a proposito mantovano, la tua concezione del dolore è molto bella.. così, credo, dovremmo viverlo, non come dramma, ma come momento di crescita. purtroppo, quando ci sei, è tanto "doloroso" che te ne scordi... c'è anche chi dice che il dolore è un velo che divide... e anche questo mi sembra giusto. il dolore genera una sorta di ripiegamento su se stessi, nel quale siamo impossibilitati a guardare verso gli altri ma, soprattutto, ad accogliere le mani che si tendono verso di noi... bea
"i figli quì non entrano!" ...sembra di leggere l'inizio della Divina Commedia "....perdete ogni speranza voi che entrate..." è la cosa più triste perchè sembra che vada contro la natura stessa. Anche se io non c'ero a lavorare al tuo fianco sono sicuro che quella donna aveva ragione, sono più che sicuro che lì i figli non entravano (a parte qualche sporadica eccezione). Pensa un po ad immaginare se si trattava invece del contrario: quante mamme non sarebbero entrate per i loro figli? In compenso mi ha un pò alleggerito l'anima quel pannolino à mò di tartaruga rovesciata ed ho pensato: se si fosse trattato di una tartaruga vera, quanto tempo avrebbe resistito Bea prima di rigirarla? Beatrì Ja campà nati ccient'anni!
Due parole sul dolore fisico: molto spesso durante la notte mi vengono a trovare i crampi alle cosce. Li sento che arrivano lentamente e i muscoli della coscia diventano come sassi di granito... Poi il dolore quello più forte con delle contrazioni che non riesco a raccontare e mi accartoccio. Stringo i denti e sopporto: orologio alla mano devono passare dieci minuti, non un secondo di più. Ho provato inutilmente con varie medicine, il medico mi ha suggerito di non stancarmi durante la giornata. So che ha ragione ma sono un testardo , continuo a stancarmi come se la cosa mi facesse piacere. Che strano essere che sono! In realtà non vedo l'ora di liberarmene! Tu Bea puoi consigliarmi?
Terrificante sguardo freddo e minaccioso, mi aggredì all'improvviso: non ero ancora pronto per l'addio ed ero disarmato e senza forze...
Ma questa sfida quì era diversa: Lei non chiedeva scuse, nè danaro, prendeva un blocco note dal taschino e mi chiedea contezza del passato...
"Quel che ho fatto di bene certo l'ho scordato ma il male, haimè, me lo ricordo tutto..." E cominciò a segnare tanto e tanto male che tutt'un fiato io Le rapportavo...
Poi, prendendomi per mano, mi conducea con Lei lungo la china sì ch'io potei provar speranza di "ricominciare"...
grazie a. dio sia il tuo corpo e la tua mente sono acora ben presenti quassù e la signora con taccuino e falce dovrà aspettare moltissimo prima di interrogarti. grande dommi