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Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale 
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senza la pretesa di avere soluzioni in tasca mi vengono delle obiezioni al rqagionamento di Tosco (che condivido a pelle per inclinazione e per sentimento ma non con la testa).
Vedi, quello che ha permesso al supermercato di crescere e' stato proprio l'aver distrutto la tipicita' di un prodotto.
Infatti il supermercato ti offre prodotto stabile ,calibrato, e uguale dall aprima cassetta all'ultima.
Se vogliamo i supermercati hanno seguito l'esempio degli hotel d'alto bordo tipo lo sheraton che ti propone la stessa cotoletta Milanese tanto a milano quanto a tokio piuttosto che a Nairobi. La stessa via e' stata seguita in tutti isettori a partire da mcdonalds per continuare con l'automobile per finire con i computers/televisori telefonini.
Si chiama globalizzazione, e chi pensa di combatterla partendo dal basso credo stia iniziando una battaglia contro i mulini a vento.
Parlare di mantenere la tipicita' del prodotto e pensare di non fare produzione di nicchia ma di serie e' una contraddizione. La tipicita' sta proprio in un prodotto piu' rustico, meno uniforme e ,se vogliamo, piu' "buono" dal punto di vista naturale, ma meno "gustabile" dal consumatore medio.

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26/04/2011, 13:11
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for tornare il gusto ai consumatori , non e' una impresa ardua , ma in alcuni settori e' un po ardua 1al litro confezionato far capire che un buon vino a quel prezzo , gia se lo prendi sfuso vai a spendere 1.4 /1.6euro al litro per bere qualcosa di potabile .

o riuscire a vebdere a 90 centesimi gli zucchini in questa stagione quando hai spese di riscaldamento a febbraio /marzo , non e' facile.

o vendere l'extravergine a 2,4 euro al litro bottiglia compresa

quello che manca e ' al cultra della protezione come hanno i francesi o i tedeschi verso i loro prodotto e di conseguenza lavoro


ma sul alvoro dipendente il discorso cambia sopratutto in germenia , perche se e' vero che un metalmeccanico guagana netti 2350 euor la mese , e' anhc evero che loro dl76 hanno i sindacalisti nel cda delle azeinde senza diritto di voto , cosa che qui e' impensabile .

qui nasce la differenza secondo me , cieo noi abbaimo un ciclo produttivo lunghissimo , l'atto del acquiato e' poi di 5 minuti..

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Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.


26/04/2011, 17:10
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Nessuno che partecipa a questa discussione...
...e pensare quante cose ci sarebbero da dire.


23/08/2011, 0:31
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in 385messaggi ne abbiamo detto , ma e' un po come parlare ai muri..

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Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.


23/08/2011, 7:47
Profilo YIM WWW

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Località: Maremma 'mpestata
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Mi sento di dire una cosa, anche se questo potrebbe rendermi antipatico a molti.
Dopo quasi un anno e mezzo di forumagraria, e oramai 900 messaggi, io credo che questa discussione sia una delle più importanti (e belle) di tutto il forum.
E lo affermo con notevole rammarico, visto la partecipazione dei soliti e la non curanza dei molti.
In agricoltura, e non solo, siamo oramai giunti ad un punto cardine...di svolta...decisivo.
l'ignoranza dei più sta mettendo l'intera agricoltura in ginocchio: la sottomissione a sistemi di agricoltura industrializzata stà letteralmente spazzando via il concetto di agricoltura di tipo familiare, e tutti corriamo dietro ai numeri.
Arranchiamo, seminando decine di ettari di fagiolini ed impoverendo i nostri terreni, inquinando le nostre falde acquifere e consumando petrolio e i suoi derivati con non curanza degli effetti.
Arranchiamo, scuotendo la testa e credendo che oramai l'agricoltura sia finita, lamentandoci per le quote latte o per il prezzo del gasolio.
Arranchiamo, e ne rimaniamo schiacciati (in modo inevitabile), riempendoci di mutui e debiti nella speranza di farcela (almeno per i nostri figli).
Arranchiamo, e l'agricoltura va a finire...e con lei i nostri inutili sforzi di "tirare a campare".
Arranchiamo, mentre l'industria la fa da padrona, mentre il consumismo ci ha letteralmente consumati, mentre i numeri della borsa ci sconfortano, e mentre non vediamo alcun futuro.
Io mi ritengo un rivoluzionario (almeno nell'animo), totalmente contro ogni forma di violenza e svincolato da qualsiasi partito politico...e a mio modo combatto la mia battaglia quotidianamente, non da hobbista, non da ricco, non per possibilità...ma da agricoltore convinto.
E come me (anzi....MEGLIO DI ME) CI SONO MIGLIAIA di agricoltori che ogni mattina si alzano pronti a credere in quello che fanno...spinti dalla passione per la terra e la natura, con in testa un'unica idea: essere felici e convinti di quello che fanno.
Quanti agricoltori oggi lo sono veramente?
Io leggo e rileggo questo bellissimo forum, e vedo (apparte gli hobbisti) tanti agricoltori sconsolati...addirittura demotivati.
Non li biasimo, ed anzi li capisco in pieno: essere agricoltore è prima di tutto una responsabilità...la responsabilità di essere custodi della terra e artefici del futuro dei nostri figli...e se questo non viene fatta più con passione (e convinzione) si rischia di fare un pessimo lavoro e (credo..permettetemelo) di arrecare addirittura danno al prossimo.
Non curanti dell'ambiente usiamo la chimica in modo indiscriminato, sotto la bandiera del progresso e spinti da tecnici che ci riempono di paure e rischi.
...ed il contadino "ipocondriaco", che oramai s'è indebitato tutto per tirare avanti, non può farne a meno, e come un AUTOMA svolge il lavoro più bello del mondo, rimpiangendo i tempi passati e maledicendo il presente.
E non scuotiamo la testa, è così per moltissimi di noi...costretti a fare industria prima ancora che agricoltura...e NON NE VEDIAMO ALTERNATIVA.
Ma...
...
...forse un'alternativa c'è e si chiama BIODINAMICO, FUKUOKA, PERMACULTURA, NATURALE, TRADIZIONALE....
Ogni mattina (appunto) ci sono agricoltori (e non solo passionisti o agricoltori da altri redditi sicuri) che CI CREDONO e che CI PROVANO...e che RIESCONO in quello che fanno.
ci sono agricoltori che si sono svincolati dai grandi numeri, creando mercati alternativi e creando prodotti sani e veri...
ci sono agricoltori che lottano per questo, e che hanno IN PRIMIS il RISPETTO DELL'AMIENTE, nella consapevolezza che loro stanno lavorando per i loro figli, nella responsabilità di consegnare loro ALMENO una parte di mondo migliore.
Un discorsone...lo so.
Ma non scuotete la testa, queste persone esistono, hanno nomi, facce e famiglie da mantenere, mutui da pagare come tutti noi, eppure...ce la fanno.
e sono ovunque, tanto sui monti che nelle pianure...e ogni giorno riescono, facendo colture e CULTURA, immettendo nel mercato i prodotti di una volta, prodotti che per secoli hanno sopravvissuto e sfamato intere generazioni, prodotti lontani dalle industrializzazioni e prodotti figli solo della madre terra.
E tutt'oggi questi vengono visti come "strani" o "non agricoltori", come "esoterici" o "matti"...eppure ci sono, a migliaia in Italia, ed in tutta europa.
Non fanno parte di alcuna setta, non sono fanatici politici, non gridano all'anarchia, ma coltivano il loro sogno...riuscendoci.
Magari non saranno ricchi (c'è chi lo è), ma vivono in serenità riuscendo a dare delle sicurezze ai loro figli.
se è vero che siamo quello che mangiamo...loro sono i primi a renderci più sani, megli ancora di mille medicinali.
mangiare sano...non un'utopia.

Ed il mio rammarico è rivolto proprio a questa discussione...
..che tanto potrebbe essere di stimolo...che tanto potrebbe essere un minuscolo punto di partenza per molti di noi.
Ma una discussione che viene frequentata soltanto dai soliti, lasciando troppo silenzio.
L'hobbista, il pensionato, l'amatore che fa l'orto...loro sono i primi che possono speriemtnare un modo nuovo di fare agricoltura...almeno nel piccolo.
..e magari anche noi agricoltori possiamo prendere spunti dal loro lavoro.
La vita nasce nello stesso modo, che sia un vecchio a gettare un seme, o un bambino: la terra...il sole...la pioggia spapranno fare il resto.
Io ci credo!
Io vivo per questo!

...e mi scuso per i sicuri errori di battitura, ma ho scritto di botto, e posto senza rileggere.


23/08/2011, 11:56
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Carissimi, intervengo in questo bellissimo e sofferto Argomento dalle "solide" e inaffidabilissime basi della mia ignoranza in materia. Non conosco le differenze fra agricoltura biologica, naturale, etc. ma di alcune cose sono più che certa: se al supermercato trovassi la frutta più piccola, più disomogenea nelle dimensioni, con qualche bruco, bella colorita e profumata come era solo nell'orto dei miei nonni, entrerei al supermercato con la relex e uscirei con le sporte piene. Pagherei di più. E consumerei di certo di più. Passare davanti ai banchi della frutta e della verdura sta diventando per me un tedio immane: nessun odore, tutti i prodotti sembrano stampati in fabbrica invece che raccolti su un albero o in un campo, il profumo lo sento solo se mi concentro e lo vado a pescare nei ricordi d'infanzia. Nemmeno davanti alle cipolle sento più il bel tanfo rigeneratore che scatena in me la voglia di panzanella anche a dicembre inoltrato! Figuriamoci poi la frutta! E mi fa andare in bestia il pensiero che in Sicilia si è costretti a mandare al macero le nostre belle arance e quando allungo la mano per comprare un succo d'arancia, mi accorgo che la materia prima arriva dal Marocco o dalla Spagna! Il latte voglio solo quello italiano, che quello tedesco di certi discount penso sempre contanga qualcuno dei loro strambi batteri killer o simil-avatar. :twisted:
Le parole di Tosco le condivido. Anche a me piacerebbe un'agricoltura (e consumatori) proiettati in una dimensione diversa, migliore, infinitamente più sana e certamente più buona sia per la salute che per il palato. Ma so anche che al supermarket mentre io impazzirei dalla gioia nel fotografare le cassette di mele e albicocche, di patate novelle e d'erbe ormai introvabili sui nostri banconi, decine di consumatori farebbero le loro rimostranze al capo reparto per le dimenioni o l'aspetto dei prodotti, non in linea con le ormai consolidate aspettative. Mia madre compra mele che a toccarle sembrano cosparse di cera. Ma di fronte ad una cassetta delle mele dell'abero dei miei nonni e una cassetta di quelle mele cerose rosso porpora, quanti, a parte me, sceglierebbero senza il minimo tentennamento la prima opzione?
Credo che siamo noi, proprio noi consumatori con le nostre belle associazioni strillanti, con le trasmissioni tv dedicate, con le sbandieratissime leggi a tutela, ad essere paurosamente arretrati, dinnanzi ad un'agricoltura che ha possibilità, voglia, dinamismo e risorse per migliorare la qualità dei prodotti. Noi continuiamo a chiacchiere a volere la verdura coltivata senza chimica, ma poi compriamo le mele cerose. Tempo fa, proprio in tema di mele, in uno dei tanti negozi della zona ho sentito un tizio lamentarsi davanti ad una cassetta di mele verdi, piuttosto piccole rispetto alle altre. Ha detto "ma che brutte queste mele" e le mele non erano per niente brutte, solo più piccole rispetto alle dimensioni che ormai sono standardizzate nella testa di ognuno di noi non addetti ai lavori. Ma quelle mele non erano affatto più "brutte", erano semplicemente più "mele"! Ma al quel tizio, ditemi voi, chi glielo fa capire?

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23/08/2011, 13:56
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io sono ancora qua
eh, già
eh, già
e sempre più convinto che abbiamo perso la memoria storica di cosa significa coltivare la terra che calpestiamo, maltrattiamo e spesso malediciamo, ma in fondo è e rimarrà sempre la nostra e unica madre terra.
Abbiamo svenduto la nostra professionalità di contadini in cambio di un'ideologia, un sogno di modernità che è durato così a lungo da farci perdere la memoria come dopo un traumatico risveglio. Ma credo, o spero che in fondo ciascuno conservi un piccolo frammento, magari associato alla vita personale e riuscire a mettere insieme tutti questi cocci forse ci riuscirà di ricostruire un quadro realistico della situazione.
Molti anni fa, durante un colloquio con una classe di bambini di scuola elementare, mi fu posta la domanda: che lavoro svolge l'agronomo?
Fu una vera e propria cannonata che sfondò un castello di certezze costruito su un'ideologia imposta da una politica economica fondata sulla manipolazione della scienza e la burocratizzazione delle professioni per creare ricchezza e sfruttamento a tutti i costi.
L'agronomo, come molti altri professionisti, è diventato un funzionario dello stato, obbligato a far rispettare leggi e regolamenti necessari per prendere quattro soldi (necessari per sopravvivere) e mantenere vivo il mercato dei "mezzi tecnici di produzione".
Allora il primo passo è riprenderci la nostra professionalità, magari passando per poveri pazzi e rincorrendo tecniche di coltivazioni alternative, ma tenendo sempre presente che questo tipo di agricoltura contemporanea convenzionale non è altro che il frutto di scelte politiche dettate da un'ideologia di modernità nata dopo la distruzione della seconda guerra mondiale e con l'obbiettivo primario di sfamare il mondo sigh, sigh, sigh.
Una buona serata a tutti.

_________________
“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


24/08/2011, 18:22
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[quote="PALLINOF"]...
Allora il primo passo è riprenderci la nostra professionalità, magari passando per poveri pazzi e rincorrendo tecniche di coltivazioni alternative, ma tenendo sempre presente che questo tipo di agricoltura contemporanea convenzionale non è altro che il frutto di scelte politiche dettate da un'ideologia di modernità nata dopo la distruzione della seconda guerra mondiale e con l'obbiettivo primario di sfamare il mondo sigh, sigh, sigh. [quote]

Sono daccordo con te sul riprendere la professionalità da parte degli agronomi, laureati in agraria, periti agrari e agrotecnici, ruolo che spesso è svolto da filosofi "improvvisati agricoltori", specie nella cosiddetta agricoltura non convenzionale.

Per quanto riguarda l'obiettivo primario di sfamare il mondo, bisogna riconoscere che sarebbe raggiunto, e non sarebbe poco. Poi sono daccordo che l'attuale agricoltura presenta moltissime contraddizioni, ma non biutterei il bambino con l'acqua sporca!
Ciao,
Marco

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24/08/2011, 19:28
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comunque il lusso di poter coltivare in modo "naturale" e rispettoso dell'ambiente non paga la cena.
Ad oggi le mie coltivazioni senza intervento chimico di sorta funzionano, danno prodotto molto superiore come gusto al corrispondente prodotto standard da supermercato, ma sono irrimediabilmente fuori prezzo per la tavola di chiunque.
Volendo farsi l'orto per mangiare qualcosa di sano, va bene. Ma se devi vendere nessuno ti paga il prodotto quello che dovrebbe essere pagato.
I consigli che da Pallinof sono giusti, la roba viene, ma le quantita' son per forza di cose limitate. per cui i costi vanno alle stelle.
Bisogna ,pallinof, che ci si organizzi per trovare un modo per quadrare il cerchio. Da un ettaro dopato vengono fuori x quintali di cibo, dallo stesso ettaro in naturale ne vengono fuori un decimo e con un lavoro molto superiore.
Ora , stabilito che il metodo funziona, bisogna cercare di farlo pure rendere.

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I produttori non convenzionali dovrebbero riuscire a vendere direttamente. Solo così i maggiori costi verrebbero compensati.
Inoltre, secondo me ha poco significato acquistare pere biologiche in inverno provenienti dal Cile o dall'Argentina.
Ciao,
Marco

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