ho sempre creduto nell'immagine poesia.
Belle le foto di poggioallorso

Se è proprio come tu dici allora è proprio il caso di dire che l'amore per la natura fa miracoli!!!
I cuccioli che giocano la regalerò ai miei due nipotini.
Grazie Bea
Avanti così!!!

dommi sei nonno?

Grazie Tremor

Felicità (Trilussa)

C'è un ape
che si posa
su un bottone
di rosa:
lo succhia
se ne va..
Tutto sommato,
la felicità
è una piccola cosa.

Sono nonno di una bella coppia di nipotini uno di dodici anni (Valerio, purtroppo tifoso della Roma) ed una signorinella di nove anni (Federica). Sono orgoglioso di questo regalo della mia primogenita, gli altri due figli maschi non ne vogliono sapere......e, forse, hanno ragione!
Tu hai prole Eugè?

Diario


Quando la sera, triste, il giorno ammazza,
quello che ho fatto nel dì cerco di ricordare
e, fra le tante cose, nel pensare,
segno che poco o niente è interessante....


Farò meglio domani! Dico a mè stesso, allora
e m'addormento stanco con la speranza
che domani sia un giorno migliore....


Ma a chi interessa questo diario triste
quando sarò al viale del tramonto???
Forse a mio figlio? Si! Che se lo legga!

E mi rimane la speranza, infine,
che il suo sia più allegro
e non contenga
troppi momenti di malinconia.....

Domenico

No dai, così ci rattristi tutti, noi siamo allevatori perdio, di piante o animali che siano, viviamo di riproduzione, com'è possibile credere che sia meglio lasciar perdere. Dai, diamo una possibilità di divertirsi anche a chi deve ancora venire sù, solo per un pochino.

Bella la poesia, dommi, anche se intrisa di malinconia. Per i figli ha ragione tremor, ma con questi lumi di luna, chissà se farli poi è così giusto. Eppure, proprio noi allevatori (di qualsiasi cosa) siamo la voglia di andare avanti nonostante tutto. Con passo fermo sulla terra, camminiamo. Con le nostre patate da rincalzare, il montone che cozza, la gallina che non cova, la pioggia che scende, i conti che non tornano… eppure, camminiamo. Perché sappiamo, forse più di altri, quanto questa terra ci sia madre. Una madre che ci affascina, ci rinforza, ci sfianca, ci fa ridere e piangere insieme.
Quando ho acquistato il terreno, l’ho guardato dall’alto e ho pensato che era “mio”. Oggi so che io, sono “sua”, io che lo amo, lo curo, lo rispetto. Non si compra, la terra, in un certo senso, è lei che ci conquista.

Per contribuire alla poesia, vi invio un’immagine di un interno stalla.
Un saluto bea

Ringrazio tremor e poggioallorso per evermi tiraro un po su...
Ce ne vorrebbero tante altre di persone come voi, che non mollano mai.
Un bellissimo esempio di come va affrontata la vita!
Grazie!!!
Domenico

Dommi hai visto sti periti industriali che ti combinano tocca replicare lascia stare la poesia c'è l'orto che aspetta