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Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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be da questo possiamo trarre spunto x una considerazione, che e' emglio guadagnare 1 euro su un rpodotto massale , che 10 euro su un rpodotto di nicchia.
il rpoblema e' che oggi i prodotti amssali sono all'appannaggio di prodotti esteri.
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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24/04/2011, 12:46 |
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ricky75
Iscritto il: 03/04/2009, 12:29 Messaggi: 1207 Località: grantola (varese)
Formazione: licenza media
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io dico ,e l'ho già detto,peraltro,che mica tutti si può fare lo spaccio aziendale. chi può,fa bene a farlo,ma ci vogliono diverse condizioni: mancanza di concorrenza(agricola)nei dintorni prodotto costante tutto l'anno vicinanza al consumatore infine,ma non proprio per ultimo,un OTTIMO rapporto qualità-prezzo. non si può pensare di campare vendendo un cespo d'insalata o una bottiglia di vino al giorno,ci vuole anche un compromesso tra qualità e quantità.
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24/04/2011, 20:00 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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be ricky75 ,bisognerebbe evitare , di spacciare x italiani , trasformati in italia , ma che arrivano da chissa dove...
poi bisognerebbe che qualcuno mi spiegasse, come si fa il pil , se gran parte dei beni di consumo arriva dall'estero , vedi petrolio/gas, eletricita buona parte dei prodotti alimentari , e buona parte delle auto , cioe il conto nn torna...
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24/04/2011, 20:09 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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intendiamoci, io sono a favore dello spaccio aziendale. E' un ottimo mezzo per vendere le eccedenze, il prdotto leggermente difettato e per essere presenti sull'area in cui si produce. Ovviamente lo spaccio aziendale deve offrire prezzo competitivo rispetto al prodotto di prima scelta. Non credo pero' si possa campare contando solo sulla vendita diretta. Puntare sulla qualita' e' giusto, ma attenzione a non esagerare. Si rischia di diventare dipendenti di quei quattro clienti che possono pagare prezzi molto alti.
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
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24/04/2011, 20:11 |
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ricky75
Iscritto il: 03/04/2009, 12:29 Messaggi: 1207 Località: grantola (varese)
Formazione: licenza media
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trovo che sia sbagliato associare prodotto di qualità=prezzi alti. molto spesso,vendendo in proprio,si recupera la diffrenza di costo che un buon prodotto ha, e si può vendere addirtttura ad un prezzo più basso del dettagliante (o GDO).
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24/04/2011, 20:36 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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...beh, e allora scegliamoci meglio chi ci rappresenta e ci distribuisce... Questo siamo in grado di farlo, oppure no?
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24/04/2011, 23:46 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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dalla padella alla brace
tosco fossimo in un paese alla pari degli altri patners europei , non saremo qui a discutere su come evitare di farsi prendere x i fondelli con prezzi ridicoli( vedi i 7cent al kg x le arance) .
a me sta anche bene che all'estero hanno dei costi di produzione inferiore.
ma.....
torando alla memoria di una decina di anni fa, mi era poiaciuto un articolo(mi pare su focus ) in cui si faceva una paragone a livello europeo , ma anche americano e austaliano di cosa costavano alvcuni prodotti standard che sono prsenti in tutto il mondo .
e come metro avevano preso: il classico hamburgher del mc donald , la bottiglietta della cocacola , la tazza del caffe', il costo del latte intero tetrapack da un litro , e se non sbaglio il costo di 1kg di pane.
sembra strano ma la relazione di prezzo tra diversi prodotti variavamolto da apese a paese.
mentre rimaneva pressoche stabile il rapporto mc hamburgher/cocacola , si notava come in rapporto al pane in italia i primi 2 prodotti risultavano cari , mentre in germenia no. e in calce all'articolo si domandavano se il rapporto tra euro e monete nazionalei era giusto..
a posteriori dico che quel dubbio era legittimo , visto e considerato che l'euro attuale nasce dalle ceneri dell'ecu , e che l'ecu nacque come moneta di stabilita x avere dei mutui a basso interesse, peccato che dopo svalutarono la lira , che chi fece i mutui in ecu , si ritrovo a pagare rate salatissime.
mmm concordo con tremor a volte , molte volte quello che arriva da bruxxel e' una sòla.. (alla romana)
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25/04/2011, 7:46 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Grinto, sai quanto ti stimo...e quanto mi piacciano i tuoi interventi. ma...non mi pare che tu mi abbia risposto. Mettiamo SOLO PER UN ATTIMO da parte la politica europea, i confronti con gli altri paesi della comunità, e quanto i nostri governanti se ne infischino dell'agricoltura....mattiamo da parte tutto questo e per un attimo riportiamo la discussione ad un livello più basso e più loeggero Io dico: scegliamoci meglio chi ci rappresenta e ci distribuisce... Questo siamo in grado di farlo, oppure no? Non parlo del pèresidente del consiglio o delle associazioni di categoria, ma parlo di persone fisiche che si occupino del nostro mercato...di persone che ci distribuiscano. E quindi, siamo in grado di cambiare queste persone, oppure continuiamo a piegarci al volere del mercato delle arance a 7cent? Perchè secondo quello che trapela tra le righe...alla fine è meglio tagliarli questi aranceti e lasciar perdere. Questa è la soluzione quindi? Smettere di fare agricoltura o lasciarci schiacciare sal mercato"saturo"? E RINNOVO la mia provocazione: cambiare prodotto, ed invece che le pere williams che TUTTI...IN TUTTA EUROPA hanno, non potremmo provare a produrre le pere DEL NOSTRO TERRITORIO....ed imporci (IMPORCI) con nuovi prodotti sul mercato??? Siamo proprio sicuri che il mercato ci ignorerebbe isolandoci? Oppure il consumatore (che fa il mercato...invece del distributore) avrebbe una scelta, e allora tutti (TUTTI) potremmo tornare a coltivare le nostre tipicità, senza darci fastidio...e allargandolo questo mercato???????????????? ... ...badate bene che non dico che sia facile...
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25/04/2011, 23:34 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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a me sembra che non si abbia ancora capito uan cosa fondamentale.
la politica economica agricola , non si fa a roma , ma a bruxelles.
lo step che non funziona , sta nel recepimento alla cavolo
tu puoi anche avervcela con i ns politici , ma ricordati che sono spalleggiati dagli europarlamentari , perche non ce uan politica comune al di fuori delle economie di mercato.
a me fa ridere quando sia ccusano gli americani di troppo liberismo,
noi che dovremo dire ?? le regole di emrcato ci sono , ma sono a salvaguardia di tutti quelli che stanno in mezzo tra i produttori e i consumatori..
un altro problema e' quello che riportando la duscussione terra terra,e' che per citare il tuo esempio , i consumatori che sono abituati a comprare un prodotto standard , mal tollerano quello che standard non e'
una pera x antonomasia ( al di la di quelle che stannod entro la coppa di champagne..) deve esere di un certo calibro peso , ma sopratutto 3 elementi fondamentali
1° sorvbevolezza , cieo contunto di zuccheri ,acidita , e gusto 2° assenza di grumi ( hai presente al apssa crssana?) 3°facilita nell'essere sbucciata, frullata, e esere disponibile tutto l'anno coie la conservabilita'
stesso lo si puo dire per la mela , e un po meno per le drupacee..
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26/04/2011, 7:39 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Perfetto, e quindi? Cita: noi che dovremo dire ?? le regole di emrcato ci sono , ma sono a salvaguardia di tutti quelli che stanno in mezzo tra i produttori e i consumatori..
Cambiare il tipo di distributore? consorziarci, cooperatizzarci, associarsi...e scegliere noi chi ci ndistribuisce? Qualcuno che ci conosca non come numeri ma come persone fisiche? Almeno nel piccolo questo è possibile. e chi distribuisce è una persona che lavora per noi, allora saremo noi a decidere quanto e come uscire sul mercato. Ci sono moltissimi consorzi che funzionano benissimo così, ed il consumatore è ben felice di pagare meno, e gli agricoltori di quel consorzio riescono a guadagnare di più. Almeno in piccolo...dai, certo che è possibile! Il discorso su bruxells potrebbe anche andare bene, ma non veniamoci a dire che i nostri politicanti hanno fatto molto per l'agricoltura italiana (destra o sinistra che siano)...e non credo che abbiano così le mani legate. E' che l'agricoltura poco interessa, se non per le quote latte (meglio evitare questo argomento) o per i super vini: ergo tutto il resto è piuttosto messo da parte. Ma mi scoccia parlare di politica italiana, e quindi torno al "terra terra" , e sottolineo quanto hai scritto tu Griso. Cita: i consumatori che sono abituati a comprare un prodotto standard , mal tollerano quello che standard non e'
una pera x antonomasia ( al di la di quelle che stannod entro la coppa di champagne..) deve esere di un certo calibro peso , ma sopratutto 3 elementi fondamentali
1° sorvbevolezza , cieo contunto di zuccheri ,acidita , e gusto 2° assenza di grumi ( hai presente al apssa crssana?) 3°facilita nell'essere sbucciata, frullata, e esere disponibile tutto l'anno coie la conservabilita'
stesso lo si puo dire per la mela , e un po meno per le drupacee.. Siamo proprio sicuri che non saremmo in grado di RIABITUARE i consumatori ad altri prodotti? Io son convintissimo di si, e nel mio piccolissimo lo faccio quotidianamente. E poi, giusto il discorse sui 3 punti, ma...siamo proprio sicuro che quei 3 punti siano tenuti in mano solo da pochi prodotti? Io son certo di no. Ragazzi, dobbiamo essere noi agricoltori i primi a cambiare...a cambiare dal basso (dal nostro piccolo) il sitema: come possiamo mettere sul mercato prodotti che noi non consumeremmo mai o che consumiano mal volentieri? Rispondetemi a questo...
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26/04/2011, 9:45 |
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