Ciao Rizoma
sempre graditi i tuoi interventi, specialmente quando si parla di “Coltelli Sardi”. Mi fa piacere intavolare questa discussione con un intenditore come te, anche perché mi da modo di esternare qualcosa che, precedentemente avrei voluto dire, ma non ne avevo avuto occasione. E di cose da dire, in proposito, ne ho più di una. Andiamoci per gradi.
Un Guspinese? Potrebbe essere, però vorrei il parere di qualcuno che conosca i Guspinesi come io conosco le Pattadesi
Per quanto riguarda le Pattadesi, vere o false, aih aih aih … hai toccato un tasto sensibile e dico subito che, in linea di massima, non sono d’accordo col tuo ragionamento, o meglio: bisogna capirsi.
Legalmente quanto tu dici, forse non fa una grinza, ma per
noi sardi il discorso è diverso: peggio del vino “Chianti” prodotto in Cina.
Parliamo della
Pattadese: è il più classico rinomato dei coltelli sardi), tanto è vero che sono soggette a numerose imitazioni anche al di di là del mare. Quindi le
vere Pattadesi sono quelle che si fanno
a Pattada, le altre sono imitazioni. Si possono tollerare quelle che si producono in altri posti della Sardegna, ma quelle fatte al di fuori noi le consideriamo, qualsiasi cosa ci sia scritto su, dei “falsi” clamorosi o, cambiando termine, delle volgari imitazioni. Se poi vogliamo fare discutibili discorsi semantici, li possiamo sempre fare e distinguere tra “imitazione” e “falso”. Una imitazione è una riproduzione, una copia di un’oggetto originale, per esempio di quadro. Se io faccio un quadro in stile Modigliani e ci metto il mio nome è una imitazione, se lo firmo “Modigliani” è un falso e, se lo vendo come tale commetto il reato di truffa. Legalmente è così. Giusto?
Nei coltelli invece se io faccio una pattadese , ci scrivo Pattada e ci metto un nome qualsiasi, forse potrei anche venderlo senza essere accusato di truffa, tuttavia è un “falso Pattada”. Nel nostro sentire comune, accettiamo un coltello di quel tipo costruito in Sardegna perché è sempre sardo (però non ci deve essere scritto “Pattada” ma quello del paese in cui è stato prodotto), ma se fatto fuori dall’Isola quel coltello, legalmente è una imitazione, ma
per noi (qualsiasi cosa ci sia scritto) è sempre
un falso.
Fine 1^ parte
Saludos
Pedru
PS: a prescindere, sono sinceramente curioso anch’io di conoscere l’eventuale scritta esistente nei coltelli di Sergios
PPS se qualche altro vuole intervenire, anche con semplice domande, è il benvenuto