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oggetto misterioso del 1969 
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In realta' erano quasi contemporanei. Mi e' capitato di usare le schede perforate nel periodo 73-75 (mainframe al Politecnico di Torino), uno dei modi piu' frustranti di inserire dati in assoluto, perche' la perforatrice non perdona alcun errore.
Pero' usavo il nastro di carta perforato ancora nel 78, come backup sorgenti su PdP-11 (di cui ho ancora un esemplare in cantina !). Poi sono arrivati i floppies.


01/02/2012, 12:08
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Renzo, cosa te ne fai di un PDP-11 in cantina :-) O parlavi dei nastri di carta ?
All'inizio degli anni '80 al Politecnico di Torino le schede perforate erano ancora usate, il nastrini no. Era effettivamente una pena, perfora le schede, mettile nel vassoio dei batch, aspetta il tabulato, correggi gli errori di sintassi, ricomincia da capo.

Pero' mi raccontano che col nastrino fosse ancora piu' complicato: carica il nastrino col programma di editing, carica il nastrino col sorgente, modifica il sorgente, salvalo su nastrino, carica il nastrino con il compilatore, compila il programma e salvalo su nastrino, carica il linker da nastrino, carica il programma compilato, genera l'eseguibile e salvalo su nastrino, ecc. Ma e' solo un racconto, non ho esperienza di prima mano. Probabilmente il nastrino per backup sorgente e' gia' dell'epoca in cui il minicomputer avevano il disco rigido per i programmi residenti.

Comunque pochi anni dopo i primi Macintosh con un solo floppy funzionavano piu' o meno cosi': inserisci il floppy con Sistema Operativo, accendi il Mac, quando il sistema operativo e' partito togli il floppy, inserisci il floppy con l'applicazione (Word, ad esempio) ed i dati, carica l'applicazione, eseguila, ecc.

Concordo con giuliaxyx, non c'e' ragione di rimpiangere questa informatica, se non per il fatto che ero moooolto piu' giovane :-(


01/02/2012, 13:02
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dariowolf ha scritto:
Renzo, cosa te ne fai di un PDP-11 in cantina :-) O parlavi dei nastri di carta ?

Parlavo di un PdP11/34 completo di copia per tutte le schede, due unita' disco e floppies. Sta ancora li' in cantina a far polvere. Montagne di dischi nel fienile.
Nei primi anni '80 ci avevo investito tutta la mia attivita' professionale come consulente software.
Lo tenevo in appartamento e contribuiva molto al riscaldamento (ed alla bolletta elettrica).
Cita:
Probabilmente il nastrino per backup sorgente e' gia' dell'epoca in cui il minicomputer avevano il disco rigido per i programmi residenti.

Infatti, ma stavo in Olanda e mancavano i floppies per backup/export e le reti erano di la' da venire. Cosi' se uno doveva tornare in Italia con una copia del sofware, nastrini di carta a gogo'.
Cita:
Concordo con giuliaxyx, non c'e' ragione di rimpiangere questa informatica, se non per il fatto che ero moooolto piu' giovane

Non sono d'accordo, per me passare dal PdP ai PC e' stato un trauma, in pratica una regressione culturale.
Dopo oltre trent'anni di attivita', sono ancora convinto che questa regressione continui (cioe' qualita' del software in costante peggioramento).


01/02/2012, 13:53
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renzo ha scritto:
Dopo oltre trent'anni di attivita', sono ancora convinto che questa regressione continui (cioe' qualita' del software in costante peggioramento).
Concordo sulla qualita' del software, ogni anno raddoppia la potenza di elaborazione e la capacita' dei dischi, ma i dischi sono sempre pieni, la CPU a palla ed alla fin fine si fanno sempre le stesse cose.
Pero' non rimpiango il PDP-11 (anche se ha rappresentato il mio primo contatto con l'informatica), le schede perforate, i nastri ed i floppy.
Personalmente mi piace molto lavorare con gli embedded, dove devi calibrare l'uso di ogni byte di RAM o di Flash. Ma spero di riparlarne nella sezione "Autocostruzioni".


01/02/2012, 14:48
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Ciao a tutti,
avete notato come, di colpo, siamo ridiventati giovani solo per aver ricordato gli anni 70.

E' , come molti hanno detto, una scheda meccanografica che poteva contenere righe di istruzioni scritte nel linguaggi di allora (cobol, fortran, rpg, assembler) oppure dati da fare elaborare ai programmi memorizzati nel computer.
Avevamo un IBM360 con 64K di memoria, 3 dischi 2311 per i programmi e i dati e alcuni nastri per la memorizzazione di dati.
Che fatica fare entrare un programma in 64K di memoria.
Ninno


01/02/2012, 22:42
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