La vendemmia mi sta assorbendo in pieno, e la stagione certo non aiuta: solo adesso mi riconnetto dopo un'altra settimana di silenzio.
@muflix
la tua deduzione è certamente una delle vie da intraprendere.
In un
mercato BLOCCATO su prezzi ridicoli che inducono l'agricoltore medio a fare quantità a discapito della qualità (permettetemelo
), è pressochè impossibile tentare di campare vendendo la materia prima (ottenuta con metodo NATURALE) SE NON
DIFFERENZIANDO IL MERCATO.
Questo può avvenire in molti modi (COME GIà DETTO E RIDETTO), e non è necessario vendere il proprio prodotto NATURALE alle "boutique" per poi vederlo venduto a prezzi esorbitanti ed inaccessibili...
Dal basso gente...tutto deve partire dal basso, e
il NATURALE deve essere un prodotto NON DA RICCHI...MA PER TUTTI.
Tanto l'operaio che lo studente dovrebbero avere la possibilità di scegliere quanto mangiano, e quindi avere altri mercati a cui far riferimento.
Sono pienamente a conoscenza dell'apparente incongruenze con quanto ho appena affermato:
come si fa a produrre naturale e CAMPARE vendendo a prezzi accessibili a tutti???Questa domanda è la base di tutto.
Ribadisco che in primis dovrebbe essere stimolata e sollecitata la conoscenza e la coscienza del consumatore.
Promuovere il naturale sin dalle scuole primarie: credo che sia un fatto di CULTURA( piuttosto che di coltura
... )
Sin dalle scuole i bambini dovrebbero essere indirizzati verso il mangiare sano e pulito, in modo tale da permettre loro l'acquisizione di una consapevolezza che poi nel tempo li renderà consumatori CRITICI.
La gente dovrebbe essere spinta a spendere qualcosa di più per mangiare BUONO E BENE, e dovrebbe capire che è un investimento (sopratutto) per il loro futuro.
Associazioni nazionali ed internazionali (
SLOWFOOD per citarne solo una) promuovono questo da tempo (anche se spesso in modo molto generico e goffo, ma intanto ci provano...).
Cooperative di produttori, filiera corta, GAS, fattorie didattiche, orti scolastici, seminari sull'agricoltura tradizionale...e le associazioni di categoria!!!
Questi alcuni dei possibili "terreni" che potrebbero essere d'aiuto tanto al produttore di naturale che al consumatore di naturale.
Credo che rischi di divenire più un discorso politico che agricolo...
Rientro nei ranghi riallacciandomi a quanto diceva muflix.
La trasformazione del prodotto oggi è certamente una soluzione che permette la sopravvivenza di chi fa naturale (anche se ASL e burocrazia varia non ti aiuterebbe certamente, anzi...): vino, olio, conserve...certamente trovano mercato.
Il discorso cambia per chi fa cerealicole: ho conosciouto chi ha desistito, cedendo alla "tenzazione" di fregarsene della qualità a favore della quantità.
Ma...c'è anche chi si è ingegnato con mulini familiari, tentando di valorizzare il proprio prodotto ANCHE con lavorazioni aggiuntive (la farina per esempio), oltre che vendendo (a prezzo stracciato...aimè) i propri cereali AL PARI di chi è totalmente indifferente ai metodi naturali.
Morale...
non credo ce ne sia una, ma intanto proviamoci...anche se in piccolo, ma proviamoci. E promuoviamo il nostro lavoro, tentando di COMUNICARE oltre che produrre...tentando di spiegare PERCHE' facciamo quello che facciamo...PERCHE' abbiamo intrapreso tale via (certamente più difficile)....
...almeno una parte della nostra azienda, ma proviamoci (e crediamoci)tutti.