Bell'argomento, da bambino il primo giorno di scuola, conoscevo una parola di Italiano: Maestra.
I miei che tra loro parlavano un "patua", Franco Provenzale, pensavano di fare cosa utile parlando con me il Piemontese.
Quindi il "Patua" e il Piemontese sono le mie lingue madri.
Alle medie come scelta c'era il Francese e il Francese, io non avevo scelto ne l'uno, ne l'altro ma me lo hanno imposto.
Mi chiedevo, ma a cosa mi serve il Francese se io sono Italiano? Ogni tanto il prof. mi apostrofava con "Sergio, sei il più emerito poltrone che esista sulla terra", e io mi facevo una risata.
Non passa molto, ho smesso la scuola finite le medie, che comincio a capire a cosa possono servire le lingue.
Vennero in vacanza alcune ragazze Francesi, una poi mi era particolarmente cara, peccato avessi riso al momento sbagliato.
Le occasioni si ripresentarono e in poco tempo imparai a districarmi abbastanza bene con la lingua di Voltaire.
Passarono altri anni, un giorno decisi di cambiare vita e di viaggiare.
Partito da solo con zaino in spalla, biglietto ferroviario, e una curiosità infinita.
Brindisi, Patrasso, Atene, se non avessi visto il Partenone e gli euzones, neppure avrei saputo che ero arrivato, le scritte in cirillico o inglese, altro che il "Francese basta", e poi "ti parlano anche in Italiano".
Ho remato in lungo e largo, tornando a casa meditavo sul fatto che oggi senza la padronanza dell'Inglese non si è a buon titolo, cittadini della terra.
Il giorno dopo ero a Torino alla scuola privata Shenker, lezioni singole, con interrogazione sulla lezione precedente, dovevi studiare per forza, avevi pagato profumatamente, non potevi fare la figura del somaro, se non sapevi non passavi alla lezione successiva, quindi giù di penna a scrivere e riscrivere fino a che era memorizzato il contenuto.
Il giro di svolta dopo le prime 25 lezioni, quando mi sono iscritto in una scuola a Londra, la compagnia femminile in full immersion in Inglese, mi ha finalmente dato quella minima quantità di parole necessarie per riprendere a viaggiare da solo e senza l'affanno della lingua.
Lo Spagnolo è l'unica lingua che ho imparato volentieri senza costrizioni, mi piace, è facile, quindi...
Da inizio anno sono espatriato linguisticamente.
Sento solo più i programmi da satellite e solo max mezz'ora alla settimana in italiano, non la consumo mai tutta, in genere dopo 5/10 minuti di telegiornale, torno a una delle tre lingue su citate, con preferenza non preferita, ma di necessità per l'Inglese.
Con i cani parlo la lingua dei gesti, ci capiamo benissimo.
Dovreste vedermi mentre dimeno la coda in segno di intesa.