23/04/2011, 15:15
Producono si' quantita impensabili di prodotto/ettaro ma questo prodotto essendo in eccesso non ha mercato.
L'unica possibilita' che immagino per rendere nuovamente l'agricoltura redditizia e' l'ascesa dei prezzi di vendita.
Ascesa che in questo momento ,tranne per il prodotto di nicchia ultrasnob, non e' possibile per motivi politici, commerciali, e sociali. Stop.
Si compra oggi terreno a gerbido per ipotetici 100 euro, lo si trasforma spendendoci ogni anno, e lo si rivendera' (forse) tra venti anni per 100 moltiplicato per mille.
E' un investimento simile ai piani di accumulo, investi un piccolo capitale iniziale (centomila euro) ogni anno aggiungi 10mila euro piu il tuo lavoro... alla fine dopo vent'anni avrai un patrimonio rivalutato vendibile e monetizzabile.
Dunque oggi sembra essere un investimento per chi ha passione, voglia di lavorare, venti anni davanti in prospettiva,la possibilita' di risparmiare accantonare ed investire una cifra consistente ogni anno proveniente da altri redditi e un piccolo capitale iniziale da investire.
la maggior parte di nuove aziende agricole son condotte da donne (solitamente mogli di mariti facoltosi) o figli di grandi famiglie e funzionano bene solo quando alle spalle c'e' un capitale consistente.
Tutti gli altri, o partono da una azienda consolidata ereditata e decidono di mandarla a vanti con sacrifici ,oppure praticano l'alternativa di vendere tutto, mettere in bot, e campare di rendita.
23/04/2011, 15:19
23/04/2011, 17:14
23/04/2011, 17:24
23/04/2011, 19:01
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23/04/2011, 23:12
24/04/2011, 0:03
raviolo ha scritto:ciao Tosco.
Fermo restando il fatto che una bottiglia a 30 euro e' per forza di cose un prodotto di nicchia.
Quando parlo di problema politico,commerciale, sociale intendo appunto questo:
Una famiglia media italiana, se ha ancora un mutuo da finire di pagare e un solo lavoratore, ha a disposizione ben 5 euro al giorno per l'alimentazione. E' evidente che NON puo' considerare l'acquisto di prodotti NATURALI.
Si tratta indubbiamente di un errore di valutazione a monte, probabilmente quella famiglia non poteva permettersi il mutuo. Fatto sta che le scelte politiche e commerciali tendono a favorire chi offre cibo compatibile con questi prezzi, insostenibili per l'agricoltore che fa le cose a regola d'arte.
Nel mondo la maggior parte delle persone sopravvive con meno di un euro al giorno tutto compreso. E' nuovamente evidente che non si puo' parlare di coltivazioni esclusive globali secondo natura a questi prezzi.
L'alternativa e' la morte per fame di migliaia di persone. Dunque per essere remunerati : produzioni di nicchia per elites.Ma questo tipo di produzione implica il mettere in piedi reti commerciali non da poco.
Grinto ha ragione quando nota che le arance partono a 7 cent per finire a tre euro in negozio superlusso.
Ma tutto quello che c'e' in mezzo ha un costo e bisogna essere capaci di organizzarlo.
Forse chi fa l'agricoltore dovrebbe cominciare a coprire lui quel settore cosi' ricco, che si mangia una fetta cosi' consistente del guadagno. Invece non lo fa... perche non e' in grado, perche' non ha le risorse, perche non ha la mentalita', perche non ha le strutture, perche' non ha la capacita' di gestire l'intera filiera.
Voglio dire, la distribuzione ha un costo e bisogna saperla fare. Bisogna saper costruire una rete di negozi di lusso (Bio ,Vegan, et similia), ed una volta fatti, il grosso della torta allora si lo mangi tu.
Insomma se togliamo la speculazione sul terreno oggi di agricoltura si muore (non dico sara sempre cosi', personalmente ho fiducia nel fatto che le cose cambieranno). E per quanto riguarda il mangiare sano, beh non serve avere un ettaro di orto per farlo, bastano duecento mq.
24/04/2011, 7:29
Oramai avrò fatto una decina di messaggi dove ripeto tale concetto: vendiamoci i nostri prodotti, e guadagneremo di più...giustificando e gratificando il nostro lavoro.
24/04/2011, 11:25
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