|
Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale
Autore |
Messaggio |
Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
|
Raviolo è un piacere rileggerti. Dunque, eviscero quanto hai scritto, e... Cita: Producono si' quantita impensabili di prodotto/ettaro ma questo prodotto essendo in eccesso non ha mercato. L'unica possibilita' che immagino per rendere nuovamente l'agricoltura redditizia e' l'ascesa dei prezzi di vendita. sono Totalmente in accordo con quanto sostieni. Cita: Ascesa che in questo momento ,tranne per il prodotto di nicchia ultrasnob, non e' possibile per motivi politici, commerciali, e sociali. Stop. ..in questo sono meno in accordo. Vendere una bottiglia di vino a 30 euro vuol dire valorizzare il proprio lavoro, consolidare il valore aggiunto di quel prodotto, e mettersi in condizione di poter produrre meno bottiglie. Esempio: 10000 bottiglie a 30€ hanno (in teoria) lo stesso reddito di 30000 bottiglie a 10€, MA... con 10000bottiglie c'è la bossibilità di avere un maggiore controllo sulla QUALITA' e di tralasciare la quantità. Così (ma detto proprio con parole IPER elementari) si arriva a: -avere maggiore possibilità di dedicarsi al proprio lavoro, SCEGLIENDO di rinunciare ai vari coadiuvanti chimici (dal diserbo ai sistemici per esempio) e avendo più tempo materiale da dedicare alla singola pianta (che non è poco); -il prodotto ha minore impatto sotto ogni punto di vista: dal gasolio per le lavorazioni con il trattore, alla quantità di chimica impiegata, al vetro utilizzato per imbottigliare, ai tappi di sughero...a tutto; -la sostenibilità: tutto può raggiungere una maggiore dimenzione umana, riuscendo a discostarsi dalla politica agricola di tipo industriale (FARE TANTO E VENDERE A POCO), e a favore della valorizzazione del lavoro agricolo e della qualità del prodotto messo sul mercato. Il conto l'ho fatto in modo banale (perdonatemi) su 30000bottiglie ansizhè 10000bottiglie, ma pensatelo su larga scala... Cita: Si compra oggi terreno a gerbido per ipotetici 100 euro, lo si trasforma spendendoci ogni anno, e lo si rivendera' (forse) tra venti anni per 100 moltiplicato per mille. E' un investimento simile ai piani di accumulo, investi un piccolo capitale iniziale (centomila euro) ogni anno aggiungi 10mila euro piu il tuo lavoro... alla fine dopo vent'anni avrai un patrimonio rivalutato vendibile e monetizzabile. Dunque oggi sembra essere un investimento per chi ha passione, voglia di lavorare, venti anni davanti in prospettiva,la possibilita' di risparmiare accantonare ed investire una cifra consistente ogni anno proveniente da altri redditi e un piccolo capitale iniziale da investire.
Tu qui parli di capitalizzare, ma secondo me se proprio dobbiamo capitalizzare qualcosa dobbiamo farlo non sul terreno (visto evidentemente solo come un investimento economico) ma sul LAVORO AGRICOLO. Iniziamo a sganciarci da chi ci obbliga a produrre QUEL TIPO DI PISELLINI A QUEL PREZZO...magari pisellini che nulla c'azzeccano con la storia del nostro territorio...magari pisellini che hanno bisogno di molta chimica per essere tirati avanti...magari pisellini che vengono regolarmente colpiti da insetti o malattie se non "preservati" con chissà quali fitofarmaci o insetticidi... scrolliamoci di dosso questo, che così avveleniamo la nostra terra con tanta di quella merda chimica (magari fosse quella vera...), e lo facciamo letteralmente PROSTITUENDOCI per due denari...costretti a venire assoggettati da un mercato che manco (magari) ci piace............ SCUSATEMI PROPRIO!!!!!!!!!!! Rinnoviamoci, magari partendo dal piccolo...ma facciamolo. Cerchiamo mercati alternativi ( E NON DITEMI CHE NON ESISTONO...per carità, non prendiamoci in giro amici), e ALMENO IN PARTE rinunciamo alla sicurezza per lanciarci in un'avventura che RISCOPRA IN NOI LA PASSIONE DI ESSERE AGRICOLTORI. PERCHè ESSERE AGRICOLTORI VUOL DIRE AVERE PASSIONE, no?! ...a meno che, come dice bene raviolo... Cita: la maggior parte di nuove aziende agricole son condotte da donne (solitamente mogli di mariti facoltosi) o figli di grandi famiglie e funzionano bene solo quando alle spalle c'e' un capitale consistente. Tutti gli altri, o partono da una azienda consolidata ereditata e decidono di mandarla a vanti con sacrifici ,oppure praticano l'alternativa di vendere tutto, mettere in bot, e campare di rendita.
Purtroppo raviolo ha ragione: chi si mette in agricoltura oggi lo fa principalmente per questi motivi. Quindi...anche se quanto ho scritto apparirà solo come "l'uomo col megafono davanti al palazzo del governo", io continuo ad essere fermo e convinto della mia scelta..che in primis è di tipo ETICO e CULTURALE. Magari non avrò tante certezze economiche, ma nel quotidiano ho avuto...ho...e avrò sempre grandi soddisvazioni, tanta passione e mi sentirò ricco a modo mio...certo e sicuro di mangiare sano e far mangiare sano...certo e sicuro di avere certamente un minor impatto sull'ambiente e di praticare un'agricoltura il più sostenibile possibile. ...e la Passione non la perderò mai, perchè proprio nel rinnovamento (RINNOVAMENTO) traggo fonte di questa. E se ci riesco io...che sono solo un bischero di 32 anni con un diploma in tasca e pochi ettari di terreno IN AFFITTO, credo che ci potrebbero riuscire in moltissimi. ...anzi, SONO CERTO che in moltissimi ci stiano già riuscendo, anche senza fare prodotti "di nicchia", ma semplicemente facendo gli agricoltori: basta guardarsi attorno e ne troverete moltissimi.
|
23/04/2011, 15:15 |
|
|
|
|
grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
|
be raviolo e' al tendenza che c e nel mondo, che gravita sull'limentre
il problema e' che buona aprte dei prodotti agricoli , son deperibili.
prendi ga le verdure, la frutta , latte e carne .
che sono i prodotti dove la speculazione si fa piu sentire , e la forbice tra produzione e vendita al minuto e' piu forte
esempio classico sono el arance , che partono a 7centesimi al kg e dopo 10 gg le ritrovi sui banchi del supermercato a 1,5....
non puoi venirrmi a dire che ci son spese di confezionamento ,
ce speclazione puntoe basta
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
|
23/04/2011, 15:19 |
|
|
raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
|
ciao Tosco. Fermo restando il fatto che una bottiglia a 30 euro e' per forza di cose un prodotto di nicchia. Quando parlo di problema politico,commerciale, sociale intendo appunto questo: Una famiglia media italiana, se ha ancora un mutuo da finire di pagare e un solo lavoratore, ha a disposizione ben 5 euro al giorno per l'alimentazione. E' evidente che NON puo' considerare l'acquisto di prodotti NATURALI. Si tratta indubbiamente di un errore di valutazione a monte, probabilmente quella famiglia non poteva permettersi il mutuo. Fatto sta che le scelte politiche e commerciali tendono a favorire chi offre cibo compatibile con questi prezzi, insostenibili per l'agricoltore che fa le cose a regola d'arte. Nel mondo la maggior parte delle persone sopravvive con meno di un euro al giorno tutto compreso. E' nuovamente evidente che non si puo' parlare di coltivazioni esclusive globali secondo natura a questi prezzi. L'alternativa e' la morte per fame di migliaia di persone. Dunque per essere remunerati : produzioni di nicchia per elites.Ma questo tipo di produzione implica il mettere in piedi reti commerciali non da poco. Grinto ha ragione quando nota che le arance partono a 7 cent per finire a tre euro in negozio superlusso. Ma tutto quello che c'e' in mezzo ha un costo e bisogna essere capaci di organizzarlo. Forse chi fa l'agricoltore dovrebbe cominciare a coprire lui quel settore cosi' ricco, che si mangia una fetta cosi' consistente del guadagno. Invece non lo fa... perche non e' in grado, perche' non ha le risorse, perche non ha la mentalita', perche non ha le strutture, perche' non ha la capacita' di gestire l'intera filiera. Voglio dire, la distribuzione ha un costo e bisogna saperla fare. Bisogna saper costruire una rete di negozi di lusso (Bio ,Vegan, et similia), ed una volta fatti, il grosso della torta allora si lo mangi tu. Insomma se togliamo la speculazione sul terreno oggi di agricoltura si muore (non dico sara sempre cosi', personalmente ho fiducia nel fatto che le cose cambieranno). E per quanto riguarda il mangiare sano, beh non serve avere un ettaro di orto per farlo, bastano duecento mq.
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
|
23/04/2011, 17:14 |
|
|
raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
|
perche' scusate, se c'e' gente che paga le arance 1,5 euro al supermercato credo ce ne sarebbe altrettanta disposta a pagarle 1,64 euro al kg... questo vorrebbe dire triplicare il prezzo al produttore. Insomma il problema non credo sia la distribuzione che scarica i suoi costi sul produttore, quanto l'eccesso di offerta su un mercato troppo localizzato. Vorremmo tutti vendere a Milano dove i prezzi sono piu alti.. ma se l'offerta e' dieci volte la capacita' di acquisto per forza di cose il prezzo crolla.
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
|
23/04/2011, 17:24 |
|
|
grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
|
raviolo , pienamente daccordo col tuo ragionamewnto.
fa 2 grinze pero.
la prima : noi paghiamo le tasse in modo forfettario cioe in base al reddito agrario x quanto riguarda l'attivita agricola, e sul dominicale , in base all'aumento di valoere legato all'inflazione.
per cui non ci conviene tenere vuoto il terreno , per cui siamo nn dico obbligati ma invogliati a coltivarlo tutti gli anni.
ancora di piu s elo affittiamo.
se andassimo a bilancio , presumo , che se un terreno non ci vconviene coltivarlo tutti gli anni , lo coltiviamo ad alnni alterni, come capita se nnmi sbaglio in canada..
altra grinza: ammesso che si possa fare per tutti un prezzo di ogni prodotto agricolo che va alla indstria di trasformazione, la trattativa cmq dura anni , e ha validita x 1 anno, e i detratotri ci sono sempre. e non tengono conto dei costi di produzione.
la fregatura delle arance a 6centesimi il kg a gioia tauro , vedasi una delle ultime puntate di report , e' che secondo me , una decina di anni fa hanno fissato un cabio euro/lira , come dire , propedeutico , alle importazioni , sfavorendo la produzione nazionale.
senza voler ulteriormente polemica, a tesi di cio ce sempre stata la risposta , dell'allora presiente del consiglio , secondo cui coin questo sitema avremo pagato meno le amterie prime( petrolio in primis) questo e' vero , ma ha di fatto segato i nervi a chi rpoduceva in italia. perche di fatto i prodotti esteri sopratutto alimentari latte , carne , ma anche pesce , mais , egrano.
di qui un po l'ulteriore chrisi di molti settori , mentre altri (esportazione di vino e in alcuni momenti di formaggi) hanno tenuto..
pero .....
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
|
23/04/2011, 19:01 |
|
|
raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
|
si grinto, e' qui che volevo arrivare. NON SIAMO CHIUSI IN UNO SPAZIO CHIAMATO ITALIA. Fuori c'e' un mondo che preme e che e' cento volte superiore come volume a quei quattro gatti che siamo noi. Il vero problema e' che se ci sono tre miliardi di persone che vivono con un dollaro al giorno vuole dire che ci sono tre miliardi di persone ben felici di lavorare per DUE dollari al giorno. Cifra che nessuno oggi in Italia puo permettersi. Quindi, per noi esportazione chiusa o molto ridotta per evidenti ragioni di costo e concorrenza spietata da parte di chi viene sfruttato dalla distribuzione.
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
|
23/04/2011, 19:12 |
|
|
grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
|
il mondo e' fato a scale
per far giarere ben l'economia dovremo produrre prodotti che non ci possiamo permettere.
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
|
23/04/2011, 23:12 |
|
|
Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
|
raviolo ha scritto: ciao Tosco. Fermo restando il fatto che una bottiglia a 30 euro e' per forza di cose un prodotto di nicchia. Quando parlo di problema politico,commerciale, sociale intendo appunto questo: Una famiglia media italiana, se ha ancora un mutuo da finire di pagare e un solo lavoratore, ha a disposizione ben 5 euro al giorno per l'alimentazione. E' evidente che NON puo' considerare l'acquisto di prodotti NATURALI. Si tratta indubbiamente di un errore di valutazione a monte, probabilmente quella famiglia non poteva permettersi il mutuo. Fatto sta che le scelte politiche e commerciali tendono a favorire chi offre cibo compatibile con questi prezzi, insostenibili per l'agricoltore che fa le cose a regola d'arte. Nel mondo la maggior parte delle persone sopravvive con meno di un euro al giorno tutto compreso. E' nuovamente evidente che non si puo' parlare di coltivazioni esclusive globali secondo natura a questi prezzi. L'alternativa e' la morte per fame di migliaia di persone. Dunque per essere remunerati : produzioni di nicchia per elites.Ma questo tipo di produzione implica il mettere in piedi reti commerciali non da poco. Grinto ha ragione quando nota che le arance partono a 7 cent per finire a tre euro in negozio superlusso. Ma tutto quello che c'e' in mezzo ha un costo e bisogna essere capaci di organizzarlo. Forse chi fa l'agricoltore dovrebbe cominciare a coprire lui quel settore cosi' ricco, che si mangia una fetta cosi' consistente del guadagno. Invece non lo fa... perche non e' in grado, perche' non ha le risorse, perche non ha la mentalita', perche non ha le strutture, perche' non ha la capacita' di gestire l'intera filiera. Voglio dire, la distribuzione ha un costo e bisogna saperla fare. Bisogna saper costruire una rete di negozi di lusso (Bio ,Vegan, et similia), ed una volta fatti, il grosso della torta allora si lo mangi tu. Insomma se togliamo la speculazione sul terreno oggi di agricoltura si muore (non dico sara sempre cosi', personalmente ho fiducia nel fatto che le cose cambieranno). E per quanto riguarda il mangiare sano, beh non serve avere un ettaro di orto per farlo, bastano duecento mq. Diciamo che in generale sono ancora in accordo con te. Anche se un vino di 30 euro non è più un prodotto di nicchia, ma (per esempio un vino invecchiato tre anni...naturale) un prodotto sacrosantemente giusto nel suo prezzo se pensiamo a quanto lavoro c'è dietro. Guardando qua e là ci sono vini naturali che costano molto di più, ma la cosa che mi lascia basito + come dei vini Commerciali non naturali riescano a costare anche 10 volte tanto quella cifra. E allora quei vini come giustificano quel prezzo, se non sul fatto che modaioli? Se penso a tutti gli artefici con cui spesso sono fatti...alla fine dell'uva rimane solo un lontano ricordo. Ed ecco che su questo ragionamento baso il mio mercato: il vino (inteso come alimento) deve essere sano ed il più naturalem possibile, come tutti gli altri alimenti. Il costo maggiore è dato dalla maggiore cura/tempo/lavoro c he c'è dietro. Addirittura quel prezzo rappresenta una garanzia per molti consumatori. Quanto dici poi sulla distribuzione...ti STRAQUOTO IN TOTO. Oramai avrò fatto una decina di messaggi dove ripeto tale concetto: vendiamoci i nostri prodotti, e guadagneremo di più...giustificando e gratificando il nostro lavoro. E poi, accorciamola questa filiera...e se proprio la vogliamo allungare, allora cerchiamo canali che ci gratifichino...e ci rappresetnino non solo come numeri ma anche e sopratutto come individui. Infine un'ultima personalissima considerazione sui famosi 5 euro al mese: ma quanto siamo sicuri che quei 5 euro non potrebbero divenire molti di più? Vedo sempre più famiglie che si riducono a comprare mangimi assurdi nei discount di serie B, ma hanno cellulari all'ultima moda, auto fiammanti, vestiti griffati e TV ultramoderne nelle loro case (comprate con il mutuo) ma ricchissime di ogni confort. Dico io: ma a che punto collocano (questi signori) l'alimentazione in una graduatoria di priorità? Forse fra l'i-pad e la corciera? Beh...sembrerò noioso (me ne scuso...sinceramente), ma il cibo lo mangiamo...il cibo diventa "noi"...e quindi noi siamo il cibo che mangiamo...altro che le scarpe all'ultimo grido, o peggio ancora LE MILLE DIAVOLERIE elettroniche. Io prima penso a mangiare bene...e poi viene il resto (se c'entra...altrimenti nisba). E' una questione culturale credo...
|
24/04/2011, 0:03 |
|
|
grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
|
Cita: Oramai avrò fatto una decina di messaggi dove ripeto tale concetto: vendiamoci i nostri prodotti, e guadagneremo di più...giustificando e gratificando il nostro lavoro. allora Tosco tu abiti in garfagnana ammettimao il caso , il consumatore e' a milano , cosa fa si fa 500km x venire da te a comprare un coniglio? oppure nella tua zona siete in 10 che vendete prodotti , e 1 famiglia sola che consuma, anche qui ce uno squilibrio di domanda offerta. altra ipotesi , apri uno spaccio consorziato , per vendere nelle citta in piante stabile , non con il clessico "banchet d'anciuve a porta palass", ma alla fine sono piu i costi di produzione , o quelli della distribuzione? e qui il nocciolo della questione, quando negli ultimi 25 anni diciamo che in agricoltura si sono compressi i costi tutto il possibile, ci sono rami dell'economia( dai costi della burocrazia, ai costi degli immbobili commerciali , alla logisticadei trasporti, ) che sono stati una sorta di"grasso che cola" a scapito del prodotto di partenza, concorrenza artificialemnte sleale a aprte
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
|
24/04/2011, 7:29 |
|
|
raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
|
tosco, anche i gioielli d'oro intarsiati di pietre preziose valgono il prezzo che costano, pero' pochissimi se li possono permettere. Faccio un esempio, l'altro giorno chiacchieravo con un astigiano, buon conoscitore di vino, impiegato pubblico, moglie che lavora e due figli ormai grandi. Mi diceva: " noi beviamo un litro e mezzo di vino al giorno, se dovessi bere due bottiglie da 6/7 euro tutti i giorni alla fine il vino mi costerebbe piu del mutuo della casa." Ed e' una persona benestante che si cura l'orto, che sa bere vino. Vedi, pensare di vendere direttamente in fondo e' un errore... perche' o produci, oppure vendi.. Non e' che puoi pensare di far quadrare i tempi commerciali con i tempi della terra. Il discorso ovviamente non vale per il prodotto di ultranicchia o di moda. Ma quanto costa far diventare di moda un prodotto?.... Quanto costa mantenere il punto vendita chic in centro milano? No perche di idee ne ho sentite tante, da quello che vuole comprare un furgone per trasportare la focaccia ligure a Milano tutti i giorni... a quello che pensa di far fare 50 km al cliente per dieci kg di verdura. Gli esempi sono sotto agli occhi di tutti .. c'e' chi vende il prodotto snob con margini altissimi, si chiama pero eataly e andate un po' a vedere che organizzazione ha tirato su.. pensiamo di essere in grado?..
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
|
24/04/2011, 11:25 |
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 11 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|
|