio di anni si trasformerà in prato con molte specie di erbe ma non si arriverà mai alla monocoltura. Questo ci dovrebbe far riflettere.


25/08/2010, 11:10
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bah, qui in piemonte le uve barbera prodotte in biologico non superano i 20 cent al kg. Alcune eccellenze tipo moscato (vigne premiate) arrivano anche all'euro e venti cent al kg.
Per quanto riguarda la verdura, con metodi di vendita alternativi si arriva anche a prezzi ragionevoli, due o tre euro al kg in tasca al coltivatore. Ma i volumi sono bassi ed il prodotto e' di nicchia. Se si vuol vendere a volumi accettabili il prodotto va venduto attorno ai 40/70 cent al kg. Purtroppo se coltivi secondo metodi antichi la verdura costa di piu' alla produzione ed il lavoro non viene pagato.

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25/08/2010, 14:09
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muflix ha scritto:
30 centesimi per un kg di uva sono veramente pochi, ma ci siamo mai chiesti perchè il sistema arriva ad averetali controsensi?
come può un Kg di uva a costare cosi poco?e soprattutto come può poi il vino ottenuto da quelle uve essere bevuto?
Non ci siamo mai chiesti perchè il sistema cerca di farci mangiare ciò che vuole?
Forse perchè i cervelli affatticati da stomaci pesanti non riescono a 'pensare bene' ed entrano sempre più in uno stato di estranietà dal vero mondo.
Ora torniamo alla nostra discussione che forse è meglio. La piccola azienda di TOSCO dove in 5 ettari di terra convivono animali, orto, frutta, bosco, prati, vigna e quant'altro dovrebbe il tipico esempio di azienda agricola dovela BIODIVERSITA' regna. Purtroppo molte aziende agricole si specializzano in una monocoltura dimenticando spesso che la natura non contempla la monocoltura, se si lascia un campo incolto in un paio di anni si trasformerà in prato con molte specie di erbe ma non si arriverà mai alla monocoltura. Questo ci dovrebbe far riflettere.

Sono in accordo su tutto quello che scrivi.
La mia azienda è di 18Ha, di cui quasi 10Ha di bosco e 1Ha di castagneto da frutto: i 5Ha a cui ti riferisci sono il vigneto dell'altra azienda.
Caro eugenio, ritengo questa discussione estremamente interessante e mi parrebbe riduttivo farla girare SOLO attorno all'esempio dell'azienda con cui collaboro: se rileggi attentamente quanto ho scritto nel primo messaggio l'ho citata per soffermarmi sul tipo di approcio e lavorazioni manuali.
Vorrei evitare che la discussione si portasse avanti solo tra noi due e solo sull'argomento prezzo a bottiglia.
Cita:
vedo che le cifre nn ti piacciono ma senza quelle è difficile comprendere il discorso tuo ed anche degli altri che seguono la tua tipologia di coltivazione
nel mio esempio parliamo cmq di una zona viticola importante ed il prezzo del vino sfuso è quello che ho indicato.per le tipologie in bottiglia si passa da poche decine di centesimi a molti euro ma nn se ne capisce il motivo di questa giungla di bottiglie anche xchè nn sempre il prezzo giustifica la qualità

Cosa vuoi che ti risponda?
Sono piuttosto riluttante all'idea di parlare di prezzi, visto che tali prezzi non li stabilisco io (non certo perchè non li condivida, ma solo per un fatto di correttezza), ma visto che insisti molto...
L'azienda in questione produce varie tipologie di vino ed il prezzo oscilla dalle 8.00€ a bottiglia sino ai 25€.
Il rischio è altissimo, visto che possono esserci annate in cui il vino da dei problemi e piuttosto che "medicarlo" preferiamo non metterlo in commercio, oltretutto come detto già una decina di volte la manodopera ha un prezzo altissimo (visto che tutto a mano viene fatto).
Il ricarico che ci viene fatto (ossia il guadagno) è minimo, e la produzione si aggira intorno alle 10000 bottiglie.
A questo punto credo di non dover allegare anche la denuncia dei redditi per acquisire di credibilità. ;)
I prezzi dello sfuso qui in zona variano da 1.50€ a 3.00€ (parlo di vini non naturali): noi non facciamo sfuso perchè sennò non vedremmo guadagno...almeno per adesso, ma stiamo abbattendo ulteriori spese che forse potrebbero permetterci di farlo.
L'azienda è di tipo familiare. e RIPETO che tale azienda non è da me gestita: io ci collaboro durante l'arco dell'anno, occupandomi per lo più della vigna.
Io gestisco un'altra azienda (che ha comunque stessa filosofia) che ha piccolissime produzioni ed estremamente diversificate.
Lavoro tutto a mano (dalla raccolta delle ghiande per i maiali alla zappatura della vigna) ed utilizzo solo tecniche tradizionali o il più naturali possibili...e ci campo.

Poi cari miei, tutto stà a capire come vuole campare una persona... e qui si torna al discorso sul restante 88% della spesa mensile di una famiglia: non voglio credere che tutto vada in bollette e affitto.


25/08/2010, 15:13
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Ciao ragazzi, mi associo al gruppo di "bischeri" anche se potrei essere vostro padre. Bellissima discussione, condivido molto di quanto affermato da Tusco e apprezzo la passione di giovani che scelgono l'agricoltura come mestiere e modo di vita. Avrei molte cose da dire, ma non vorrei appesantire la discussione, un cosa vorrei sottolineare.
Se una famiglia media, che guadagna 1200 euro mensili, spende il 12% del proprio stipendio in generi alimentari dispone di 4,8 euro al giorno per mangiare. Domanda: cosa mangia?????????????
Complimenti a tutti.

_________________
“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


25/08/2010, 18:02
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Purtroppo penso di sapere dove va a finire quell'88% dello stipendio.
Purtroppo molte volte il posto di lavoro non è più sottocasa o vicino casa e quindi si è costretti ad andare in macchina, anche perchè i mezzi pubblici sono poco efficienti, (poi ci sarebbe da valutare anche il perchè il posto di lavoro non è più sotto casa, ma non mi dilungo) e di conseguenza si deve comprare una macchina, e si inizia con una finanziaria per la macchina....e cosi via per tante altre cose che si potrebbero risparmiare se non si pensasse solo al commercio temporaneo ma ad un commercio a lungo termine.
Anche in campagna vale la stessa regola, un terreno coltivato con una monocoltura con un metodo convenzionale può produrre per 20/30 anni, anche con una buona rendita, ma poi iniziano i problemi, la sostanza organica sarà inesistente e i microrganismi utili saranno scomparsi, quindi per produrre qualcosa si dovrà eccedere in fertilizzanti e trattare a calendario per non rischiare di perdere neanche una piccola quantità di raccolta, sennò le poche probabilità di guadagno dalla nostra coltura saranno eliminate definitivamente.
Forse però se rispettassimo il suolo, e chi realmente vive nel suolo (noi non ci viviamo perchè abbiamo una casa, ma vorrei vedere qualsiasi uomo vivere in mezzo ad un campo coltivato in modo convenzionale 24 ore al giorno per vedere se sopravviverebbe), non saremmo sicuramente costretti ad umentare le spese complessive per portare in produzione una coltura e sperare di guadagnare qualcosa, ma avremmo sempre un suolo fertile e produttivo senza l'aggiunta di nessuna sostanza chimica (basta un sovescio, uno sfalcio di erba o un pò di letame); questo però è possibile solo se si rispetta la natura, e la natura non è tutta uguale, comprende varie specie e anche tra la stessa specia nessuna pianta o animale è uguale. Quindi cerchiamo di promuovere la biodiversità.


25/08/2010, 18:14
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PALLINOF la tua opinione è sempre molto gradita e la discussione nonverrà sicuramente appesantita ma anzi sarà soltanto più APPREZZATA da tutti coloro che la leggeranno.


25/08/2010, 18:16
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Iscritto il: 10/03/2009, 15:08
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Località: Asti
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anche io apprezzo gli interventi di pallinof.
Vorrei solo portare delle obiezioni a tutti gli splendidi ragionamenti fatti sopra (che comunque condivido nelle intenzioni).
Quando si parla di vigna, secondo me, si parla di MONOCOLTURA...
Tutto vero ,sovescio, fertilita del terreno, Io pero forse ne ho pure troppa, visto che le erbacce mi soffocano gli ortaggi.

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25/08/2010, 21:11
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la monocoltura per eccellenza in Italia è il mais che si forza per stimolare la produzione
ma se dopo il mais si riesce a mettere un intercalare già si ha un minimo di avvicendamento.Considerare la vigna una monocoltura è errato è una coltura poliennale che può essere in parte consociabile.
A quelle % io nn credo assolutamente, di sicuro oggi la gente mangia meno dopo anni di campagne contro l'iperalimentazione, mangia in modo veloce ed economico(oggi ad esempio per avere un panino su un punto di ristoro ho aspettato mezz'ora), mangia pesandosi la tasca e spende soldi nn solo in frivolezze ma anche in viaggi cosa assolutamente inesistente fino a qlc decennio fà.
Il discorso del bilancio energetico nn mi convince x niente e concordo con raviolo sul costo esoso del lavoro umano.


25/08/2010, 21:55
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