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Opinioni sull'agricoltura contemporanea convenzionale 
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ricky75 ha scritto:
per esempio,esistono sia i mega allevamenti da latte della pianura padana sia i piccoli allevamenti alpini.
la bravura dell'agricoltore sta nel coltivare o allevare bene,la bravura dell'imprenditore agricolo sta nel saper vendere i suoi prodotti ad un prezzo adeguato.


Mega allevamenti agricoltura industriale, allevamenti alpini agricoltura artigianale.
Sono due modi diversi di produrre e anche i risultati come i mercati dei loro prodotti.
L'artigiano è un professionista del proprio mestiere, ha bisogno di competenze maturate nel tempo. I suoi dipendenti sono spesso famigliari o persone cresciute in azienda e difficilmente sostituibili, investe nelle persone più che nei mezzi. Non ha bisogno di certificazione dei propri prodotti, in quanto il suo rapporto diretto con il consumatore è una garanzia sufficiente. L'agricoltore artigiano vive nel luogo di produzione, mangia i prodotti che produce e quale migliore garanzia di sanità può essere offerta al consumatore.
Il reddito è determinato dalla sua capacità di diversificarsi dal sistema di produzione industriale basato su grandi investimenti ed economie di scala.
La sua forza è il prodotto particolare, diverso, unico.
Purtroppo la politica agricola non contempla questa figura produttiva, così che tutti ne stiamo facendo le spese: piccoli agricoltori e consumatori.
Se proprio vi interessa, appena ho un pò di tempo, vi parlerò della mia esperienza personale.
Buona giornata.

_________________
“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


07/09/2010, 7:26
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Raviolo,
ti ho già fatto nei post precedenti l'esempio della vigna.
Però te lo ripropongo:
Vigneto di circa 40 anni, allevato ad alberello, circa 4000 metri quadrati, le piante che sono riamste saranno i 2/3 del totale, anche se ogni anno cerco di ripristinare le piante mancanti da qualche tralcio delle piante vicine (sai come si fà?).
mettiamo 3 giornate per la potatura (sto esagerando però ci può anche stare).
un giorno per tagliare l'erba (è sempre esagerato, tagliata con un decespugliatore che va a miscela, che consuma al massimo 2 litri per l'intero giorno, l'erba tagliata poi viene lasciata come pacciamatura).
2 giornate per eseguire la potature verde.
3 volte viene dato lo zolfo ramato con l'impiego esagerando di 10 kg per la durata di un ora ogni volta.
3 giornate per vendemmiare.

questi conti vanno bene?
quell'uva dalle mie parti me la pagano da un euro in su ed in media sono dai 15 ai 20 quintali.
Guadagno qualcosa?
logicamente ci vogliono degli anni prima di arrivare ad aveer il giusto equilibrio sia in un vigneto che in un frutteto dove coltiveremo le ortive. Non dobbiamo mai dimenticarci della biodiversità.
AH dimenticavo ogni anno dopola vendemmia, vanno a fare compagnia alla vigna le capre di un amico, che mangiano i campanellini rimasti, la gramigna, e le foglie, e ripristinano l'energia runata dalla vigna alla terra sotto forma di piccole palline fumanti. Poi tornando al discorso del letame, se chiedo un pò di letame al proprietario delle capre è sempre ben disposto a concedermelo, e se gli chiedo un pò di fieno che le capre non mangiano più per pacciamare lo posso prendere.


07/09/2010, 10:55
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I conti che hai fatto dimostrano che la tua forma agricoltura NON e' sostenibile economicamente da un professionista.
Per carita' come hobby va benissimo, ma non dirmi che ci si campa.

circa nove giornate di lavoro, nessun trattamento (neppure quelli obbligatori?) qui da noi per esempio flavescenza e simili vanno combattute.
Vendi franco vigna ad un euro il kg? uva da vino? probabilmente hai una eccellenza di quelle storiche perche' a quelle cifre si vende l'uva di moscato pregiato premiato e vincitore di premi o simili. Il barbera comune qua si vende a 20 cent al kg.
Allora torniamo a noi se tu fossi coltivatore diretto non vedresti la fine della stagione e saresti gia ai debiti.

nove giornate di lavoro di un extracomunitario non qualificato a libretti son circa 700 euro mal contati (se prendi un potatore qualificato costa ben di piu).
zolfo ramato circa 40 euro?
spese di trasporto. manutenzioni, filo e benzine diciamo 50 euro anno?.
mai una spollonatura?, mai un erpicatura?. mai una concimazione?
una contabilita' non la fai?

insomma ammettendo le cifre che dai,e francamente dubito davvero che tu possa gestire una vigna con soli sei giorni anno( la mia vigna ne richiede di piu), ricavi 2000 kg anno, son 2000 euro anno meno 800 euro di spese anno fanno 1200 euro.
Tieni conto che non abbiamo considerato ammortamenti(che se hai una vigna di quel calibro il suo valore e' davvero molto alto), smaltimenti ,spese fisse, e simili.

Se tu fossi coltivatore diretto saresti gia in perdita solo considerando i 2500 euro di contributi da pagare ogni anno. e non ti basterebbe neppure una vigna dieci volte superiore per pareggiare i conti.


Per Pallinof.. mi interessa molto sentire la tua esperienza.. se avrai voglia di raccontarla la ascoltero' volentieri.

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07/09/2010, 12:34
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circa nove giornate di lavoro, nessun trattamento (neppure quelli obbligatori?) qui da noi per esempio flavescenza e simili vanno combattute.
Allora qua in sardegna non so se esistano la flavescenza e il legno nero (comunque sia in quel vigneto neppure quando c è un forte attacco di cicalina nei vigneti accanto, subisce dei danni, evidentemente i ragni che sono i nemici naturalidella cicalina non sono stati mai uccisi dai trattamenti insetticidi obbligatori di cui tu parli). Ti va bene come risposta? comunque nessun trattamento insetticida perchè qua non sono ancora obbligatori, o per lo meno se sono obbligatori io non lo so, e se qualcuno vuol dirmi se sono obbligatori si faccia avanti.

Vendi franco vigna ad un euro il kg? uva da vino? probabilmente hai una eccellenza di quelle storiche perche' a quelle cifre si vende l'uva di moscato pregiato premiato e vincitore di premi o simili. Il barbera comune qua si vende a 20 cent al kg.
Allora torniamo a noi se tu fossi coltivatore diretto non vedresti la fine della stagione e saresti gia ai debiti.

Vendo l'uva per fare il vino, mi pagano l'uva intorno ad un euro il kg, sicuramente come dici tu è un eccelenza storica, anche perchè nella zona ci sono altri vigneti come il mio (anche se però stanno scomparendo).

nove giornate di lavoro di un extracomunitario non qualificato a libretti son circa 700 euro mal contati (se prendi un potatore qualificato costa ben di piu).
Ok ci sto per i 700 euro.

zolfo ramato circa 40 euro?
Mi sembra eccessivo 40 euro ma mettiamo anche di si tanto tra 20 e 40 non cambia molto.

spese di trasporto. manutenzioni, filo e benzine diciamo 50 euro anno?.
FIlo nella coltivazione ad alberello non esiste, come non esistono i pali, si mettono delle canne solo i primi anni di vita e poi basta. comunque anche questi 50 euro ci stanno, ance se potrebbero essere 10.
mai una spollonatura?, mai un erpicatura?. mai una concimazione?
la spollonatura è la potatura verde di cui ti ho già parlato prima.
Mai un erpiciatura e mai una concimazione, e quando dico mai vuol dire mai. Ti ho già detto che il concime lo danno l'erba e le capre; mentre l'unica lavorazione è il tagliare l'erba.

una contabilita' non la fai?
Si questo si hai ragione.


insomma ammettendo le cifre che dai,e francamente dubito davvero che tu possa gestire una vigna con soli sei giorni anno( la mia vigna ne richiede di piu), ricavi 2000 kg anno, son 2000 euro anno meno 800 euro di spese anno fanno 1200 euro.
Tieni conto che non abbiamo considerato ammortamenti(che se hai una vigna di quel calibro il suo valore e' davvero molto alto), smaltimenti ,spese fisse, e simili.

Se tu fossi coltivatore diretto saresti gia in perdita solo considerando i 2500 euro di contributi da pagare ogni anno. e non ti basterebbe neppure una vigna dieci volte superiore per pareggiare i conti.

Logicamente non ho solo quel vigneto, non sarei iscritto come coltivatore diretto se avessi solo quella vigna.
Ma ti ho fatto un esempio su come con 4000 metri di vigneto hai un reddito netto tranquillo.

Secondo me non riesci a capire che in agricoltura 'NATURALE' si fanno degli investimenti che ti ripagheranno almeno dopo 10 anni; forse non siamo ancora pronti a concepire un reddito in cosi troppo tempo. Poi logicamente è difficile investire e non avere niente in cambio.
Tutti i tuoi conti tornano nel girodi pochi anni, ma a lungo andare sicuramente chi coltiva sinergico/naturale/fukuoka avrà i suoi frutti. tu Raviolo continua con i tuoi esperimenti e vedrai che dopo almeno 5 anni i tuoi ortaggi saranno come figura quasi come quelli convenzionali.

La vigna di cui ti parlo logicamente è stata sempre lavorata senza usodi insetticidi, diserbi o medicinali sistemici; e col tempo ha capito quale è il suo compito, quanta uva produrre e quante foglie produrre per far maturare l'uva nel migliore dei modi.
In un vigneto di uno 2 o 3 anni nonvale lo stesso discorso.
Spero di esserti stato d'aiuto.


07/09/2010, 12:56
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si muflix, io l'ho capito che l'investimento va visto sui 25 anni. Del resto fukuoka ce ne ha messi di piu per rendere redditizie le sue colture (citando fukuoka dimentichiamo sempre di dire che era un miliardario e che ha campato di rendita da signore per tutta la vita).
Ora, pur essendo d'accordo sul fatto che l'agricoltura DEVE ANDARE VERSO AD UNA SOSTENIBILITA', quel che dico e' che oggi INQUESTA ZONA DEL PIANETA e' piu conveniente fare altro.
Voglio dire che NON esistono le condizioni per iniziare in modo sostenibile una nuova attivita', e stanno chiudendosi le possibilita' per quelle gia esistenti.
Del resto, se ad un contadino offrono 4000 euro anno per affittare il suo ottimo terreno per farci su fotovoltaico beh questi avra' poche possibilita di rifiutare, se ti offrono 200mila euro per un ettaro di terreno oggi e' da fessi non venderlo e tenerlo per ricavarci 3mila euro anno di prodotto (questo anche se il terreno e' una meraviglia).
Dico che il terreno italiano e' vocato per farci crescere case e villette ed e' sempre meno vocato per farci crescere erba.
Vorrei che fosse chiaro il fatto che sono costretto ad accettare questa opinione controvoglia e che sto,come tutti voi, cercando di resistere...

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07/09/2010, 13:29
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Parole sagge RAVIOLO,
anche se qualche spiraglio di luce si intravede, qualche anno fa non si sapeva niente di agricoltura sinergica di fukuoka o di permacultura; mentre ora si stanno diffondendo sempre più. Anche il biologico (con tutti i suoi limiti) e comunque un alternativa al convenzionale, e nel biologico qualche mercato c è.
ora bisognerebbe aspettare che PALLINOF trovi l'ispirazione e la voglia di raccontarci come funziona la sua azienda lato economico.
Io per il momento RAVIOLO ho i terreni in conversione al biologico e ho iniziato a praticare in qualche piccolo appezzamento gli insegnamenti di fukuoka/hazelip (sempre con qualche piccolo rittocco), e ti posso dire che i risultati si vedono.
Per esempio, la nostra zona è da tanti anni colpita dalla virosi del pomodoro e dagli ultimi 3 anni anche dalla tuta absoluta,
per prova ho piantato un pò di piantine di pomodoro (autoprodotte da me, con semi che avevo sempre raccolto da altre piantine sempre autoprodotte) in un terreno senza arare, ho solo usato l'erba preesistente e altra paglia per pacciamare le file; poi ho lasciato crescere le erbe spontanee tutto intorno in modo che i pomodori fossero protetti dalle stesse (come se fossero una siepe), ogni tanto tagliavo l'erba che si avvicinava troppo. Bhe ti dirò che i pomodori non erano il massimo per quanto riguarda le dimensioni, però era raro il pomodoro che aveva all'interno il verme della tuta absoluta (gli unici medicinali che si possono usare oltrettutto sono biologici), mentre i pomodori vicini era raro il pomodoro che NON aveva il verme.
Certo non ho venduto i pomodori (ma credo che se li avessi venduti qualcuno li avrebbe comprati, meglio un pomodoro piccolo senza verme che uno grande col verme), ma sono bastati a me e alla mia ragazza tutto il mese di luglio e tutto agosto, abbiamo fatto i pomodori secchi per tutto l'inverno e il sugo per tutto l'inverno. Questo secondo me è un chiaro esempio di come le pratiche agricole aletrnative al convenzionale riescono a fare qualcosa dove il convenzionale ormai non può più.


07/09/2010, 15:15
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PALLINOF ha scritto:
ricky75 ha scritto:
per esempio,esistono sia i mega allevamenti da latte della pianura padana sia i piccoli allevamenti alpini.
la bravura dell'agricoltore sta nel coltivare o allevare bene,la bravura dell'imprenditore agricolo sta nel saper vendere i suoi prodotti ad un prezzo adeguato.


Mega allevamenti agricoltura industriale, allevamenti alpini agricoltura artigianale.
Sono due modi diversi di produrre e anche i risultati come i mercati dei loro prodotti.
L'artigiano è un professionista del proprio mestiere, ha bisogno di competenze maturate nel tempo. I suoi dipendenti sono spesso famigliari o persone cresciute in azienda e difficilmente sostituibili, investe nelle persone più che nei mezzi. Non ha bisogno di certificazione dei propri prodotti, in quanto il suo rapporto diretto con il consumatore è una garanzia sufficiente. L'agricoltore artigiano vive nel luogo di produzione, mangia i prodotti che produce e quale migliore garanzia di sanità può essere offerta al consumatore.
Il reddito è determinato dalla sua capacità di diversificarsi dal sistema di produzione industriale basato su grandi investimenti ed economie di scala.
La sua forza è il prodotto particolare, diverso, unico.
Purtroppo la politica agricola non contempla questa figura produttiva, così che tutti ne stiamo facendo le spese: piccoli agricoltori e consumatori.
Se proprio vi interessa, appena ho un pò di tempo, vi parlerò della mia esperienza personale.
Buona giornata.

Sacrosantissime parole! ;)


07/09/2010, 16:14
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PALLINOF certo che ciinteressa la tua esperienza,
aspettiamo con ansia.


07/09/2010, 16:24
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PALLINOF ha scritto:
Mega allevamenti agricoltura industriale, allevamenti alpini agricoltura artigianale.
Purtroppo la politica agricola non contempla questa figura produttiva, così che tutti ne stiamo facendo le spese: piccoli agricoltori e consumatori.
Se proprio vi interessa, appena ho un pò di tempo, vi parlerò della mia esperienza personale.
Buona giornata.

bell'intervento.
nonostante abbia fatto da bastian contrario per tutta la discussione,non è che io sia favorevole a un'agricoltura così intensiva e iperspecializzata come quella di oggi, ma i prezzi sono quelli che sono.
credo che tutti vorrebbero avere dimensioni aziendali più "umane",con molti grattacapi in meno e qualche momento di tranquillità in più (specialmente nella zootecnia),e poter campare dignitosamente del proprio lavoro.
poi il mercato detta le sue regloe,chi ha la fortuna (o la capacità)di trovare una nicchia di prodotto bene per lui,ma questa sarà sempre e solo una minima parte del mercato.
pallinof,sono interssato alla tua esperienza,per curiosità e poi,dalle esperienze altrui si possono sempre trarre degli spunti.


07/09/2010, 22:11
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Nel lontano ’85, dopo la laurea in scienze agrarie università di Perugia, mi sono dedicato all’orticoltura (passione tramandata da mia nonna). Mi dedicai subito ad una coltivazione sperimentale di pomodoro fuori suolo (pozzolona) alimentato da soluzione fertilizzante minerale. I dati raccolti li inviai ad un concorso indetto dall’Accademia Agraria di Pesaro e vinsi il secondo premio. Iniziò così la mia avventura nel mondo agricolo, insieme ad un gruppo di disoccupati fondammo una cooperativa per la gestione di un terreno comunale, un ettaro di serre per coltivazione fuori suolo e due ettari di pieno campo in biologico.
La mia esperienza in cooperativa come tecnico e amministratore durò circa 15 anni, successivamente, con altri due amici, creammo una nuova società per la gestione di un impianto di serre ( un ettaro) di proprietà comunale e riscaldato da biogas sempre per la produzione di ortive fuori suolo.
Oltre della parte tecnica e amministrativa, mi sono occupato anche della commercializzazione dei prodotti con uno stand al mercato ortofrutticolo locale, vendita al dettaglio e grande distribuzione.
Mi sono occupato sempre di coltivazione “convenzionale”, ma negli ultimi due anni di lavoro in serra iniziai a sostituire la fertilizzazione minerale con concimi organici ( stallatico, borlanda, carniccio, sangue) e utilizzare mix di microorganismi terricoli e aerei.
I risultati furono notevoli: aumento della produzione e qualità del prodotto e crescita equilibrata delle colture soggette a minor stress ambientali.
Alcuni seri problemi societari mi hanno costretto a casa disoccupato, così mi sono rimboccato le maniche e mi sono messo in proprio.
L’attività vivaistica è la mia occupazione principale: recupero, coltivazione di piante madri e propagazione di antiche varietà locali di fruttiferi.
Il tutto si estende su una superficie di un ettaro e mezzo diviso in due corpi distanti alcuni kilometri.
Un ettaro destinato alla coltivazione delle piante madri, mezzo ettaro per la produzione di giovani piantine.
Lavoro da solo e con un parco macchine che consiste in: falciatrice, decespugliatore, biotrituratore, forca.
Quindi niente lavorazione, concimazione e trattamenti antiparassitari, ma continua gestione del prato.
Scusatemi, ma adesso devo proprio scappare.
Buona giornata a tutti.

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e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


09/09/2010, 7:55
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