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Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale 
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Iscritto il: 12/02/2010, 12:09
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Si hai ragione che lo stile di vita incide molto nella scelta dei prodotti che poi mangeremo;
ma è anche vero che se il tempo che si ha a disposizione è poco viene utilizzato male...si spende magari più tempo per scegliere un cellulare all'ulima moda e una tv HD che non magari per scegliere il cibo giusto...
ormai anche su internet ci sono tante possibiltà di acquisto di cibi diciamo 'alternativi' al sistema...però è proprio la mentalità di fondo che è sbagliata.
Per il nostro 'amico' viticoltore toscano posso solo dire che ti ammiro...
e che anche tu nel tuo piccolo stai facendo la tua parte...
e mi fa piacere vedere che non sono l'unico 'bischero'(29 anni) a voler 'coltivare' la terra.
Ma toglimi una curiosità: tu coltivi i vigneti col metodo biologico?
se si hai qualche bonus in più nella vendita delle uve?


24/08/2010, 14:17
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Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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muflix ha scritto:
Si hai ragione che lo stile di vita incide molto nella scelta dei prodotti che poi mangeremo;
ma è anche vero che se il tempo che si ha a disposizione è poco viene utilizzato male...si spende magari più tempo per scegliere un cellulare all'ulima moda e una tv HD che non magari per scegliere il cibo giusto...
ormai anche su internet ci sono tante possibiltà di acquisto di cibi diciamo 'alternativi' al sistema...però è proprio la mentalità di fondo che è sbagliata.
Per il nostro 'amico' viticoltore toscano posso solo dire che ti ammiro...
e che anche tu nel tuo piccolo stai facendo la tua parte...
e mi fa piacere vedere che non sono l'unico 'bischero'(29 anni) a voler 'coltivare' la terra.
Ma toglimi una curiosità: tu coltivi i vigneti col metodo biologico?
se si hai qualche bonus in più nella vendita delle uve?

Allora,
i vigneti che coltivo sono di mia moglie (coltivatore diretto pure lei).
Entrambi siamo agricoltori, solo che lei gestisce la vecchia azienda di famiglia, mentre io gestisco quella dove noi viviamo.
Detto questo, il metodo di coltivazione non è di tipo biologico ma tradizionale.
L'azienda in questionbe è stata iscritta al biologico per diversi anni (è stata una delle prime in toscana), ma ha poi deciso di abbandonare tale iscrizione per motivi ideologici e burocratici.
Forse ad una prima occhiata potrebbe apparire come azienda ESTREMA, in quanto applica solo metodi tramandati dal nonno, e che ha ritenuto "troppo permissivo" il biologico.
...ma vorrei evitare di arricchire questa discussione con delle critiche al Biologico: noi (la famiglia di mia moglie) lo ha fatto per degli ottimi motivi in campo vitivinicolo, ma non ci permettiamo di giudicare il biologico in altri campi.
Detto questo, la mia azienda (che ho in affitto) ha una sua vigna (oltre un ettaro), le sue piante da frutto, i suoi animali, gli ulivi, il bosco, i castagno da frutto e i prati (oltre che l'orto).
questa la gestisco io, coadiuvato da mia moglie (quando riesce a liberarsi dagli impegni dell'altra azienda).
Per la cronaca abbiamo 31 (io) e 28 anni...abbiamo scelto noi di intraprendere tale percorso: io perito agrario per anni ho fatto anche altro per campare, lei laureata in lingue ma poi ha deciso di aiutare la sua famiglia nella gestione dell'azienda.
Siamo stati entrambi richiamati dalla terra, ed in qualche modo cerchiamo di portare il nostro contributo al suo mantenimento.

Per quanto riguarda le uve che produco io, vengono acquistate dall'azienda di mia moglie...e ne esce un vino NATURALE.


24/08/2010, 15:58
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tosco mi toglieresti solo una curiosità?
Potresti per favore indicare in cosa consistono i vostri(tuoi) metodi di coltivazione della vigna?
premetto che la mia domanda ha solo ed esclusivamente il fine di impararequalcosa in più.

Grazie.


24/08/2010, 17:23
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beh, ragazzi, bravi.
In effetti in genere il consumatore oggi non apprezza il prodotto, anzi. L'anno scorso ho fatto un test:
Ho selezionato una ventina di aziende (ex miei fornitori di informatica) e ho proposto ai dirigenti di venire a ritirare prodotto bio direttamente in campo GRATIS. L'ho proposto a loro perche' sono persone colte e salutiste, pronte a far settimane di fitness e ,per quel che vedo, abituate a mangiare nei localini biochic/ radicalsnob a prezzi assurdi.
Bastava passare il sabato mattina in campo per ritirare cassette di roba ultrabio.
Beh non e' venuto nessuno.. sono disposti a pagare 8 euro un frullato di sedano e 3 euro 5,dico cinque, rapanelli non conditi. Ma, perdere un'ora per venire in campo a prendere 20kg di verdura fresca non se ne parla.
Ci son venute pero' le segretarie a cococo' , esclusivamente perche la roba era gratis.
Comunque una piccola nicchia si apre e riusciamo a vendere bene. Il problema e' il prodotto, costa ancora troppo produrlo.

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24/08/2010, 19:44
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Sez. Suini
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Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
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Trovo molto interessante questa discussione e apprezzo tantissimo chi si sforza di trovare vie alternative di coltivazione. Però l'esperienza di Raviolo la dice lunga sulla realtà pratica.
Volevo solo aggiungere uno spunto: si è parlato di energia prodotta e consumata ma a nessuno è venuto in mente che si sta facendo strada sempre più l'autoproduzione di energia nelle aziende, grazie all'installazione di pannelli solari e alla costruzione di impianti di biogas. Anzi, leggendo in giro sembra che chi installi questi ultimi, oltre a metterci i residui agricoli e animali alla fin fine produca solo per "nutrire" il digestore , ovvero oltre a mettere gli stocchi del mais ci metta anche l'intera pannocchia ( questo è solo un esempio, ci sono altre coltivazioni, ma illustra la situazione).
A me l'idea di produrre energia dagli scarti mi piace molto, quella di destinarci tutta la produzione agricola un po' meno..
Voi che ne pensate?

_________________
L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.(Niels Bohr)
Più la caduta di un Impero è vicina, più le sue leggi sono folli. Cicerone


24/08/2010, 20:41
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muflix ha scritto:
tosco mi toglieresti solo una curiosità?
Potresti per favore indicare in cosa consistono i vostri(tuoi) metodi di coltivazione della vigna?
premetto che la mia domanda ha solo ed esclusivamente il fine di impararequalcosa in più.

Grazie.

Molto volentieri.
Il concetto fondamentale è quello di manipolare il meno possibile la materia.
IN VIGNA: lavorazioni effettuate a mano (stralciatura, potatura, legatura, scacchiatura, sfemminellatura,zappatura al piede e sul filare, accapannatura e vendemmia); trattamenti POCHI ED ESSENZIALI a base di zolfo in polvere e poltiglia bordolese; concimazione sono con organico dei nostri bovi maremmani (alimentati solo con nostro fieno); lavorazioni con il trattore (1 morganatura/estirpatura r gli eventuali trattamenti sopracitati). I trattamenti vengono dati sulla base dell'esperienza e seguendo solo l'andamento stagionale.
IN CANTINA: tutti i vini (compresi i bianchi) ottenuti solo per lunghe macerazioni; totale assenza di solforosa in macerazione; pigiatura dell'uva anche con piedi (oltre che con torchi antichi di tipo meccanico); non viene impiegata nessuna sostanza (lieviti e compagnia bella) se non un poco di solforosa all'imbottigliamento dei bianchi (molto spesso i rossi non contengono solforosa aggiunta).
LA LUNA CALANTE viene usata per la potatura, l'imbottigliamento ed i travasi.

...ma tutto questo è possibile SOLO perchè la vigna viene seguita attimo per attimo, e non passa giorno dell'anno in cui non venga osservata e vengano interpretati i segnali che questa ci manda.
NON SIAMO STREGONI...NON SIAMO BIOLOGICI...NON SIAMO BIODINAMICI...ed il vino viene fatto da 25 anni con discreto successo.

Sia per inteso che ho parlato dell'azienda di mia moglie NON PER PUBBLICITA' (infatti non citerò il nome dell'azienda in questione) ne per SUPERBIA.
Quello che mia moglie (ed io per quello che faccio) riusciamo è frutto dell'insegnamento di suo padre, del padre di suo padre e del padre del padre di suo padre.
Per noi che facciamo VINI NATURALI l'approccio con la natura ed il rispetto della campagna sono FONDAMENTALI.


D'altro canto, pure io nella mia azienda svolgo quotidianamente lavori nel massimo rispetto della natura, ed ho totalmente boicottato qualsiasi genere di coadiuvante chimico (tranne che la poltiglia bordolese data ai frutti in inverno).
Tanto le verdure dell'orto che le carni degli animali posseggono sapori (credo) puri, visto che oltre al mio lavoro godono a pieno di ampi spazi, di pascoli, di acqua buona e aria ottima.
Sicuramente per accrescere un maiale con il mio metodo ci vuole oltre 1/3 in più del tempo di quanti usino miscele e li facciano vivere in spazi angusti, ma alla fine il risultato si sente.

Per tutto ci vuole IL TEMPO, e la fretta è sempre più portatrice di MUTAMENTI A SFAVORE DELLA QUALITA'.


24/08/2010, 20:49
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penso comunque che ,dal punto di vista energetico, il lavoro umano sia abbastanza inefficiente.
Se non sbaglio un uomo puo sviluppare una potenza di 0,3 cavalli per qualche ora, e potenze di picco attorno al cavallo ma solo per pochi secondi. Per contro energeticamente e' un unita' abbastanza inefficiente, dissipa parecchio in calore, consuma parecchia acqua, e dispone di una riserva di energia abbastanza limitata nel tempo.
Ho fatto una analisi dei rendimenti e il risultato,da un punto di vista esclusivamente energetico, sconsiglia l'impiego di uomini per lavori pesanti tipo vangatura,zappatura,o traino carichi.

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24/08/2010, 21:57
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Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
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ciao Tosco mi piace il tuo discorso che in parte condivido in quanto ho un mio amico che proprio come te gestisce un vigneto di 5 ha potato e raccolto a mano.L'unica differenza è che lui nn zappa a mano xchè nn ha tempo per poterlo fare in quanto ha anche un ha di oliveto con piante secolari.Inoltre utilizza oltre a rame e zolfo anche fosfiti.Il vino ottenuto da vitigni autoctoni(falanghina e aglianico) è eccezionale ma il mercato è saturo e pur vendendolo ad un prezzo onestissimo ovvero €1,5 per litro risente della concorrenza delle grandi cantine della zona che vendono aglianico ad appena €0,90 litro.
Quello che volevo chiederti xrò per capire la redditività del tuo vigneto è il prezzo che l'azienda della famiglia della moglie paga per le tue uve xchè qui si apre la nota dolente.

_________________
I


24/08/2010, 22:43
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eugenio ha scritto:
ciao Tosco mi piace il tuo discorso che in parte condivido in quanto ho un mio amico che proprio come te gestisce un vigneto di 5 ha potato e raccolto a mano.L'unica differenza è che lui nn zappa a mano xchè nn ha tempo per poterlo fare in quanto ha anche un ha di oliveto con piante secolari.Inoltre utilizza oltre a rame e zolfo anche fosfiti.Il vino ottenuto da vitigni autoctoni(falanghina e aglianico) è eccezionale ma il mercato è saturo e pur vendendolo ad un prezzo onestissimo ovvero €1,5 per litro risente della concorrenza delle grandi cantine della zona che vendono aglianico ad appena €0,90 litro.
Quello che volevo chiederti xrò per capire la redditività del tuo vigneto è il prezzo che l'azienda della famiglia della moglie paga per le tue uve xchè qui si apre la nota dolente.

E' alto, ed è per questo che stiamo bassi noi con il guadagno che ci facciamo sopra.
Il vino viene venduto solo imbottigliato.
Ci piacerebbe tornare anche a fare un pò di sfuso.


24/08/2010, 22:57
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Sez. Orticoltura
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Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
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alto quanto? xchè se è un prezzo fuorimercato la tua testimonianza potrebbe nn avere senso.Le uve falanghine e aglianico(IGT) del mio amico Bruno l'anno passato sono state pagate tra 0,25 e 0,45 al kg ed i soldi li hanno avuti in 3 rate.Ecco xchè la decisione di vinificare buona parte delle sue uve e vendere il vino sfuso.
La tua testimonianza potrebbe essere un'oasi nel deserto
correggimi se sbaglio

_________________
I


24/08/2010, 23:26
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